sabato 22 marzo 2014

la scoperta Casella

Da quando è partita l'iniziativa (orai due anni fa) sono un'attenta ed entusiasta partecipante di MusicEmotion, la chermesse cinematografica di musica sinfonica.
Non che sia un grande impegno (parliamo di 4 concerti a stagione, praticamente una nullità) però mi ricollega ai piaceri della pace, della solitudine, dell'individualità.
Non è infatti un piacere che condivido, un pò perchè non saprei a chi proporre la cosa, un pò perchè infondo mi piace sentirmi non più colta, però più ricercata sicuramente, di alcune altre persone.

Mercoledì sera, con mamma, abbiamo assistito al concerto del maestro Noseda su musiche di Casella e Respighi.
Personalmente sono arrivata al cinema sbuffando: la musica italiana non mi piace nè antica, nè moderna.
Quando sono uscita (a parte il sonno), ero entusiasta.
Il pezzo di Respighi non è altro che l'assemblaggio di opere precedenti e secondarie (musiche per fluto che ricordano tanto le scene mitiche, dove ninfe e fauni danzano in allegria).
Casella invece è stato una scoperta.
Praticamente si tratta di un tale, ovviamente un genio/prodigio del pianoforte con un infanzia triste e tormentata (tanto per sfatare gli stereotipi), che a cavallo tra Ottocento e Novecento ha composto pezzi orchestrali secondo le influenze del periodo.
Un anticipatore di Stravinski, un affezionato a Mahler e un tormentato alla Shostacovich.
Studiare a Parigi gli ha permesso di entrare in contatto con i grandi dell'epoca (allievo di Faurie, amico di Ravel e conoscitore della classica musica mittleuropea) e di tutte queste amicizie e conoscenze ha fatto un sunto in una serie di concerti molto paricolari e stranamente poco conosciuti.
Dico stranamente non perchè era italiano o che, ma per la modernità di alcuni pezzi.
Le parti lente dei concerti sono una palla (anche la Sinfonia n.12 in alcuni punti lo è, a mio avviso) e le presentano come un omaggio/incontro con Mahler (ma io non conosco Mahler e quindi poco posso dire).
Le parti movimentate invece sono da togliere il fiato.
Moderne e dinamiche, sembra quasi di trovarsi nel traffico cittadino all'ora di punta e di essere sul punto di perdere un appuntamento importante. Una corsa, una foga e in tutto questo la sensazione di essere vivi.
Meraviglia pura.
E io che non apprezzo i pezzi caotici, faccio un doppio complimento.
Ed è strano che qualcuno così attuale sia poco proposto. Non parlo neanche di insegnarlo a scuola perchè le nostre povere nuove generazioni è già tanto se sono in grado di distinguere un violino da un pianoforte: tra tagli e insegnanti e ragazzi poco preparati/interessati/motivati l'ignoranza musicale regna sovrana.
Parlo proprio di concerti in cartellone. Stravinski è osannato, di Mahler Accardo ha fatto un cofanetto (ce l'ho ma non l'ho ancora sentito), Shostakovich viene passato come artista d'elite e Ravel è strapagato. Casella, tutti se lo dimenticano.
Un peccato perchè è notevole.

Piccolo commento su Noseda, il direttore d'orchestra. Allora, bravo come pochi, bisogna riconoscerlo, ma bisogna fare qualcosa per la sua sudorazione copiosa.
Già lui è pallido e chiaro, in più con un completa (taglio giapponese) nero sempra Piton albino, se poi ci si mette pure un continuo grondare sudore da tutti i pori, il risultato è a metà tra il disgustoso e il preoccupante.
Consiglio sciarpina per raccogliere sudore facciale e movimenti del corpo più contenuti: infervorarsi va bene, perdere il 50% dell'acqua corporea no.


Seya

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