sabato 22 dicembre 2012

natale

Siamo soppravvissuti tutti al 21 Dicembre?
Qui sì.
Proporrei un minuto di silenzio in ricordo di tutti gli albero tagliati per stampare libri su questo fatidico bluff.
Il mio disinteresse per la faccenda non mi ha impedito di fare alcune considerazioni al riguardo, come questa mattina in Magazzino, quando mi ha fatto pensare che ieri, ad alcune persone, il cervello abbia smesso di lavorare.
Lasciamo perdere. Non ho voglia di rovinami ulteriormente lo spirito natalizio.

Spirito natalizio che è arrivato, in maniera del tutto inaspettata e vagamente preoccupante, giovedì pomeriggio.
Già giovedì mattina avevo dato segni di diozia prenatalizia, in negozio da Guida, canticchiando canzoncine natalizie mentre confezionavo ceste e servivo i clienti. Ovviamente con il cappellino rosso e bianco in testa.
Guida che mi guardava perplessa (allarmata?) e i suoi colleghi che se la ridevano.
Poi Università.
Anche lì compilavo la tesi ascoltando la mia playlist natalizia dal Tubo.
Poi al ritorno ho iniziato a ridacchiare come un'idiota e a pensare alla scatolina per la famiglia di Bella e Kàlos.
L'aver comprato un semplicissimo quaderno blu quablock mi ha mandato in brodo di giuggiole!
Se non è idiozia questa!

Comunque, prima che lo spirito vada e approdi in altri Lidi, me lo tengo stretto e viaggio verso Venezia.
Quindi niente connessione e pc per un paio di settimane.

A tal proposito, TANTI AUGURI A TUTTI VOI; ALLE VOSTRE FAMIGLIE E ALLE PERSONE CHE PIU' AMATE!

Ci sentiamo nel 2013!



Seya

martedì 18 dicembre 2012

Golden Gate

Vikram Seth è uno dei miei scrittori preferiti. E' colui che mi ha fatto ridere con la storia tutta indiana de "Il ragazzo giusto" e che mi ha emozionato con una delicata ma non stucchevole storia d'amore, "Una musica costante".

Adesso torna e scrive in versi.
"Golden Gate" è il primo libro che ho letto dopo un lungo periodo di pigrizia letteraria.
Potrei dire che mi ha emozionato ma non è esattamente così, oppure che mi ha entusiasmato, ma sarebbe esagerato.
Mi ha stuzzicato.
Una storia dalla voce polifonica, una rima vispa e non scontata, un generale senso di determinatezza.
Non è un libro che vuole spiegare il mondo, coglierne aspetti particolari o insegnare qualcosa.
E' più una finestra sul mondo.
La vista di alcune persone, con le loro gioie, i loro pensieri, le loro vicissitudini e anche i loro errori, rivisti in rima.
Mi piacerebbe leggerlo in inglese per scoprire se alcune delle (geniali) rime presenti sono dell'autore o siano frutto di un'ottima traduzione.
Prima o poi leggerò, poi dirò.

Questo è il libro che ho deciso di regalare a Mela.
Non l'ho scelto per motivi particolari. E' stata una scelta dettata dalla spontaneità e dal senso di familiarità che mi ha trasmesso.
Lo stesso che provo ogni volta che la vedo, come tornare a casa.


Seya

lunedì 17 dicembre 2012

biscotti

Avevo detto che avrei fatto biscotti a nastro, no? Ecco, vi lascio un idea del mio lavoro..ne apprezzeranno l'opera i miei bimbi delle ripetizioni (GiC, Bimbo e BimbaAstuta)..
besos





domenica 16 dicembre 2012

regali

Oggi, giorno di pacchetti.

A me piace fare regali, vuoi per natale, vuoi per Compleanno però ho la tendenza a trovarmi all'ultimo e di solito, con pochi soldi in tasca.
Alcuni anni fa ero più diligente e in un qualunque periodo dell'anno, se trovavo qualcosa di adatto a tizio o caio, lo prendevo e tenevo da parte. Non so perchè ho perso l'abitudine.
Mah!

Comunque, sono abbastanza soddisfatta dei miei pacchettini.
Per Bella e Vale-Vale ho un paio di fiori in vetro. Poi per la famiglia di Bella e Kalos, visto che sono sempre estremamente gentili e ospitali con me, ho deciso di preparare una piccola scatoletta con il necessario per il cake-desing, che so piacere molto a loro.
Per Angioletto e Al ho preso due chiavette usb mentre per Stellina uno scaldamani (una specie di boul dell'acqua calda ma più piccola). A Medico una teglia per dolci, così si ricorda di cucinare e mangiare tra un paziente e l'altro, e infine per Mela un libro.
Poi biscotti e dolci a nastro.
Con Kalos siamo d'accordo di aspettare i saldi.
Poi per la famiglia, beh, lì devo ripetermi come un mantra "I love my family"..altrimenti piango!



Sono molto indecisa se fare qualcosa per Principessa. Conoscendomi, alla fine le preparerò un sacchettino con dei biscotti o qualcosa di simile, ma solo per edcazione: regalo qualcosa a tutti i burattinai, quindi mi sembra scortese non prenderle niente.
Eppure non so con che spirito farle qualcosa.
Sono giorni che ci penso e non so come comportarmi con lei.
la sto evitando più per impedire a me stessa di ricadere per l'ennesima volta nel vortice del "me la faccio passare e aspetto la prossima crisi". Mi è passata, mi è passata da un pezzo. Però non vogli ricaderci.
A quanto pare, anche al mio masochismo c'è un limite.
E lei non è stupida.
ha capito che qualcosa non va e ha smesso di cercarmi. Si limita a salutare e buttare lì un "come va" quando ci si incontra.
Sono sicura che per lei sono una stronza ma è lei quella che non ha voluto un confronto quando gliel'ho proposto. Adesso deve fare lei il passo.
Solo che io devo imparare a conviverci.




Seya

giovedì 13 dicembre 2012

evoluzioni

Stasera Mamma è fuori a cena da sola. Cosa che succede due volte l'anno per la forte protezione (possessione?) del marito, e per la sua indole.
In ogni caso, Seya non riesce a rientrare prima che la donna parta e quindi le manda un sms, ricordando quello che la madre le dice ogni volta che è lei ad uscire la sera.

Seya: "Stai attenta con la macchina e copriti che fa freddo! Non fare tardi..e se lo fai, avvisa!..ah, sì, divertiti!"
Mamma: "Non copiare"
Seya: "non copio, imparo"



Seya

mercoledì 12 dicembre 2012

nuovo mondo, vecchie regole

Avere a che fare con GiC mi permette di conoscere un lato del mondo della scuola finora inesplorato.
Conosco altri ragazzi down che hanno finito da poco la scuola ma il mio ruolo di amica non mi permeteva di conoscere le loro problematiche e esigenze all'interno del mondo scolastico.

Come ho già detto, GiC sa perfettamente quali sono i suoi diritti, primo tra tutti quello di restare in classe e seguire le lezioni.
La professoressa di Matematica, però, sembra non essere della stessa opinione.
Ogni scusa sembra buona per mandarlo fuori dalla classe con l'assistente sociale, spesso accompagnato da qualche altro alunno indisciplinato in modo che il povero cristo del sistema sociale sia costretto a fare il guardiano.
Tra l'altro, tra insegnante e assistente sociale c'è pochissima comunicazione e questo fa sì che la famiglia sappia le cose con settimane di ritardo.
Mi sembra quasi che la donna stia seguendo le regole di un mondo passato, morto, in cui i ragazzi con problemi non erano tenuti a ricevere un'istruzione. Potrei pensare di farle recapitare per Natale la costituzione, con evidenziati gli articoli per il Diritto allo studio. Le si aprirebbe un nuovo mondo.

Questo ha ovvie ripercussioni sul programma di GiC e, più importante, sulla sua integrazione.
Non mi ha mai detto niente di cattiverie o bullismi in classe, anzi sembra amato da tutti, come come si può pretendere che si integri a livello sociale se non può neanche partecipare alle lezioni.

La madre di GiC, esaurita dal comportamento della donna, rifiuta di andarle a parlare, "altrimenti dovrei portarmi dietro un carabiniere", parole testuali.
Mi domando se non potrei fare io qualcosa.
Vorrei andare a parlare con l'insegnante, non tanto del suo metodo di insegnamento o del suo lavoro, quanto per capire che cosa ha intenzione di far studiare al mio bimbo da qui a maggio.

Oggi, ad esempio, avrebbe dovuto fare compito di Geometria sul teorema di Pitagora (e il fatto che sia già arrivata al teorema di Pitagora dimostra quanto vada veloce nella spiegazione).
Ieri mi è stato detto che GiC non avrebbe dovuto sapere i casi particolari (semi-quadrato, semi-equilatero) ma solo la regola generale.
Peccato che abbia passato tutta sabato pomeriggio a spiegarglieli con i pennarelli colorati, i post-it e le formule.
Ieri le sapeva ancora e mi continuava a chiedere: "Ma perchè non posso dirli visto che li so?".
Per la prima volta mi è sembrato di trattarlo veramente come un'idiota, costringendolo a risolvere gli esercizi con il metodo completo, invece che con le formule rapide che mi snocciolava con facilità.

Ora, io non mi lamento del tempo "perso" a insegnarli le formule o dei soldi che la famiglia mi ha dato per queste lezioni (per quanto mi senta in colpa ad accettarli).
Vorrei solo che lui non mi guardasse di nuovo con quell'espressione delusa da "io so e non posso dimostrare".

Settimana prossima altra verifica sulle proporzioni (mai vista una classe fare così tante verifiche in un trimestre). Come pensa che io possa aiutarlo nel risolverle, se lei lo lascia fuori dalla classe, impedendogli di avere per lo meno un'infarinatura, e non comunicando le sue scelte all'assistente sociale. Io so già che tutto questo che gli farò tra venerdì e sabato, poi martedì non servirà.

Vorrei veramente parlarci. Per lo meno per capire il perchè di tutta questa difficoltà. E' ovvio che all'interno di una classe di venti persone sia difficile star dietro ad un ragazzo con i problemi di GiC, ma esiste l'insegnante di sostegno per questo.
L'insegnante di sostegno resta in classe, scrive quello che la professoressa dice e ripete al ragazzo i concetti base.
Poi il resto del lavoro se lo cucca la famiglia, visto che viviamo in una nazione in cui i servizi sono ridotti all'osso.

Secondo mia madre non devo andare dall'insegnante per due motivi (non sbagliati, eh!):
Primo, potrei mettere in difficoltà la famiglia, rischiando di aggravare l'antipatia (perchè altra causa non la vedo) dell'insegnante verso GiC. Secondo, rischio che la donna non "insegni" più nulla al ragazzo pensando che tanto ci penserò io a tappare i buchi e le falle delle sue non-spiegazioni.
Voi cosa mi dite?


Seya

lunedì 10 dicembre 2012

cantiam cantiam

Sottofondo del mio lavoro di tesaggio (ovvero scrittura della Tesi con l'orrido programma Latex) sono le sigle dei cartoni animati degli anni '80-'90.
Piu` alcune piu` moderne che mi piacciono particolarmente.

Perche` la scelta?
Per caso.

Per scrivere al pc presso l'aula infromatica dell'Universita` ed evitare disturbatori o rumori esterni, avevo messo su una mia playlist da youtube.
Mi addormentavo.
Poi ecco suonare questa e risvegliarmi di colpo!
Da allora ha preso il via questa abitudine.

Un po' pazza, un po' peculiare. Ma tutta mia!

Ora tocca a questa:

...e devo stare attenta a non mettermi a cantare!

Seya

domenica 9 dicembre 2012

fortuna

L'altro giorno, correndo per Venezia in preda al ritardo, stavo pensando a quanto sono stata fortunata nella mia vita.
Ho visto molti posti, ho vissuto molte sensazioni.
Non capisco come possano esserci persone che non amano viaggiare e preferiscono spendere i loro soldi in abbigliamento e hi-tech, piuttosto che muoversi.  Angioletto è uno di questi. Ed è uno dei nostri punti di lontananza. Io non capisco lui, lui non capisce me.
Si sorprende che io mi muova, oggi Padova, domani Venezia, poi Firenze, dunque Londra e la Spagna. Per lui sono sempre in giro.
Mi chiede come io faccia visto i costi. Poi mi mostra la camicia nuova e mi dice di essere stato fuori a cena e poi disco con Al e amici.
Gli faccio notare la differenza, eppure mi sembra non capisca.
E alla fine, eccoci qui, diversi eppure entrambi convinti di essere fortunati.

La mia fortuna, le mie avventure.

Ho visto l'alba, la prima, dalla spiaggia australiana, ho nuotato nella barriera corallina, ho vissuto la libertà di San Francisco, e mi sono immersa nella frenetica notte di Miami.
Ho odorato le spezie di Les Lafayettes di Parigi e il profumo delle rose dei giardini a Versailles.
Ho corso in giro per Londra e mi sono addormentata sulla terra rossa della Spagna.
Ho navigato per i canali di Cambridge e passeggiato lungo l'Arno, la Senna, il Tevere, il Brenta, il Danubio, il Tamigi.

Poi torno a casa e mi sento sempre più piena. Mi convinco che non potrei mai emozionarmi più di così.

Poi entro a San Marco.

Un giro veloce, una visita turistica, panoramica, molto poco seria e accurata.
Eppure sempre così profonda.

Adoro i mosaici in vetro dipino nella genesi, nell'atrio, e le tessere in foglia d'oro dell'arcata principale.
Le storie della Bibbia in perfetto ordine, raccontate in maniera intuitiva e precisa.
Prima della venuta di Cristo i simboli, dopo le figure antropomorfe.
Una moltitudine di colore, quasi mostrosa se messa a confronto con la semplicità e naturalezza della cripta, tanto bassa da costringermi a tenere la testa piegata.

Ho toccato le colonne in avorio, cesellate, del baldacchino; ho seduto sulle sedie della navata principale, ho percepito l'odore misto di incenso e cera dell'altare.

E poi la Pala d'oro, girata verso il pubblico per le celebrazioni dell'Immacolata. Le colonne. I mosaici del pavimento, splendidi giochi geometrici in marmo e pietra dura.

Uscendo ripensavo alla fortuna di poterci tornare per Natale ed assistere alla messa di mezzanotte.
Credevo che la serata sarebbe finita con quell'emozione e sono rimasta senza respiro.
Nevicava.




Seya

giovedì 6 dicembre 2012

Csaba

L'altro giorno (a dire il vero era Domenica scorsa) ho acceso la tv poco prima di pranzo e mi sono vista Realtime. Nello specifico, un particolare programma di tale Csaba della Zorza.
Mia madre, la cui cultura in tema è quasi spaventosa, mi dice che la tizia in questione è una signora di casata che si pronuncia di stile e insegna a cucinare.

Il programma di per sè non è diverso da uno dei cento programmi di cucina che attraversano la tv, quello che cambia è il tono della tizia.
La signora, nella fattispecie, veste con gonne anni Cinquanta, usa un trucco acqua e sapone e parla come si stesse riferendo ad un povero idiota, sussurrando parole e "bacchettando" con affetto quanti prestano poche attenzioni.
"In cucina bisogna fare attenzione!" dice lei per poi sorridere con una delle espressioni più plastiche che io abbia mai visto.
Poi si rivolge ai suoi quattro figli, anche loro inglobati nel format e che, ovviamente, non hanno dei nomi "standard" (o magari lo posseggono ma non viene usato) e risultano rispondere ai nomi di Dodo, Jakie, Lily e Non-mi-ricordo.
Questi poveri bambini, che sembrano usciti da una rivista burberry-under-ten e che rispondono alla mamma con un mesto "sì, mamma/No, mamma" (che io ho sentito dire per l'ultima volta quando avevo dieci anni e guardavo l'ennesima replica di Pollyanna, o qualcosa di simile), aiutano la mamma a dosare gli ingredienti (già precedentemente pesati) o dispongono i biscotti e i cupcakes (che lei chiama "LE" cupcakes..ma quando mai?!)  sulle alzate (che tutti hanno in casa!).
Poi ovviamente, uno dei bimbi combina un guaio e la mamma lo riprende con uno stucchevole:
-Oh, Dodo, che pasticcione che sei! non si fa così. No, no-
Al che il bimbo si allontana dalla scena e la tizia, guardando dritta in telecamera, afferma:
-I bambini sono un pò maldestri. Ma si divertono tanto. Questo può essere un ottimo momento da passare con i vostri figli. Si divertiranno tanto-
Ma certo, perchè tutti hanno una cucina all'americana limpia e brillante, che repelle lo sporco, un kenwood pronto all'uso con tutti gli optional per montare qualunque consistenza, e sopratutto quattro figli che ti rispondono "No mamma" o "Sì, mamma".

Poi la scena si sposta in salotto, tutta arredata per Natale (e non è ancora passata l'Immacolata, quindi avere l'albero già pronto porta sfiga, tié!), il caminetto acceso e i bambini seduti per terra, su una coperta, ognuno con un orsetto.
-Il momento della merenda è un momento speciale per ogni bambino. Prendete una coperta e stendetelo in un angolo tranquillo della sala, creando un ambiente magico e intimo, in cui i bambini possano rilassarsi per mangiare qualcosa e riposare prima di riprendere le loro attività-
Ovvero distruggere casa, impolverare le stanze e distruggersi i giocattoli reciprocamente.

La puntata si conclude con la tizia che ripercorre le ricette fatte e le idee proposte.
E tanti ringraziamenti a inservienti, babysitters, truccatori e cuochi vari.




Seya

lunedì 3 dicembre 2012

Pomeriggio all'italiana

Ieri pomeriggio, per tutta una serie di motivi, mi sono ritrovata in un bar a sorseggiare un the` caldo.
Mi e` sembrato di essere entrata in uno di quei film italiani, commediole, che raccontano spaccati vita, che a volte ti chiedi dove avvengano.

Piccolo bar, pioggia fuori, roulettes che vanno, proprietari cinesi che azzardano battute nel loro italiano acuto.
E vecchiotti che guardano la partita di calcio, chiacchierando del campionato, di politica e del tempo.

Difficile die se piacesse loro parlare piu` del caligo di questi giorni, di Donadoni o del goto de vin che piacerebbe loro bere in compagnia di Bersani.

Erano cinque o sei, mai una parola sulle rispettive consorti, poco interesse per i nipoti degli altri e totale disinteresse per tutto quello che dice il giornale, eccezione fatta per le pagine conclusive, quelle dello sport.

E nell'intervallo? Gratta&Vinci, ovviamente.


Un curioso siparietto.




Seya