Taci. Su le soglie
della città non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano bricole e pietra d'Istria
lontane.
Ascolta. Diluvia
dalle nuvole dense.
Piove sui carciofi di Sant'Erasmo (e la sagra è stata nuovamente rimandata)
gustosi e fibrosi,
piove sulla magnolia in fiore,
profumata ed imponente,
piove su Jack Lemon (Il nostro limone)
divino,
su le cassette di Mamma
di fiori accolti,
sulle amache dei piccoli giardini interni
di coccole aulenti,
piove su i nostri capelli
appena lavati,
piove su le nostre mani
che freneticamente mandano sms disperati,
su i nostri vestiti
leggieri (perchè ormai abbiamo fatto il cambio degli armadi),
sulle fresche imprecazioni
che l'anima schiude
novella,
su la voce bella
che ieri
t'ammonì,che oggi ti ammonisce di nuovo,
o Cielo!
Ti ga capio? La pioggia cade
su la solitaria
pianta di melanzane (appena arrivata!!)
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le tettoie
più larghe, men larghe.
Ascolta. Risponde
al canto il pianto
de i piccioni
che il diluvio australe
[..] impaura,
[..] il ciel cinerino.
E la gondola
ha un suono, e Luna Rossa
altro suono, e il motoscafo
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita (di marinai).
E immersi
noi siam nel diluvio
lagunare,
di marinara vita viventi;
e il tuo volto scuro
è molle di pioggia
come una spugna,
e le tue chiome
rovinano il risveglio come
il rumore del clacson,
o creatura celeste
che hai nome
Cielo.
Aho! 'scolta un pò!. L'accordo
degli aerei piccioni
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il diluvio
che cresce;
ma un canto vi si unisce
più roco
che da San Marco sale,
dall'umida ombra campanara remota.
Più rapido e più deciso
s'allenta, si spegne.
Sola una nota (don)
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne (din don dan).
Non s'ode altro che voce del mare.
Or s'ode su tutta la laguna
crosciare
l'argentea marea
che monda,
il rollio che varia
secondo le bricole
più folte, men folte.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta (perchè volare con il diluvio non è auspicabile); ma la figlia
della laguna lontana,
la sogliola,frigge nell'olio più fondo,
chi sa dove, chi sa dove! (basta seguir ea spussa)
E diluvia solo per colpa tua,
Cielo.
Diluvia su le venete alghe nere
sìche par il mare pianga
ma di piacere; non bianco
ma quasi fatto virente,
par da spuma egli esca.
E tutta la vita è in lui urlante
aulente,
il cuor nel mio petto è come un limone di Jack
intatto,
tra le pàlpebre gli occhi
son come sardine tra le alghe,
i denti negli alvèoli
con come gondole dondolanti.
E andiam (io e chi?) di calle in calle,
or congiunti or disciolti
(e la grigia pantegana rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
Piove sui carciofi di Sant'Erasmo (e la sagra è stata nuovamente rimandata)
gustosi e fibrosi,
piove sulla magnolia in fiore,
profumata ed imponente,
piove su Jack Lemon (Il nostro limone)
divino,
su le cassette di Mamma
di fiori accolti,
sulle amache dei piccoli giardini interni
di coccole aulenti,
piove su i nostri capelli
appena lavati,
piove su le nostre mani
che freneticamente mandano sms disperati,
su i nostri vestiti
leggieri (perchè ormai abbiamo fatto il cambio degli armadi),
sulle fresche imprecazioni
che l'anima schiude
novella,
su la voce bella
che ieri
t'ammonì,che oggi ti ammonisce di nuovo,
o Cielo!
Si ringrazia il Signor D'Annunzio per la poesia originale La pioggia nel Pineto da cui è stata tratta questa tragicomica parafrasi.
Seya
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