martedì 19 agosto 2014

Dallas Buyers Club

Dallas buyers Club è uno di quei film che nelle afose serate di agosto, attira una folla variegata e variopinta, tenendola seduta sulle scomodissime sedie di plastica per due ore.
In realtà in dirittura d'arrivo, la palpebra cala e i piedi chiedono pietà, ma voglio credere sia a causa del caldo e dell'orario.

Inizia velocemente, rallenta nel frattempo per far spiegare le dinamiche burocratiche con cui litiga il protagonista, punta un faro silenzioso sulle vicende personali dell'uomo e conclude in pochi minuti.
Il format della storia è già stata vista, quello che mi ha reso particolarmente sorpresa è stata l'interpretazione di Matthew McConaughey.
Abituata come sono a vederlo come il bello del film e più raramente come attore serio e completo (ricordiamo per dovere di cronaca il bellissimo Il Momento Di Uccidere), qui ha fatto tutt'altro.
Magro come un grissino e irriconoscibile, ha dato una prova di grande maestria recitativa, calandosi nei panni di un rozzo ma intelligente texano malato di AIDS che rifiuta la cura a base di AZT e propone, supportato da un bravo e serio medico, una cura più naturale e rinforzativa.
La storia affonda le radici nelle vicende di una persona relamente esistita e che con i suoi sforzi, e quelli di anche qualche altro malato, ha permesso di rivedere la diagnosi sui malati di HIV.

Non parlo oltre della trama, anzi, invito tutti a vedere il film, anche solo perchè abbiamo nella stessa pellicola due Oscar, Matthew e Jared Leto, quest'ultimo grande amore della mia vita (almeno a livello platonico) fin da Alexander.



Seya

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