martedì 29 maggio 2012

Sono un po' SCOSSA dalla giornata

Stamattina, ore 9. Scossa di terremoto.
Seya non sente nulla perche' e' in autobus ma arriva in universita' e trova Principessa un po' spaventata.
Arriva Prof Simpatico che esordisce con un:
"Oggi applichiamo lo studio delle Trasformate di Fourier allo alla previsione dei terremoti"
Principessa: "Faccio anche a meno del suo sarcasmo"
Finita la lezione, Seya si reca in aula info per avere qualche notizia del terremoto.

Ore 11.30. Evacuazione della Torre.
Con una calma quasi platonica tutti gli studenti escono dall'edificio mentre i professori brontolano.
EPGIC: "Ma il Prof Matusalemme c'e'??"
Principessa: "Si, eccolo!"
EPGIC: "Uffa, poteva essere la nostra buona occasione per liberarcene prima dell'esame"
Seya: "Che cattivo che sei"

Ore 13. Scossa di terremoto.
Seya: "Inizio a essere un po scossa dalla giornata"
EPGIC: "Poi sono io quello pessimo..."


Seya

lunedì 28 maggio 2012

Florence..one year later

Date fiato alle trombe e stendete i tappeti: sono tornata.
Piu` insonnolita, piu` felice e piu` vecchia.

Scherzi a parte, questi giorni a Firenze sono stati utili oltre che meravigliosi. Ho ripreso fiato dalla routine, dalle persone di tutti i giorni, dalla citta` che mi sembra mi chiuda sempre di piu` la visuale.
Sabato sono arrivata a dire:
"Vorrei non tornare in Veneto. Mi sento talmente tanto bene qui e mi sento talmente tanto libera di dire quello che penso, che se tornassi a Padova (o a Venezia) in questo momento avrei paura. Potrei combinare dei disastri".
Parole testuali.

Lo so, non e` una bella cosa verso coloro che frequento in questa zona d'Italia, pero` la mia indole e` molto legata al compromesso e alla diplomazia e spesso mi mordo la lingua invece di parlare chiaro.
Spesso, non sempre. E sempre di meno, vorrei aggiungere.
Pero` accade.


La fiera, TerraFutura, l'ho trovata un po` sottotono: meno banchetti dell'anno scorso, meno gente. Pero` ho seguito un workshop sul lavoro molto interessante, anche se vagamente prolisso, e degli incontri/dibattiti molto interesanti.
Ho scoperto l'esistenza di una politologa, Susan George, che e` geniale.
Dice delle cose giuste e sacrosante, le dice con un inglese britannico pacato e perfetto, le dice con una convinzione totale su quelli che sono gli argomenti che sostiene.
Insomma, una persona che dice quello che pensa.
Una delle poche, a mio avviso.
Sabato ho seguito un insieme di dibattiti sulla Mafia e la 'Ndrangheta.
Non volgio parlare di queste realta` che conosco poco e capisco ancora meno, ma commento quelli che sono gli interlocutori: Bonanni, della CGIL, che non si e` ben capito che cosa avesse da dire al riguardo (forse solo il suo essere siciliano...?); un tizio che si occupa del riassegnamento dei beni confiscati, che parlava con un accento talmente tanto marcato da non farsi capire da mezza sala; due procuratori (Pignatone e Prestipino) che parlano con condizione di causa ma lo fanno male.
Alla fine, una bella giornata pero` difficile per me che ne so poco.

Firenze mi ha accolto calorosa, calda e chiassosa come l'avevo lasciata l'anno scorso.
E Gentleman e Pastore che mi hanno ospitato hanno confermato quello che l'anno scorso avevo provato: per loro sono Seya.
Non sono la figlia di una che conoscono ormai da anni, non sono la ragazzina rompiballe che accolgono per amicizia verso la madre, non sono la ventenne fuori di testa che devi andare a raccatare nei bar a notte fonda.
Sono una persona.
Mi accolgono perche` ci tengono a me, perche` mi vogliono bene.
Mi danno le chiavi di casa, mi danno autonomia e indipendenza per quanto riguarda cibo e spostamenti, mi danno compagnia nelle serate.
Ed e` una cosa che mi fa talmente tanto piacere che non so spiegarlo a parole.

Senza contare che sono simpaticissimi.

Giovedi`, per il mio compleanno, mi hanno portato a cena fuori e hanno fatto mettere sulla fetta di torta che avevo ordinato per dessert una candelina, di quelle che non si spengono mai per quanto tu soffi, e in pizzeria ha iniziato a suonare "tanti auguri".
Io avrei voluto nascondermi sotto il tavolo, loro due che cantavano e battevano le mani neanche avessero ancora trentanni.

Se non e` amicizia questa?!


Seya

mercoledì 23 maggio 2012

Andiamo a lavare il cervello in Arno

Domani vado a lavare il cervello in Arno, parafrasando Manzoni vado a Firenze per qualche giorno per cambiare aria.
Mi ospiteranno Gentleman e Pastore e passerò le mie giornate alla fiera TerraFutura, immersa per quattro giorni in commercio equo, biodiversità, diritti umani e politiche sociali.

Una vacanza.
Una vacanza molto piacevole devo ammettere.

Soprattutto perchè, anche se la fiera dovesse rivelarsi noiosa e poco stimolante, c'è sempre Firenze che credo sia una delle città più belle al mondo, terza solo a Londra e Venezia.
E poi ci sono Gentleman e Pastore che con la loro solita delicatezza e prontezza di spirito riescono a farmi venire il buon umore anche se sono prossima alle lacrime.

Avrei molte cose da dire, molte speranze e molte aspettative, soprattutto riguardando un momento di relax mentale e lontananza fisica da famiglia, amici, conoscenti, parentade vario, e connessi.

.... E compatti.
Ma questa è una pessima battuta che capisco solo io che studio Analisi Funzionale con Nonno Beppe.


Ci si sente domenica, gente!

Seya

martedì 22 maggio 2012

mi girano

Oggi ho le scatole girate.
Ma proprio di brutto.
E sembra che nessuno capisca il concetto.

Non pretendo comprensioni e non voglio scusanti ma se non rispondo vuol dire che sto facendo la carina e non ti mando a quel paese.

Mia madre, dopo 22 anni 11 mesi 29 giorni, non lo ha ancora capito e mi ha trascinato fuori a fare spese con mio padre.

Pessima idea.

E poi si arrabbia perchè mi comporto male.
Primo: se mi fossi comporta male,  non sarei venuta.
Secondo: io odio fare spese.
Terzo: se ti dico che ho le scatole girate, che mi sono svegliata male, che non ho nulla contro di te, non prenderla sul personale.

Niente.
Non impara.
Allora le conclusioni possibili sono due. O non ci arriva O ha una vena di masochismo non da poco.

Io propendo per la seconda...




Seya

domenica 20 maggio 2012

barche&carciofi

So co'è successo questo weekend: ieri mattina ho sentito il tg per radio, stanotte e nella serata ho sentito il terremoto. Eppure ho passato un weekend fuori dal mondo.
Immersa in due mondi diversi.
Il primo, quello dell'America's Cup; il secondo, quello della Sagra del Carciofo Violetto di Sant'Erasmo.
Due mondi antitetici ma molto piacevoli, specialmente il secondo.

Non la tiro per le lunghe, vi racconto solo una cosa.
Cugina mi ha raccontato che per l'America's Cup sono stati chiamati 90 uomini per ogni corpo, oltre a quelli di stanza a Venezia, per la sicurezza dell'evento. Intendo proprio 90 finanzieri, 90 poliziotti, 90 carabinieri..oltre a quelli di sempre.
Avete presente quanti sono?
E pensate che in caserma ci siano stati tutti?
Ebbene sì, hanno risieduto a Venezia in albergo.
A spese di chi?
Vi devo rispondere?
Io preferisco non dire nulla, ci pensa giò mio padre a bestemmiare per me.  (informo solo che a Padova hanno dovuto lasciare in garage 15 macchine della polizia perchè non hanno soldi per fare manutenzione).
Vi lascio con la perla di un australiano con cui abbiamo attaccato bottone ieri.

Gara in corso in laguna.
Navette della costiera e della polizia fanno su e giù per il bacino.
A: "How many uniforms do you have here? I've never seen as much as in Italy"
S: "Everybody's like to have an uniform. It means you have power"
Passano 4 costieri in moto nave a tutta velocità facendo vedere quanto sono bravi, belli ed inutili.
A: "Do you have many terrorists here?"






 Mentre a Sant'Erasmo una sagra all'insegna della quotidianità e delle piccole cose:






Seya


giovedì 17 maggio 2012

Giornata mondiale contro l'omofobia

L'ispirazione per celebrare questa giornata di memoria e lotta mi è venuta stamane quando su FB una fan page ha iniziato a pubblicare le cialtronerie omofobe che la gente lascia sparse nel web.
Tra tante battute e frasi per cui ho deciso di mettermi a ridere, una mi ha fatto, al contrario, salire il sangue alla testa.
Il lesbismo non esiste. 
E' solo amicizia. 
Due donne si baciano solo per eccitare gli uomini che le guardano.

Questa idea che l'omosessualità femminile è un gioco erotico mi ha sempre fatto partire l'embolo, come direbbe la Littizzetto.
Dobbiamo ringraziare l'industria pornografica per questo, nessun altro. Ora io non escludo che la situazione sia effettivamente erotica però ciò non significa che due donne debbano baciarsi solo per il piacere altrui, maschile soprattutto, e che il loro amore sia finalizzato a quello.

Questa frase mi ha fatto tornare in mente un racconto non troppo lungo che avevo scritto intorno ai sedici anni e che non ho mai concluso.
L'ho tirato fuori dall'armadio (letteralmente) e l'ho riletto.
Ho pensato di ricopiare qui quello che doveva essere l'incipit della storia, senza modifiche, senza correzioni. Forse perchè la mia scrittura adolescenziale, molto meno elaborata di quella che ho adesso, mi ha fatto nostalgia e mi ha fatto sorridere. Divertente però notare come già all'epoca (parliamo di 7 anni fa) l'idea che l'amore tra due donne sia visto in chiave maschilista come erotico.
A voi.


Federica saliva le scale velocemente, come era solita fare quando aveva fretta.
Quella mattina, come molte altre mattine, portare a scuola i figli si era rivelato lungo e pieno di lacrime: Ai suoi due mostriciattoli non piaceva l'idea di passare l'intera mattinata con bambini che non conoscevano e maestre che insegnavano.
Non aveva mai capito il perche`. A lei la scuola era sempre piaciuta, anche se non era mai stato una campionessa di socialita`.
Inutile, approcciare un altro essere umano, parlargli, fare amicizia, non gli era mai risultato semplice.
Anche dopo molti anni, dopo il Liceo, l'Università, un matrimonio traballante, sembrava sempre difficile socializzare.
Suo marito Claudio era bravo.
Parlava con chiunque, di qualcunque cosa. Sembrava avesse un'opinione su tutto, sembrava sapesse vendere qualunque  idea, come vendeva azioni al mercato finanziario il lunedi` mattina.
Sembrava, perche` dopo cinque anni, aveva capito che era tutto fumo.
Il politically correct era entrato nelle sue vene, aveva ingolfato le sue percezioni, annerito il suo sguardo.
Non credeva in quel che diceva ma sapeva cosa l'altro pensasse in qualunque momento, in qualunque occasione, e se lo ingraziava.
Era una dote anche quella.
Schiaccio` il tasto dell'ascensore e spostò il peso da un piede all'atro facendo attenzione a non piegare troppo la caviglia e cadere dai tacchi alti.
Sistemandosi una ciocca di capelli, giro` il capo verso destra.
Valenzia era li`, come tutte le mattine. Alla reception. Il trucco perfetto, i capelli ben sistemati, gli orecchini in tinta con la maglia etnica che sfoggiava quel giorno.
Le sorrise, sperando che per una volta la notasse.
Inutile.
Sembrava essere su un altro mondo, un mondo di consapevolezza e sicurezza di cui non faceva parte.
Lo stomaco iniziò a stringersi in una morsa. Di nuovo.
Inizio` a contare i secondi che la separavano dall'arrivo dell'ascensore, dentro al quale sarebbe stata al sicuro dalle proprie brame, i propri desideri, i propri istinto.
L'istinto animale di andare da Valenzia e stringerla tra le braccia, toccarle i capelli, sfiorarle il collo.
Baciarla.
Strabuzzò gli occhi e scosse la testa.
Non poteva fare certi pensieri. Non poteva concedersi certi sogni ad occhi aperti.
Il suo posto di donna, il suo ruolo di madre, il suo status di donna sposata sarebbero stati spazzati via e lei avrebbe perso tutto.
Sarebbe finita in un centro di accoglienza, senza un lavoro, senza i suoi figli.
Come il ragazzino che pochi giorni prima era stato pestato a sangue nella città vicina perché omosessuale.Si Era informata, aveva letto, aveva sentito il tg.
Omosessuale, finocchio, recchia, checca..
Avrebbero insultato o preso in giro anche lei? Forse l'avrebbero chiamata "lesbica di merda!".
Forse l'avrebbero semplicemente ignorata, forse l'avrebbero costretta a prestarsi a strani giochi erotici.
Claudio le aveva confessato anni prima che l'immagine di due donne che si baciavano lo eccitava moltissimo. Per lui il lesbismo era un gioco. Un gioco erotico finalizzato al suo piacere.
Non gli interessava se le due donne provavano qualcosa l'una per l'altra.
Il politically correct accettava l'esistenza dell'amore omosessuale, ma solo per quanto riguardava il suo interesse.
Sospirò pensando al bacio rubato ad un'amica quando era all'Università. Sembrava un'altra vita.
Sorrise per poi rabbuiarsi.
-Ho dei figli, per dio!- mormorò a labbra strette.
In quel momento arrivò l'ascensore ed entrò, lanciando un'ultima disperata occhiata verso la donna dei suoi desideri che, incurante del suo tormento interiore, svolgeva il proprio lavoro con cura.
Quando le porte dell'ascensore si chiusero dietro di lei, tornò a respirare tranquillamente.
Era lei stessa la prima vittima della sua omofobia.


Seya

Scommessa

Seya arriva ai suoi appuntamenti di ripetizioni sempre con un blocchetto di fogli scritti a mano pieno di esercizi da far fare ai suoi alunni.
Oggi, Marmocchio è particolarmente felice perchè ha preso 9 nell'ultima verifica di matematica (e la cosa rallegra molto di più Seya che già si vedeva seduta sul triste divano grigio davanti ai genitori di lui a spiegare perchè il bimbo non migliori nonostante le ripetizioni).
Seya gli dà il blocchetto apposito con un pò di esercizi da fare e lui parte, attento e preciso a fare i suoi conti.

Nel calcolo di un mcm si ritrova a dover calcolare 64x72.
Marmocchio inizia a storcere il naso e ad aggrottare le sopracciglia.

S: "che succede?"
M: "Shh! Lo sto facendo a mente!"
S: "Se ci riesci ti faccio ripetizioni gratis fino alla fine dell'anno"
Marmocchio annuisce soddisfatto e i due si stringono la mano.
S: "Un minuto.."

Marmocchio inizia a pensare freneticamente.
Serio.
Seya inizia a sudare freddo. Più il naso si storce, più lei vede i soldi per il viaggio a Madrid spiccare il volo e allontanarsi da lei.

M: "fatto!"
S: "Sicuro?"
M: "Sì! E' blablabla"

Seya tira un sospiro di sollievo.
Il Marmocchio ha sbagliato per un'unica cifra.
 
Resta comunque molto orgogliosa di lui.



Seya


martedì 15 maggio 2012

Quello che (non) sono

Ieri sera, come molti, mi sono piazzata sul divano, camomilla in una mano, telecomando nell'altra per vedere Quello che (non) ho su La7 con Fazio e Saviano.
Il format assomiglia molto a quello di Vieni via con me (invece delle liste, le parole), risultando comunque sufficientemente innovativo e simpatico.
Forse un po' lungo e a tratti leggermente lezioso, come se non si potesse parlare altro che di politically e morally correct, pero` sempre attento, puntuale e coinvolgente.

Fazio mi piace, Saviano meno.
Il primo fa il suo lavoro di conduttore in maniera educata, cadendo a volte nel buonismo, ma mai nel lecchinaggio; il secondo racconta le proprie storie con sorprendente profondita` e attenzione ai particolari, a volte troppo concentrato nella sua lotta contro il Clan dei Casalesi, pero` senza mai scadere nel gia` detto.
Cosa che sarebbe difficile fare visto che di lotta alla mafia si parla sempre troppo poco, soprattutto a livello nazionale.

L'unica cosa veramente stonata e` stato per me il reparto musicale.
E voi mi direte "sara` mica importante visto i temi e le parole dette", e io vi rispondo "proprio per l'importanza dei temi trattati, si potevano fare scelte meno infelici".
Elisa che mi uccide Cat Stevens, il pianista jazz (di cui non ricordo il nome ma bravissimo) che mi rende virtuosa una ninna nanna stupenda, i ballerini che si muovono su un adattamento di Sound of Silence che fa venire i brividi, e Pelu` che non ha voce.

Ma tutto si accetta quando per una volta la tv si decide a proporre qualcosa di fresco, attuale e plurale.

Ho particolarmente apprezzato gli interventi di Erri De Luca, che si conferma un autore "della vecchia scuola", di quelli che l'etimologia delle parole la conosce e non la svende, di Paolo Rossi, la cui verve comica e` sempre molto piacevole, e il duello Travaglio-Lerner che sono sempre in grado di proporre visioni diverse ma accomunate dal buon senso.
Devo dire che non mi ha fatto impazzire Luciana Littizzetto, non per le sue parole contro la violenza delle donne, ci mancherebbe!, ma per tutto cio` che ha detto prima. Sara` che seguendola sempre volentieri a Che tempo che fa e negli spettacoli a teatro, molte delle gag le avevo gia` seguite, pero` avrei preferito avesse fatto un monologo se non piu` serio, almeno un po` meno slegato.

Ultima critica al titolo.
Concordo con Mel che si dovrebbe spostare l'attenzione dal verbo avere che indica possesso, al verbo essere. E visto che non conosco De Andre` (e per quel poco che lo conosco, non lo apprezzo) non mi sento particolarmente in colpa a dire Quello che (non) sono:

Non sono irresponsabile.
Sono un Gemelli, e quindi lunatica.
Non sono paziente.
Sono curiosa.
Non sono disonesta.
Sono anglofila.
Non sono tradizionalista.
Sono un'attenta guidatrice.
Non sono un'insegnante.
Sono una scrittrice.


Seya


domenica 13 maggio 2012

Il Diluvio nella Laguna

Taci. Su le soglie
del
la città non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano
bricole e pietra d'Istria
lontane.
Ascolta.
Diluvia
dalle nuvole
dense.
Piove su
i carciofi di Sant'Erasmo (e la sagra è stata nuovamente rimandata)
gustosi e fibrosi,
piove su
lla magnolia in fiore,
profumata ed imponente,
piove su
Jack Lemon (Il nostro limone)
divin
o,
su le
cassette di Mamma
di fiori accolti,
sul
le amache dei piccoli giardini interni
di coccole aulenti,
piove su i nostri
capelli
appena lavati
,
piove su le nostre mani
che freneticamente mandano sms disperati,
su i nostri
vestiti
leggieri
(perchè ormai abbiamo fatto il cambio degli armadi),
sul
le fresche imprecazioni
che l'anima schiude
novella,
su la
voce bella
che ieri
t'
ammonì,che oggi ti ammonisce di nuovo,
o
Cielo!

Ti ga capio? La pioggia cade
su la solitaria
pianta di melanzane (appena arrivata!!)
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le
tettoie
più
larghe, men larghe.
Ascolta. Risponde
al
canto il pianto
de
i piccioni
che il
diluvio australe
[..] impaura,
[..] il ciel cinerino.
E
la gondola
ha un suono, e
Luna Rossa
altro suono, e il
motoscafo
altro ancóra, stromenti
diversi

sotto innumerevoli dita (di marinai).
E immersi
noi siam nel
diluvio
lagunare,
di
marinara vita viventi;
e il tuo volto
scuro
è molle di pioggia
come una
spugna,
e le tue chiome
rovinano il risveglio come
il rumore del clacson,
o creatura
celeste
che hai nome
Cielo.

Aho! 'scolta un pò!. L'accordo
de
gli aerei piccioni
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il
diluvio
che cresce;
ma un canto vi si
unisce
più roco
che d
a San Marco sale,
dall'umida ombra
campanara remota.
Più
rapido e più deciso
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
(don)
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne
(din don dan).
Non s'ode
altro che voce del mare.
Or s'ode su tutta la
laguna
crosciare
l'argentea
marea
che monda,
il
rollio che varia
secondo
le bricole

più folte, men folte.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta
(perchè volare con il diluvio non è auspicabile); ma la figlia
del
la laguna lontana,
la
sogliola,frigge nell'olio più fondo,
chi sa dove, chi sa dove!
(basta seguir ea spussa)
E
diluvia solo per colpa tua,
Cielo.


Diluvia su le venete alghe nere
sìche par
il mare pianga
ma di piacere; non bianc
o 
ma quasi fatto virente,
par da
spuma egli esca.
E tutta la vita è in
lui urlante
aulente,
il cuor nel
mio petto è come un limone di Jack
intatt
o,
tra le pàlpebre gli occhi
son come
sardine tra le alghe,
i denti negli alvèoli
con come
gondole dondolanti.
E andiam
(io e chi?) di calle in calle,
or congiunti or disciolti
(e
la grigia pantegana rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
Piove sui carciofi di Sant'Erasmo (e la sagra è stata nuovamente rimandata)
gustosi e fibrosi,
piove su
lla magnolia in fiore,
profumata ed imponente,
piove su
Jack Lemon (Il nostro limone)
divin
o,
su le
cassette di Mamma
di fiori accolti,
sul
le amache dei piccoli giardini interni
di coccole aulenti,
piove su i nostri
capelli
appena lavati
,
piove su le nostre mani
che freneticamente mandano sms disperati,
su i nostri
vestiti
leggieri
(perchè ormai abbiamo fatto il cambio degli armadi),
sul
le fresche imprecazioni
che l'anima schiude
novella,
su la
voce bella
che ieri
t'
ammonì,che oggi ti ammonisce di nuovo,
o
Cielo!
 


Si ringrazia il Signor D'Annunzio per la poesia originale La pioggia nel Pineto da cui è stata tratta questa tragicomica parafrasi.

Seya  

venerdì 11 maggio 2012

e svegliarsi la mattina...

Stavo per scrivere un post su un viaggio mentale allucinante che mi sono fatta oggi in mattinata quando mia madre mi ha intimato di riordinare e pulire la mia stanza perchè stasera abbiamo ospiti.
Infatti, io, Mamma e Cugina andremo a Verona, a Teatro, e poi al ritorno ci fermiamo qui a Padova, in modo da essere più tranquille e riposate domani quando torneremo a Venezia.
E secondo voi chi deve cedere la sua stanza a Cugina e dormire sul divano?
Il gatto? No, mi spiace non abbiamo animali.

Io le pulizie, specie della mia stanza, le faccio poco però mi sono messa e in pochi minuti ho raggiunto un risultato accettabile. Mi sono seduta sul letto per mettere un pò in ordine il comodino e un orecchino mi è caduto.
Solitamente l'avrei lasciato lì, a terra, sotto il letto fino a quando non avessi avuto bisogno di lui, però vista l'occasione mi sono sporta e ho allungato la mano sotto il letto.
Un mondo nuovo.
Al di là del caos e della polvere, ho ritrovato un sacco di cose di cui mi ero quasi dimenticata: orecchini spaiati, monetine, due libri, un calzino, una scatola di scarpe dentro cui avevo messo il necessario per il decoupage.
Mi sono messa a ridere un pò per il mio disordine, un pò perchè sono tutte piccole cose che solitamente allietano il mio risveglio.
Alla mattina infatti mi piace molto vedere la luce entrare attraverso le tende arancioni, riflettersi sull'orologio di mia madre e illuminare i dorsi di pochi, importanti libri che stanno in pianta stabile sul comodino, vicino ai peluches.

Per me il sonno è abbastanza sacro. Nel senso che, a meno che tu non abbia un buon motivo per svegliarmi, ammesso che tu ci riesca, non devi mai richiamarmi dal mondo dei sogni.
Il momento del risveglio poi è altrettanto importante.
Io dormo immobile, con i piedi fuori dalle lenzuola e con la serranda alzata di poco in modo che il sole mattutino (ho la camera ad est) mi svegli in maniera graduale.

Se uno osa accendere la luce della stanza di prima mattina, rischia la vita.
Lo possono provare E e Mela.
Con la prima è successo a Capodanno. Un giorno sono andata a dormire dopo pranzo perchè particolarmente provata dalla notte insonne e lei ha avuto il coraggio di venire a chiamarmi intorno alle 3, accendendo la luce.
Ma, in fondo, cosa ci si può aspettare da una che appena alzata fa stretching, addominali e flessioni?
La seconda invece ha rischiato la vita anni fa quando, un giorno, mi sono fermata a dormire da lei.
Appena suonata la sveglia, si è alzata, ha acceso tutte le luci della camera e ha iniziato ad aprire le finestre.
Non so bene cosa mi abbia trattenuto dal spaccarle il collo.

Inoltre io di prima mattina odio il rumore. Qualunque tipo di rumore, tranne il ticchettio dell'orologio.
Se sulla luce posso anche lasciar correre, sul rumore assolutamente non transigo.
E questo è il motivo per cui di prima mattina io solitamente non parlo e ascolto rigorosamente musica molto molto soft.
Mio padre aveva l'abitudine di svegliarmi sbattendo le nocchie sullo stipite della porta, che è sempre aperta. Un mattina gli ho urlato dietro che se lo avesse fatto di nuovo avrei preso il suo pc e lo avrei scaraventato fuori dalla finestra. Non mi ha creduto e la mattina successiva ha dovuto bloccarmi fisicamente dal prendere il marchingegno e fargli fare un volo nella laguna. Poi non ha più osato.

Ognuno si sveglia in maniera diversa, ho scoperto con il tempo.
Principessa ad esempio di prima mattina ama restare a letto e rigirarsi per poi alzarsi con calma e aprire la finestra da cui entra la sua gatta romp... che fa un casino allucinante. La prima e unica volta che ho dormito da lei, il gatto ha rischiato di fare un viaggio di sola andata per Vicenza (..visentini magna gati..).
Stellina invece si rigira tra le lenzuola e abbraccia e sbaciucchia qualunque cosa gli sia vicino. Una dolcezza che non ha in nessun altro momento della giornata.
EPGIC Jr invece si sveglia di colpo, corre in bagno e poi torna sotto le coperte e resta lì a crogiolarsi.
Gentleman di prima mattina, in boxer e vestaglia, stira i pantaloni per la giornata; Angioletto manda un sms a chiunque augurando buona giornata; Papà si alza e prepara il caffè per mia madre.

Io non credo a quelle cose "dimmi come ti svegli e ti dirò chi sei" però è divertente vedere come ognuno reagisca allo svegliarsi in maniera diversa.
Sarebbe molto meglio poi se lo svegliarsi altrui non rischiasse di condizionare la propria giornata.


Seya

mercoledì 9 maggio 2012

Mela

Ieri sera mi sono trovata a mangiare un gelato con Mela. Era una vita che non la vedevo e il fatto che non abbia ancora menzionato il suo nome qui non significa assolutamente che lei non sia importante per me.
Anzi, io la ritengo ancora, nonostante tutto, la mia migliore amica o comunque la persona che mi conosce di più in assoluto.
Se non sapete come prendermi o come comportarvi con me, chiedete a lei.

L'ho conosciuta al Liceo, compagna di classe, di banco e di buoni voti.
Una lotta continua tra noi due per strappare il voto migliore, io ho troneggiato i primi 4 anni, lei in quinta mi ha superato. Un pò perchè io in quinta ho abbastanza mollato le redini, stufa della routine scolastica, un pò perchè lei è sempre stata più ligia di me.
Proprio come diceva Bonny: Mela è la studentessa modello, quella attenta, educata ma non sottomessa al sapere, Seya è quella che la cultura la deve vivere sulla pelle per poter arrivare al massimo.
E ache adesso all'Università, il divario della quinta liceo prosegue: lei laureata con lode in lettere, io fuori corso in matematica.
Ma per nostra fortuna, nessuna delle due ha mai usato il rendimento scolastico come metro di giudizio verso gli altri: una persona pessima a scuola è spesso molto più educata e sveglia di un secchione.

Forse è sempre stata la sua sensibilità e, in un certo senso, la sua linearità a darmi sicurezza e a far sì che lei mi riuscisse a capire sempre e comunque, come una linea retta su cui io oscillo, con il disperato desiderio di tenderci ed acquistare per tanto un minimo di regolarità.

E' rimasta con il vecchio gruppo, Mela.
Il gruppo, la Compagnia, di cui fanno pare Peter Pan e altre persone per cui non vale la pena trovare un nomignolo.
Questo dovrebbe dare il senso di quello che penso su alcuni di loro, no?
E' rimasta con loro per coerenza, per sicurezza, forse, e temo anche un pò per opportunismo.
Opportunismo comprensibile visto che è imparentata strettamente con altri due membri del gruppo e che la sua paura di soffrire a causa degli altri è molto più forte della mia.

Il non sentirci e vederci spesso ha ovviamente ripercussioni sul nostro rapporto ma questo non ha portato a liti e cattiverie come so accadrebbe con altri. C'è la fiducia e la consapevolezza che il non sentirsi non significa non volersi bene. E questo alcune persone (vedi E e Angioletto) dovrebbero impararlo.

Ci assomigliamo molto e allo stesso tempo siamo estremamente diverse, io e Mela.
Ed è questa la cosa più bella.




Mela: "oddio, Seya, ormai sono 3 anni che non ho nessuno e giro solo con peter Pan e suo moroso (che sono gay)...come faccio con questa nuova fiamma? Non mi ricordo neanche più come si bacia!"
Seya che ride fino alle lacrime.




Seya

domenica 6 maggio 2012

Campo di Formazione

Sono appena tornata da un weekend di formazione SCI. E con "appena" intendo che sono a casa da più o meno un'ora.
Una giornata e mezzo con persone che non ho mai visto in vita mia a condividere bagno, stanza e tempo.
Una bella esperienza, con i suoi pro e i suoi contro. Come tutte le cose alla fine.

A livello organizzativo, niente da dire.
Forse poca "scaletta", la cui mancanza ha però permesso all'esperienza di essere meno inquadrata e noiosa, facendo nascere momenti morti che hanno dato la possibilità a tutti noi di conoscerci.
Eravamo in 13 con 4 organizzatori, in una struttura autogestita di natura religiosa (ma che ci vuoi fare?), con l'unica regola di non lasciare il campo per il tempo di formazione, a parte casi particolari. Il non poter dormire a casa (la fortuna di avere l'incontro in città!) mi ha un pò dato sui nervi all'inizio ma poi non ho assolutamente avuto problemi. Anzi, la cosa ci ha unito molto di più: il Macchiavelli alle 2 del mattino è un grande aggregante.

Devo ammettere che mi ha sorpreso la giovane età dei partecipanti: eravamo tutti ventenni (la più grande aveva 30 anni) e gli organizzatori erano tutti sui 35-40 anni.
Divertente se si pensa che sui ventenni di solito si dicono due cose antitetiche: o sono dei gran scansafatiche, amiconi e dediti al divertimento, o sono inquadrati e seri, e per questo noiosi. Sinceramente non ho visto nessuna di queste caratteristiche nonostante io con i miei coetanei abbia sempre avuto un pò di problemi a relazionarmi. Vuoi che sono sempre stata abituata a stare con gente più grande, vuoi che il mio carattere non è proprio il massimo dell'espansività.
Non che poi sia un gran periodo, in genere... 
Comunque, questo ha permesso a tutti noi di sentirci a nostro agio perchè, alla fine, le nostre vite sono tutte più o meno simili, di avere più o meno tutti le stesse paure e preoccupazioni, di avere tutti le stesse aspettative.
Poi c'è sempre il pagliaccio del gruppo, quello zitto e muto nell'angolino, quello serio e interessato, quello scansafatiche ma con un gran sorriso.
Un gruppetto abbastanza omogeneo e forse per questo un pò incolore...ma chi l'ha detto che bisogna avere grandi differenze per dare entusiasmo e allegria alle ore?

Le informazioni sui campi, sui progetti, sullo SCI in generale, sono passate e sono anche state ben metabolizzate. La parte burocratica è stata svolta velocemente. La parte ludica di conoscenza è stata stimolante.
E per una che non ha mai fatto "attività energizzanti" da teatro è una bella novità.


Una cosa che però un pò mi ha dato da pensare è quanto tanti vogliano partire per "conoscere una diversa cultura". Non è assolutamente una cosa che denigro o che metto in secondo piano, anzi forse il tipo di lavoro che ti permette un campo SCI ti fa entrare e conoscere la realtà sociale più di venti viaggi turistici.
Io stessa vorrei andare in Sud America per vedere scenari mozzafiato, ascoltare musiche inebrianti e vivere in una natura selvaggia e lussureggiante.
Però non c'è altro?
Sono l'unica che ha bisogno di fare un viaggio per se stessa?

Forse quello che più mi è mancata è stata l'individualità.
Ognuno di noi aveva domande curiosità e scelte che sono state affrontate e hanno trovato risposta. Però nessuno si è messo in gioco come persona per domandare: "Quanto un'esperienza come quella di 3-6-9 mesi nel Sud del Mondo ti segna?"
L'organizzatore principale un pò ha cercato di raccontare la propria esperienza e quello che è venuto fuori è che il La, il punto di inizio, è dettato dall'incoscienza.
Si decide, si parte.
Senza farsi troppe domande, senza domandarsi troppe cose, senza informarsi troppo.
Perchè se pensi troppo, poi non fai niente, non agisci.
Perchè se ti domandi cosa e quanto ti servirà, non ti organizzerai mai e non svilupperai un minimo di adattamento.
Perchè se ti informi troppo, poi la burocrazia ti uccide.


Alla fine anche la mia decisione di andare in Spagna quest'estate è stata molto fulminea, forse proprio per incoscenza, però parliamo di 2 settimane in un paese europeo di cui quasi so la lingua (ok, a livello base..).
Ma un mese in Africa non è poi così facile da gestire.


Più o meno tutti siamo andati via con molte domande ancora senza risposta.
Domande che però forse una risposta non ce l'hanno.
Forse ognuno deve avere la propria di risposta. Deve costruirsela, argomentarsela, renderla credibile.
Forse "convincersi" significa proprio questo.


Seya


giovedì 3 maggio 2012

chattare

Ieri sera ho guardato Mine Vaganti (che Rai1 ha trasmesso senza censure...si vede che il 2000 è arrivato anche sulla tv nazionale) parlandone e sparlandone contemporaneamente online, in chat con delle ragazze che ho conosciuto su un sito di scrittura amatoriale.
Uno spasso.

Io sono una che tende a parlare durante i film ma spesso non ho nessuno che mi faccia da spalla in queste discussioni e quindi ho imparato a tenere sotto controllo la mia parlantina.
Inoltre non amo le chat. Nonostante skype e FB, credo di essere entrata online a condividere qualcosa solo in pochissime situazioni.
L'ultima era stata a Marzo in occasione delle gare di pattinaggio che l'ISU ha avuto il buon senso di trasmettere in streaming internazionale con tanto di chat multilingua...e vi assicuro che parlare di pattinaggio con gente del giappone o della russia, è un autentica goduria!

Comunque, ieri ci siamo tutte divertite tantissimo.
L'idea di coinvolgere gli altri con le proprie impressioni, di scherzare e prendersi in giro..
Bella! Bella!
Da ripetere!
Chissà che non ci facciamo anche una buona cultura cinematografica!


Seya