Dallas buyers Club è uno di quei film che nelle afose serate di agosto, attira una folla variegata e variopinta, tenendola seduta sulle scomodissime sedie di plastica per due ore.
In realtà in dirittura d'arrivo, la palpebra cala e i piedi chiedono pietà, ma voglio credere sia a causa del caldo e dell'orario.
Inizia velocemente, rallenta nel frattempo per far spiegare le dinamiche burocratiche con cui litiga il protagonista, punta un faro silenzioso sulle vicende personali dell'uomo e conclude in pochi minuti.
Il format della storia è già stata vista, quello che mi ha reso particolarmente sorpresa è stata l'interpretazione di Matthew McConaughey.
Abituata come sono a vederlo come il bello del film e più raramente come attore serio e completo (ricordiamo per dovere di cronaca il bellissimo Il Momento Di Uccidere), qui ha fatto tutt'altro.
Magro come un grissino e irriconoscibile, ha dato una prova di grande maestria recitativa, calandosi nei panni di un rozzo ma intelligente texano malato di AIDS che rifiuta la cura a base di AZT e propone, supportato da un bravo e serio medico, una cura più naturale e rinforzativa.
La storia affonda le radici nelle vicende di una persona relamente esistita e che con i suoi sforzi, e quelli di anche qualche altro malato, ha permesso di rivedere la diagnosi sui malati di HIV.
Non parlo oltre della trama, anzi, invito tutti a vedere il film, anche solo perchè abbiamo nella stessa pellicola due Oscar, Matthew e Jared Leto, quest'ultimo grande amore della mia vita (almeno a livello platonico) fin da Alexander.
Seya
Spesso davvero mi sento come se gli altri mi parlassero in una lingua che non conosco....L'importante è saper parlare la propria e che gli altri imparino la mia!
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martedì 19 agosto 2014
lunedì 21 luglio 2014
Redentore
E' passato un altro Redentore.
Altra cena in famiglia, altro Gran Pavese, altri fuochi, altro casino, altra nanna.
La routine annuale non mi pesa nè mi deprime ma quest'anno ammetto di aver goduto proprio poco della sensazione di meraviglia e spensieratezza della festa.
Stanchezza e sonno.
Solitudine.
Una famiglia che, per quanto bene le voglia, risulta ingombrante.
Zia al solito ha preso in mano la situazione e ha deciso, cucinato, comandato, brontolato.
Mamma al solito si è lamentata.
Papà al solito è arrivato per i fatti suoi e ha fatto quello che voleva lui, con i suoi tempi.
Cugina al solito ha cercato di mantenere intatta casa sua.
Sempre i soliti.
Tutti e cinque.
Non so se la cosa mi piaccia o meno.
Lamentele a parte, i fuochi sono risultati belli e lunghi. Un pò calanti nella zona centrale ma con un finale con il botto, nel vero senso della parola.
Neanche troppa gente, almeno dove eravamo appioppati noi.
Soliti ragazzi ubriachi che disturbano e rovinano la serata ai più. Volevo proporre al più rumoroso del gruppo di buttarsi in acqua e verificare se così il cervello gli si riempiva di qualcosa, ma come mio solito ho lasciato perdere. Poi ho considerato che, viste le condizioni dei ragazzi, non ci avrei guadagnato niente di buono in una lite.
Tornata a Ca mi sono fatta una gran bella dormita.
Adesso sono in ufficio.
Seya
Altra cena in famiglia, altro Gran Pavese, altri fuochi, altro casino, altra nanna.
La routine annuale non mi pesa nè mi deprime ma quest'anno ammetto di aver goduto proprio poco della sensazione di meraviglia e spensieratezza della festa.
Stanchezza e sonno.
Solitudine.
Una famiglia che, per quanto bene le voglia, risulta ingombrante.
Zia al solito ha preso in mano la situazione e ha deciso, cucinato, comandato, brontolato.
Mamma al solito si è lamentata.
Papà al solito è arrivato per i fatti suoi e ha fatto quello che voleva lui, con i suoi tempi.
Cugina al solito ha cercato di mantenere intatta casa sua.
Sempre i soliti.
Tutti e cinque.
Non so se la cosa mi piaccia o meno.
Lamentele a parte, i fuochi sono risultati belli e lunghi. Un pò calanti nella zona centrale ma con un finale con il botto, nel vero senso della parola.
Neanche troppa gente, almeno dove eravamo appioppati noi.
Soliti ragazzi ubriachi che disturbano e rovinano la serata ai più. Volevo proporre al più rumoroso del gruppo di buttarsi in acqua e verificare se così il cervello gli si riempiva di qualcosa, ma come mio solito ho lasciato perdere. Poi ho considerato che, viste le condizioni dei ragazzi, non ci avrei guadagnato niente di buono in una lite.
Tornata a Ca mi sono fatta una gran bella dormita.
Adesso sono in ufficio.
Seya
mercoledì 2 luglio 2014
Fashion Blogger - corretto
Visto che sono un genio, oggi, durante la pausa pranzo, mi sono messa a compilare il mio "selfie" fashion blogger dal terminale dell'ufficio.
Ho hatto copia incolla con quello di Mel per avere l'ordine delle domande e poi mi sono buttata a comporre l'opera.
Al punto di pubblicare, mi si scollega la sessione (perchè non si può usare internet in ufficio e quindi mettono i blocchi ad ogni azione). Quando la riapro, senza pensarci, pubblico e chiudo.
Neanche riletto.
Ho pubblicato il profilo di Mel (salvato per dio solo sa quale motivo).
Rendiamoci conto quanto sono fusa..
Questo per dire: Scusa Mel, non volevo appropriarmi del tuo fashion style. E scusate lettori, non volevo farvi credere di non indossare il giallo.
Andiamo con il mio selfie!
La mia divisa: Pantaloni. Sempre. Comodi, sportivi, tipo trekking. Solitamente neri o color panna. Lunghi. Qualche jeans. E t-shirt. Sempre in cotone e tinta unita, o con qualche stampa. Banditi pallini/quadratini/puntini e le righe. Amo le scollatura strane. Mai maniche lunghe. Se proprio ho freddo, indosso una felpa ma sollevo le maniche. Calzini bassi coloratissimi. Qualche camicia, sempre colorata.
I colori: Pantaloni neutri (neri o beige) ma maglie di tutte le tinte dell'arcobaleno, con particolare predilezione per arancione, rosso e giallo. Poco verde. Azzurro e blu ridotti all'osso.
Scarpe: Sportive, in tela, tipo converse. E i miei intramontabili infradito in cuoio palestinese. D'inverno uno stivaletto Lumberjack del secolo passato (ma tanto comodo) per la neve. Adoro i tacchi ma li indosso proprio male. Poi, va beh, gli stivali da acqua alta.
Gioielli e accessori: Orecchini. Sempre. Dai più piccoli anonimi alle "sCione" zingaresche. Solitamente abbinati ai colori delle maglie. Pochissime collane. Mai bracciali o orologi (odio tutto ciò che mi "struscia" i polsi). Molti cappelli e qualche sciarpina. E le bandane!!
Sempre: Orecchini.
Mai: Guanti.
Cosa mi piace del mio guardaroba: che non esiste: ho un appendino anni Trenta per cappotti su cui appendo le grucce con i pantaloni. Le maglie sono stippate in un'anta.
Cosa vorrei cambiare: magari qualche capo più elegantino.
Trucco: Quasi sempre gli occhi: matita, mascara e qualche ombretto. Mai rossetto o fard. Tanti disastri.
Ossessione: calzini colorati e bassi.
Negozi preferiti: Desigual per i colori e le fantasie ma le taglie mi fanno morire. In realtà poi compro a istinto, dovunque (tranne i negozi cinesi che emanano sintetico nell'aria) e quasi a qualunque prezzo. Se mi piace, lo compro. Poi al massimo il bancomat non passa e mi metto a pulire il pavimento per pagarmi la maglia.
Il prossimo acquisto: Dipende cosa vedrò la prossima volta che vado a fare la spesa...o che ne ho il tempo!
Un errore: I taccazzi (12 cm) per l'Arena. Mi hanno massacrato i piedi. E mi hanno fatto raggiungere quote elevate (2 metri verso il cielo)
Un sogno: Avere dei vestiti su misura. Sartoriali.
Seya
Ho hatto copia incolla con quello di Mel per avere l'ordine delle domande e poi mi sono buttata a comporre l'opera.
Al punto di pubblicare, mi si scollega la sessione (perchè non si può usare internet in ufficio e quindi mettono i blocchi ad ogni azione). Quando la riapro, senza pensarci, pubblico e chiudo.
Neanche riletto.
Ho pubblicato il profilo di Mel (salvato per dio solo sa quale motivo).
Rendiamoci conto quanto sono fusa..
Questo per dire: Scusa Mel, non volevo appropriarmi del tuo fashion style. E scusate lettori, non volevo farvi credere di non indossare il giallo.
Andiamo con il mio selfie!
La mia divisa: Pantaloni. Sempre. Comodi, sportivi, tipo trekking. Solitamente neri o color panna. Lunghi. Qualche jeans. E t-shirt. Sempre in cotone e tinta unita, o con qualche stampa. Banditi pallini/quadratini/puntini e le righe. Amo le scollatura strane. Mai maniche lunghe. Se proprio ho freddo, indosso una felpa ma sollevo le maniche. Calzini bassi coloratissimi. Qualche camicia, sempre colorata.
I colori: Pantaloni neutri (neri o beige) ma maglie di tutte le tinte dell'arcobaleno, con particolare predilezione per arancione, rosso e giallo. Poco verde. Azzurro e blu ridotti all'osso.
Scarpe: Sportive, in tela, tipo converse. E i miei intramontabili infradito in cuoio palestinese. D'inverno uno stivaletto Lumberjack del secolo passato (ma tanto comodo) per la neve. Adoro i tacchi ma li indosso proprio male. Poi, va beh, gli stivali da acqua alta.
Gioielli e accessori: Orecchini. Sempre. Dai più piccoli anonimi alle "sCione" zingaresche. Solitamente abbinati ai colori delle maglie. Pochissime collane. Mai bracciali o orologi (odio tutto ciò che mi "struscia" i polsi). Molti cappelli e qualche sciarpina. E le bandane!!
Sempre: Orecchini.
Mai: Guanti.
Cosa mi piace del mio guardaroba: che non esiste: ho un appendino anni Trenta per cappotti su cui appendo le grucce con i pantaloni. Le maglie sono stippate in un'anta.
Cosa vorrei cambiare: magari qualche capo più elegantino.
Trucco: Quasi sempre gli occhi: matita, mascara e qualche ombretto. Mai rossetto o fard. Tanti disastri.
Ossessione: calzini colorati e bassi.
Negozi preferiti: Desigual per i colori e le fantasie ma le taglie mi fanno morire. In realtà poi compro a istinto, dovunque (tranne i negozi cinesi che emanano sintetico nell'aria) e quasi a qualunque prezzo. Se mi piace, lo compro. Poi al massimo il bancomat non passa e mi metto a pulire il pavimento per pagarmi la maglia.
Il prossimo acquisto: Dipende cosa vedrò la prossima volta che vado a fare la spesa...o che ne ho il tempo!
Un errore: I taccazzi (12 cm) per l'Arena. Mi hanno massacrato i piedi. E mi hanno fatto raggiungere quote elevate (2 metri verso il cielo)
Un sogno: Avere dei vestiti su misura. Sartoriali.
Seya
martedì 1 luglio 2014
riepilogo odierno
Non sono morta. O meglio, sto soppravvivendo. se poi si vuole chiamarla vita, fate pure.
Diciamo che dopo il periodo nero del "odio questo lavoro/posto/gente/tramtram" è arrivata la consapevolezza che è un lavoro e che sono fortunata ad avere qualcosa da fare invece di starmene in casa a deprimermi.
In realtà la cosa non è poi così migliorata, semplicemente sto prendendo mano con alcune fasi del lavoro e mi metto sotto con quelle, cercando nel frattempo di assimilare più capacità ed abilità possibili.
l posto continua a lasciarmi perplessa e per quanto riguarda la gente, mah, mera conoscenza. Nessuna complicità, nessun coinvolgimento.
Anche colpa mia si deve dire..
In ogni caso, i lati positivi sono che ho i soldi per iscrivermiad un corso estivo di spagnolo che mi serve per il lavoro in aeroporto e ho una macchina (cioè carmen di mia madre) quasi tutta per me.
E sto leggendo.
Uno dei motivi per cui scrivo poco è proprio questo: lavoro talmente tanto al pc che arrivare a casa e continuare a battere tasti su una tastiera mi deprime.
E quindi leggo.
Mi sono finita quasi tutto Wilbur Smith e ho letto un paio di Kinsella (lo so, non è alta letteratura, ma è divertente) che avevo lasciato indietro.
Adesso ho un malloppo di libri di Terziani che Zia mi ha rifilato in vista di un'improbabile viaggio in Giappone per l'anno prossimo.
Sono piena.
More news should come soon!
Seya
Diciamo che dopo il periodo nero del "odio questo lavoro/posto/gente/tramtram" è arrivata la consapevolezza che è un lavoro e che sono fortunata ad avere qualcosa da fare invece di starmene in casa a deprimermi.
In realtà la cosa non è poi così migliorata, semplicemente sto prendendo mano con alcune fasi del lavoro e mi metto sotto con quelle, cercando nel frattempo di assimilare più capacità ed abilità possibili.
l posto continua a lasciarmi perplessa e per quanto riguarda la gente, mah, mera conoscenza. Nessuna complicità, nessun coinvolgimento.
Anche colpa mia si deve dire..
In ogni caso, i lati positivi sono che ho i soldi per iscrivermiad un corso estivo di spagnolo che mi serve per il lavoro in aeroporto e ho una macchina (cioè carmen di mia madre) quasi tutta per me.
E sto leggendo.
Uno dei motivi per cui scrivo poco è proprio questo: lavoro talmente tanto al pc che arrivare a casa e continuare a battere tasti su una tastiera mi deprime.
E quindi leggo.
Mi sono finita quasi tutto Wilbur Smith e ho letto un paio di Kinsella (lo so, non è alta letteratura, ma è divertente) che avevo lasciato indietro.
Adesso ho un malloppo di libri di Terziani che Zia mi ha rifilato in vista di un'improbabile viaggio in Giappone per l'anno prossimo.
Sono piena.
More news should come soon!
Seya
lunedì 9 giugno 2014
cocoloco padova
Ieri ho partecipato alla mia prima partita di wheelchair hockey, hockey in carrozzina elettrica. Era una dimostrazione, in quel della foresteria.
GiC, il ragazzo a cui faccio ripetizioni, ha iniziato a praticare questo sport a Ottobre, riadattando la sua carrozzina da città e mettendoci tempo ed entusiasmo.
La partita è una gara di autoscontri.
Divertente ed entusiasmante, i ragazzi dimostravano voglia di partecipazione e grinta, correndo dietro la palla e spingendola con la carrozzina o con le mazze (chi può brandirle) verso la porta avversaria.
La squadra di GiC è mista, sia ragazzi con disabilità fisica dalla nascita, sia ragazzi che in seguito a incidenti di diversa natura, si sono ritrovati in carrozzina.
Eppure fanno gruppo.
Merito dell'allenatore (molto interessante dal punto di vista fisico, tra l'altro) che ha voluto che i ragazzi fossero uniti e facessero cose insieme.
E sono i campioni nazionali.
questo il sito della squadra
Molto orgogliosa del mio GiC!!
Seya
GiC, il ragazzo a cui faccio ripetizioni, ha iniziato a praticare questo sport a Ottobre, riadattando la sua carrozzina da città e mettendoci tempo ed entusiasmo.
La partita è una gara di autoscontri.
Divertente ed entusiasmante, i ragazzi dimostravano voglia di partecipazione e grinta, correndo dietro la palla e spingendola con la carrozzina o con le mazze (chi può brandirle) verso la porta avversaria.
La squadra di GiC è mista, sia ragazzi con disabilità fisica dalla nascita, sia ragazzi che in seguito a incidenti di diversa natura, si sono ritrovati in carrozzina.
Eppure fanno gruppo.
Merito dell'allenatore (molto interessante dal punto di vista fisico, tra l'altro) che ha voluto che i ragazzi fossero uniti e facessero cose insieme.
E sono i campioni nazionali.
questo il sito della squadra
Molto orgogliosa del mio GiC!!
Seya
mercoledì 21 maggio 2014
alienazione..forse no
Dopo due giorni e una serata di sfogatura profonda, oggi sono arrivata in ufficio con un atteggiamento un pò diverso e mi sento meglio.
Oddio, ancora non capisco niente e ancora mi sento isolata, ma sono giunta alla conclusione che invece di stringere i denti per evitare di far uscire la frustazione, mi metto con calma a chiacchierare con la Strana (così ho soprannominato la collega, il cui nome indica un particolare destino con me) e a farmi scivolare addosso il fatto che a volte sparisca con la chiave per la macchinetta del caffè. Magari si prende davvero solo un caffè però l'idea che faccia combricola senza propormi di, per lo meno, conoscere le/i tizie/i con cui si vede, mi manda un pò fuori di testa.
Ma è Strana quindi cerco di non farmi impressionare...altrimenti addio pazienza.
Criceto ieri, santa donna che ha avuto pazienza con me e con le mie fisime, mi ha soprannominato "Signora delle Pare" e probabilmente non ha torto.
Mi limito a ridere e a pensare che a volte farsi tanti problemi è un pregio: studi piani B all'infinito.
Seya
Oddio, ancora non capisco niente e ancora mi sento isolata, ma sono giunta alla conclusione che invece di stringere i denti per evitare di far uscire la frustazione, mi metto con calma a chiacchierare con la Strana (così ho soprannominato la collega, il cui nome indica un particolare destino con me) e a farmi scivolare addosso il fatto che a volte sparisca con la chiave per la macchinetta del caffè. Magari si prende davvero solo un caffè però l'idea che faccia combricola senza propormi di, per lo meno, conoscere le/i tizie/i con cui si vede, mi manda un pò fuori di testa.
Ma è Strana quindi cerco di non farmi impressionare...altrimenti addio pazienza.
Criceto ieri, santa donna che ha avuto pazienza con me e con le mie fisime, mi ha soprannominato "Signora delle Pare" e probabilmente non ha torto.
Mi limito a ridere e a pensare che a volte farsi tanti problemi è un pregio: studi piani B all'infinito.
Seya
mercoledì 14 maggio 2014
La sedia della felicità
La sedia della Felicità è una simpatica commediola, molto veneta e discretamente romantica dove Mazzacurati ha messo gli ultimi ideali stralci della sua vita e del suo lavoro.
Purtroppo il grande regista ci ha lasciato a inizio anno, però qualcosa ci ha lasciato.
Come questo film.
Mastrandrea, affezionato dei ruoli noir e seri, si butta a capofitto in un ruolo ironico e simpaticamente perdente. Un tatuatore divorziato e in debito che si getta nella folle ricerca di una sedia e del tesoro all'interno.
La Ragonese è un'estetista un pò folle che pur di salvare la propria attività, non esita a cercare uno scrigno perduto in una sedia.
Battiston, mio grande e grosso amore, è un prete ludopatico e avido che non esita ad usare il senso di colpa per estorcere informazioni e soldi.
E poi tutta una serie di macchiette che arricchiscono il film di concreta realtà e veneta vivacità.
Nel complesso, i 3€ meglio spesi della settimana!
Seya
Purtroppo il grande regista ci ha lasciato a inizio anno, però qualcosa ci ha lasciato.
Come questo film.
Mastrandrea, affezionato dei ruoli noir e seri, si butta a capofitto in un ruolo ironico e simpaticamente perdente. Un tatuatore divorziato e in debito che si getta nella folle ricerca di una sedia e del tesoro all'interno.
La Ragonese è un'estetista un pò folle che pur di salvare la propria attività, non esita a cercare uno scrigno perduto in una sedia.
Battiston, mio grande e grosso amore, è un prete ludopatico e avido che non esita ad usare il senso di colpa per estorcere informazioni e soldi.
E poi tutta una serie di macchiette che arricchiscono il film di concreta realtà e veneta vivacità.
Nel complesso, i 3€ meglio spesi della settimana!
Seya
sabato 19 aprile 2014
I love shopping... di libri
Chi di voi non ha letto la collana I love shopping? *Mani che si alzano da tutte le parti*.
Scherzi a parte, venire in Foresteria a me piace un sacco.
Basta nominare la località perchè io inizi a dormicchiare e sospirare pensando a quanto potrei leggere, dormire e mangiare. E cucinare!
Stamattina ho deciso di fare due passi, ma proprio veloci veloci in centro al paese. Dovevo prendere un regalino per Medico che, ormai un mese fa, ha compiuto gli anni.
Dopo la commissione, sono entrata nella purtroppo unica libreria del posto e mi sono smessa a spulciare.
Un pò di tutto, alcuni best seller e tanti libri religiosi.
Ho ordinato "streghe" della Gruber con l'idea che i 10€ del libro preferisco darli a loro piuttosto che ad amazon, ho letto le qurte di copertina di tutti i libri presenti, non religiosi per lo meno, e alla fine da una pila di libri ne ho scelto uno da comprare.
Rileggendo i titoli e scegliendo la mia preda mi sono resa conto di due cose:
a) io detesto comprare qualunque cosa (specialmente abbigliamento) ma comprerei vagonate di libri, e lo farei anche se non temessi una lenta e dolorosa (credo per scuoiatura) da parte di mia madre, altra fanatica di libri ma più concreta di me sugli spazi della nostra unità abitativa;
b) che amo generi estremamente diversi.
La rosa dei candidati variava da un saggio sulla storia antica ("In principio fu Troia") a un libro sulle religioni (Una sorta di "da dove vengono i credo del mondo"), passando per Murakami (quanto mi piace) e per una guida sulle casate reali europee (sia mai che mi trovi un principe, o una principessa).
E li avrei comprati tutti, con la buona volontà di leggerli tutti...un giorno.
Ma visto che tra Foresteria, Cà e Padova sono piena di letture, anche importanti, che non ho ancora portato a termine (o alla luce), mi sono limitata al sequel di "Educazione Siberiana", "Caduta Libera".
Ebbene sì, in una libreria religiosa ho comprato un libro che parlo di violenze, omicidi e mafia.
Ma il prequel è così bello!
Seya
Scherzi a parte, venire in Foresteria a me piace un sacco.
Basta nominare la località perchè io inizi a dormicchiare e sospirare pensando a quanto potrei leggere, dormire e mangiare. E cucinare!
Stamattina ho deciso di fare due passi, ma proprio veloci veloci in centro al paese. Dovevo prendere un regalino per Medico che, ormai un mese fa, ha compiuto gli anni.
Dopo la commissione, sono entrata nella purtroppo unica libreria del posto e mi sono smessa a spulciare.
Un pò di tutto, alcuni best seller e tanti libri religiosi.
Ho ordinato "streghe" della Gruber con l'idea che i 10€ del libro preferisco darli a loro piuttosto che ad amazon, ho letto le qurte di copertina di tutti i libri presenti, non religiosi per lo meno, e alla fine da una pila di libri ne ho scelto uno da comprare.
Rileggendo i titoli e scegliendo la mia preda mi sono resa conto di due cose:
a) io detesto comprare qualunque cosa (specialmente abbigliamento) ma comprerei vagonate di libri, e lo farei anche se non temessi una lenta e dolorosa (credo per scuoiatura) da parte di mia madre, altra fanatica di libri ma più concreta di me sugli spazi della nostra unità abitativa;
b) che amo generi estremamente diversi.
La rosa dei candidati variava da un saggio sulla storia antica ("In principio fu Troia") a un libro sulle religioni (Una sorta di "da dove vengono i credo del mondo"), passando per Murakami (quanto mi piace) e per una guida sulle casate reali europee (sia mai che mi trovi un principe, o una principessa).
E li avrei comprati tutti, con la buona volontà di leggerli tutti...un giorno.
Ma visto che tra Foresteria, Cà e Padova sono piena di letture, anche importanti, che non ho ancora portato a termine (o alla luce), mi sono limitata al sequel di "Educazione Siberiana", "Caduta Libera".
Ebbene sì, in una libreria religiosa ho comprato un libro che parlo di violenze, omicidi e mafia.
Ma il prequel è così bello!
Seya
sabato 22 marzo 2014
la scoperta Casella
Da quando è partita l'iniziativa (orai due anni fa) sono un'attenta ed entusiasta partecipante di MusicEmotion, la chermesse cinematografica di musica sinfonica.
Non che sia un grande impegno (parliamo di 4 concerti a stagione, praticamente una nullità) però mi ricollega ai piaceri della pace, della solitudine, dell'individualità.
Non è infatti un piacere che condivido, un pò perchè non saprei a chi proporre la cosa, un pò perchè infondo mi piace sentirmi non più colta, però più ricercata sicuramente, di alcune altre persone.
Mercoledì sera, con mamma, abbiamo assistito al concerto del maestro Noseda su musiche di Casella e Respighi.
Personalmente sono arrivata al cinema sbuffando: la musica italiana non mi piace nè antica, nè moderna.
Quando sono uscita (a parte il sonno), ero entusiasta.
Il pezzo di Respighi non è altro che l'assemblaggio di opere precedenti e secondarie (musiche per fluto che ricordano tanto le scene mitiche, dove ninfe e fauni danzano in allegria).
Casella invece è stato una scoperta.
Praticamente si tratta di un tale, ovviamente un genio/prodigio del pianoforte con un infanzia triste e tormentata (tanto per sfatare gli stereotipi), che a cavallo tra Ottocento e Novecento ha composto pezzi orchestrali secondo le influenze del periodo.
Un anticipatore di Stravinski, un affezionato a Mahler e un tormentato alla Shostacovich.
Studiare a Parigi gli ha permesso di entrare in contatto con i grandi dell'epoca (allievo di Faurie, amico di Ravel e conoscitore della classica musica mittleuropea) e di tutte queste amicizie e conoscenze ha fatto un sunto in una serie di concerti molto paricolari e stranamente poco conosciuti.
Dico stranamente non perchè era italiano o che, ma per la modernità di alcuni pezzi.
Le parti lente dei concerti sono una palla (anche la Sinfonia n.12 in alcuni punti lo è, a mio avviso) e le presentano come un omaggio/incontro con Mahler (ma io non conosco Mahler e quindi poco posso dire).
Le parti movimentate invece sono da togliere il fiato.
Moderne e dinamiche, sembra quasi di trovarsi nel traffico cittadino all'ora di punta e di essere sul punto di perdere un appuntamento importante. Una corsa, una foga e in tutto questo la sensazione di essere vivi.
Meraviglia pura.
E io che non apprezzo i pezzi caotici, faccio un doppio complimento.
Ed è strano che qualcuno così attuale sia poco proposto. Non parlo neanche di insegnarlo a scuola perchè le nostre povere nuove generazioni è già tanto se sono in grado di distinguere un violino da un pianoforte: tra tagli e insegnanti e ragazzi poco preparati/interessati/motivati l'ignoranza musicale regna sovrana.
Parlo proprio di concerti in cartellone. Stravinski è osannato, di Mahler Accardo ha fatto un cofanetto (ce l'ho ma non l'ho ancora sentito), Shostakovich viene passato come artista d'elite e Ravel è strapagato. Casella, tutti se lo dimenticano.
Un peccato perchè è notevole.
Piccolo commento su Noseda, il direttore d'orchestra. Allora, bravo come pochi, bisogna riconoscerlo, ma bisogna fare qualcosa per la sua sudorazione copiosa.
Già lui è pallido e chiaro, in più con un completa (taglio giapponese) nero sempra Piton albino, se poi ci si mette pure un continuo grondare sudore da tutti i pori, il risultato è a metà tra il disgustoso e il preoccupante.
Consiglio sciarpina per raccogliere sudore facciale e movimenti del corpo più contenuti: infervorarsi va bene, perdere il 50% dell'acqua corporea no.
Seya
Non che sia un grande impegno (parliamo di 4 concerti a stagione, praticamente una nullità) però mi ricollega ai piaceri della pace, della solitudine, dell'individualità.
Non è infatti un piacere che condivido, un pò perchè non saprei a chi proporre la cosa, un pò perchè infondo mi piace sentirmi non più colta, però più ricercata sicuramente, di alcune altre persone.
Mercoledì sera, con mamma, abbiamo assistito al concerto del maestro Noseda su musiche di Casella e Respighi.
Personalmente sono arrivata al cinema sbuffando: la musica italiana non mi piace nè antica, nè moderna.
Quando sono uscita (a parte il sonno), ero entusiasta.
Il pezzo di Respighi non è altro che l'assemblaggio di opere precedenti e secondarie (musiche per fluto che ricordano tanto le scene mitiche, dove ninfe e fauni danzano in allegria).
Casella invece è stato una scoperta.
Praticamente si tratta di un tale, ovviamente un genio/prodigio del pianoforte con un infanzia triste e tormentata (tanto per sfatare gli stereotipi), che a cavallo tra Ottocento e Novecento ha composto pezzi orchestrali secondo le influenze del periodo.
Un anticipatore di Stravinski, un affezionato a Mahler e un tormentato alla Shostacovich.
Studiare a Parigi gli ha permesso di entrare in contatto con i grandi dell'epoca (allievo di Faurie, amico di Ravel e conoscitore della classica musica mittleuropea) e di tutte queste amicizie e conoscenze ha fatto un sunto in una serie di concerti molto paricolari e stranamente poco conosciuti.
Dico stranamente non perchè era italiano o che, ma per la modernità di alcuni pezzi.
Le parti lente dei concerti sono una palla (anche la Sinfonia n.12 in alcuni punti lo è, a mio avviso) e le presentano come un omaggio/incontro con Mahler (ma io non conosco Mahler e quindi poco posso dire).
Le parti movimentate invece sono da togliere il fiato.
Moderne e dinamiche, sembra quasi di trovarsi nel traffico cittadino all'ora di punta e di essere sul punto di perdere un appuntamento importante. Una corsa, una foga e in tutto questo la sensazione di essere vivi.
Meraviglia pura.
E io che non apprezzo i pezzi caotici, faccio un doppio complimento.
Ed è strano che qualcuno così attuale sia poco proposto. Non parlo neanche di insegnarlo a scuola perchè le nostre povere nuove generazioni è già tanto se sono in grado di distinguere un violino da un pianoforte: tra tagli e insegnanti e ragazzi poco preparati/interessati/motivati l'ignoranza musicale regna sovrana.
Parlo proprio di concerti in cartellone. Stravinski è osannato, di Mahler Accardo ha fatto un cofanetto (ce l'ho ma non l'ho ancora sentito), Shostakovich viene passato come artista d'elite e Ravel è strapagato. Casella, tutti se lo dimenticano.
Un peccato perchè è notevole.
Piccolo commento su Noseda, il direttore d'orchestra. Allora, bravo come pochi, bisogna riconoscerlo, ma bisogna fare qualcosa per la sua sudorazione copiosa.
Già lui è pallido e chiaro, in più con un completa (taglio giapponese) nero sempra Piton albino, se poi ci si mette pure un continuo grondare sudore da tutti i pori, il risultato è a metà tra il disgustoso e il preoccupante.
Consiglio sciarpina per raccogliere sudore facciale e movimenti del corpo più contenuti: infervorarsi va bene, perdere il 50% dell'acqua corporea no.
Seya
venerdì 30 agosto 2013
stoccolma
La. famiglia è a Stoccolma! Sì, sono una giramondo..e ne sono più che felice! fosse per me non tornerei mai in Italia ma passerei la mia vita tra aeroporti, bus navetta e visite in città.
Papà è qui per lavoro, al solito, e io e Mamma ci godiamo la sacrosanta libertà e la capitale svedese, nonchè l'umanità e generale cordialità dei suoi abitanti!
Non mi stanno simpatici come gli inglesi, ma ci vado d'accordo!
Sono sorpresa. che tutti parlino inglese anche ad ottimi livelli, dal commesso nella boutique, allo studente per strada, al vecchietto che fa le guide al Palazzo Reale!
Domani vorremmo andare a Skansen, tempo permettendo, poi in serata dovremo andare fuori a cena con gli amici di Papà..che gioia! In realtà sono gentili e cordiali ma l'idea di avere una serata libera per girovacchiare non mi dispiaceva.
Stasera, a parte il fatto che sono stanchina e ho un gran mal di testa, preferisco tare con mia madre..anche perchè lei non parla proprio un grande inglese quindi avrebbe difficoltà a muoversi!
Stasera andiamo a mangiare le polpette di renna! quelle rimbalzine che ti rifilano all'ikea! sono curiosa di vedere se sono uguali!
Seya
Papà è qui per lavoro, al solito, e io e Mamma ci godiamo la sacrosanta libertà e la capitale svedese, nonchè l'umanità e generale cordialità dei suoi abitanti!
Non mi stanno simpatici come gli inglesi, ma ci vado d'accordo!
Sono sorpresa. che tutti parlino inglese anche ad ottimi livelli, dal commesso nella boutique, allo studente per strada, al vecchietto che fa le guide al Palazzo Reale!
Domani vorremmo andare a Skansen, tempo permettendo, poi in serata dovremo andare fuori a cena con gli amici di Papà..che gioia! In realtà sono gentili e cordiali ma l'idea di avere una serata libera per girovacchiare non mi dispiaceva.
Stasera, a parte il fatto che sono stanchina e ho un gran mal di testa, preferisco tare con mia madre..anche perchè lei non parla proprio un grande inglese quindi avrebbe difficoltà a muoversi!
Stasera andiamo a mangiare le polpette di renna! quelle rimbalzine che ti rifilano all'ikea! sono curiosa di vedere se sono uguali!
Seya
domenica 19 maggio 2013
ricerche
Ciao! No, non sono sparita! Ormai questa frase al dico a random praticamente a tutti e in qualunque circostanza.
Ma che ci volete fare? Un pò di ansia, depressione da pioggia, incazzatura da disorganizzazione e follia da burocrazia.
Le ho passate tutte.
Mi manca la gioia.
Per carità, non che io non sia stata felice in questo mese, ma non per un periodo prolungato.
Sto cercando lavoro e mi sto scontrando con un mondo a cui io sembro non interessare se non parzialmente.
Non ho il fisico adatto per i lavori di animazione durante l'estate, non ho i numeri per un lavoro "impegnato", non ho esperienza per tre quarti delle ricerche.
Intanto però ho superato una difficile selezione per lavorare in Inghilterra per diverse settimane. Non dormirò ma almeno sarò in un paese che amo con tutta me stessa.
Poi forse dei centri estivi, intanto tanti colloqui di lavoro.
Martedì ne ho uno potenzialmente interessante.
Incrociamo le dita!
Seya
Ma che ci volete fare? Un pò di ansia, depressione da pioggia, incazzatura da disorganizzazione e follia da burocrazia.
Le ho passate tutte.
Mi manca la gioia.
Per carità, non che io non sia stata felice in questo mese, ma non per un periodo prolungato.
Sto cercando lavoro e mi sto scontrando con un mondo a cui io sembro non interessare se non parzialmente.
Non ho il fisico adatto per i lavori di animazione durante l'estate, non ho i numeri per un lavoro "impegnato", non ho esperienza per tre quarti delle ricerche.
Intanto però ho superato una difficile selezione per lavorare in Inghilterra per diverse settimane. Non dormirò ma almeno sarò in un paese che amo con tutta me stessa.
Poi forse dei centri estivi, intanto tanti colloqui di lavoro.
Martedì ne ho uno potenzialmente interessante.
Incrociamo le dita!
Seya
martedì 19 marzo 2013
di cosi e tesi
Oddio sta per succedere.
Giovedì. Giovedì mi laureo.
E sebbene tutti mi ripetano che ormai è tutto in discesa, che devo stare tranquilla, che le cose si risolveranno velocemente.
Ovviamente le cose non potevano andare lisce.
Al mio pc è saltata la scheda grafica, mi sono presa un mal di gola da manuale e piove. Okay, oggi c'è il sole, ma non conta.
la cosa che mi ha stressato maggiormente è stata la questione del pc.
Prima non me ne preoccupavo perché mi ero fatta promessa da mio padre di farmi prestare il suo, costringendolo ad installarsi un programma specifico.
Lo ha fatto? no..e dopo uno si stupisce che io mi arrabbi. Gli ho chiesto di installarlo per settimane. Risultato? Nulla.
E il motivo? Tanto tra un po' ti arriva il pc nuovo.
Un coso che ha scelto lui, pagato lui, preparato lui.
Una gioia.
Adesso sto scrivendo dal coso. Non mi dispiace. E' più leggero di quello che credevo e sembra veloce.
E ho installato il programma.
Funziona e gira.
Adesso devo solo calmarmi. Una passeggiata. Non ce la farò mai.
Già mi vedo giovedì alle 16 (discuto di pomeriggio! bleah) con un attacco di panico.
Forse la settimana prossima le cose mi sembreranno diverse.
Vi lascio con un estratto dai miei ringraziamenti finali.
E' parzialmente ripreso da un post di alcuni anni fa, ma è sempre attuale.
Le persone sono come le funzioni.
Si delineano nello spazio man mano che il tempo scorre e defi niscono grafi ci particolari e caratteristici.
Così come ci sono funzioni periodiche, lineari, simmetriche, derivabili, integrabili, continue, limitate, ci sono persone che amano la quotidianità ripetendo ogni giorno piccoli gesti che le fanno stare bene; ci sono persone che hanno uno spirito grande e forte, nobile, persone che hanno fatto molto e lasceranno molto; ci sono persone semplici e cristalline; ci sono persone che vivono per gli altri e si de finiscono tramite essi.
Così come uno spazio è popolato da funzioni che si intersecano e variano una a causa dell'altra, la vita di ogni persona è popolata da tanta gente che in fluisce, chi più chi meno, sulle sue scelte e sulle sue decisioni.
La stessa cosa vale per me e per questo non starò qui a nominare una per una le persone da ringraziare. Sarebbero troppe e ne perderei qualcuna per strada.
E' bello vedere che ci sono persone che ti hanno segnato tanto da diventare costanti e fanno così variare, forse di poco, ma in alcuni punti in maniera signifi cativa il tuo andamento.
Costanti ce ne sono state, costanti ce ne sono, spero ce ne saranno.
E quelle che c'erano e ora non ci sono più non le rende meno importanti, anzi, forse il loro insegnamento è più profondo perchè legato alla paura di dimenticare.
Mi piace pensare a me stessa come ad una funzione un pò ostica. Mi piacerebbe avere in me una qualche tangente, magari legata all'umore, e rappresentare un grafi co simpatico e curioso. Non so se defi nirei integrali positivi, indubbiamente però la mia derivata sarebbe una di quelle schifezze che speri sempre di non ritrovarti in un compito, e che puntualmente vi si presentano orgogliose e beff arde. Non credo sarei periodica, in fondo ne sono contenta, e non necessariamente lineare.
Tutte le funzioni che ho conosciuto e con cui mi sono intersecata hanno lasciato un retaggio importante, come se il supporto di questi punti fosse compatto e io dovessi farne i conti.
E con in tasca i conti fatti, mi laureo e inizio un nuovo capitolo della mia vita, curiosa di vedere quali funzioni mi segneranno maggiormente nel tempo a venire.
Al momento la certezza è una sola. Se fossi una funzione forse farei ciò che non faccio quotidianamente: volerei libera e spavalda nello spazio matematico.
Seya
PS: devo trovare un nome al coso
Giovedì. Giovedì mi laureo.
E sebbene tutti mi ripetano che ormai è tutto in discesa, che devo stare tranquilla, che le cose si risolveranno velocemente.
Ovviamente le cose non potevano andare lisce.
Al mio pc è saltata la scheda grafica, mi sono presa un mal di gola da manuale e piove. Okay, oggi c'è il sole, ma non conta.
la cosa che mi ha stressato maggiormente è stata la questione del pc.
Prima non me ne preoccupavo perché mi ero fatta promessa da mio padre di farmi prestare il suo, costringendolo ad installarsi un programma specifico.
Lo ha fatto? no..e dopo uno si stupisce che io mi arrabbi. Gli ho chiesto di installarlo per settimane. Risultato? Nulla.
E il motivo? Tanto tra un po' ti arriva il pc nuovo.
Un coso che ha scelto lui, pagato lui, preparato lui.
Una gioia.
Adesso sto scrivendo dal coso. Non mi dispiace. E' più leggero di quello che credevo e sembra veloce.
E ho installato il programma.
Funziona e gira.
Adesso devo solo calmarmi. Una passeggiata. Non ce la farò mai.
Già mi vedo giovedì alle 16 (discuto di pomeriggio! bleah) con un attacco di panico.
Forse la settimana prossima le cose mi sembreranno diverse.
Vi lascio con un estratto dai miei ringraziamenti finali.
E' parzialmente ripreso da un post di alcuni anni fa, ma è sempre attuale.
Le persone sono come le funzioni.
Si delineano nello spazio man mano che il tempo scorre e defi niscono grafi ci particolari e caratteristici.
Così come ci sono funzioni periodiche, lineari, simmetriche, derivabili, integrabili, continue, limitate, ci sono persone che amano la quotidianità ripetendo ogni giorno piccoli gesti che le fanno stare bene; ci sono persone che hanno uno spirito grande e forte, nobile, persone che hanno fatto molto e lasceranno molto; ci sono persone semplici e cristalline; ci sono persone che vivono per gli altri e si de finiscono tramite essi.
Così come uno spazio è popolato da funzioni che si intersecano e variano una a causa dell'altra, la vita di ogni persona è popolata da tanta gente che in fluisce, chi più chi meno, sulle sue scelte e sulle sue decisioni.
La stessa cosa vale per me e per questo non starò qui a nominare una per una le persone da ringraziare. Sarebbero troppe e ne perderei qualcuna per strada.
E' bello vedere che ci sono persone che ti hanno segnato tanto da diventare costanti e fanno così variare, forse di poco, ma in alcuni punti in maniera signifi cativa il tuo andamento.
Costanti ce ne sono state, costanti ce ne sono, spero ce ne saranno.
E quelle che c'erano e ora non ci sono più non le rende meno importanti, anzi, forse il loro insegnamento è più profondo perchè legato alla paura di dimenticare.
Mi piace pensare a me stessa come ad una funzione un pò ostica. Mi piacerebbe avere in me una qualche tangente, magari legata all'umore, e rappresentare un grafi co simpatico e curioso. Non so se defi nirei integrali positivi, indubbiamente però la mia derivata sarebbe una di quelle schifezze che speri sempre di non ritrovarti in un compito, e che puntualmente vi si presentano orgogliose e beff arde. Non credo sarei periodica, in fondo ne sono contenta, e non necessariamente lineare.
Tutte le funzioni che ho conosciuto e con cui mi sono intersecata hanno lasciato un retaggio importante, come se il supporto di questi punti fosse compatto e io dovessi farne i conti.
E con in tasca i conti fatti, mi laureo e inizio un nuovo capitolo della mia vita, curiosa di vedere quali funzioni mi segneranno maggiormente nel tempo a venire.
Al momento la certezza è una sola. Se fossi una funzione forse farei ciò che non faccio quotidianamente: volerei libera e spavalda nello spazio matematico.
Seya
PS: devo trovare un nome al coso
venerdì 8 marzo 2013
sopa
Stamattina, venedo in Torre, stavo pensando a quanto ormai sia diventata abitudine, non solo mia, descrivere i propri avvenimenti e le proprie sensazioni in una frase o poco piu`.
Facebook e Twitter hanno tolto la capacita` e la possibilita` di articolare un pensiero e un'emozione.
E si` che io li uso poco. O meglio, ci scrivo poco. Poi in realta` leggo tutto, o quasi.
La prima cosa che faro` dopo la discussione sara` rimettermi a scrivere di buona lena, e funque procurarmi un pc nuovo. Uno di quelli leggeri, che sono veloci e hanno una memoria decente, su cui non installare niente piu` del necessario. E` facilmente trasportabile. Magari lo trovero` arancione!
Al mio e` partita la scheda grafica. A quindici giorni dalla discussione!!
La tesi va bene, la presentazione, a mio avviso, anche. Piu` tardi vado dal Relatore a farmi trattare male. Speriamo sia clemente.
Che poi non so se essere felice o depressa: il mio Relatore e` prsidente di commissione interna ed esterna.
Quindi potrebbe premiarmi e darmi tutti i punti per il lavoro (6) oppure massacrarmi.
SPeriamo nella prima.
Sotto la scorza sadica e intimidatoria e` una brava persona.
Chi lo sa, magari si ricordera` anche di farmi gli auguri per la festa della donna!
Seya
Facebook e Twitter hanno tolto la capacita` e la possibilita` di articolare un pensiero e un'emozione.
E si` che io li uso poco. O meglio, ci scrivo poco. Poi in realta` leggo tutto, o quasi.
La prima cosa che faro` dopo la discussione sara` rimettermi a scrivere di buona lena, e funque procurarmi un pc nuovo. Uno di quelli leggeri, che sono veloci e hanno una memoria decente, su cui non installare niente piu` del necessario. E` facilmente trasportabile. Magari lo trovero` arancione!
Al mio e` partita la scheda grafica. A quindici giorni dalla discussione!!
La tesi va bene, la presentazione, a mio avviso, anche. Piu` tardi vado dal Relatore a farmi trattare male. Speriamo sia clemente.
Che poi non so se essere felice o depressa: il mio Relatore e` prsidente di commissione interna ed esterna.
Quindi potrebbe premiarmi e darmi tutti i punti per il lavoro (6) oppure massacrarmi.
SPeriamo nella prima.
Sotto la scorza sadica e intimidatoria e` una brava persona.
Chi lo sa, magari si ricordera` anche di farmi gli auguri per la festa della donna!
Seya
martedì 5 febbraio 2013
One day it will all be over
Non so se la ricordate, è una canzone dei Lighthouse Family, si intitola High.
E' una delle canzoni più belle degli ultimi 30 anni.
Oggi mi sento un pò come dice la canzone, solo che io non ho un mio "You", o forse ne ho parecchi considerando amici e parentame vario.
Comunque, oggi è finalmente finito l'incubo e mi posso sentire leggera e libera.
Ho registrato l'ultimo esame e venerdì vado in Segreteria Studenti per la consegna della domanda di laurea e del libretto.
Sta per finire un'epoca.
Non so cosa accadrà dopo, dopo il fatidico 22 marzo che sembra sarà la data di discussione. Intanto però sono felice.
Oggi, quando ho registrato il mio miserrimo 19 stavo per mettermi a piangere dalla gioia: fine.
Fine di esami, prove, orali, formulari, libri di testo, dispense, compiti.
Fine di lezioni, tutorati, sessioni di studio, conferenze, laboratori in aula info.
Fine di code in mensa, code in segreteria, code in bagno nell'intervallo tra due lezioni, code alle macchinette.
Ma anche fine di condivisione di sensazioni di panico, paura ma anche entusiasmo con persone con cui non ho legato ma ho conosciuto.
Ora come ora, posso affermare non mi mancherà nulla, magari tra un mese avrò la nostalgia del chinotto delle 16, dell'aula informatica, degli strafalcioni linguistici dei professori.
Ora come ora, mi sento solo estremamente leggera e libera da quello che per troppo tempo è stato un peso.
Seya
E' una delle canzoni più belle degli ultimi 30 anni.
Oggi mi sento un pò come dice la canzone, solo che io non ho un mio "You", o forse ne ho parecchi considerando amici e parentame vario.
Comunque, oggi è finalmente finito l'incubo e mi posso sentire leggera e libera.
Ho registrato l'ultimo esame e venerdì vado in Segreteria Studenti per la consegna della domanda di laurea e del libretto.
Sta per finire un'epoca.
Non so cosa accadrà dopo, dopo il fatidico 22 marzo che sembra sarà la data di discussione. Intanto però sono felice.
Oggi, quando ho registrato il mio miserrimo 19 stavo per mettermi a piangere dalla gioia: fine.
Fine di esami, prove, orali, formulari, libri di testo, dispense, compiti.
Fine di lezioni, tutorati, sessioni di studio, conferenze, laboratori in aula info.
Fine di code in mensa, code in segreteria, code in bagno nell'intervallo tra due lezioni, code alle macchinette.
Ma anche fine di condivisione di sensazioni di panico, paura ma anche entusiasmo con persone con cui non ho legato ma ho conosciuto.
Ora come ora, posso affermare non mi mancherà nulla, magari tra un mese avrò la nostalgia del chinotto delle 16, dell'aula informatica, degli strafalcioni linguistici dei professori.
Ora come ora, mi sento solo estremamente leggera e libera da quello che per troppo tempo è stato un peso.
Seya
venerdì 25 gennaio 2013
Europei
No, non sono morta.
Sto seguendo gli Europei di pattinaggio. Una meraviglia!
Se avete tempo e voglia andate su raiSport2 e seguite..per una volta che la rai trasmette qualcosa di interessante!!
Seya
Sto seguendo gli Europei di pattinaggio. Una meraviglia!
Se avete tempo e voglia andate su raiSport2 e seguite..per una volta che la rai trasmette qualcosa di interessante!!
Seya
martedì 15 gennaio 2013
ritrovarsi
Ieri sera c'e` stata la mitica ripatriata con Mela e Angi. Si e` riformato il gruppo dela V superiore..dopo cinque anni.
Con Mela ho continuato a edermi durante questi anni, di Angi ho sentito le vicende seguendo i social network.
La serata non era partita bene: il posto in cui saremmo dovute andare era chiuso e quindi abbiamo deviato all'ultimo verso un altro in cui nessuna delle tre era mai stata. Ma siamo sopravvissute!
E quindi eccole li`, tre ragazze, coetanee, che piu` diverse non si puo`.
Mela e` sempre stata quella piu` brava tra noi, nel senso di rendimento e di "testa". Non e` mai stata quella da cui ti saresti aspettata un'uscita fuoriluogo, una situazione imbarazzante o una bugia. Limpida e sincera, l'ho sempre considerata la parte migliore di me.
Quella con cui Mamma e` sempre stata contenta io uscissi, quella da cui si andava per studiare, quella da cui si mangiavano cose sane, fatte in casa.
L'immagine che ho di lei a quei tempi e` una ragazza con lunghi capelli biondi, una felpa rosa o gialla, jeans chiari e zaino in spalla.
Angi era quella arrivata in quinta. Quella determinata ma sensibile, talmente consapevole di se stessa da risultare superba, profondamente legata alle sue idee e al suo stile di vita, dall'umorismo sottile.
Era quella da cui ci si aspettava ogni mattina una domanda nuova di matematica o fisica, mente nelle materie umanistiche si trascinava. Quella che abita in centro, ha una macchina sua, ma non te lo fa pesare, e sua mamma ti offre il pasticcio di rosticceria perche` lei non sa cucinare.
Nel vestire e` sempre stata sofisticata ma semplice: pantaloni in cotone, camicia e maglioncino. Poi gli occhiali, immancabili sul nasino e capelli corti, a caschetto, castani e lisci.
Io ero quella inquieta, specialmente in quinta. Insofferente della vita, sognavo di cambiare aria, fuggire. A scuola avevo i colpi di genio, ma anche le cadute di stile! Aiutavo tutti ma me ne stavo sulle mie. Avevo la mia compagnia, avevo il moroso, avevo le mie paranoie da diciottenne irrequieta.
Ero quella che la mattina si buttava nell'armadio e arrivava a scuola con i calzini spaiati, la felpa comoda e i jeans. Gli occhiali da sole sempre in testa e la treccina australiana legata tra i capelli.
Eppure stavamo bene insieme.
Ieri sera eravamo persone diverse. Non necessariamente peggiori, eppure ancora estremamente coerenti.
Mela e` Mela. Perfetta con lo studio, con il fidanzato, alcuni amici con cui esce di sera (i rimasugli della Compagnia) e un lavoro in pizzeria nel finesettimana. Ha imparato a tornare tardi alla sera, ma avvisa. Ha combinato alcuni disastri culinari, ma ha recuperato da brava donna in erba. Ha trovato un equilibrio tra studio e vita sociale.
Porta ancora i jeans, ma ha sostituito la felpa con maglioncini e collane, e i capelli non le cadono piu` morbidi sulla chiena, ma solo tagliati, seri e puliti, sotto le orecchie.
Angi e` ancora chiara con se stessa e determinata. Ha cambiato corso, ma recuperato brillantemente in un altro ambito. Lavora (presso l'Azienda di suo padre) e si tiene in forma con Salsa e Merengue.
Ha sostituito le scarpe da ragazza con i mocassini, ha intrecciato forcine nei capelli e ha sostituito il cardigan rosso con un pullover verde scuro.
Io sono quella che leggete qui. Mi butto ancora nell'armadio e ne esco con una maglia e il gilet nero sopra. Mi trucco e lascio che la mia treccina di capelli mi pesi sulla spalla.
Sono ancora irrequieta, sono ancora sulle mie e ho ancora le mie FdM colossali.
Eppure e` stato bello rivedersi. E` stato bello notare l'affinita` che c`e' ancora, e riscoprire la voglia di sederci attorno ad un tavolo a mangiare un boccone.
La prossima volta, si spera, non dovremo aspettare cinque anni!
Seya
Con Mela ho continuato a edermi durante questi anni, di Angi ho sentito le vicende seguendo i social network.
La serata non era partita bene: il posto in cui saremmo dovute andare era chiuso e quindi abbiamo deviato all'ultimo verso un altro in cui nessuna delle tre era mai stata. Ma siamo sopravvissute!
E quindi eccole li`, tre ragazze, coetanee, che piu` diverse non si puo`.
Mela e` sempre stata quella piu` brava tra noi, nel senso di rendimento e di "testa". Non e` mai stata quella da cui ti saresti aspettata un'uscita fuoriluogo, una situazione imbarazzante o una bugia. Limpida e sincera, l'ho sempre considerata la parte migliore di me.
Quella con cui Mamma e` sempre stata contenta io uscissi, quella da cui si andava per studiare, quella da cui si mangiavano cose sane, fatte in casa.
L'immagine che ho di lei a quei tempi e` una ragazza con lunghi capelli biondi, una felpa rosa o gialla, jeans chiari e zaino in spalla.
Angi era quella arrivata in quinta. Quella determinata ma sensibile, talmente consapevole di se stessa da risultare superba, profondamente legata alle sue idee e al suo stile di vita, dall'umorismo sottile.
Era quella da cui ci si aspettava ogni mattina una domanda nuova di matematica o fisica, mente nelle materie umanistiche si trascinava. Quella che abita in centro, ha una macchina sua, ma non te lo fa pesare, e sua mamma ti offre il pasticcio di rosticceria perche` lei non sa cucinare.
Nel vestire e` sempre stata sofisticata ma semplice: pantaloni in cotone, camicia e maglioncino. Poi gli occhiali, immancabili sul nasino e capelli corti, a caschetto, castani e lisci.
Io ero quella inquieta, specialmente in quinta. Insofferente della vita, sognavo di cambiare aria, fuggire. A scuola avevo i colpi di genio, ma anche le cadute di stile! Aiutavo tutti ma me ne stavo sulle mie. Avevo la mia compagnia, avevo il moroso, avevo le mie paranoie da diciottenne irrequieta.
Ero quella che la mattina si buttava nell'armadio e arrivava a scuola con i calzini spaiati, la felpa comoda e i jeans. Gli occhiali da sole sempre in testa e la treccina australiana legata tra i capelli.
Eppure stavamo bene insieme.
Ieri sera eravamo persone diverse. Non necessariamente peggiori, eppure ancora estremamente coerenti.
Mela e` Mela. Perfetta con lo studio, con il fidanzato, alcuni amici con cui esce di sera (i rimasugli della Compagnia) e un lavoro in pizzeria nel finesettimana. Ha imparato a tornare tardi alla sera, ma avvisa. Ha combinato alcuni disastri culinari, ma ha recuperato da brava donna in erba. Ha trovato un equilibrio tra studio e vita sociale.
Porta ancora i jeans, ma ha sostituito la felpa con maglioncini e collane, e i capelli non le cadono piu` morbidi sulla chiena, ma solo tagliati, seri e puliti, sotto le orecchie.
Angi e` ancora chiara con se stessa e determinata. Ha cambiato corso, ma recuperato brillantemente in un altro ambito. Lavora (presso l'Azienda di suo padre) e si tiene in forma con Salsa e Merengue.
Ha sostituito le scarpe da ragazza con i mocassini, ha intrecciato forcine nei capelli e ha sostituito il cardigan rosso con un pullover verde scuro.
Io sono quella che leggete qui. Mi butto ancora nell'armadio e ne esco con una maglia e il gilet nero sopra. Mi trucco e lascio che la mia treccina di capelli mi pesi sulla spalla.
Sono ancora irrequieta, sono ancora sulle mie e ho ancora le mie FdM colossali.
Eppure e` stato bello rivedersi. E` stato bello notare l'affinita` che c`e' ancora, e riscoprire la voglia di sederci attorno ad un tavolo a mangiare un boccone.
La prossima volta, si spera, non dovremo aspettare cinque anni!
Seya
sabato 22 dicembre 2012
natale
Siamo soppravvissuti tutti al 21 Dicembre?
Qui sì.
Proporrei un minuto di silenzio in ricordo di tutti gli albero tagliati per stampare libri su questo fatidico bluff.
Il mio disinteresse per la faccenda non mi ha impedito di fare alcune considerazioni al riguardo, come questa mattina in Magazzino, quando mi ha fatto pensare che ieri, ad alcune persone, il cervello abbia smesso di lavorare.
Lasciamo perdere. Non ho voglia di rovinami ulteriormente lo spirito natalizio.
Spirito natalizio che è arrivato, in maniera del tutto inaspettata e vagamente preoccupante, giovedì pomeriggio.
Già giovedì mattina avevo dato segni di diozia prenatalizia, in negozio da Guida, canticchiando canzoncine natalizie mentre confezionavo ceste e servivo i clienti. Ovviamente con il cappellino rosso e bianco in testa.
Guida che mi guardava perplessa (allarmata?) e i suoi colleghi che se la ridevano.
Poi Università.
Anche lì compilavo la tesi ascoltando la mia playlist natalizia dal Tubo.
Poi al ritorno ho iniziato a ridacchiare come un'idiota e a pensare alla scatolina per la famiglia di Bella e Kàlos.
L'aver comprato un semplicissimo quaderno blu quablock mi ha mandato in brodo di giuggiole!
Se non è idiozia questa!
Comunque, prima che lo spirito vada e approdi in altri Lidi, me lo tengo stretto e viaggio verso Venezia.
Quindi niente connessione e pc per un paio di settimane.
A tal proposito, TANTI AUGURI A TUTTI VOI; ALLE VOSTRE FAMIGLIE E ALLE PERSONE CHE PIU' AMATE!
Ci sentiamo nel 2013!
Seya
Qui sì.
Proporrei un minuto di silenzio in ricordo di tutti gli albero tagliati per stampare libri su questo fatidico bluff.
Il mio disinteresse per la faccenda non mi ha impedito di fare alcune considerazioni al riguardo, come questa mattina in Magazzino, quando mi ha fatto pensare che ieri, ad alcune persone, il cervello abbia smesso di lavorare.
Lasciamo perdere. Non ho voglia di rovinami ulteriormente lo spirito natalizio.
Spirito natalizio che è arrivato, in maniera del tutto inaspettata e vagamente preoccupante, giovedì pomeriggio.
Già giovedì mattina avevo dato segni di diozia prenatalizia, in negozio da Guida, canticchiando canzoncine natalizie mentre confezionavo ceste e servivo i clienti. Ovviamente con il cappellino rosso e bianco in testa.
Guida che mi guardava perplessa (allarmata?) e i suoi colleghi che se la ridevano.
Poi Università.
Anche lì compilavo la tesi ascoltando la mia playlist natalizia dal Tubo.
Poi al ritorno ho iniziato a ridacchiare come un'idiota e a pensare alla scatolina per la famiglia di Bella e Kàlos.
L'aver comprato un semplicissimo quaderno blu quablock mi ha mandato in brodo di giuggiole!
Se non è idiozia questa!
Comunque, prima che lo spirito vada e approdi in altri Lidi, me lo tengo stretto e viaggio verso Venezia.
Quindi niente connessione e pc per un paio di settimane.
A tal proposito, TANTI AUGURI A TUTTI VOI; ALLE VOSTRE FAMIGLIE E ALLE PERSONE CHE PIU' AMATE!
Ci sentiamo nel 2013!
Seya
domenica 16 dicembre 2012
regali
Oggi, giorno di pacchetti.
A me piace fare regali, vuoi per natale, vuoi per Compleanno però ho la tendenza a trovarmi all'ultimo e di solito, con pochi soldi in tasca.
Alcuni anni fa ero più diligente e in un qualunque periodo dell'anno, se trovavo qualcosa di adatto a tizio o caio, lo prendevo e tenevo da parte. Non so perchè ho perso l'abitudine.
Mah!
Comunque, sono abbastanza soddisfatta dei miei pacchettini.
Per Bella e Vale-Vale ho un paio di fiori in vetro. Poi per la famiglia di Bella e Kalos, visto che sono sempre estremamente gentili e ospitali con me, ho deciso di preparare una piccola scatoletta con il necessario per il cake-desing, che so piacere molto a loro.
Per Angioletto e Al ho preso due chiavette usb mentre per Stellina uno scaldamani (una specie di boul dell'acqua calda ma più piccola). A Medico una teglia per dolci, così si ricorda di cucinare e mangiare tra un paziente e l'altro, e infine per Mela un libro.
Poi biscotti e dolci a nastro.
Con Kalos siamo d'accordo di aspettare i saldi.
Poi per la famiglia, beh, lì devo ripetermi come un mantra "I love my family"..altrimenti piango!
Sono molto indecisa se fare qualcosa per Principessa. Conoscendomi, alla fine le preparerò un sacchettino con dei biscotti o qualcosa di simile, ma solo per edcazione: regalo qualcosa a tutti i burattinai, quindi mi sembra scortese non prenderle niente.
Eppure non so con che spirito farle qualcosa.
Sono giorni che ci penso e non so come comportarmi con lei.
la sto evitando più per impedire a me stessa di ricadere per l'ennesima volta nel vortice del "me la faccio passare e aspetto la prossima crisi". Mi è passata, mi è passata da un pezzo. Però non vogli ricaderci.
A quanto pare, anche al mio masochismo c'è un limite.
E lei non è stupida.
ha capito che qualcosa non va e ha smesso di cercarmi. Si limita a salutare e buttare lì un "come va" quando ci si incontra.
Sono sicura che per lei sono una stronza ma è lei quella che non ha voluto un confronto quando gliel'ho proposto. Adesso deve fare lei il passo.
Solo che io devo imparare a conviverci.
Seya
A me piace fare regali, vuoi per natale, vuoi per Compleanno però ho la tendenza a trovarmi all'ultimo e di solito, con pochi soldi in tasca.
Alcuni anni fa ero più diligente e in un qualunque periodo dell'anno, se trovavo qualcosa di adatto a tizio o caio, lo prendevo e tenevo da parte. Non so perchè ho perso l'abitudine.
Mah!
Comunque, sono abbastanza soddisfatta dei miei pacchettini.
Per Bella e Vale-Vale ho un paio di fiori in vetro. Poi per la famiglia di Bella e Kalos, visto che sono sempre estremamente gentili e ospitali con me, ho deciso di preparare una piccola scatoletta con il necessario per il cake-desing, che so piacere molto a loro.
Per Angioletto e Al ho preso due chiavette usb mentre per Stellina uno scaldamani (una specie di boul dell'acqua calda ma più piccola). A Medico una teglia per dolci, così si ricorda di cucinare e mangiare tra un paziente e l'altro, e infine per Mela un libro.
Poi biscotti e dolci a nastro.
Con Kalos siamo d'accordo di aspettare i saldi.
Poi per la famiglia, beh, lì devo ripetermi come un mantra "I love my family"..altrimenti piango!
Sono molto indecisa se fare qualcosa per Principessa. Conoscendomi, alla fine le preparerò un sacchettino con dei biscotti o qualcosa di simile, ma solo per edcazione: regalo qualcosa a tutti i burattinai, quindi mi sembra scortese non prenderle niente.
Eppure non so con che spirito farle qualcosa.
Sono giorni che ci penso e non so come comportarmi con lei.
la sto evitando più per impedire a me stessa di ricadere per l'ennesima volta nel vortice del "me la faccio passare e aspetto la prossima crisi". Mi è passata, mi è passata da un pezzo. Però non vogli ricaderci.
A quanto pare, anche al mio masochismo c'è un limite.
E lei non è stupida.
ha capito che qualcosa non va e ha smesso di cercarmi. Si limita a salutare e buttare lì un "come va" quando ci si incontra.
Sono sicura che per lei sono una stronza ma è lei quella che non ha voluto un confronto quando gliel'ho proposto. Adesso deve fare lei il passo.
Solo che io devo imparare a conviverci.
Seya
lunedì 10 dicembre 2012
cantiam cantiam
Sottofondo del mio lavoro di tesaggio (ovvero scrittura della Tesi con l'orrido programma Latex) sono le sigle dei cartoni animati degli anni '80-'90.
Piu` alcune piu` moderne che mi piacciono particolarmente.
Perche` la scelta?
Per caso.
Per scrivere al pc presso l'aula infromatica dell'Universita` ed evitare disturbatori o rumori esterni, avevo messo su una mia playlist da youtube.
Mi addormentavo.
Poi ecco suonare questa e risvegliarmi di colpo!
Da allora ha preso il via questa abitudine.
Un po' pazza, un po' peculiare. Ma tutta mia!
Ora tocca a questa:
...e devo stare attenta a non mettermi a cantare!
Seya
Piu` alcune piu` moderne che mi piacciono particolarmente.
Perche` la scelta?
Per caso.
Per scrivere al pc presso l'aula infromatica dell'Universita` ed evitare disturbatori o rumori esterni, avevo messo su una mia playlist da youtube.
Mi addormentavo.
Poi ecco suonare questa e risvegliarmi di colpo!
Da allora ha preso il via questa abitudine.
Un po' pazza, un po' peculiare. Ma tutta mia!
Ora tocca a questa:
...e devo stare attenta a non mettermi a cantare!
Seya
giovedì 22 novembre 2012
La Madonna della Salute
Ieri mattina, sopo essere andata a lezione, mi sono seduta su una panchina di Campo Santa Margherita (Venezia) a leggere il libro del momento, Radici di Alex Haley.
Mentre Kunta Kinte si lamenta dei suoi Massa e delle strane abitudini dei taubog, intorno a me si dipanano le vicende di moltissimi veneziani e alcuni turisti, quelli non mancano mai.
Molti bambini a casa per la Festa della Madonna della Salute.
E quindi, finchè nasce Kizzy, alcuni bambini, allietati da n cielo ceruleo e limpido, fanno giocato con il frisbee.
Finché Kunta si lamenta della moglie, le nonne si trovano e si congratulano a vicenda di quanto siano belli i loro nipotini.
Infine, mentre Kunta medita l'ennesima fuga dal latifondo, le siore si dipanano tra i banchetti del piccolo mercatino dell'antiquariato di Campo San Barnaba.
In lontanaza un delizioso profumino avvisa che Tonolo, la pasticceria, sta sfornando le sue prelibatezze. O è Colussi?
E' stata una mattinata tranquilla e leggera, di quelle che non mi capitavano da una vita e che avrei voluto non finissero. Ma non era possibile, bisognava assolvere ai propri doveri.
Mi sono lanciata nella grande festa cittadine con le altre donne della famiglia (Mamma, Zia e Cugina) e insieme abbiamo degnamente festeggiato la Madonna, la Salute e tutti gli annessi e connessi.
Prima si mangia la castradina, una minestra tipica della festa fatta con verze e castrato di montone, utile perchè il grasso della carne, dopo 24h di bollore, aiuta gli ammalati, ma non la dieta.
Poi ci si dirige come in processione verso la Chiesa della Salute e si comprano le candele, o si riciclano quelle di Natale.
Infine si fa la coda e si entra in Chiesa, tanto per aiutare chi ha male ai piedi.
Insomma, si arriva con lo spirito giusto.
Si prega, si accende la candela (che dopo una decina di minuti viene spenta per consentire a tutti di eseguire la pratica, e non dar fuoco alla chiesa) quindi ci si porta al centro della Chiesa, punto segnato sul pavimento con un tondo di pietra blu e "sul cielo" con la ghianda del lampadario, e si chiede la benedizione.
Questa parte io l'ho evitata. Io e la Vergine siamo d'accordo che, io faccio lo sforzo di entrare in Chiesa, lei mi solleva da altri obblighi religiosi.
Comunque, dopo aver adempiuto al proprio ruolo di cristiano, si esce dalla Sagrestia, ammirando i meravigliosi Tiziano esposti e bellamente ignorati, e si va alle bancarelle di cibo, in perfetto stile sagra, dove si mangiano ciambelle fritte e frutta secca caramellata.
La globalizzazione vuole che ora, sui banchetti, si trovino anche croccanti, cremini, ciambelle americane, paste di mandorle e specialità sicule.
Personalmente, preferisco la frittella gigante e bollente.
Si recupera un palloncino e si torna a casa.
Il tutto dura un paio di ore, non di più, eppure il continuo viavai di gente, di veneziani, fa capire che la città tutta si mobilita perchè è attaccata alle proprie tradizioni.
E non importa se per un giorno non si produce, se ci si prende ferie o permessi, se si va contro il modello tedesco. E' la nostra tradizione.
E va conservata.
Seya
PS: Ovviamente, dopo essere andata a farmi benedire, nel vero senso della parola, sono a casa ammalata con la febbre. C'è da farsi qualche domanda..
Mentre Kunta Kinte si lamenta dei suoi Massa e delle strane abitudini dei taubog, intorno a me si dipanano le vicende di moltissimi veneziani e alcuni turisti, quelli non mancano mai.
Molti bambini a casa per la Festa della Madonna della Salute.
E quindi, finchè nasce Kizzy, alcuni bambini, allietati da n cielo ceruleo e limpido, fanno giocato con il frisbee.
Finché Kunta si lamenta della moglie, le nonne si trovano e si congratulano a vicenda di quanto siano belli i loro nipotini.
Infine, mentre Kunta medita l'ennesima fuga dal latifondo, le siore si dipanano tra i banchetti del piccolo mercatino dell'antiquariato di Campo San Barnaba.
In lontanaza un delizioso profumino avvisa che Tonolo, la pasticceria, sta sfornando le sue prelibatezze. O è Colussi?
E' stata una mattinata tranquilla e leggera, di quelle che non mi capitavano da una vita e che avrei voluto non finissero. Ma non era possibile, bisognava assolvere ai propri doveri.
Mi sono lanciata nella grande festa cittadine con le altre donne della famiglia (Mamma, Zia e Cugina) e insieme abbiamo degnamente festeggiato la Madonna, la Salute e tutti gli annessi e connessi.
Prima si mangia la castradina, una minestra tipica della festa fatta con verze e castrato di montone, utile perchè il grasso della carne, dopo 24h di bollore, aiuta gli ammalati, ma non la dieta.
Poi ci si dirige come in processione verso la Chiesa della Salute e si comprano le candele, o si riciclano quelle di Natale.
Infine si fa la coda e si entra in Chiesa, tanto per aiutare chi ha male ai piedi.
Insomma, si arriva con lo spirito giusto.
Si prega, si accende la candela (che dopo una decina di minuti viene spenta per consentire a tutti di eseguire la pratica, e non dar fuoco alla chiesa) quindi ci si porta al centro della Chiesa, punto segnato sul pavimento con un tondo di pietra blu e "sul cielo" con la ghianda del lampadario, e si chiede la benedizione.
Questa parte io l'ho evitata. Io e la Vergine siamo d'accordo che, io faccio lo sforzo di entrare in Chiesa, lei mi solleva da altri obblighi religiosi.
Comunque, dopo aver adempiuto al proprio ruolo di cristiano, si esce dalla Sagrestia, ammirando i meravigliosi Tiziano esposti e bellamente ignorati, e si va alle bancarelle di cibo, in perfetto stile sagra, dove si mangiano ciambelle fritte e frutta secca caramellata.
La globalizzazione vuole che ora, sui banchetti, si trovino anche croccanti, cremini, ciambelle americane, paste di mandorle e specialità sicule.
Personalmente, preferisco la frittella gigante e bollente.
Si recupera un palloncino e si torna a casa.
Il tutto dura un paio di ore, non di più, eppure il continuo viavai di gente, di veneziani, fa capire che la città tutta si mobilita perchè è attaccata alle proprie tradizioni.
E non importa se per un giorno non si produce, se ci si prende ferie o permessi, se si va contro il modello tedesco. E' la nostra tradizione.
E va conservata.
Seya
PS: Ovviamente, dopo essere andata a farmi benedire, nel vero senso della parola, sono a casa ammalata con la febbre. C'è da farsi qualche domanda..
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