martedì 18 dicembre 2012

Golden Gate

Vikram Seth è uno dei miei scrittori preferiti. E' colui che mi ha fatto ridere con la storia tutta indiana de "Il ragazzo giusto" e che mi ha emozionato con una delicata ma non stucchevole storia d'amore, "Una musica costante".

Adesso torna e scrive in versi.
"Golden Gate" è il primo libro che ho letto dopo un lungo periodo di pigrizia letteraria.
Potrei dire che mi ha emozionato ma non è esattamente così, oppure che mi ha entusiasmato, ma sarebbe esagerato.
Mi ha stuzzicato.
Una storia dalla voce polifonica, una rima vispa e non scontata, un generale senso di determinatezza.
Non è un libro che vuole spiegare il mondo, coglierne aspetti particolari o insegnare qualcosa.
E' più una finestra sul mondo.
La vista di alcune persone, con le loro gioie, i loro pensieri, le loro vicissitudini e anche i loro errori, rivisti in rima.
Mi piacerebbe leggerlo in inglese per scoprire se alcune delle (geniali) rime presenti sono dell'autore o siano frutto di un'ottima traduzione.
Prima o poi leggerò, poi dirò.

Questo è il libro che ho deciso di regalare a Mela.
Non l'ho scelto per motivi particolari. E' stata una scelta dettata dalla spontaneità e dal senso di familiarità che mi ha trasmesso.
Lo stesso che provo ogni volta che la vedo, come tornare a casa.


Seya

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