mercoledì 28 novembre 2012

GiC

Ho iniziato a far ripetizioni di matematica al figlio di un collega di mia madre.
Fin qui, niente di strano.
Il fatto e` che il ragazzo in questione e` affetto da una sindrome neuro-motoria e rientra, pertanto, nel mondo dei disabili.

A livello mentale e di apprendimento, ci sono problemi piu` che altro riguardanti la lentezza nell'apprendimento e alla difficolta` nell'individuare alcuni concetti: Per lui l'astrazione (quindi concetti di area o superficie) e` molto difficile da concepire.

Ero molto spaventata all'inizio. Sono abituata alla sindrome down, non ai problemi di apprendimento.
Eppure i miei timori sono stati spazzati via per due motivi: i genitori mi hanno messa subito a mio agio, spiegandomi cosa fare e dandomi supporto e fiducia; e, soprattutto, il ragazzo e` tutt'altro che tonto.

Credo sia uno dei ragazzi piu` svegli che abbia mai conosciuto.
E trovo molto piu` stimolo e orgoglio nel vederlo raggiungere i suoi obiettivi, piuttosto che sapere che BimbaAstuta o Bimbo prendano buoni voti.

Anche egli, che chiameremo GiC (Genio in Carrozzina), ha tredici anni e fa la seconda media (quest'anno tutti allo stesso livello me li trovo) ma, a differenza degli altri due, ha da completare un programma semplificato, ma non per questo non impegnativo.

Uno dei problemi maggiori che ho riscontrato e` proprio dettato dall'insegnante.
L'esimia docente, infatti, e` un'arzilla signora che attende la fine dell'anno per andare in pensione e che ha poca pazienza per seguire il suo inserimento speciale. Da quelo che ho capio aveva fatto richiesta per non averlo nella propria classe ma e` stata costretta a tenerlo. Non un buon presupposto per partire.

Il secondo problema e` l'insegnante di supporto che, per quanto competente (voglio sperare), tende a non scrivere correttamente cosa GiC debba o meno studiare. E sapere se e` necessario fargli memorizzare o meno la Formula di Erone, non e` poco.

Il terzo e`, ovviamente, legato al suo problema fisico.
GiC non e` infatti in grado di scrivere. La mamma mi ha informato che l'anno scorso si pensava di fargli scrivere la matematica con il computer (GiC riesce a scrivere con la tastiera, molto lentamente) ma nessun programma e` tanto veloce e performante, e quindi risulta migliore arrivare con le cose gia` scritte e poi completarle insieme.
Il non poter scrivere ha, tra le altre cose, una conseguenza molto ovvia: tutti quelli che sono i "procedimenti di penna", ovvero i metodi che non si imparano ma si memorizzano a forza di scriverli e riscriverli negli esercizi, lui non li memorizza velocemente.
Lui le cose le deve capire talmente tanto a fondo da poter poi dettare il procedimento allo scrivente di turno e quindi fare il compito.

Ha una memoria incredibile.

La cosa che, pero`, apprezzo di piu` in lui e` la grande consapevolezza che ha di se stesso, sia considerando la sua natura, sia considerando la sua eta`.
Non sono tanti i tredicenni che sanno cosa la legge gli garantisce, cosa la scuola gli deve permettere e fornire, cosa i genitori gli devono dare e insegnare.
Sa tutte queste cose.
E le sa talmente tanto da essere perfettamente in grado di sostenere una conversazione in cui si parla di diritti, di responsabilita` e di problemi, legati a quella che e` la sua disabilita`.
La prima cosa che mi ha fatto intendere quando l'ho conosciuto e` stata:
"Io so quali sono i miei limiti. Non li potro` mai superare pero` tu aiutami a raggiungerli".

Non so se il mio aiuto gli servira` e in che misura. So solo che da lui avro` grandissime soddisfazioni.



Seya  

sabato 24 novembre 2012

Andrea

Ho volutamente lasciato passare alcuni giorni dal fatto per commentarlo.
Avrei potuto fare come tutti gli altri fatti: informarmi, farmi un'idea e lasciarla al parlato.
Stavolta ne scrivo qui.
Ho evitato l'ashtag #ioportoipantalonirosa su twetter o l'avatar total-pink su FB, ma non perchè la vicenda non mi tocchi.

Inutile che ripeta cos'è successo.
Leggete un giornale di alcuni giorni fa e saprete tutto.
Su quelli di oggi non troverete nulla, o comunque poco, perchè come tutti i fatti importanti ma scomodi, "scade" in 24h.

Non starò qui a ripetere il solito "mi spiace", il solito dito contro famiglia/amici/scuola, il solito brontolio da "non doveva succedere".

E' ovvio che mi dispiaccia e cui tutti ne sia rimasta ferita.
E' ovvio che ci siano colpe anche a livello familiare, scolastico e sociale.
E' ovvio che non sarebbe mai dovuto succedere.
Ma piangere adesso non serve a nulla. Sarebbe servito dare un sostegno prima, chiudere una pagina FB, ovvia opera di bullismo, creare un punto di sostegno per un ragazzo solo.

Piangere adesso serve poco.

L'unica vera azione che mi viene in mente è portare il mio sostegno ad altri ragazzi che mi sono vicini, dire loro "io non ti giudico, tu per me non sei diverso", e al contempo educare chi mi circonda, anche con gesti stupidi.
Girare la testa o lasciar correre chi dice "finocchio", "frocio", "ricchione" non è più tollerabile.
Educare una persona significa avere nella società una persona in meno che si sentirà libero di ridicolizzare gli altri.

Nella vicenda sembra sia implicata un'insegnante che si è permessa un'osservazione, forse neanche la prima. Ora, io non so se fosse una ripresa, un commento negativo o una battuta. In ogni cosa è un'azione scorretta.
Tu, insegnante, ti meriti un Vaffa con i controfiocchi. Sei figlia di ignoranza e il tuo voler ricoprire il ruolo di educatrice rende la tua ignoranza assolutamente miserabile.

Forse a causa della settimana "religiosa" che ho passato, mi è venuta una riflessione.
Tra le poche cose che so di Dio è che egli ci ha creato a sua immagine e somiglianza. Mi risulta inoltre che egli sia perfetto e assoluto. La somma di queste due proposizioni ha un'unica ovvia conseguenza: ognuno di noi è perfetto così come nasce.
Ma a quindici anni ci si interessa a Dio e alla perfezione?
Non lo so. Non lo ricordo.
Forse però una parola positiva avrebbe potuto fare la differenza.

Ora le cose si sgonfiano. Nessuno ne parla più.
Spero solo che non passi l'ultima versione che ho letto: sembra che il nonno del ragazzo abbia fatto delle dichiarazioni per cui il nipote non è mai stato omosessuale, era vittima di bullismo però innamorato di una ragazza.
Vorrebbe l'istigazione al suicidio con la condanna per diffamazione.

Spero non passi questa tesi perchè sarebbe come ucciderlo di nuovo.

Negare l'omofobia che è dietro alla sua morte è come negare la sua natura.
Non si può permettere.

Il nostro diritto penale non ha bisogno dell'ennesima condanna per diffamazione, ha bisogno di una legge contro l'omofobia e una prima condanna per omofobia.
E' necessaria per rimetterci al passo con tutto il mondo, per correttezza e giustizia verso il ragazzo e quanti come lui hanno perso la vita.
Ma anche per tutti quelli che sono vittima di bullismo.

La società non cambia dopo una fiaccolata.
La società cambia con un progetto chiaro e continuativo.

Ora come ora, la società, anche se mette gli occhiali, non vede l'uguaglianza ma solo la diversità.


Seya


giovedì 22 novembre 2012

La Madonna della Salute

Ieri mattina, sopo essere andata a lezione, mi sono seduta su una panchina di Campo Santa Margherita (Venezia) a leggere il libro del momento, Radici di Alex Haley.

Mentre Kunta Kinte si lamenta dei suoi Massa e delle strane abitudini dei taubog, intorno a me si dipanano le vicende di moltissimi veneziani e alcuni turisti, quelli non mancano mai.
Molti bambini a casa per la Festa della Madonna della Salute.
E quindi, finchè nasce Kizzy, alcuni bambini, allietati da n cielo ceruleo e limpido, fanno giocato con il frisbee.
Finché Kunta si lamenta della moglie, le nonne si trovano e si congratulano a vicenda di quanto siano belli i loro nipotini.
Infine, mentre Kunta medita l'ennesima fuga dal latifondo, le siore si dipanano tra i banchetti del piccolo mercatino dell'antiquariato di Campo San Barnaba.
In lontanaza un delizioso profumino avvisa che Tonolo, la pasticceria, sta sfornando le sue prelibatezze. O è Colussi?

E' stata una mattinata tranquilla e leggera, di quelle che non mi capitavano da una vita e che avrei voluto non finissero. Ma non era possibile, bisognava assolvere ai propri doveri.

Mi sono lanciata nella grande festa cittadine con le altre donne della famiglia (Mamma, Zia e Cugina) e insieme abbiamo degnamente festeggiato la Madonna, la Salute e tutti gli annessi e connessi.

Prima si mangia la castradina, una minestra tipica della festa fatta con verze e castrato di montone, utile perchè il grasso della carne, dopo 24h di bollore, aiuta gli ammalati, ma non la dieta.
Poi ci si dirige come in processione verso la Chiesa della Salute e si comprano le candele, o si riciclano quelle di Natale.
Infine si fa la coda e si entra in Chiesa, tanto per aiutare chi ha male ai piedi.

Insomma, si arriva con lo spirito giusto.

Si prega, si accende la candela (che dopo una decina di minuti viene spenta per consentire a tutti  di eseguire la pratica, e non dar fuoco alla chiesa) quindi ci si porta al centro della Chiesa, punto segnato sul pavimento con un tondo di pietra blu e "sul cielo" con la ghianda del lampadario, e si chiede la benedizione.
Questa parte io l'ho evitata. Io e la Vergine siamo d'accordo che, io faccio lo sforzo di entrare in Chiesa, lei mi solleva da altri obblighi religiosi.
Comunque, dopo aver adempiuto al proprio ruolo di cristiano, si esce dalla Sagrestia, ammirando i meravigliosi Tiziano esposti e bellamente ignorati, e si va alle bancarelle di cibo, in perfetto stile sagra, dove si mangiano ciambelle fritte e frutta secca caramellata.
La globalizzazione vuole che ora, sui banchetti, si trovino anche croccanti, cremini, ciambelle americane, paste di mandorle e specialità sicule.
Personalmente, preferisco la frittella gigante e bollente.
Si recupera un palloncino e si torna a casa.

Il tutto dura un paio di ore, non di più, eppure il continuo viavai di gente, di veneziani, fa capire che la città tutta si mobilita perchè è attaccata alle proprie tradizioni.
E non importa se per un giorno non si produce, se ci si prende ferie o permessi, se si va contro il modello tedesco. E' la nostra tradizione.
E va conservata.



Seya

PS: Ovviamente, dopo essere andata a farmi benedire, nel vero senso della parola, sono a casa ammalata con la febbre. C'è da farsi qualche domanda..

lunedì 19 novembre 2012

c'erano una volta due ragazze..

La pigrizia dell'ultimo periodo e` molto legata al disinteresse quasi totale per alcune delle persone che mi circondano.
Non e` disinteresse legato a superiorita` o a cattiveria, e` una sorta di difesa dal male che mi hanno fatto o che mi stanno facendo.
Risulta piu` facile allontanare il dolore piuttosto che affrontarlo, si dice come a voler puntare il dito contro chi lo fa.
In realta` anche allontanarlo non e` poi cosi` indolore.
Specialmente quando l'hai affrontato talmente tante volte da uscirne esaurita.

Con Principessa i rapporti sono strani.
Mi ha ferito molto in profondo e non vuole vederlo, non vuole parlarne, non vuole preoccuparsene, forte del fatto che "io sono cosi`, sei tu che non mi capisci".
E' convinta di essere nel giusto, di avere ragione, di essere lei la povera vittima immolata.

Mi far stare male.
Anche perche` fa finta che non sia successo niente. Da una settimana a questa parte e` tornata a comportarsi come la Principessa che ho sempre conosciuto, a parlarmi tranquilla e serena, a entrare e uscire da un'aula solo per salutarmi.
Cerco di essere educata. Di rispondere ma di non farmi coinvolgere o mostrarmi piu` interessata di quello che sono.
QUesto comportamento sta portando al disinteresse verso di lei.

Una parte di me sta molto meglio.
La mia parte "zerbino", quella che tende a fungere da punchball per il malumore altrui, a essere di gomma in modo che, se mi tocchi, non mi fai male. Questa parte qui era stata messa a dura prova e la gomma a poco a poco si stava seccando e rompendo.
Ora sta ricostruendo utili cellule elastiche.

Ma una parte di me ci sta male. Malissimo.
E la cosa peggiore e` che gli altri, quelli che ci sono, sembrano non preoccuparsi della cosa. O perche` hanno un brutto rapporto o alle strette con la ragazza, o perche` non vedono il mio malessere.
Ci sono poi quelli che sono solo contenti della cosa, visto che da un paio di settimane a questa parte sono molto piu` equilibrata e serena.
Vorrei che qualcuno mi chiedesse come sto.
Kalos l'ha fatto ma non posso chiedere ad un diciasettenne di prestarmi la sua spalla per piangere. Primo perche` ha la sua vita, i suoi problemi, le sue cose; seocndo perche`, per quando estremamente maturo, non capirebbe.
Forse, in realta`, alla fine sarebbe l'unico a capire.

Mi sembra di essere una pazza complessata in mezzo ad immaturi.
Non e` che forse sono io l'immatura?

L'unica persona, ora come ora, che vorrei al mio fianco, ovvero Stellina, non puo` esserci. E` legata a Principessa ed e` meglio che le stia molto vicina perche` il giorno in questa capira` quanto e` vasto il divario che si sta creando tra noi, soffrira` come mai prima e solo lei potra` sostenerla.
Io, sola come sempre, vado avanti.


Seya

domenica 18 novembre 2012

rumore

Sono reduce da una nottata in discoteca, discoteca gay, ovviamente.
Il che significa che non eravamo più di 20 ragazze, trans comprese. Probabilmente l'unico locale di Padova in ci non c'era coda per il bagno femminile, mentre per quello maschile serviva la prenotazione!
Non è stato male. Ero lì con Al e Angioletto, cosa che mi ha fatto sentire un pò come terza incomoda in alcuni momenti, ma loro sono dei tesori e non me lo fanno pesare. Comuqnue, non è quello che mi ha dato fastidio.

Io non sono un animale da discoteca. Una volta a stagione mi basta e avanza, eccezione fatta per il Village estivo che ha un, unico, grandissimo privilegio dalla sua: è all'aperto e dunque la musica si spande i tutte le direzioni, non solo verso di te, stordendoti.

Comunque, il posto aveva appena cambiato gestione per l'ennesima volta e quindi si era lì per un'altra apertura.
Il locale è letteralmente un buco: una grande sala con una piccola console, divani sparsi che impediscono il movimento (per sedervisi si pagava un supplemento), bar interessante.
La serata è decollata tardi, intorno alla Mezzanotte. Prima eravamo tutti all'Anima a far finta di conoscerci, di essere amici e di trovarci simpatici quando in realtà si era solo in esplorazione per capire chi portarsi a letto per quella sera. 
Grandi ospiti gli animatori del Village.

Di per sè, dunque, niente di male.

Il problema è stato il rumore.
A me piacciono tutti i tipi di musica, sono molto eclettica. Quindi, mettete su qualunque cosa e inizierò a ballare, muovere la testa a tempo e dimenticarmi chi sono.
Ma evitate di perforarmi i timpani.
Il volume della musica era altissimo e il remix faceva abbastanza pena, viste le contiminazioni techno che sembrano piacere tanto ultimamente.
Gli animatori poi, quelli del Village, il loro lavoro lo sanno fare decentemente. Solo i dj hanno pensato bene di settare i loro micofoni (oltre ad un volume esagerato) con un impronta particolarmente acuta e un riverbero che faceva tremare il pavimento.
Dopo due ore, non sentivo più niente.
Mi sono allontanata dalla pista, ho ordinato una bottiglia di acqua (stavo facendo la sauna) e mi sono messa dietro a woofer cercando di tornare sulla terra.
Gli altri due hanno continuato a ballare, più che altro perchè loro potevano permettersi di ignorare la musica e dedicarsi l'uno all'altro.
Dopo un'ulteriore ora di quel caos, ho ceduto, salutando e tornando a casa.

50km/h e attenzione massima.
Non sentendoci, non ho voluto rischiare.
E' capitato che tornassi a casa dopo aver alzato il gomito. Ecco in quelle occasioni mi sentivo più sicura rispetto a ieri sera.
Ho abbacciato il cuscino e mi sono addormentata con il ronzio nelle orecchie.

Stamane va molto meglio. Non ci sono i miei e dunque non ho sollecitazioni e gente che parla. Ho messo su un leggerissimo piano di Rachmaninov e resto sul divano.

Della serie,  buongiorno giovani della notte, leoni, che la mattina vi svegliate coglioni!


Seya

PS: piccolo siparietto.
Angioletto balla, bello e tranquillo. Io copro Al. Un tizio si avvicina ad Angioletto e gli mette in mano un foglio di carta con numero di telefono, nome e ovvia proposta erotica.
Al sgrana gli occhi, afferra il foglietto, lo butta a terra e inizia a saltarci sopra.
Io mi stavo sganasciando dalle risate.
Fortuna che il ragazzo non è geloso!

venerdì 16 novembre 2012

numeri

Il bimbo delle ripetizioni sta facendo la radice quadrata e mi dice che non si può calcolare la radice di un numero con il meno davanti.

Mi sono dovuta trattenere dal raccontargli dei numeri complessi...e anche dei numeri negativi visto che non ha fatto neanche quelli!!



Seya

martedì 13 novembre 2012

l'Arpio

L'Arpio non è il maschio dell'arpia.
Troppo facile!
L'Arpio è l'arpista maschio, ovvero il musicista che, in barba agli stereotipi e ai canoni musicali decide di dedicarsi ad uno strumento prettamente femminile, l'Arpa.

Nella fattispecie, l'Arpio in questione è Emmanuel Ceysson.

Ieri sera ha tenuto un concerto presso il Conservatorio di Padova cui sono intervenute, del tutto impreparate ma molto curiose, anche Seya e sua madre.

Il repertorio per Arpa Solista non è molto vasto ma può contare su alcuni grandi maestri che hanno creato pezzi notevoli e su arrangiamenti di pezzi per pianoforte che sfruttano la grande varietà di suoni di questo meraviglioso strumento.
Tra i maestri troviamo Prokofiev, Bach figlio, Salzedo e una sfilza di giapponesi.
Tra gli adattamenti, meravigliosi i pezzi operistici come la Fantasia della Carmen o Les Contes d'Hoffmann di Offenbach.

Seya e Mamma, come abbiamo detto, sono intervenute completamente impreparate e questo ha avuto dei risvolti molto comici come:

Seya: -Sono curiosa di sentire questo pezzo giapponese- (Gesine di Hosokawa, ndr)
Mamma: -Secondo me sarà una di quelle musiche da meditazione-
Seya: -Sdeng, pausa; sde-deng, pausa?-
Parte la musica.
Sdeng - pausa - sdeng - pausa - sdedeng - pausa..
Seya: -Mamma, sei un genio-

oppure

Arpio annuncia il bis nel suo francese stretto.
Seya: -Fantasia..ma de che? Non ho capito? Carmel?-
Mamma: - Non ho capito-
Parte la Fantasia della Carmen.
Seya (a voce alta, senza volerlo): -Ah, ma è la Carmen!-
Mezza sala che si gira verso di lei.
Seya: -Ops..-

In conclusione un concerto estremamente piacevole che ha aperto a nuove sonorità. Seya e Mamma hanno comprato i cd dell'Arpio con grande piacere (e che crepi l'avarizia) e ora si daranno allo studio.





Seya

domenica 11 novembre 2012

estate di San Martino

Oh Novembre, come sei bello
abiti in un castello,
ornato di fronde e foglie d'oro
che brillano come un tesoro.
Tu porti foglie di tutti i colori
e per i morti tanti fiori.
Tu ci porti la festa dei Santi
vino e castagne per tutti quanti.
E con la festa di San Martino 
è contento ogni bambino.


...Specialmente la "piccola" Seya!!

Il nostro San Martino

Non so se si nota il matello rosa-paris-Hilton del mantello. No? Guardate qui:
dettaglio del colore
E con i resti cosa si fa? Si prendono gli avanzi della torta e si decora in perfetto stile Pollock!



Oppure, si può sempre farsi una cura di glucosio con le dita in ciotola!




Seya

sabato 10 novembre 2012

da Guida

Seya si reca in bottega da Guida per darle una mano.
La cassa di cui è dotata la bottega è di quelle elementari, prive del programma cui Seya è abituata.

Seya vuole aprire il cassetto del registratore per recuperare uno scontrino.
Sulla tastiera non trova il pulsante apposito e schiaccia il pulsante che le sembra più corretto. La cassa le dà errore e inizia e suonare. Seya schiaccia "C" per eliminare il comando. Il bip. si ferma, la cassa continua a dare errore.

Seya volge occhi disperati verso Guida che le fa segno di aspettare un minuto che finisce di parlare con un cliente.
Seya annuisce e proprio in quel momento nota una signora con spesa sul bancone, in attesa dello scontrino.
Seya e signora si squadrano per alcuni secondi poi la signora dice:
- mi potrebbe fare lo scontrino?-
Seya:- ehm un secondo, ho schiacciato pulsanti a caso e adesso la cassa è bloccata-
Seya sente Guida scoppiare a ridere alle sue spalle.


Seya

a volte la differenza di età è solo un numero

Ieri sera mi sono trovata a cena con Guida, Ricciolina e Rosy, ex volontarie della Cooperativa.
Sono tutte più grandi di me, e non di poco se si considera che tra me e Guida ci sono 13 anni e le altre due sono parecchio più grandi di lei..eppure non mi sono sentita la bambina.
Inevitabilmente tante cose non le posso capire però sono tutte persone molto semplici, non complessate, o meglio non ai livelli cui sono abituata io almeno, e hanno un grande spirito.
Mi sento parte del loro gruppo perchè mi coinvolgono, perchè mi accettano e perchè mi fanno sentire competente.
Siamo molto legate alle questioni del Commercio Equo, del volontariato, di quello che dovrebbe essere una cooperativa. Ci piacerebbe molto aprire un nostro posto.
Secondo me sarebbe una carta vincente ma nessuno di noi ha i capitali iniziali da investire.

E' stata una serata divertente, tranquilla e molto spontanea. Eravamo tutte molto stanche e provate dalla giornata o dal periodo.
Io ieri mattina ho avute le mie solite diatribe in ospedale e mi sono sentita sbucherellare non poco per fare un prelievo. Poi pranzo da una parte, ripetizioni e saluti veloci con i miei che se ne sono tornati a Venezia.
Guida sta passando lavorativamente un periodo di grande stress a causa della molta mole di lavoro e della scarsa organizzazione.
Ricciolina, orafa e gemmista, lavora moltissimo in questo periodo, specialmente con il mondo arabo.
Rosy ha subito la perdita del padre da poco tempo e la madre non sta bene. Inoltre è senza lavoro e questo influisce molto sul suo umore. Inevitabile.

Tornando a casa, stanotte, stavo rifletendo su un'osservazione di mia madre di qualche giorno fa. Lei non è molto contenta del mio "girare" con Kalos per la differenza di età tra di noi(5 anni). Non perchè non gli piaccia il ragazzo o perchè ci siano implicazioni "strane" tra noi, ma perchè vorrebbe che io uscissi e frequentassi miei coetanei.
Io ho messo il muso e le ho detto che preferisco frequentare persone che mi apprezzano e mi vogliono bene per come sono, anche se molto distanti da me per età piuttosto che annoiarmi o arrabbiarmi con persone che pretendano che io sia diversa da quello che sono.
Io ho sempre avuto problemi con i miei coetanei, forse per maturità, forse per indole e riconosco questo stesso atteggiamento in Kalos, quindi non lo giudico, non lo reprimo e lo lascio libero di scegliere la compagnia di chi preferisce.

Stessa cosa tra me e Guida. Tredici anni sono tanti, quasi una vita diversa. Però ci capiamo nel lavoro, ci veniamo incontro nelle questoni di vita e non ci reprimiamo a vicenda.
Lei mi aiuta a prendere sicurezza e a sviluppare capacità che altrimenti resterebbero latenti in me.

Per questo, dicendolo fuori dai denti, mia madre può cuocersi nel suo brodo.
Se queste persone mi fanno stare bene, mi basta.


Seya

venerdì 9 novembre 2012

out

Sto uscendo dal periodo di zerbinaggio profondo nel quale mi sono chiusa ultimamente.
La cosa sarà ancora lunga e per nulla indolore, ma ce la devo fare altrimenti mi seppellisco sotto strati di piumoni, cioccolatini e thé caldi...cosa non molto conveniente.

Questo mio tentativo di uscire si sta traducendo in molti modi.
Un pò cerco di sorridere di più ed essere più positiva, un pò ho preso l'abitudine di truccarmi ognitanto, un pò cerco di uscire e farmi viva con le persone che mi fanno meglio, tra cui Guida, Grazia, Kàlos, Angioletto e Bella.
Credo che ad aiutare in questo processo fondamentale sia il periodo di gare di pattinaggio che la Rai (grazie al cielo!) trasmette quasi interamente. Non c'è più infatti quel senso di inadeguatezza nel guardare fuori dalla finestra e pensare "potrei usicre, potrei fare" perchè quello che faccio quando sono a casa è quello che mi piace.
Mi fa stare bene.

Questo micropost è un pò contorto e confusionario però..questa sono io! Contorta e particolare!

Ci sentiamo più tardi: adesso c'è Johnny alla Cup of Russia!!



Seya

giovedì 8 novembre 2012

lunedì 5 novembre 2012

pranzo con Mela

Oggi pranzo con Mela.

Niente cretinate del tipo "e` come se ci vedessimo tutti i giorni" o "anche se non ci sentiamo, ci vogliamo bene".
No, o meglio ni, perche` noi, bene, ce ne vogliamo.
Ma siamo pratiche.

La distanza, l'avere amicizie diverse e vite parallele ha cambiato il nostro rapporto nato sui banchi di scuola.
Lo abbiamo accettato e siamo andate avanti.
Forse il nostro andare d'accordo nasce proprio da questa accettazione, come se l'implicito cambiamento che e` avvenuto tra di noi, seppur doloroso, sia stato da collante.
E non e` come se ci vedessimo tutti i giorni perche` in poche ore una volta al mese non puoi raccontare quello che diresti se si trattasse del solito pranzo settimanale con Angioletto.

Rapporti diversi.

Indubbiamente mi piacerebbe sentirla e vederla di piu` ma il sapere che se per due settimane non le scrivo, lei non si offende, mi rassicura.
Una rassicurazione che vale molto piu` del "sei importante" o del "ti voglio bene" di altre persone.

Credo che la sua grande forza con me sia dirmi chiaramente quello che succede o non succede.

Non abbiamo mai litigato ma ci siamo sempre confrontate.

Non so se il nostro rapporto continuera, si evolvera in meglio o si spegnera`.
So solo che, come e` successo con tutte le persone che sono passate per la mia vita, ricordero` le cose belle e scartero` quelle brutte.
E il pranzo di oggi non e` stato male!


Seya

domenica 4 novembre 2012

56 anni..

Pranzo da Zia insieme a Cugina e genitori.

Zia: -Tesoro (Cugina), porta via i piatti e prepara il caffé-
Padre: -Dai, ti do una mano che se no poi qui dicono che mangio a sbaffo-
Zia: - non è vero, non te lo ha mai detto nessuno-
Padre aiuta Cugina e, una volta adempiuto l'arduo compito, guarda Zia e chiede:
-Adesso posso guardare il Gran Premio?-

Le quattro donne presenti scoppiano a ridere.


Seya