domenica 6 maggio 2012

Campo di Formazione

Sono appena tornata da un weekend di formazione SCI. E con "appena" intendo che sono a casa da più o meno un'ora.
Una giornata e mezzo con persone che non ho mai visto in vita mia a condividere bagno, stanza e tempo.
Una bella esperienza, con i suoi pro e i suoi contro. Come tutte le cose alla fine.

A livello organizzativo, niente da dire.
Forse poca "scaletta", la cui mancanza ha però permesso all'esperienza di essere meno inquadrata e noiosa, facendo nascere momenti morti che hanno dato la possibilità a tutti noi di conoscerci.
Eravamo in 13 con 4 organizzatori, in una struttura autogestita di natura religiosa (ma che ci vuoi fare?), con l'unica regola di non lasciare il campo per il tempo di formazione, a parte casi particolari. Il non poter dormire a casa (la fortuna di avere l'incontro in città!) mi ha un pò dato sui nervi all'inizio ma poi non ho assolutamente avuto problemi. Anzi, la cosa ci ha unito molto di più: il Macchiavelli alle 2 del mattino è un grande aggregante.

Devo ammettere che mi ha sorpreso la giovane età dei partecipanti: eravamo tutti ventenni (la più grande aveva 30 anni) e gli organizzatori erano tutti sui 35-40 anni.
Divertente se si pensa che sui ventenni di solito si dicono due cose antitetiche: o sono dei gran scansafatiche, amiconi e dediti al divertimento, o sono inquadrati e seri, e per questo noiosi. Sinceramente non ho visto nessuna di queste caratteristiche nonostante io con i miei coetanei abbia sempre avuto un pò di problemi a relazionarmi. Vuoi che sono sempre stata abituata a stare con gente più grande, vuoi che il mio carattere non è proprio il massimo dell'espansività.
Non che poi sia un gran periodo, in genere... 
Comunque, questo ha permesso a tutti noi di sentirci a nostro agio perchè, alla fine, le nostre vite sono tutte più o meno simili, di avere più o meno tutti le stesse paure e preoccupazioni, di avere tutti le stesse aspettative.
Poi c'è sempre il pagliaccio del gruppo, quello zitto e muto nell'angolino, quello serio e interessato, quello scansafatiche ma con un gran sorriso.
Un gruppetto abbastanza omogeneo e forse per questo un pò incolore...ma chi l'ha detto che bisogna avere grandi differenze per dare entusiasmo e allegria alle ore?

Le informazioni sui campi, sui progetti, sullo SCI in generale, sono passate e sono anche state ben metabolizzate. La parte burocratica è stata svolta velocemente. La parte ludica di conoscenza è stata stimolante.
E per una che non ha mai fatto "attività energizzanti" da teatro è una bella novità.


Una cosa che però un pò mi ha dato da pensare è quanto tanti vogliano partire per "conoscere una diversa cultura". Non è assolutamente una cosa che denigro o che metto in secondo piano, anzi forse il tipo di lavoro che ti permette un campo SCI ti fa entrare e conoscere la realtà sociale più di venti viaggi turistici.
Io stessa vorrei andare in Sud America per vedere scenari mozzafiato, ascoltare musiche inebrianti e vivere in una natura selvaggia e lussureggiante.
Però non c'è altro?
Sono l'unica che ha bisogno di fare un viaggio per se stessa?

Forse quello che più mi è mancata è stata l'individualità.
Ognuno di noi aveva domande curiosità e scelte che sono state affrontate e hanno trovato risposta. Però nessuno si è messo in gioco come persona per domandare: "Quanto un'esperienza come quella di 3-6-9 mesi nel Sud del Mondo ti segna?"
L'organizzatore principale un pò ha cercato di raccontare la propria esperienza e quello che è venuto fuori è che il La, il punto di inizio, è dettato dall'incoscienza.
Si decide, si parte.
Senza farsi troppe domande, senza domandarsi troppe cose, senza informarsi troppo.
Perchè se pensi troppo, poi non fai niente, non agisci.
Perchè se ti domandi cosa e quanto ti servirà, non ti organizzerai mai e non svilupperai un minimo di adattamento.
Perchè se ti informi troppo, poi la burocrazia ti uccide.


Alla fine anche la mia decisione di andare in Spagna quest'estate è stata molto fulminea, forse proprio per incoscenza, però parliamo di 2 settimane in un paese europeo di cui quasi so la lingua (ok, a livello base..).
Ma un mese in Africa non è poi così facile da gestire.


Più o meno tutti siamo andati via con molte domande ancora senza risposta.
Domande che però forse una risposta non ce l'hanno.
Forse ognuno deve avere la propria di risposta. Deve costruirsela, argomentarsela, renderla credibile.
Forse "convincersi" significa proprio questo.


Seya


2 commenti:

Amedeo ha detto...

Bellissima esperienza, confermo ciò chr ti dissi qualche settimana fa. Credo che un simile tuffo faccia bene a chiunque.
Sai, magari anche per gli altri sarà u viaggio per se stessi, ma forse non lo sanno ancora, o, forse, davvero sentono più il bisogno di contattare che non di ritrovarsi. L'importante è che tu conosca i tuoi obiettivi, penso. Vai alla grande!

Sono stradaccordo con l'uomo: sono anni che penso di andare in Russia per qualche mese, per un motivo o per un altro ci ho sempre ripensato. La burocrazia, poi ...
Qualche settimana fa ho perso la pazienza: in due giorni ho preparato tutto, ho consegnato la domanda, tra poco saprò: 5 mesi a Mosca. D'inverno. Ah: ho già detto alla prof. che se finiscono le borse per Mosca mi va bene pure Irkutsk, Siberia.

seya ha detto...

@Ame`: Uh, che bello! Parti parti! Sara` che io sono molto in modalita`: finiamo l'universita` e via.. Devo comunque dire che da inesperta mi ispira di piu` la Siberia che non la grande citta`. Potrebbe essere un inverno divertente: tu in mezzo al freddo in Russia, io in piena estate in Sud America!XD

Seya