mercoledì 12 dicembre 2012

nuovo mondo, vecchie regole

Avere a che fare con GiC mi permette di conoscere un lato del mondo della scuola finora inesplorato.
Conosco altri ragazzi down che hanno finito da poco la scuola ma il mio ruolo di amica non mi permeteva di conoscere le loro problematiche e esigenze all'interno del mondo scolastico.

Come ho già detto, GiC sa perfettamente quali sono i suoi diritti, primo tra tutti quello di restare in classe e seguire le lezioni.
La professoressa di Matematica, però, sembra non essere della stessa opinione.
Ogni scusa sembra buona per mandarlo fuori dalla classe con l'assistente sociale, spesso accompagnato da qualche altro alunno indisciplinato in modo che il povero cristo del sistema sociale sia costretto a fare il guardiano.
Tra l'altro, tra insegnante e assistente sociale c'è pochissima comunicazione e questo fa sì che la famiglia sappia le cose con settimane di ritardo.
Mi sembra quasi che la donna stia seguendo le regole di un mondo passato, morto, in cui i ragazzi con problemi non erano tenuti a ricevere un'istruzione. Potrei pensare di farle recapitare per Natale la costituzione, con evidenziati gli articoli per il Diritto allo studio. Le si aprirebbe un nuovo mondo.

Questo ha ovvie ripercussioni sul programma di GiC e, più importante, sulla sua integrazione.
Non mi ha mai detto niente di cattiverie o bullismi in classe, anzi sembra amato da tutti, come come si può pretendere che si integri a livello sociale se non può neanche partecipare alle lezioni.

La madre di GiC, esaurita dal comportamento della donna, rifiuta di andarle a parlare, "altrimenti dovrei portarmi dietro un carabiniere", parole testuali.
Mi domando se non potrei fare io qualcosa.
Vorrei andare a parlare con l'insegnante, non tanto del suo metodo di insegnamento o del suo lavoro, quanto per capire che cosa ha intenzione di far studiare al mio bimbo da qui a maggio.

Oggi, ad esempio, avrebbe dovuto fare compito di Geometria sul teorema di Pitagora (e il fatto che sia già arrivata al teorema di Pitagora dimostra quanto vada veloce nella spiegazione).
Ieri mi è stato detto che GiC non avrebbe dovuto sapere i casi particolari (semi-quadrato, semi-equilatero) ma solo la regola generale.
Peccato che abbia passato tutta sabato pomeriggio a spiegarglieli con i pennarelli colorati, i post-it e le formule.
Ieri le sapeva ancora e mi continuava a chiedere: "Ma perchè non posso dirli visto che li so?".
Per la prima volta mi è sembrato di trattarlo veramente come un'idiota, costringendolo a risolvere gli esercizi con il metodo completo, invece che con le formule rapide che mi snocciolava con facilità.

Ora, io non mi lamento del tempo "perso" a insegnarli le formule o dei soldi che la famiglia mi ha dato per queste lezioni (per quanto mi senta in colpa ad accettarli).
Vorrei solo che lui non mi guardasse di nuovo con quell'espressione delusa da "io so e non posso dimostrare".

Settimana prossima altra verifica sulle proporzioni (mai vista una classe fare così tante verifiche in un trimestre). Come pensa che io possa aiutarlo nel risolverle, se lei lo lascia fuori dalla classe, impedendogli di avere per lo meno un'infarinatura, e non comunicando le sue scelte all'assistente sociale. Io so già che tutto questo che gli farò tra venerdì e sabato, poi martedì non servirà.

Vorrei veramente parlarci. Per lo meno per capire il perchè di tutta questa difficoltà. E' ovvio che all'interno di una classe di venti persone sia difficile star dietro ad un ragazzo con i problemi di GiC, ma esiste l'insegnante di sostegno per questo.
L'insegnante di sostegno resta in classe, scrive quello che la professoressa dice e ripete al ragazzo i concetti base.
Poi il resto del lavoro se lo cucca la famiglia, visto che viviamo in una nazione in cui i servizi sono ridotti all'osso.

Secondo mia madre non devo andare dall'insegnante per due motivi (non sbagliati, eh!):
Primo, potrei mettere in difficoltà la famiglia, rischiando di aggravare l'antipatia (perchè altra causa non la vedo) dell'insegnante verso GiC. Secondo, rischio che la donna non "insegni" più nulla al ragazzo pensando che tanto ci penserò io a tappare i buchi e le falle delle sue non-spiegazioni.
Voi cosa mi dite?


Seya

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