giovedì 29 dicembre 2011

Capodanno

A me il Capodanno fa sempre un brutto effetto. Pessimo.
Figuriamoci poi se non sto bene quale possa essere la mia indole.
E per questo vedo di ritagliarmi il mio ruolo, quasi sempre quello della cuoca, e lasciare agli altri l'organizzazione.
In realtà non va quasi mai così (okay, mai!) perchè la mia deformazione professionale (volontariale?) prevede che io mi sobbarchi l'organizzazione quasi di ogni cosa. E infatti, anche quest'anno sto notando che, per quanto il mio mantra sia stato "Andiamo a Trento da E. Deve sentire lei, chiedere lei, organizzare lei", pian piano mi sono assicurata che anche Principessa venga (anche se al riguardo ci sono un pò di problemini..mah), che tutti abbiano la possibilità di andare e tornare in autonomia, ho deciso di prendere io la macchina per il trasporto di massa.
Proprio starne fuori, brava Seya. Complimenti.
Poi non ti lamentare se E vorrebbe ucciderti perchè si è sentita obbligata a invitare Principessa, perchè la costringi a passare con questa buona parte del tragitto e della convivenza e perchè Stellina le ha rubato il letto con un "so che ci sono 2 letti e io ne voglio uno, quindi prendo il tuo, Seya ha detto che posso".
(Non so se si nota che c'è un pò di maretta tra E e Principessa).
Brava Seya, te lo ripeto, brava.
Tu lo sai vero che tornerai esausta? Tu lo sai che non potrai annegare sonno, amarezza, irritazione e qualunque altro sentimento nocivo nell'alcool perchè dovrai assicurarti che EPGIC Jr (sì, c'è anche uno Junior, minorenne) non beva e che Principessa non si ubriachi? Lo sai? L'hai messo in preventivo?
No?
Vedrai, vedrai.

Sono proprio contenta di festeggiare Capodanno, Eh?

Non so perchè il Capodanno mi butti giù così. Voglio dire, è un modo per dire "sfighe e dispiaceri dell'anno, state relegati nei dodici mesi appena passati" ma questo è davvero sufficiente? Le cose che accadono, i sentimenti che si provano, le idee chei invadono il cervello hanno ripercussioni tali da non seguire l'ordine temporale. Ti colpiscono nel bene e nel male che siano passati dieci minuti o dieci mesi.
Il tempo lenisce il dolore? E chi lo ha detto? Io no di certo. Il tempo ti costringe ad abituarti al dolore fino a che questo non sarà talmente tanto parte di te che imparerai a lasciartelo dietro.
E allora a cosa serve festeggiare l'inizio dell'anno?
A dire "oh, che bello! Anno nuovo, vita nuova!" ? Non mi pare, anzi direi che ripeto praticamente sempre gli stessi errori e se questo dignifica essere diabolici, beh, io e Satana andiamo a braccetto.
No dai, qualcosa l'ho imparato: lascio scorrere le cose che non mi piacciono. Almeno con certe persone. Con una persona.
Principessa.
E non ho ancora capito se ne valga la pena. Le prove tendono al "no".
Ma non divaghiamo.

Buoni propositi per l'anno nuovo?
L'anno scorso mi ero riproposta di iniziare a prendere in mano alla mia vita e fare delle scelte, non farmi guidare dagli eventi, accettare le cose che non posso cambiare, cambiare quelle che posso e avere la saggezza per distinguere i due casi.
Direi che posso ripetermi. La saggezza non l'ho ancora acquisita.
Sicuramente poi c'è la laurea. Ne ho le scatole piene dell'Università, completamente.
E poi?
Beh, il mio progetto. Il SCI. Chi scopre di cosa si tratta, vince una scatola di cioccolatini. Promesso!

Per ora non posso che augurare che il 2012 porti più gioia di quella che sperate, più amore di quello che credete di meritare, più "polvere di fata" (non la droga, ma la concezione peterpaniana!) di quanta possiate desiderare.
La voglia e la passione di sognare, desiderare, creare e amare non sono mai abbastanza.



Seya

mercoledì 28 dicembre 2011

headache

Sono due giorni che penso di scrivere un bel post. Uno di quelli sentiti, profondi, che a volte mi vengono anche bene ma ogni volta che mi ci metto, improvvisamente, ecco una telefonata cui rispondere, ecco un imprevisto da controllare.
Volevo parlare dell'emozione di passare la notte di Natale in Basilica di San Marco e vedere come la luce delle candele (per poco, ma le luci elettriche sono state spente per dare un maggior senso di maestosità nel momento in cui viene esaltata la nascita del bambinello) riflettano sui mosaici dorato, emanando una sensazione di mistero e grande fascino, tipica dell'arte orientale.
Volevo parlare della gioia di stendermi sul divano, ieri sera, per guardarmi prima Mulan e poi Pocahontas, due autentici capolavori Disney, giustamente e più che correttamente inseriti nella lista dei grandi classici. Imperdibili, per me.
Volevo parlare del piacere di avere qui E, oggi, per preparare il pasticcio per il cenone di Capodanno che andremo a festeggiare in quel di Trento.
Volevo parlare di molto, forse di troppo. Ora ho solo mal di testa.


Seya

venerdì 23 dicembre 2011

prelievi (2)

E come volevasi dimostrare, stamattina per la terza vlta questa settimana Seya alle 8 era davanti al centro prelievi con un'impegnativa supplementare che il computer dell'accettazione prevede come indispensabile per poter fare gli esami e le valutazioni di cui lei ha bisogno.
E giù un'altra flebo, un'altro ematoma e altri cinquanta euro.
Ebbene sì, duecento euro (centesimo più, centesimo meno) per gli esami del sangue, con il ticket! Figuriamoci quanto avrei speso senza..
Ora, cara Asl, posso sperare di tornare a Venezia e festeggiare il Natale come si conviene?


Seya

giovedì 22 dicembre 2011

prelievi

Sperare che tutti i casini fossero finiti ieri, era una cosa che Seya non avrebbe mai pensato. E infatti, puntuali, stamattina sono tornati.
Alle 8 stamattina Seya era al centro prelievo con le tre ricette del medico di base. Alle 8.01 ha preso il numero e si è seduta in attesa, speranzosa di concludere.
La chiamano e l'addetto all'accettazione inizia a sudare freddo: Manca ancora un'impegnativa per fare un esame NON segnato sulla prima impegnativa e che il computer/laboratorio richiede di default. E non sa come dirlo a Seya che con lo sguardo fiammeggiante lo invita a risolvere lui il problema, senza costringerla ad un nulla di fatto per la seconda volta.
Alla fine concordano per fare gli esami da pagante e presentare domani la ricetta mancante per lo storno e il conteggio dei ticket.

Giuro che se dopo aver speso 150euro, prelevato 5 fiale di sangue, bucato e cercato vene dappertutto (alla fine il prelievo l'hanno fatto dalla mano), rotto una quantità incredibile di vene e raggiunto il Centro per tre giorni di fila, non mi trovano nulla, mi inca**o!



Seya

mercoledì 21 dicembre 2011

Non e` la mia giornata

Oggi si prospetta una giornata pessima su tutti i fronti.
Sono a malapena le 11.30 e gia`:

1) Alle 8 Seya era davanti al centro diagnostico della ASL per fare tre (!) prelievi per il controllo allergologico.
Prende il numero, si siede e aspetta di essere chiamata all'accettazione per avere il foglio diagnostico. Finalmente chiamano, si avvicina, consegna l'impegnativa e l'infermiera: "Questa non va bene"
Seya: "Prego?"
I: "Ci sono troppi esami segnati su questa impegnativa. Il numero massimo e' di 8. Deve tornare dal medico e farsene rifare 3"
Seya: "Mi scusi, ma io dovrei prendere un altro apuntamento con l'allergologo per una questione burocratica? Potrei aspettare settimane!"
I:"Se vuole puo` fare gli esami a pagamento. Sono piu` o meno 700 euro"
Seya: "No, grazie"
Si alza e se ne va, prima di iniziare ad alzare la voce.
Ha quindi deciso che oggi pomeriggio andra` dal medico di base e si fara` fare da lui tutte le impegnative e chi si e` visto, s'e` visto!

2) Il Prof di Geometria, materia che Seya odia profondamente, ha deciso di fare anche l'orale per l'esame. La motivazione? Nessuna. L'utilita`? Rimandare piu` gente possibile.
Seya: "Nel caso l'orale andasse male, bisogna rifare lo scritto?"
Prof: "Solo se si scrivono insulti"


3) Seya ha passato 3 ore del suo pomeriggio a sentirsi la terza (o quarta) incomoda e ha aggirato la questione facendo i compiti delle vacanze di Stella

4) Seya ha scoperto che il suo barattolo di burro d'arachidi di emergenza è stato trafugato da parte della madre, più stressata e nera di lei

Ora riuscirà Seya a guardarsi Masterchef in sacrosanta pace?

Seya

domenica 18 dicembre 2011

ex lover's shadow

Ieri sera è venuto a trovarmi il mio Ex dalla Romagna. Perchè? Boh, perchè gli andava, perchè voleva qualcosa, perchè mi aveva chiesto quasi supplicante su FB di poterci vedere, perchè doveva parlarmi.
E' stata una serata piacevole e tranquilla, una di quelle serate in cui io mi sono sentita più grande di quello che sono, mi sono sentita se non più bella, almeno più sicura e potente del solito, mi sono sentita interessante.
Insomma, segnamoci la data sull'agenda!
Peccato però che abbia dovuto affrontare io di petto il ragazzo quando ormai erano le 2 del mattino e io crollavo dal sonno.
Al mio "c'è qualcosa che mi devi dire?", lui ha tirato fuori la parte di sè che più mi piace in un uomo, quella sensibile, timida e sincera. Niente spacconaggini, niente dimostrazioni di forza o di gelosia, niente parole grosse, solo l'ammissione chiara e un pò commossa del fatto che gli manco, che ci tiene a me, che mi vuole bene.

E io gli ho detto di no.
E' passato del tempo, sono cambiate un pò di cose, ma non quelle che io volevo che cambiassero, sono cambiate le mie priorità.
Ma, al di là di quello che posso avergli detto, delle parole che posso aver pronunciato, mi ha sorpreso la serenità con cui ho affrontato la situazione, forse la stessa che in parte sono riuscita a trasmettergli, impedendogli di scoppiare in lacrime davanti a me, per lasciarle all'istante in cui ci siamo congedati.
Forse è la serenità di sapere quello che voglio, forse invece quella di aver accettato la situazione, averla digerita, essere andata avanti.
Mi sembra di aver chiuso una parte della mia vita, di aver girato una pagina e di avere in mano una penna per incominciare un nuovo capitolo. Ma cosa devo scrivere?
Devo aspettare o devo cercare?
E poi, è veramente chiusa? Io so già che, essendo sempre e comunque amici, lo sentirò presto e riderò ancora con lui, e mi confiderò quando sentirò che sarà l'unico a conoscermi davvero, perchè ancora adesso lui è quello che mi ha capita meglio. Questo ci riporterà al punto di partenza?
Forse ci sarà un momento della nostra vita in cui ci ritroveremo e, vedendo a che punto è il nostro rapporto, ci decideremo verso un passo di riconciliazione o di allontanamento, ma quel momento non è adesso.
Deve cambiare il contesto, dobbiamo cambiare noi.
O forse solo io?
O forse solo lui?

Una cosa è certa, la pace e la serenità che è in grado di darmi con la sua sola presenza, la stessa che è capace di trasferirmi Stella, non cambierà mai. E' come se loro due avessero trovato una pozione magica da somministrarmi ogni volta che ci vediamo. Ed è il motivo per cui, in Univeristà, cerco Stella almeno ad ogni pausa, per poter passare le ore successive in pace.
A volte vorrei che altri avessero la ricetta, vorrei tanto che l'avessero Principessa o Angioletto o E, ma così non è.
E sempre più mi convinco che non ho bisogno di un libretto di istruzione per trattare e stare con gli altri, ma solo per convivere con me stessa.


Seya

sabato 17 dicembre 2011

Ho un futuro

Oggi, giornata di lavori in casa dei Colli.
Mentre mia madre giocava al piano inferiore con le formine per la pasta che le ho regalato per Natale (e che sono arrivate in anticipo nonostante gli USA siano un pò distantini), io e mio padre abbiamo acceso Oh, Forno!, preparato la base per la pizza, siamo andati al piano superiore con i secchi di vernice e co e abbiamo stuccato e pitturato una sala della casa, la cucina.
Mia zia ci ha dato una mano, a modo suo, e poi si è fermata a mangiare con noi.
Sarà che i mie erano di buon umore (ed è una gioia stare con loro quando sono così), sarà che io mi diverto come una bambina a lavorare e pasticciare, sarà che mi piace la ristrutturazione che stiamo facendo, ma è stata una giornata bellissima.
E non importa se dovremo dare un'altra mano di colore una volta ultimati definitivamente i lavori, se io e mio padre ci siamo letteralmente coperti di vernice bianca da capo e piedi suscitando l'ira funesta di mia madre, se ci siamo stancati; abbiamo creato, abbiamo prodotto, abbiamo vissuto.
E' io ho scoperto che ho un futuro: se non come pittrice, se non come stuccatrice, almeno come fuochista!



Seya

giovedì 15 dicembre 2011

tanto per non parlare di me...

Come potete leggere qui, hanno chiamato Andreij Pejic per la pubblicità di un reggiseno Push Up.
Chi è questo tipo? Forse il ragazzo più androgino che io abbia mai visto, di una bellezza sconvolgente e dai lunghi capelli biondi.
E' quello a cui voi maschietti dovete la moda dei pantaloni stretti stretti stretti e a vita bassa bassa bassa. Il primo modello di suddetti pantaloni sono infatti stati fotografati indosso a lui.
Ora, dopo aver dettato moda nel mondo maschile, è passato al femminile. E da dove partire? Dai Push Up.

Sono d'accordo? Mah, neanche tanto.
Mi piace l'originalità, l'indubbia efficacia e, se vogliamo chiamarla così, la presa in giro del bel pensiero che pretende che siano solo donne bellissime, formosissime e sexissima a indossare vestiti di cui non hanno evidentemente bisogno (far indossare un push up ad una Adriana Lima che ha una quarta naturale, la considero una presa per i fondelli).
Da qui a passare a modelli maschili..mah..
Mettiamola così, perchè prima di passare a un uomo, per carità bellissimo ma sempre modello, non passare alle donne e alle ragazze normali che non possono permettersi una platica, non la vogliono o semplicemente si vogliono togliere uno sfizio?

Un altro paio di maniche sarebbe stato proporre una pubblicità platelamente ironica, presa in giro e simpatica come quella proposta da Amedeo di Mente miscellanea ma qui mi sembra di rivedere lo spot con la Isabella Ferrari, solo che invece dell'attrice abbiamo Andrej.
Boh, non lo trovo interessante o calzante come spot.

Magari devo solo prenderci l'abitudine e vedermela con più calma...ora non sono proprio in vena, per niente.



Seya

lunedì 12 dicembre 2011

eliche (2)

In questo post qui avevamo ipotizzato che Beppe avesse all'incirca 75 anni. Oggi nuovi indizi ci permettono di definire meglio la sua eta`.

Prof Beppe: Io questo teorema l'avevo studiato nel 1965. La dimostrazione era molto piu` snella di quella che vi presento a dimostrare che si sono fatti passi avanti anche nelle dimostrazioni
Seya: Si',  ci si e` complicati maggiormente la vita


eta` di studio:  20~25
+
anno: 1965
=
66~70 anni


Seya: pero` e` parecchio lucido e sveglio per la sua eta`
Igigna (compagna di corso): e` che la moglie (Prof di Algebra, ndr) tutte le mattine lo scongela per mantenerlo meglio. Anche se oggi sembrano esserci stati dei problemi...(Beppe ha passato una quindicina di minuti a balbettare, farfugliando di lemmi e definizioni, ndr)



Seya

domenica 11 dicembre 2011

Aho! Ze Nadal..

Oggi per la prima volta quest'anno ho percepito un pò di spirito natalizio.
Stavo tirando fuori alcune decorazioni per addobbare casa quando mi è venuto istintivo e spontaneo stamparmi un sorriso in volto e iniziare a cantare Jingle Bell in una lingua tutta mia che comprende inglese, francese e italiano.
Sono andata avanti a cantare (e vi assicuro, non è un bel sentire) per quasi un'ora, fino a quando mio padre mi ha chiesto di aver pietà delle sue orecchie e di smetterla di cantare, o per lo meno di abbassare il volume.
Però il sorriso non è sparito da mio volto.
Ho addobbato casa, ho acceso le luci del presepe e mi sono piazzata sul divano con il pc sulle gambe e la tv accesa su "Alle Falde del Kilimangiaro".
Non è nulla di tradizionale o "natalizio" però mi ha fatto percepire che mancano diciannove giorni a Natale, diciannove giorni alla messa di Mezzanotte a San Marco, al pranzo in casa a Venezia con la mia famiglia, allo scambio di regali e ai messaggini di auguri a tutte le ore.

A me piace il Natale.
A me piace parecchio il Natale.
Non è la mia festa preferita e non ne apprezzo gli usi e i costumi degli ultimi anni, però credo che nell'ambito familiare sia un bel momento.
Non mi piacciono gli eccessi, i regali forzati, le spese esagerate, le pubblicità assillanti; così come mal vedo la fede esasperata, la cristianità sfoggiata e la pretesa di essere tutti buoni e gentili.
Diciamocelo, il "a Natale siamo tutti più buoni" fa venire il mal di pancia.
Eppure questo non significa, almeno per me, rinunciare a fare gli auguri anche a persone che ora sono lontane, se non fisicamente almeno mentalmente. In questo periodo, per questa occasione, farei gli auguri al mio peggior nemico non per ipocrisia o scherzo, ma perchè augurare Buon Natale io credo significhi augurare a qualcuno di passare una giornata in armonia, in pace con se stessi, con un sorriso.
E sorridere fa bene.

Alla fine poi però è il periodo in cui resto maggiormente delusa e fregata.
La maggior parte delle persone che conosco odia il Natale, odia il periodo, odio la festività o semplicemente non la sente. Non è una colpa, per carità, però è triste.
Forse è triste per me, per come ho sempre visto io questo periodo, per come l'ho sempre vissuto, senza mai illudermi che le immagini dei film siano vere.
Ci sono persone che credono che il Natale debba essere festeggiato "alla grande" come si rappresenta spesso nei film e nei libri, e quando si accorgono che questo non vale nella realtà, iniziano ad odiare questa festa.
Ci sono inoltre persone che, avendo alle spalle grandi dispiaceri, non festeggiano il Natale perchè porta tristezza, porta la pessima domanda "come sarebbe se...?" e porta poi anche a far sentire inadeguati e forse un pò in imbarazzo chi crede nella magia.

Una cosa però è giusto dirla: bisogna anche sforzarsi, bisogna anche apprezzare i piccoli gesti come fare l'albero, il presepe, appendere gli addobbi, cucinare.
Lamentarsi e basta è controproducente.
Lo dicevo in settimana a Principessa che è parecchio demoralizzata per non poter festeggiare il Natale come era abituata fin da bambina, a causa di un lutto.
Era triste che la madre non avesse tirato fuori le decorazioni, che le canzoni natalizie non riempissero casa, impedendole di studiare, che non dovesse pelare le patate in vista del pranzo del 25.
Ora, io capisco che le cose d'ora in avanti cambieranno, che non si andrà più nella grande casa di famiglia tra i monti, che non ci saranno trenta persone attorno allo stesso tavolo, ma 'fiol! tira fuori quella maledetta scatola e appendi gli addobbi.
Non senti il Natale? Okay, ma ti sei pulito le orecchie? Ti sei predisposta? Ti sei preparata?
Nessuno pretende che sia facile ma bisogna pur iniziare da qualche parte.
E se lo dico, è perchè conosco perfettamente la situazione, avendola vissuta io stessa neanche molto tempo fa.

Gli angioletti fatti dalla Mamma
Che poi, non è mica detto che sia sempre necessario fare le cose in grande.
Noi pranziamo in pigiama, metà seduti sulle sedie, metà sui divani, perchè la casa di Venezia è troppo piccoli per i 3+2 che siamo, ci prepariamo con ore di anticipo per andare a San Marco e immancabilmente arriviamo all'ultimo perchè fermarsi a bere 'n cicchetto non fa male e ascoltiamo il concerto di turno, mentre mio padre si lamenta che facciano sempre gli stessi pezzi.
Non è un gran festeggiamento visto da fuori però stiamo insieme e questa è la cosa principale.
Questa sarà sempre la cosa principale, perchè essere uniti anche se apparentemente non sopportiamo è la nostra forza.
Ah, e poi le corna da renna mi stanno da Dio!



Seya

venerdì 9 dicembre 2011

chiamatemi Lucifera

Questo articolo è tratto da un recente numero della famosa rivista "Famiglia Cristiana", pubblicata in tutta Italia. Si tratta di un test che permette ai genitori di capire se il proprio figlio è anche il figlio del Diavolo: se una o più di queste voci sono abbinabili al ragazzo allora lo stesso è figlio di Satana!!!
Ecco qua l’elenco:

- Si veste spesso di nero.              No dai, ho anche un paio di magliette arancioni
- Si mette t-shirt di bands o riferite al rock.           Per dormire la maglia dei Sonata Artica è perfetta!
- Mette quantità eccessive di rossetto, smalto per le unghie e makeup nero.       Le labbra rosse sono d'obbligo altrimenti si mimetizzerebbero con il resto del volto..
- Si mette ogni tipo di strani gioielli di metallo e con simboli, come: croci rovesciate, pentagrammi, pentacoli, o altri simboli di Satana.      No, ma ho un paio di orecchini con le cerniere meravigliosi!
- Manifesta interesse verso tatuaggi e piercing.         Se solo potessi permettermeli...
- Ascolta musica gothic oppure ogni altro tipo di musica antisociale. (Marilyn Manson dice di essere l’anticristo, e parla pubblicamente contro il Signore. Eliminate ogni tipo di questi album).    Il cd di Litz è di fianco a quello dei Nirvana
- Fa amicizia con altra gente che si veste, si atteggia o parla in modo eccentrico.    La mia Stella!!!
- Si mostra disinteressato riguardo ad attività costruttive, come: la Bibbia, pregare, chiesa o sport   Leggere la Bibbia solo per interesse storico che valenza ha??
- Sembra molto interessato alla morte, ai vampiri, alla magia e all’occulto, alla stregoneria o qualsiasi altra cosa che implichi Satana.         Almeno so che non tutti i vampiri brillano al sole..
- Si droga.          NO
- Beve alcolici.                Oh, yes, baby!Che domande poi, sono veneziana!
- Ha istinti suicidi o è depresso.          Lunatica?
- Taglia, brucia o partecipa ad ogni genere di autolesionismo. (Questo è un rito Satanico che usa il dolore per portarlo via dalla luce e dall’amore del Signore. Pregasi fare attenzione e rivolgersi al centro locale di sanità mentale)                Mi sono ustionata una mano con Eleven Tree (Oh, Forno)
- Si lamenta di annoiarsi.              In continuazione
- Dorme troppo, o troppo poco.           Ghiro forever
- E’ eccessivamente sveglio durante la notte.              Decisamente no
- Odia il sole oppure ogni altro tipo di luce. (Rimando ai vampiri, che odiano la Luce)        Di prima mattina odio anche la luce della Luna
- Chiede troppa privacy.               Troppa?Quanto è troppa?
- Passa molto tempo in solitudine.             Beh, insomma...
- Chiede tempo per stare da solo e in silenzio. (Questo perché potrebbe parlare con gli spiriti malefici attraverso la meditazione. )                   Sì, Ghost...
- Insiste per passare del tempo da solo con i suoi amici, senza l’accompagnamento di un adulto.       Sono grande, direi che è fattibile..
- Non porta rispetto alle autorità; insegnanti, preti, e anziani, ma anche altri.          Dipende dall'idiozia altrui
- Non va a scuola.        No, infatti, vado all'Uni
- Passa molto tempo fuori casa.            Tra lezioni, spagnolo, palestra, burattini, volontariato...
- Mangia troppo o troppo poco.             Chi ha scritto questa lista non conosce la cucina di mia madre
- Mangia cibi gotici                    Cibi gotici?????
- Beve sangue o manifesta interesse nel berlo. (I vampiri credono che questo attiri Satana. Questa azione è molto pericolosa e deve essere fermata immediatamente.)               E poi che uso come dentifricio??MercuroCromo?
- Guarda la televisione via cavo o altri programmi corrotti. (Chiedi alla tua chiesa locale per i programmi che tuo figlio dovrebbe guardare)                      Real Time, tv del diavolo! Ah, Ale Borghese...
- Gioca a videogames che contengono violenza oppure videogames di ruolo.             The Sims di FB vale?
- Usa internet eccessivamente oppure passa molto tempo sul PC.               Scrivere la tesi a mano non è più di moda!
- Fa simboli satanici e/o fa headbanging ascoltando musica.                 Mi devo riprendere finchè ballo e poi risponderò
- Balla in modo sensuale o provocatorio.                  Quando sei single, qualcosa devi pur fare
- E’ omosessuale e/o bisessuale.           Bisex e fiera di esserlo!
- S’interessa di religioni pericolose: Satanismo, Scientology, Filosofia, Paganismo, Wicca, Induismo e Buddhismo.                Matematica?
- Indossa spille, adesivi, o qualsiasi altra scritta come: "Sono gothic", "Sono morto", "Sono così gothic".                   Se indossassi spille sarei bucherellata come l'emmental
- Si definisce "gothic".                 "Fuori e caldo e splende il sole ma c'è solo ombra nel mio cuore"

Seya

domenica 4 dicembre 2011

work in progress

In un momento di pigrizia cronica ho iniziato a giocare con l'html del template. Poi mi sono persa e allora ho scaricato un programma che mi permette di creare templates in maniera abbastanza intuitiva. Il problema ora è trovarne uno che mi soddisfi appieno per il periodo natalizio..
Mi piaceva quello blu che c'era nei giorni precedenti perchè come sfondo aveva una foto molto bella di Venezia che avevo fatto mesi fa, però i colori non mi convincevano.
Di quello attuale mi piace molto la trama. Palline, stelline, aghi di pino mi piacciono assai ma ho qualche problema con i bordi dell'immagine.
Il che significa che devo modificare l'immagine con un altro programma.
Da una mattinata di pigrizia è uscito praticamente un lavorone!
Spero di trovare un bel template natalizio per 8 in modo da mantenere la tradizione e, chi lo sa, forse proprio l'albero e Jackie mi daranno l'ispirazione giusta.

In ogni caso, accetto più che volentieri commenti, suggerimenti, consigli e critiche!

Insomma stiamo lavorando per voi, o meglio per me, visto che questo è il mio blog.


Seya

giovedì 1 dicembre 2011

speedy o disaster????

Credo di essere appena tornata da uno speedy date o forse era disaster date?

Tutto iniziò a Settembre in autobus quando uno mi dice che sa chi sono, dove vivo, cosa studio e se posso aiutarlo per l'esame di Analisi di Ingegneria.
Nessun problema.
Da quel giorno ci siamo visti un paio di volte con la scusa dell'esame e poi più niente fino alla settimana scorsa quando mi chiama e mi chiede di uscire.
Panico.
Mi dice di essere stato a casa sua in Marocco per un mese e mezzo (probabile perchè lui e la sua famiglia abitano esattamente di fronte a noi e per un pezzo la casa è stata chiusa) ma che è tornato e vorrebbe che uscissimo.
Settimana scorsa non se ne è fatto nulla per l'esame di sabato, e quindi ci siamo trovati oggi.
Per la precisione un'ora e mezza fa. E se io sono già qui a raccontarlo vuol dire che è stato un appuntamento lepre, non che è stato un disastro, vero?

Ieri sera lo chiamo (mi aveva cercato lui ma io ho ignorato le chiamate in preda all'ansia) e ci mettiamo d'accordo con una conversazione che è stata più o meno un:
Seya compone il numero e telefona.
Fa che non risponda, non rispondere, non rispondere non rispondere
Omar: Ciao Seya! Come stai? Mi hai chiamato *feste e gioie* blablabla
Seya: Ehm, sì. Scusa se non ho risposto ma .. ero impanicata?!.. ero occupata!
Omar: Nessun problema. Ci troviamo domani, ti va?
Seya: Domani? Vuoi farmi morire? Io devo prepararmi psicologicamente! *e intanto le rimbombano le parole di Angioletto nelle orecchio "devi buttarti!"*.. okay..
Omar: Domani davanti casa alle 14.30
Seya: 14.30? Ma mi vuoi morta? Io devo tornare dall'Uni (cioè alle 14 circa), mangiare, cambiarmi e possibilmente lavarmi e truccarmi!! *continua la cantilena "buttati buttati"* Possiamo fare le 15.30?
Omar: Va bene. A domani
Seya butta giù e torna a respirare.

Esito: Seya non si è truccata nè cambiata ma ha passato l'"ora d'aria" a bere té caldo e distrarsi con un programma stupido che passavano per tv mentre la mente si domandava "che posso fare per apparire interessante?".

Ci siamo trovati, siamo andati ai giardinetti come se avessimo 15 anni, il tutto parlando dell'importanza dell'Università quando si cerca lavoro. Ho lasciato correre su alcune sue battute riguardando "studi inutili" come la matematica e la letteratura e mi sono tirata indietro quando ha cercato di prendermi una mano e accarezzarmela.
Ad un certo punto ci guardiamo intorno.
Parchetto vuoto, freddo cane, altalena che si muove grazie all'aria.
Torniamo indietro e ci salutiamo davanti casa.
Ogni tentativo di effusioni completamente bloccato dalla sottoscritta.

Omar: Ci sentiamo, eh!
Se ne va verso casa mentre Seya si sgranchisce il collo e inizia a pensare che deve trovarsi una donna al più presto.



Seya

mercoledì 30 novembre 2011

sabato, via Garibaldi

Sabato primo pomeriggio. Seya arriva a Venezia e, gambe in spalla, va a Ca`.
Cugina: "Sei venuta a piedi?"
Seya: "Oh, yes"
Cugina: "Ma almeno hai tagliato per San Lio?"
Seya: "No, no. Riva e poi Via Garibaldi?"
Cugina: "Perche`?"
Seya: "Perche` ci sono i cadetti dell'Accademia Navale in libera uscita che bevono lo spritz nei bacari di Via Garibaldi"


Seya

lunedì 28 novembre 2011

nebbia

Vi è mai capitato di girare una città in mezzo alla nebbia, di notte?
Voi sapete dove andare perchè avete fatto quella strada centinaia di volte, i vostri piedi, forse addirittura le vostre scarpe, conoscono il percorso e le sue insidie. Siete sicuri ma la nebbia vi rende fragili perchè non vedete.
Sarà questa la strada giusta?
I piedi vi ci portano perchè la conoscono bene, la mente però si ferma a domandarsi quale sia l'incrocio giusto da perdere.
Tutto, intorno a voi, sembra amplificarsi.
La vista serve a poco e quindi ci si affida agli altri sensi.
L'olfatto è carico di umidità e di freddo e quindi serve a poco, il gusto è inutile perchè il sapore della notte screpola le labbra, il tatto è poco raccomandabile perchè le mani, la pelle, esposta al freddo si intorpidisce.
E allora usate l'udito.
Sentite tutti i rumori della città dormiente.
La televisione della casa dell'ultimo piano, in cui la signora non riesce a dormire, il calpestio mal sicuro di chi ha fatto baldoria e a tentoni torna a casa, il pacchetto di sigarette che viaggia con voi sul selciato alla ricerca di un angolino dove decomporsi.

Avete presente queste sensazioni? avete presente questi attimi?
Bene, amplificateli alla n-sima potenza ed avrete un millesimo di quello che ho provato io, stanotte, a Venezia, tornando a casa.

Venezia di notte è, secondo me, magica.
Di giorno è bella, il sole riscalda la pietra d'istria che abbaglia quanti si affacciano sulla Laguna, la calca di gente ti fa apprezzare ogni singolo angolo che tu riesca a vedere come se fosse una conquista, il ciondolio dei vaporetti ti presenta le Porte d'Acqua da cui si affaccia la gente, ignara di essere immortalata dai turisti.
Ma di notte?! Di notte, è uno spettacolo.
E' vuota, silenziosa, immobile.
I negozi chiudono intorno alle 19.30 e tutti corrono verso i ristoranti, affollano le pizzerie, si rintanano nei bar da cui escono intorno alle 22 per andare a dormire, esausti per la giornata appena conclusa e non si accorgono di passare davanti a monumenti mozzafiato che in giornata hanno fatto a gara per fotografare.
Ma se c'è la nebbia, tutto cambia.
La gente resta a casa, o in albergo, per il freddo e la paura di non vedere, di non riconoscere posti a lei noti e dunque, quei pochi pazzi che si avventurano per le calli, hanno l'immenso privilegio di immergersi in un'altra Venezia.

Fare le calli piccole e strette delle zone residenziali porta veloci alle proprie mete ma non ti fa apprezzare lo spettacolo. E allora che fai?
Facile, prendi via Garibaldi, ti immergi in riva degli Schiavoni e poi ti tuffi in Piazza San Marco.
E resti impalato.
Le luci dei lampioni ti spianano la strada e ti avvertono che non sei solo, altri, pochi, hanno il coraggio di camminare con te in mezzo al freddo e al buio.
I vaporetti sono fermi, quelle poche linee che funzionano la notte vanno talmente piano da non emettere quasi rumore. San Giorgio è invisibile al di là del canale.
Sali i ponti velocemente e cerchi di scaldarti con quel poco esercizio fisico, fino a quando non arrivi davanti al Ponte dei Sospiri, finalmente spacchettato, e non lo guardi meravigliata.
Una luce bianca lo illumina a giorno e lui sembra spiccare finalmente pulito e rinato in mezzo alle nuvolette di vapore acqueo e ossigeno.
Fiancheggi Palazzo Ducale e riconosci a malapena le colonne della passeggiata del primo piano, il rosa dei suoi muri, solitamente così splendente, appare pallido e immobile, le colonne tornite fanno risaltare i capitelli lavorati che hai finalmente il tempo e la possibilità di vedere con calma.
Nessuno è in vista.
Superi il Palazzo e ti porti verso il centro di Piazza San Marco, lasciandoti da parte le passerelle prontamente tirate fuori per la stagione.
Alzi gli occhi verso la Basilica e ammutolisci.
In un istante senti tutta la potenza e la ricchezza della tua storia, della tua Repubblica, e ti fai piccolo. Le decorazioni spiccano in mezzo alla nebbia con prepotenza e si mostrano, loro, di una bellezza ineffabile, a te piccolo uomo (okay, donna) piccolo e insignificante.
Loro dureranno per sempre, tu?
Ti guardi intorno e non c'è nessuno, poi improvvisamente una risata di bambino, il richiamo di un genitore.
Non sei sola  ad ammirare la città in queste condizioni, ci sono altri, attenti, lungimiranti, che hanno deciso di fare il "giro lungo" per tornare in albergo e vivono con te l'esperienza di un solennità antica e difficilmente rinnovabile.
Sospiri soddisfatta, ti chiudi nel tuo tabarro e ti immergi nuovamente nella notte, pronta ancora una volta ad innamorarti.




Seya

venerdì 25 novembre 2011

fenomenologia del mandarino

Una delle prime cose che Seya ha notato quando ha iniziato l'Università era la quantintà di cibo e bevande che consumavano gli studenti.
Pacchetti di patatine, stecche di cioccolata, blister di merendine venivano quotidianamente ingurgitate dagli studenti, tutte annaffiate da dosi di caffé a livelli stellari.
Probabilmente gli studenti di matematica dei primi due anni (e pochi affezionati degli anni successivi) riescono a consumare in una settimana quanto prodotto dall'Etiopia in un mese, in fatto di caffé. Quelli degli anni successivi sono talmente assuefatti (vedi Seya) che lo hanno completamente eliminato dalla loro dieta per passare a dosi elevate di té e succhi di frutta. L'effetto è opposto ma la nevrosi diminuisce.
Seya si è subito detta "No alle schifezze" e così ha iniziato a procurarsi notevoli quantità di frutta che quotidianamente riempiono la sua borsa.
Durante il primo anno un paio di mandarini bastavano per tutta la giornata, ora la dose è drasticamente aumentata.

Oggi.

Appena entrata si accorse che metà della classe stava mangiando. brioches, crostatine, dolci vari, barrette alla frutta venivano passate di banco in banco.
Stella alza le spalle e commenta: "Colazione, perchè ti stupisci?"
Seya mangia il primo mandarino.

Entra il Prof di Geometria e annuncia che durante la pausa consegnerà i compitini della settimana scorsa. Tre quarti dell'aula, che inizialmente era ben intenzionata a seguire, inizia a mangiare e bere in modo compulsivo. Crinc-croc-crac. Crakers, grissini e pan biscotto riempiono le bocche.
Seya mangia il secondo mandarino.

Durante la pausa vengono consegnati i compiti, con tante belle parole del professore che ci invita caldamente a imparare a scrivere in italiano e lasciare il matematichese agli addetti ai lavori.
Metà classe mangia per sopperire alla delusione, l'altra per festeggiare.
Seya mangia il terzo mandarino.

Durante la seconda ora (sempre geometria), chi mangiava per delusione, continua ad ingozzarsi, gli altri distribuiscono compiti (per i controlli incrociati, ndr) e cibarie varie.
Seya mangia il terzo mandarino (con l'aiuto di Stella).

Pausa principale della mattinata.
L'aula si svuota e tutti corrono alla coffeé room per svaligiare le macchinette e tornano carichi di barrette di cioccolato, biscotti, salatini e litri e litri di caffé e té.
Seya mangia il quarto mandarino.

Terza ora (probabilità), panico generale. Il professore (Codino) corre come un forsennato per finire il programma e snocciola nozioni e teoremi come briciole di Pollicino che però non si sa dove portino.
Dieci persone in tutto cercano di seguire e annuiscono come gli animaletti delle macchine con le teste movibili, tutti gli altri si perdono e iniziano ad attaccare le barrette di cioccolata precedentemente acquistate per la disperazione.
Seya mangia il quinto mandarino.

Pausa di 5 minuti d'orologio concessa da Codino. I pochi studenti che avevano seguito mangiano e fanno merenda, tutti gli altri copiano come dei forsennati.
Seya mangia il sesto mandarino.

Ultima ora (probabilità), Codino si rende conto di aver concluso parte del programma con quasi 10 ore di anticipo rispetto all'anno scorso (che eravamo a trimestri, ndr) e chiede scusa, concedendo una libera uscita anticipata di quasi mezz'ora.
La classe si svuota e tutti corrono in mensa a mangiare.
Seya mangia il settimo mandarino.

Altri tre mandarini sono stati poi consumati durante la sessione di studio in vista dell'esame di domani.(*)


Seya

*Sì, a Matematica si fanno gli esami di sabato.

mercoledì 23 novembre 2011

durante lezione

Ero a lezione di Analisi Reale quando mi arriva questo sms da EPGIC (che segue Geometria, insieme a Stella).

EPGIC: Oddio, cosa vedono i miei occhi. Balbal (prof di geometria, ndr) oggi indossa: scarpe: marroni
              pantaloni: verde militare
              maglione: grigio-verde acqua
              camicia: azzurra
              maglietta intima: lilla
              occhiali: neri
Oddio, sono sconvolto!!
Seya: Come hai fatto a vedere la maglia intima?
EPGIC: Credimi, non lo vuoi sapere. Ora e` convinto che i punti galleggino nella sfera n-dimensionale
Seya: Ma almeno hanno il salvagente?

Silenzio.

Stella: EPGIC mi ha detto di comunicarti che non ti parlera` per il resto della settimana, a meno che non abbia crisi isteriche di puro carattere stilistico. Che gli hai fatto?




Seya

Edit: abbiamo pranzato tutti insieme più che tranquillamente, e io e EPGIC abbiamo riso e scherzato tranquillamente!

domenica 20 novembre 2011

lui/lei/lui

Oggi è la giornata mondiale per il ricordo di vittimi della transgender-fobia ma che cosa ci costa ricordare tutti quelli che hanno subito violenze perche "diversi"?
Nessuna festa, nessuna celebrazione ufficiale, nessuna messa detta per loro. Probabilmente non ci sarà neanche una notizia sul tg nazionale, Vespa non farà il modellino della casa dell'ultima violenza, che probabilmente si è consumata questa mattina stessa, e non si deporranno corone di fiori davanti a nessun monumento.




Ma questo la rende una ricorrenza meno importante?

Io non credo.
Forse, anzi, ne accresce il valore perchè chi si ferma un attimo a guardare fuori dalla finestra, a ripensare a quell'amico o quell'amica che sono state vittime di bullismo e aggressioni, chi accende una piccola candela, lo fa per convinzione, perchè ci crede totalmente, perchè lo pensa davvero.

Io frequento la comunità LGBT di Padova ormai da cinque o sei anni e anche se negli ultimi tempi sono un pò "latitante",  penso sia ancora la mia comunità. Quella dove ho conosciuto persone stupende, dove ho visto i miei amici trovare la propria anima gemella, dove ho acquisito senso di appartenenza e di responsabilità, quella dove sono anche un pò cresciuta.
Perchè anche questo è un aspetto di me.
A volte, quando si conosce una persona nuova, si tende a catalogarla, a giudicarla, a riconoscerne solo alcuni aspetti. E' normale, nessuno gira con un cartello sulla testa che dice chi sei, che cosa fai, quali geni sono nel tuo corpo.
Poi frequenti la persona, la vedi a tutto tondo, e ti rendi conto che lei non è altro che un piccolo mix, a volte ben riuscito, di esperienze, realtà e vite diverse.
Ci sono persone che sono soddisfatte di essere questo piccolo mix, altre che lo sono meno.
Ci sono persone che non amano la propria famiglia, la propria città oppure alcune esperienze che le hanno formate e definite.

Ci sono persone che non amano il proprio corpo.
E non parlo di chi si lamenta dei chili di troppo, dei capelli ricci o della statura.
Parlo di chi non si riconosce.

Per me è una sensazione strana, stare davanti ad uno specchio e ammettere a voce alta: questo non è il mio corpo, questo non sono io.
Ci sono persone che lo accettano, persone che lo nascondono, persone che lo rinnegano e persone che lo cambiano.
Decidere di cambiare il proprio corpo è un atto di coraggio.
Significa definitivamente chiudere una parte del proprio passato e aprire un mondo nuovo.

A me da fastidio quando si dicono frasi scontate e banali riguardo alla transessualità.
Per carità, a volte anche io potrei starmene zitta, indubbiamente, però non riconoscere che forza sta dietro ad un atto così definitivo, mi irrita.
Un pò come quando si parla di aborto.
Avete mai notato che a parlare di aborto sono quasi sempre gli uomini o donne che non hanno (che non vogliono avere) figli?
Neanche uno si preparasse all'aborto come si prepara per andare dall'estetista, così, segnandolo sull'agenda.
Non ci si rende conto (o non completamente almeno) di cosa questo possa significare, che dolore possa portare alla donna in questione, che magari anela la maternità con tutte le sue forze.

Stessa cosa per il riassegnamento sessuale.
Nessuno dice che deve diventare una pratica "facilemente" ottenibile, quasi per gioco o per scherzo, però neanche bloccarla completamente.
Io credo che ognuno abbia diritto di vivere nel corpo che più ama. Perchè chi è grasso può andare in palestra, chi ha il seno piccolo può farsi una plastica e chi è sensa capelli può farsi un trapianto?
Perchè la libertà gli dà il diritto di decidere cosa fare del suo corpo.
Perchè chi vorrebbe cambiare il proprio corpo viene catalogato come diverso?
E poi, da quando la parola "diverso" è diventata sinonimo di "sbagliato" o "negativo"?
Da dove ci viene questa paura per la diversità?
Perchè se uno soffre per il proprio corpo non lo può cambiare?
Non è rimasta neanche un pò di pietàs virgiliana al mondo, un sentimento non cattolico, di pietà, compassione, vicinanza al dolore altrui?

Non è una strada facile e non è una strada scontata ma non parlarne non rende le cose più semplici, affatto.
Ci sono persone che sono morte perchè non se ne è parlato.
Non se ne parla in famiglia, non se ne parla a scuola, non se ne parla nelle comunità.
E' questa la libertà?

Non so quale forma di ricordo possa essere migliore oggi, forse non c'è una forma di ricordo adeguata ma quando questa sera, dopo la doccia, mi guarderò allo specchio e mi renderò conto che il mio corpo ha molti difetti, il mio pensiero andrà a chi ha avuto il coraggio di cambiare il proprio corpo, non per essere più bello, più sexy o più scopabile, ma solo per essere se stesso.




Seya

giovedì 17 novembre 2011

Venezia-Londra A/R

Questa mattina mi sono svegliata nervosa e un po' pensierosa. Parte e' dovuto all'esame di domani, parte alla noia della vita a Padova.
Per carita`, non e` poi cosi' male come citta` ma mi manca la mia casa, o meglio il posto in cui io mi sento a casa.
Ora come ora questo significa che mi manca Venezia, ma potrebbe anche significare che ho un voglia pazzesca di andare a Londra (10 mesi senza andare a trovare Her Majesty sono troppi).

Vi e` mai capitato?
Avete mai bisogno di tornare nella vostra citta`, non necessariamente quella di nascita, non necessariamente quella di residenza, non necessaria quella piu` conosciuta. Ma lei, l'unica citta` in cui non vi sentite soli anche se non conoscete nessuno, in cui riuscite a sorridere anche se vi hanno appena fregato, in cui pensate di essere migliori di quanto effettivamente non siate.

Mi manca Venezia.
E mi manca Londra.

Due citta` cosi' diverse ma che amo cosi' tanto.

Di Venezia amo il profumo di mare, pesce e alcool, il casino di turisti, studenti e vaporetti affollati, l'apparente noia della gente, la sua apparente immobilita`. Come se, come citta`, dovesse necessariamente vivere solo del suo Settecento e dei suoi musei e ponti, mentre nella realta` c'e` un fermento incredibile e brulicante di artisti e letterati.
Di Londra amo esattamente il contrario, il fatto che sia cosi' potente ed evidente la sua innovazione, la sua velocita` di cambiamento, la sua frenesia e la inevitabile eterogeneita`.

Di Venezia mi mancano i ponti, le "sconte", i negozietti nascosti nelle corti, i pavimenti in marmo veneziano, i vaporetti per le isole, la luce potente di Riva degli Schiavoni, i giardinetti di Sant'Elena e la sensazione che piu' ti allontani da Piazza San Marco per raggiungere i giardini della Biennale, piu' entri in un mondo diverso, meno turistico, piu` veneziano.
Di Londra mi manca la libreria di cucina di Notting Hill, i ristoranti indiani ad ogni angolo, i giardini di Kensington, dove stendersi a leggere e poi prendere velocemente sonno, Covent Garden e i musicisti che fermano i turisti per le scale, la Whittard, la possibilita` di sedersi per terra, alla National, per disegnare, contemplare, emozionarsi e vivere l'arte, la metro.

Di Venezia ammiro la sfrontatezza, la doppiezza, la stronzaggine della gente (che io incarno abbastanza bene), il campanilismo.
Di Londra ammiro la liberta`, il menefreghismo, lo humour, l'integrazione, la multiculturalita`.

Forse il mio essere un Gemelli determina il mio amore per due posti cosi` antitetici, o forse e` solo la consapevolezza che e` grazie a cio` che ho vissuto in questi due posti, che sono diventata quello che sono oggi.
In ogni caso, I'll be there in a hurry!



Seya

martedì 15 novembre 2011

gayezza estetica

EPGIC oggi ha raggiunto un grado di gayezza estetica quasi inquietante.

Seya sedeva pacifica vicina a Stella e faceva le parole crociate, mordicchiando una matita
EPGIC si avvicina visibilmente irritato.
EPGIC: Oggi sono incazzato!
Stella: Che ti è successo?
EPGIC: Guardami! Sembro un barbone! Questa sciarpa non quaglia..
Stella: non .. ?
EPGIC: non quaglia, non ci sta. E' esteticamente rivoltante!
Stella: A me non pare..
EPGIC: Ah, sei così borghesemente limitata..
Seya nel frattempo alza gli occhi e guarda il ragazzo con occhio clinico.

Capelli neri, molto corti, perfettamente curati, barba lasciata volutamente e attentamente incolta, occhi grandi e sopracciglia curate. Camicia bianca con righe bordeaux e fiori dello stesso colore, cardigan (dal taglio "da nonno") dello stesso colore con bottoni dorati. Jeans chiari.
Polsino in cuoio scuro, abbinato con la cintura di marca e con le scarpe, anch'esse di marca.
Borsa di design tenuta sul gomito.
E Sciarpina in seta a righe rosse e gialle mollemente lasciata attorno al collo.

Seya si alza, gli toglie la sciarpina, prende il polso di Stella e le toglie un bracciale in cuoio, che lega attorno al collo di EPGIC che si guarda riflesso alla finestra, soddisfatto.
EPGIC: Notevole! Mi piace! Mi hai salvato! Ti prego, diventa la donna della mia vita.
Seya: no grazie, se vuoi ti presento l'uomo della tua vita..
EPGIC: no, grazie .. e comunque, non sai che ti perdi!
Seya: Tu non sai cosa ti perdi! 




Seya

domenica 13 novembre 2011

Oh, Forno!

E' arrivato! Il mio nuovo, ultimo, grande amore.
E' grande, è caldo, è stilisticamente perfetto e soprattutto funzionante.
La sua linea morbida, il suo color senese e la ruvida pelle gli donano quell'aria vissuta tipica dei bei uomini.
Ma lui non è un uomo... è più!

Ecco a voi Eleven Tree, ultimo arrivato in Casa sui Colli, altrimenti detta Foresteria Albrizzi.
Forno a legna professionale, funzionante e fortemente voluto dalla sottoscritta e dal padre di lei.
Poiché è stato posato l'11/11/11, il suo nome è e sarà Eleven Tree, anche se in quel del Gran Ducato di Toscana Gentlemen si ostina a chiamarlo "Oh, Forno!".

Oggi è stato acceso per la prima volta e con mia somma gioia abbiamo potuto apprezzare la profondità della cavità che permetterà di cuocere tre pizze in contemporanea, oltre ad altre prelibatezze tipiche.
Ieri la spesa di pale, palette, truccioli vari, legni e pinze..oggi l'incontro!
Inutile dirlo, amore a prima vista.
Lui sembra ricambiare dal momento che, in attesa che si ristaldasse a dovere, Seya ha potuto sedersi su una delle sedie di giunco della stanza con una vecchissima edizione di Peter Pan in francese e godere del piacevole tepore di cui il forno ha voluto renderla partecipe.

Non vedo l'ora di poterci cucinare.

Mamma, quanto sono gasata all'idea!

accensione

prove tecniche




Seya

giovedì 10 novembre 2011

in vista della riunione

Oggi in Magazzino, nel reparto dell'usato, c'era l'assalto delle cavallette. Una cosa allucinante.
Per uscire dal Comes e andare in ufficio (bisogna passare per l'usato) ho fatto praticamente funambulismo.
Ho driblato uno spilungone con dei pantaloni grigi per poi saltare e scavalcare una sedia portata da una signora di mezza età che stava svuotando la casa del padre, poi ho scansato sulla sinistra un giovanotto di colore con i pettorali che risaltavano sotto la maglia attillata e, infine, mi sono dovuta abbassare per permettere a due ragazzi chiaramente indiani di portare verso l'uscita dei materassi.

Una volta in ufficio sembrava, invece, di essere in biblioteca.
Un silenzio tombale e un disordine degno del caos primordiale.
E allora cosa fa Seya, in vista della riunione serale per la presentazione delle specialità natalizie?
Pulisce, riordina, sposta, solleva, spazza e spolvera.
Quindi torna in Comes (sempra attraversando la giungla), riempie un carrello con tutte specialità e torna in ufficio.

Dopo un'ora circa la sala sembrava quasi accettabile in fatto di ordine (io sono una disordinata cronica e quindi l'ordine totale non ci sarà mai) e due bei tavoli imbanditi con torroni, cioccolatini, canditi e miele.
Le sedie disposte in cerchio e i fogli da distribuire prontamente fotocopiati e rilegati.

Seya ha però la sensazione che manchi qualcosa ma torna in Comes e chiama i responsabili per avere un parere.
Lodi e commenti positivi.

Finito il suo turno, Seya si arma di cuffiette, mette la musica e, gambe in spalla, torna a casa.
Poi si ferma con gli occhi spalancati.
-No, non è possibile .. -
Afferra il cellulare e chiama disperatamente la responsabile Comes.
-Grazia! Grazia! Mi sono dimenticata una cosa per stasera. Da mettere sul tavolo..-
-Cosa? Mi sembrava ci fosse tutto!-
-Panettoni e Presepi!-



Seya

mercoledì 9 novembre 2011

di eliche e co...

Prof: bla bla bla..e questa e' la funzione Elica. Un po' come l'elica del DNA. Sapete cos'e`, vero? Quando studiavo io non l'avevano ancora scoperta
Seya: O.O

Seya fa due conti rapidi rapidi:

scoperta e prima pubblicazione della funzione Elica 1953 
eta' di studio 15~26 
=
 ~75

Dopo la pausa
Pricipessa: adesso con chi fai lezione
Seya: con nonno Beppi!




Seya

lunedì 7 novembre 2011

carciofa inside

Sono un pò di giorni che non mi sento nè carne nè pesce.

Questo significa che non capisco cosa dovrei fare riguardo a diverse questioni e cosa invece dovrei accettare.
Non riesco a capire se sono io che sto diventando insofferente nei confronti di certi atteggiamenti o che sto semplicemente dis-imparando a stare in mezzo alla gente.

Il problema è forse la gente.
 Chi è la gente? Chi sono le persone che mi circondano?

L'anno scorso il gruppo dei volontari era diventato una seconda famiglia per me e prima di loro avevo una compagnia, la Compagnia, con cui si usciva e si rideva. Ora entrambi i gruppi sono a brandelli.
Il primo perchè le persone, tutte sopra i trenta, sono andate avanti con le loro vite e famiglie, lasciando il volontariato, la compagnia...bhé..lì mi sono allontanata io (e loro non mi hanno certo impedito di farlo) perchè non mi piacevano molte cose.

Ma chi mi resta adesso?

"Pochi ma buoni" dice Angioletto che però spesso e volentieri esce con Al (giustamente) e gli amici di lui, "io sto bene così" dice Principessa, alimentando un cinismo già smisurato di natura, "Io ci sono" dice E che però ora studia a Trento.

Ma il problema non è il numero, non lo è mai stato, quanto forse le persone stesse.
Forse i rapporti non si sono evoluti, non sono cresciuti con noi.
Ho passato un weekend con Principessa e, per quanto sia stata bene, non ho percepito un briciolo di complicità nonostante i sette anni di amicizia che ci legano.. e la cosa mi spaventa.

Non capisco se sono io che ho qualcosa che non va, se ho fatto le scelte sbagliate, se ho preteso (e pretendo ancora) troppo dalle persone che mi circondano o se semplicemente mi sto facendo un gran numero di pare mentali.

La mia ginecologa, ormai un mese fa, tra un parola e l'altra ha detto "è difficile essere giovani adesso" e io mi domando se il problema è il "essere giovani" o il "adesso".

Inutile, sono proprio carciofa dentro.




Seya

venerdì 4 novembre 2011

dall'estetista

Oggi sono andata a fare la mia prima pulizia del viso grazie a un coupon preso ad un prezzo stracciato.
Da fuori è stata una comica, per me una tragedia.

Sono arrivata con mezz'ora di anticipo tanto ero tesa, poi si presenta Concetta, una signora siciliana molto gentile, un pelo ruffiana per i miei gusti, che mi prende giustamente in giro per la mia tensione.

C: Dai, vieni, stenditi e togliti camicia e maglia
S: ma io devo fare la pulizia del viso
C: sì, lo so. Togli la camicia e la maglietta
S: no...non voglio..e con cosa mi copro ora? (non avevo reggiseno)
C: dai, stenditi e iniziamo. Non essere così tesa
S: Tesa? io? qualcuno mi salvi. No..stammi lontana, non mettermi quella crema. cos'è quest'odore? Bleah, unto!
C: Su, respira, rilassati
S: Che cosa m..?
C: shhhhh! Silenzio. Asseconda il respiro e segui la musica
S: Musica? Questa nenia pseudo rilassante da film orientale? Pietà! No, via. Basta roba che puzza! Mi sento tutta unta e bagnata...weee..mamma!

Dopo quindici minuti
C: Adesso ti fai un bel bagno di vapore che fa tanto bene alla pelle e alle vie respiratorie
S: Ehm, ok
C: Io vado, tu cerca di rilassarti. Allontana la mente da ogni pensiero
S: Certo, come no! Ehi, non lasciarmi qui da sola. Mamma, che caldo! baaah! Ho caldo, come si spegne? Aria! Ma quanto manca? Ehi! C'è nessuno? Mai più...

Dopo cinque minuti
C: ancora una decina di minuti
S: noooo! Per favore, piuttosto le cose unte. Ho caldo!

Dopo quindici minuti
C: Oh, bene bene. La pelle si è depurata. Adesso si vedono tutti i punti neri. Sei capace a sopportare il dolore?
S: Perchè?
Concetta inizia a togliere punti neri e un meraviglioso brufolo che ho sul mento dall'ultima pasta al pomodoro
S: Ahi! Noo..male..Rivoglio il vapore! Rivoglio gli oli! Ahia! Qualcuno mi salvi! weee
C: Sei molto brava. Neanche una smorfia!
S: Sei fortunata a non leggere nella mia mente. Ahi! Adesso ho capito perchè le donne si fanno crescere le unghie: per potermi seviziare più facilmente. 

Dopo dieci minuti
C: Sei stata bravissima
S: §____§
C: Adesso mi faccio perdonare con un bel massaggino al volto
S: U.U..sì, era quello che aspettavo. Uh, che bello! Ehi! Perchè usi l'olio. Non ungermi! Bleah! Sono tutta appicicaticcia. Non vorrai mica farmi rivestire con questa robaccia addosso.
C: Senti l'energia che fluisce. Sei in pace con il mondo
S: no..decisamente non sono in pace con il mondo

Dopo cinque minuti
S: oh, sì, ancora. Massaggino. Ehi! Perchè ti sei fermata? Cosa vuoi farmi? Cos'è quella roba? Marrone?
C: Per finire una bella maschera di argilla e alghe per ritemprare la pelle
S: no, è fredda! Via, via via! 
C: Aspettiamo una decina di minuti poi la togliamo e sarai come nuova
S: §___§

Dopo quindici minuti
C: Ti ripulisco per benino e poi sei libera
S: Oh, dio, ti ringrazio!
C: La prossima volta pedicure e massaggio?



Seya

giovedì 3 novembre 2011

Frolla for you

Allora, allora... per rinfrancare gli animi, una bella ricettina!

Frolla SENZA UOVA

250 gr farina
125 gr burro o margarina o olio (attenzione! GRAMMI....lo dico perchè io ho sbagliato)
60 gr zucchero (o meno)
un pò d'acqua

Impastare il tutto e lavorarla come una classica pasta frolla. Far riposare per un'oretta in frigo e poi stenderla con un mattarello di legno. Si possono fare biscotti o crostate o dolci di altro tipo. Solita cottura.

Consigli: 1) diminuire la quantità di olio o burro e usare più acqua per impastare
              2) iniziare l'impasto con un robot da cucina a meno che non abbiate braccia forti e molta pazienza (io pecco della seconda!)
              3) (se si usa l'olio) per crostare, usare marmellate amarognole come arance o limoni
              4) Si possono aumentare le dosi, mantenendo i rapporti: 1 farina, 1/2 burro, 1/4 zucchero

Spero la ricetta e, più che altro, le dolcezze possano tirare su il morale a tutti. Con me non funziona, però almeno dopo aver lavorato e cucinato, i nervi mi si scaricano.


Il mio contributo a Halloween (solo i biscotti perchè la crostata è venuta giustamente spaventosa e spaventevole come si addice all'occasione).
tegliata

malloppo!



Seya

lunedì 31 ottobre 2011

Skate Canada (free skating)

Eccoci alla seconda parte di Skate Canada.
Io seguo principalemnte Pairs e Men però devo ammettere che anche un pò di danza a volte non fa male e quindi ecco a voi:

Tessa Virtue e Scott Moir (CAN): campioni olimpici attualmente in carica e pattinatori estremamente versatici ee molto espressivi. Secondo me, i migliori in assoluto (lei poi una gran bella ragazza!)
Esito della gara: Primi

Short Dance (musiche caraibiche)

Free Dance (musica anni '50)

E poi torniamo ai miei tesorini...i Men.
Quindi ecco a voi il mio preferito:
Daisuke Takahashi (JPN): un pò troppi errori nei salti però che classe! E che coreografia!
Esito della gara: Terzo (con voti di cui non sono d'accordo)

E la rivelazione della gara (o meglio quello che tutti avevano dato per spacciato la stagione scorsa):
Javier Fernandez (ESP): ottimi salti anche se non mi piace su questa musica (abituata come sono a sentirlo su musiche più moderne).
Esito della gara: Secondo






Seya



sabato 29 ottobre 2011

Skate Canada (short)

Settimana scorsa è iniziata la stagione dei Grand Prix di Pattinaggio sul ghiaccio e indovinate cosa faccio io? Resto in piedi fino alle 4 circa per vedere le gare (in realtà lo faccio perchè queste due tappe si sono disputate in America e Canada...spero si arrivi presto alla Francia).
Vi lascio una selezione di programmi che mi sono particolarmente piaciuti.


Questo è Daisuke Takahashi (JPN), ora come ora il mio pattinatore preferito. Io lo trovo stupendo (sia come uomo che come pattinatore) e ieri sera ha dato gran prova di sé. Attuale posizione: Secondo

Questo è Adam Rippon (USA) che balla su musiche del folklore russo (sì, Amé, ho pensato a te) e, sebbene io lo preferisca in altre vesti, devo ammettere che è stato notevole. Attuale posizione: Quarto

Questa è Elizaveta Tuktamisheva (RUS), uno scricciolo di 14 anni (sì, avete capito bene) che ho visto pattinare per la prima volta. Credo stia iniziando la sua era... Attuale Posizione: Prima

Questo è Havier Fernandéz (ESP), un pazzo scatenato sui pattini che ieri sera ha pattino lo short della vita.
Attuale posizione: Primo







Seya

giovedì 27 ottobre 2011

io scrivo

Io scrivo.
E per "io scrivo" intendo che mi siedo davanti al pc oppure su una panchina, per terra, in bus, in uni con il mio quaderno, e scrivo.
Scrivo racconti, storie, fanfic, riflessioni.
Scrivo ma non pubblico.
Sebbene esistano moltissimi siti di scrittura amatoriale, molti che io stessa seguo, non pubblico. Non mi viene naturale, non mi viene istintivo.
E poi c'è sempre il timore e l'idea del "non sono abbastanza brava", anche se leggendo in giro, ci sono sempre più scrittori e scrittrici ragazzini che non conoscono la consecutio temporum, che bravi autori.
Forse prima o poi pubblicherò qualcosa, forse addirittura qui. Vediamo.

Questa passione è nata dall'invidia.
Quando ero piccola, mia cugina (7 anni più grande) scriveva e partecipava a racconti letterari. Mi faceva leggere le sue cose, mi teneva informata sulle sue prove, mi rendeva partecipe delle trame e delle situazioni e questo non per gentile rapporto tra cugine (non solo) ma anche perchè, avendo io sempre letto moltissimo e da subito, sapevo darle le citazioni migliori e le impressioni più serie, anche se molte cose non le capivo.
E, preda della più infantile smania di imitazione, ho scritto anche io.
All'inizio cose stupide, che pretendevano di essere più adulte e serie di quanto potessi essere capace, poi cose più ragionate.

Ora ho in piedi una saga. Una storia familiare, lunga e complicata, quasi ottocentesca come struttura, nata mentre leggevo i Buddenbrook di Mann, ormai quattro anni fa.
Nella mia mente dovrebbero essere otto storie lunghe, una per i genitori, e una poi per ogni figlio.
Ebbene sì, sette figli di cui due coppie di gemelli.
Giusto, proprio perchè io conosco i rapporti tra fratelli! Come no!
Due le ho già concluse e di una in particolare sono estremamente soddisfatta, altre due le sto scrivendo, un'altra è già pronta nella mia mente.
Inoltre ognuno dei sette racconti vuole parlare e raccontare di uno dei sette peccati capitali, sempre perchè io sono un'esperta in materia.
E ovviamente il tutto non è ambientato in Veneto o per lo meno in Italia, no. Neanche a Londra, che ormai potrei quasi dire di conoscere. No.
Il tutto è ambientato a New York, città in cui ho trascorso solo due giorni!

A volte mi chiedo che cosa io stia facendo. Mi imbarco in imprese intricate e vagamente titaniche con situazioni che non conosco e realtà che non ho vissuto.
Eppure se tutti gli scrittori della storia avessero scritto solo di cose che conoscevano, la maggior parte dei romanzi che esistono non avrebbe visto la luce.

Ma ormai non posso lasciar perdere, dovessi metterci anni e anni. Le storie di Kei, Gen, Evgeni e Miki mi hanno completamente assorbito.




Seya

mercoledì 26 ottobre 2011

to MaryStar

"Lei è scortese quando devasta la pubblica istruzione, quando porta la scuola e l'università nel livello in cui si trovano. Ascolti la voce degli studenti e delle famiglie"
Grande Nichi!
 
 
Seya

domenica 23 ottobre 2011

mater

Principessa: "..bla bla bla...ma mi conosci, io non ho bisogno di vedere tanto la gente...bla bla bla" (falso, ndr)
Seya: "E quindi se io me se stessi via per un pò tu non sentiresti la mia mancanza..oh, mio povero cuore!"
Principessa: "Ma dai, è come se mi mancasse mia madre!"
Seya: "..."
Principessa: "Che c'e`??"



Seya

..e io non l'ho ancora capito!

L'amore non è razionalità...







Seya

sabato 22 ottobre 2011

LPC

Ho deciso di creare una Lega perchè, dopo aver sentito frasi del tipo: "..suona più tardi perchè se no pensa che tu devi scendere ora.." (detta da una sedicenne in autobus) oppure "Se tu credi che io ti faccio da mangiare, hai capito male" (detto da una signora al cellulare, sempre in autobus), mi sono resa conto che c'è bisogno che qualcuno lo difenda.
Sì, lui, quello si cui tutti si dimenticano, il più odiato dagli studenti e dagli abitanti sopra-Po..

Lui, il Congiuntivo.

Quindi apre i battenti la Lega Protezione Congiuntivo (LPC) cui presto si uniranno la LPL, ovvero la Lega Protezione Latino (che avrà come motto: "verba volant, scripta restant cioè le parole volano, le scritta restano" detta sempre dalla sedicenne di sopra) e la LPUS.

Ques'ultima mi è particolarmente cara.
La Lega Protezione Ulcera (di) Seya mi eviterà di avere un attacco fulmineo al prossimo:
"Vedetela di smetterla"



Seya

mercoledì 19 ottobre 2011

un giorno in Università

ore 7.40
Seya si sveglia dopo l'ennesima urlata della madre che le ricorda che ormai è grande e non dovrebbe più essere necessario che lei la chiami fino all'afonia. Seya la manda mentalmente da qualche parte e si rintana sotto il lenzuolo.
Mamma: Possibile che ti debba sembre buttare giù con le bombe?
Seya: Non ti ho mica detto io di farti il porto d'armi

ore 8
Seya sbircia l'ora e salta sul letto per poi correre in bagno, camera, bagno e di nuovo camera. Il tutto ripetendo "ritardo! ritardoritardoritardoritardo..". Seya esce con il cappotto di sua madre perchè il suo non lo trova.

ore 8.55
Seya scende dal bus e si aggiusta gli auricolari nelle orecchie. Nel movimento l'elastico per capelli le scivola, lo riacciuffa prontalmente e lo tiene in mano.

ore 9.05
Seya entra in aula e non trova l'elastico per capelli, spargendo intorno uno sguardo disperato. Principessa, mossa da compassione, le concede il proprio. Nel frattempo Stella viene a reclamare una fetta di torta (che Seya le aveva precedentemente promesso per averla sopportata in un momento di ansia).
Principessa: Ah, ma è allora colpa tua se dobbiamo tutti mangiare la torta oggi!
Stella: Qual'è il problema?
Principessa: Di solito quando porta un dolce è perchè o non lo può mangiare, o non le è riuscito
Seya: Neanche te ne avessi offerto una fetta
Principessa offesa va a rintanarsi tra le braccia di Stella che se la coccola volentieri e si guadagna un'occhiataccia di Seya.
Stella: Gelosa?
Pricipessa: Sarebbe divertente scoprire se è gelosa di me o di te
Seya si mangia una fetta di torta.

Ore 9.20
Stella: Comunque, io ho freddo
Principessa: Ma tu ancora non lo sai?! Abbiamo un stufetta ambulante
Seya e Stelle la guardano perplessa.
Principessa: Seya!
E prontamente le si attacca al braccio.
Seya gongola.

ore 10.30
Seya accompagna Stella e Etero-Più-Gay-Io-Conosca (EPGIC) a prendere il caffè e insieme chiacchierano del fatto che ieri Seya indossasse i tacchi (8 cm che le hanno fatto raggiungere l'altitudine di 195 cm).
EPGIC: Ti stavano proprio bene. Ti slanciavano. Dovrei indossarli anche io. Ci sono un paio di decollete di MiuMiu rosse che probabilmente mi renderebbero più...
Stella (sussurrando): ..travestito?
EPGIC: Affascinante! Stella, dovresti metterti anche tu i tacchi ognitanto
Seya: Gli unici tacchi che potrebbe indossare sono i tacchini
EPGIC & Stella: Vai a buttarti nel Piovego

ore 13.50
Stella e Seya pranzano in mensa dividendo il pranzo. Il Prof De Marco (prmo analista d'Italia) e il Prof Facchini (altro super prof di Algebra) si siedono davanti a loro. Seya afferra i gressini e inizia a mangiarli in maniera nevrasterica con il risultato di avere la maglia coperta di briciole. Toglie la felpa e resta solo con la maglietta.
Stella ride sguaiatamente.

ore 15.30
In Sala Bar, Stella e Principessa dopo aver bevuto i loro caffè caldi mettono le mani gelide sotto la maglietta di Seya, facendole tirare un urlo. La porta si apre e il Prof di Programmazione entra spaventato e chiede cosa sia successo. Seya guarda le due ragazze che le si avvicinano prontamente e miagolano un "abbiamo freddo".
Seya: Io ho caldo
Prof: Eh, ad una certa età accade!


ore 17
Seya accompagna all'ingresso dell'Università Stella perchè vada a prendere il pullman che la riporterà a casa. Lei le mette le mani ghiacciate tra le due e Seya prontamente le scalda.
Stella: Grazie per la torta. Comunque non fare quell'aria da cucciolo indifeso..
Seya: Non ho la faccia da cucciolo
Stella: Su, su! Ci vediamo domani e ti faccio tante coccole
In quel momento entra il Prof di Geometria e lo sentono ridere per le scale.


ore 19
Seya esce dal dipartimento per tornare a casa e si accorge che:
1) Diluvia!
2) Non ha la felpa (spera di averla lasciata in mensa)
3) Diluvia
4) Non ha l'ombrello
5) Diluvia
6) Ha l'elastico di Principessa e nelle tasche della giacca ritrova il proprio
7) Diluvia
8) Indossa pantaloni a pinocchietto e scarpe in tela

ore 20

Seya arriva a casa, più bagnata di un piòto 'nnegà.
Va a mangiare il Passato di sua madre...che oramai sarà anche diventato Presente.


Seya

venerdì 14 ottobre 2011

acqua alta

Quando si pensa a Venezia, una delle immagini più frequenti e più suggestive riguarda l'acqua alta.
Sarà che per quelli della terraferma è una cosa inusuale, romantica nel senso ottocentesco del termine, o anche semplicemente peculiare della vita di laguna.
In realtà ai veneziani, o almeno a quelli che conosco io, non piace ma hanno imparato a conviverci, a sfruttarla e a non temerla.

Anche stanotte abbiamo avuto acqua alta ma non a Venezia, bensì a Padova, e non per moto lunare-lagunare ma per riflusso di fogne.
Che meraviglia!

La nostra fortuna è stata la veloce capacità di reazione.
Mamma e Seya armate di scopettone e con le brache arrotolate pronte ad impedire all'acqua di invadere tutta la casa.
Seya che fa i lavori di fatica, Mamma che prontamente argina la risacca dell'acqua.
Seya che stacca la lavatrice, la porta in salvo e smonta la carrozzeria per accertarsi che l'acqua non abbia rovinato l'elettrodomestico, Mamma che fa da barriera con scopettone, asciugamani e mocci, asciuga l'apparecchio e si assicura che funzioni normalmente.
Seya che si addentra nell'acqua (senza stivali!) con lo sturalavandini, Mamma che versa il nostro Mr Muscolo fatto in casa.

Diciamo che siamo riuscite a mantenerci entro i limiti della lavanderia e del corridoio antecedente.
Il vero problema è stata la mancanza di generi di prima necessità quali stracci, pompa per l'acqua e mocci di emergenza.
Ma alla fine siamo ce l'abbiamo fatta!
E come ha detto Mamma ad avventura quasi conclusa: "Semo done".


Seya

14h

Non so se sono più sconvolta dal fatto che un Professore di Matematica in pensione abbia il mio numero di cellulare, se per il fatto che mi abbia già chiamato tre volte questa mattina per sapere se avevo contattato un Professore di Medicina per la tesi, se per il fatto che vuole assolutamente che faccia una tesi sulla FarmacoCinetica (cosa che sogno da un pezzo) o se per il fatto che si sia irritato perchè non ho ancora risposto alla sua mail di ieri sera.

Gli dico o no che sono stata in piedi tutta la notte a spalar acqua per un imrpovviso allagamento dell'appartamento?



Seya

martedì 11 ottobre 2011

ponte sì ponte no

Devono puntellare il Ponte di Calatrava.

Prego, fare pernacchia tutti insieme!

Appena ho letto la notizia mi sono messa a ridere come una pazza: ci sono più di 300 ponti a Venezia, la maggior parte dei quali ha più di cinquecento anni e non hanno mai avuto bisogno di puntellature (a parte casi eccezionali) mentre questo ponte, che doeva essere l'ingresso ad una città nuova, più moderna, bla bla bla, ha già bisogno di controlli.
Ed è aperto da soli TRE anni!

Della serie, non abbiamo più la più pallida idea di come si costruiscano dei ponti!

Assurdo se si pensa che sono stati sviluppati principalmente dai romani, nostri antenati di cui a volte andiamo anche troppo fieri.

Assurdo...non mi viene da dire altro.


Seya

articolo qui

sabato 8 ottobre 2011

Al Liviano, Sala dei Giganti

Al Liviano, palazzo storico del centro di Padova si trova una bellissima sala, La Sala Dei Giganti, dove Università, Comune e Conservatorio spesso fanno incontri, anche molto interessanti.
Ieri sera, in occasione della manifestazione La Fiera delle Parole, sono intervenuti Gherardo Colombo e Natalino Balasso.
Parlavano di Democrazia.
Cos'è? Come si fa ad esercitarla? Cosa significa? Come interviene nelle vite del popolo? E la Costituzione?
A me è sembrato di tornare sui banchi di scuola, nelle ore di Educazione Civica, e ristudiare cosa dicono i primi tre articoli della Costituzione.
Si è parlato molto di tanto. C'è stato un bel dibattito Pubblico/Colombo e uno scambio di idee vivo e non filosofico ma non saprei riproporlo per intero qui.
Una cosa però la riporto.

Colombo ha più volte ripetuto che, a suo avviso, l'Italia è un popolo di immaturi.
"Non sappiamo niente. Non ci informano" --> Si ma tu cosa hai fatto per informarti? Credi forse che i rivoluzionari del 14 luglio 1789 avessero internet?
"Nessuno ci aiuta!" --> Sì, ma tu sei intervenuto quando gli altri avevano bisogno? Hai iniziato a fare qualcosa o ti stai solo lamentando?
"La politica fa schifo" --> Sì, ma tu cosa hai fatto per cambiarla?

Secondo Colombo, gli italiano hanno sostanzialmente paura della libertà che la Costituzione ci assicura perchè questa implica responsabilità. Responsabilità di informarsi, responsabilità di farsi ascoltare, responsabilità di dire quello che si pensa senza aspettare che qualcuno ci metta le parole in bocca, responsabilità di indignarci e protestare.
E io sono d'accordo.

Io per prima sono una "pandola", una che se non avesse sua madre che le manda 6 o 7 mail al giorno con articoli presi da giornali diversi, probabilmente non saprebbe neanche cosa accade nel mondo, una che si interessa anche a fondo ma di quello che le piace. E questo non è un gran modo per fare i cittadini.
E purtroppo come me, vedo tanti, tanti anche peggio. Gente che non va a votare perchè non sa cosa deve fare e che "non ho tempo" di informarsi o prendersi a cuore quello che è il destino di questa nostra Italia.
Una lancia a favore di noi italiani, però, spezziamola: Tutti, Europa, Mondo, sono molto pessimisti nei nostri confronti.
I vecchi si lamentano dei giovani perchè non si interessano, i giovani dei vecchi perchè non vengono ascoltati, gli europei con gli italiani perchè non seguono regole comuni, gli italiani con gli europei perchè non si rendono conto quanto sia difficile uscire dalla crisi, ecc...
E allora è facile prendere e mandare tutti a quel paese, restarsene sotto la trapunta in questa fredda mattina di Ottobre e sperare che, svegliandosi la mattina dopo, le cose siano cambiate.



Seya

FdM: Seya e Mamma arrivano e anche se in ritardo fanno la coda. Fanno entrare a scaglioni di 20-30 persone perchè la sala è piccola e non può contenere troppi spettatori per motivi di sicurezza e per la presenza di affreschi di vecchia data.
Cammina, cammina, cammina; Mamma riesce a passare per ultima il cancello mentre gli addetti fermano la coda da Seya in poi.
Seya: "Dai, vai, io aspetto"
Mamma, imperterrita, si gira verso gli addetti e con voce lacrimevole dice: "Vi prego, fatela passare, è la mia bambina. Non posso lasciare qui da sola mia figlia"
Gli addetti si guardano poi volgono gli occhi verso Seya che a sua volta osserva perplesso il volto della madre, trasfigurato dall'apprensione.
Gli addetti fanno passare Seya e poi dicono: "C'sa ti vol fa? Anche me mujere se cussì..."