Ammetto di essere partita prevenuta ma di essermi convinta sapendo che io, con Guida e i Volontari, sto da dio.
Destinazione: sagra di Rovolon, sui Colli Euganei.
Situazione: sagra di paese, moderatamente popolata, cena rustica e buona, anche se un pò scarsa di porzioni e tanta birra.
Sorpresa: i fuochi d'artificio!
Era segnalato uno spettacolo pirotecnico e si sapeva che ci sarebbe stata una bella scena in cui natura, notte fonda e fuochi colorati avrebbero creato un quadro unico.
Ma non mi aspettavo una scena come quella poi vista.
Il profilo dei Colli, gli alberi nella immediata vicinanza, la notte scura e lampeggiante per l'imminente temporale.
E i fuochi a pochi metri.
Dritti sopra la testa.
Io con la testa completamente ruotata all'indietro per poter vedere tutte le luci.
La bocca spalancata e le braccia incrociate a trattenere i brividi.
La musica in sottofondo.
Una sensazione ineffabile di piccolezza.
Da riproporre l'anno prossimo.
Seya
Spesso davvero mi sento come se gli altri mi parlassero in una lingua che non conosco....L'importante è saper parlare la propria e che gli altri imparino la mia!
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martedì 29 luglio 2014
lunedì 21 luglio 2014
Redentore
E' passato un altro Redentore.
Altra cena in famiglia, altro Gran Pavese, altri fuochi, altro casino, altra nanna.
La routine annuale non mi pesa nè mi deprime ma quest'anno ammetto di aver goduto proprio poco della sensazione di meraviglia e spensieratezza della festa.
Stanchezza e sonno.
Solitudine.
Una famiglia che, per quanto bene le voglia, risulta ingombrante.
Zia al solito ha preso in mano la situazione e ha deciso, cucinato, comandato, brontolato.
Mamma al solito si è lamentata.
Papà al solito è arrivato per i fatti suoi e ha fatto quello che voleva lui, con i suoi tempi.
Cugina al solito ha cercato di mantenere intatta casa sua.
Sempre i soliti.
Tutti e cinque.
Non so se la cosa mi piaccia o meno.
Lamentele a parte, i fuochi sono risultati belli e lunghi. Un pò calanti nella zona centrale ma con un finale con il botto, nel vero senso della parola.
Neanche troppa gente, almeno dove eravamo appioppati noi.
Soliti ragazzi ubriachi che disturbano e rovinano la serata ai più. Volevo proporre al più rumoroso del gruppo di buttarsi in acqua e verificare se così il cervello gli si riempiva di qualcosa, ma come mio solito ho lasciato perdere. Poi ho considerato che, viste le condizioni dei ragazzi, non ci avrei guadagnato niente di buono in una lite.
Tornata a Ca mi sono fatta una gran bella dormita.
Adesso sono in ufficio.
Seya
Altra cena in famiglia, altro Gran Pavese, altri fuochi, altro casino, altra nanna.
La routine annuale non mi pesa nè mi deprime ma quest'anno ammetto di aver goduto proprio poco della sensazione di meraviglia e spensieratezza della festa.
Stanchezza e sonno.
Solitudine.
Una famiglia che, per quanto bene le voglia, risulta ingombrante.
Zia al solito ha preso in mano la situazione e ha deciso, cucinato, comandato, brontolato.
Mamma al solito si è lamentata.
Papà al solito è arrivato per i fatti suoi e ha fatto quello che voleva lui, con i suoi tempi.
Cugina al solito ha cercato di mantenere intatta casa sua.
Sempre i soliti.
Tutti e cinque.
Non so se la cosa mi piaccia o meno.
Lamentele a parte, i fuochi sono risultati belli e lunghi. Un pò calanti nella zona centrale ma con un finale con il botto, nel vero senso della parola.
Neanche troppa gente, almeno dove eravamo appioppati noi.
Soliti ragazzi ubriachi che disturbano e rovinano la serata ai più. Volevo proporre al più rumoroso del gruppo di buttarsi in acqua e verificare se così il cervello gli si riempiva di qualcosa, ma come mio solito ho lasciato perdere. Poi ho considerato che, viste le condizioni dei ragazzi, non ci avrei guadagnato niente di buono in una lite.
Tornata a Ca mi sono fatta una gran bella dormita.
Adesso sono in ufficio.
Seya
venerdì 22 febbraio 2013
il sushi indiano
Questa settimana ho passato un paio di sere estremamente piacevoli in compagnia di Mela e Medico.
Solo noi tre.
Lunedi` sera spritz in un bacaro del centro di Padova, ieri sera ristorante indiano (ed eravamo partiti con l'idea di mangiare del sushi!).
Adoro questi due ragazzi. Sono tranquilli e leali, ma nella loro pacatezza sono delle immense "bronse coerte" ovvero delle piccole pentole di idee folli, biondi entrambi.
E sto bene con loro.
Era un po` che non mi divertivo con altre persone in maniera tanto genuina ma non per questo stupida.
C'`e stato forse uno spritz che ti rende piu` allegra del solito, una maledetta FdM che ti fa ridere a crepapelle e tanta complicita`.
Loro due, tra loro, dovevano sistemare alcune questioni e non mi e` pesato starmene seduta al mio posto mentre loro si scambiavano opinioni, intenzioni e confronti. Si sono scusati per avermi esclusa ma ho scoperto la mia bocca dire, in maniera molto sincera, "se avessi voluto dire qualcosa, intervenire, l'avrei fatto. Ho un'idea al riguardo, ma dovevate parlarne un po' tra voi".
Ed e` vero. Non mi sono sentita esclusa.
E se penso che Medico voleva chiedere anche ad E mi viene un colpo.
Non mi ha fatto niente di male, a parte che si comporta come se avesse una scopa su per il c**o e non capisco il perche`, pero` l'idea di vederla mi fa venire il mal di pancia.
E domani sera ci eravamo accordate per uscire anche con gli altri, i quali hanno tutti tirato pacco.
E io adesso che faccio?
Ci pensero` domani mattina....intanto sorrido pensando che conosco delle persone stupende.
Seya
Solo noi tre.
Lunedi` sera spritz in un bacaro del centro di Padova, ieri sera ristorante indiano (ed eravamo partiti con l'idea di mangiare del sushi!).
Adoro questi due ragazzi. Sono tranquilli e leali, ma nella loro pacatezza sono delle immense "bronse coerte" ovvero delle piccole pentole di idee folli, biondi entrambi.
E sto bene con loro.
Era un po` che non mi divertivo con altre persone in maniera tanto genuina ma non per questo stupida.
C'`e stato forse uno spritz che ti rende piu` allegra del solito, una maledetta FdM che ti fa ridere a crepapelle e tanta complicita`.
Loro due, tra loro, dovevano sistemare alcune questioni e non mi e` pesato starmene seduta al mio posto mentre loro si scambiavano opinioni, intenzioni e confronti. Si sono scusati per avermi esclusa ma ho scoperto la mia bocca dire, in maniera molto sincera, "se avessi voluto dire qualcosa, intervenire, l'avrei fatto. Ho un'idea al riguardo, ma dovevate parlarne un po' tra voi".
Ed e` vero. Non mi sono sentita esclusa.
E se penso che Medico voleva chiedere anche ad E mi viene un colpo.
Non mi ha fatto niente di male, a parte che si comporta come se avesse una scopa su per il c**o e non capisco il perche`, pero` l'idea di vederla mi fa venire il mal di pancia.
E domani sera ci eravamo accordate per uscire anche con gli altri, i quali hanno tutti tirato pacco.
E io adesso che faccio?
Ci pensero` domani mattina....intanto sorrido pensando che conosco delle persone stupende.
Seya
martedì 5 febbraio 2013
One day it will all be over
Non so se la ricordate, è una canzone dei Lighthouse Family, si intitola High.
E' una delle canzoni più belle degli ultimi 30 anni.
Oggi mi sento un pò come dice la canzone, solo che io non ho un mio "You", o forse ne ho parecchi considerando amici e parentame vario.
Comunque, oggi è finalmente finito l'incubo e mi posso sentire leggera e libera.
Ho registrato l'ultimo esame e venerdì vado in Segreteria Studenti per la consegna della domanda di laurea e del libretto.
Sta per finire un'epoca.
Non so cosa accadrà dopo, dopo il fatidico 22 marzo che sembra sarà la data di discussione. Intanto però sono felice.
Oggi, quando ho registrato il mio miserrimo 19 stavo per mettermi a piangere dalla gioia: fine.
Fine di esami, prove, orali, formulari, libri di testo, dispense, compiti.
Fine di lezioni, tutorati, sessioni di studio, conferenze, laboratori in aula info.
Fine di code in mensa, code in segreteria, code in bagno nell'intervallo tra due lezioni, code alle macchinette.
Ma anche fine di condivisione di sensazioni di panico, paura ma anche entusiasmo con persone con cui non ho legato ma ho conosciuto.
Ora come ora, posso affermare non mi mancherà nulla, magari tra un mese avrò la nostalgia del chinotto delle 16, dell'aula informatica, degli strafalcioni linguistici dei professori.
Ora come ora, mi sento solo estremamente leggera e libera da quello che per troppo tempo è stato un peso.
Seya
E' una delle canzoni più belle degli ultimi 30 anni.
Oggi mi sento un pò come dice la canzone, solo che io non ho un mio "You", o forse ne ho parecchi considerando amici e parentame vario.
Comunque, oggi è finalmente finito l'incubo e mi posso sentire leggera e libera.
Ho registrato l'ultimo esame e venerdì vado in Segreteria Studenti per la consegna della domanda di laurea e del libretto.
Sta per finire un'epoca.
Non so cosa accadrà dopo, dopo il fatidico 22 marzo che sembra sarà la data di discussione. Intanto però sono felice.
Oggi, quando ho registrato il mio miserrimo 19 stavo per mettermi a piangere dalla gioia: fine.
Fine di esami, prove, orali, formulari, libri di testo, dispense, compiti.
Fine di lezioni, tutorati, sessioni di studio, conferenze, laboratori in aula info.
Fine di code in mensa, code in segreteria, code in bagno nell'intervallo tra due lezioni, code alle macchinette.
Ma anche fine di condivisione di sensazioni di panico, paura ma anche entusiasmo con persone con cui non ho legato ma ho conosciuto.
Ora come ora, posso affermare non mi mancherà nulla, magari tra un mese avrò la nostalgia del chinotto delle 16, dell'aula informatica, degli strafalcioni linguistici dei professori.
Ora come ora, mi sento solo estremamente leggera e libera da quello che per troppo tempo è stato un peso.
Seya
domenica 9 dicembre 2012
fortuna
L'altro giorno, correndo per Venezia in preda al ritardo, stavo pensando a quanto sono stata fortunata nella mia vita.
Ho visto molti posti, ho vissuto molte sensazioni.
Non capisco come possano esserci persone che non amano viaggiare e preferiscono spendere i loro soldi in abbigliamento e hi-tech, piuttosto che muoversi. Angioletto è uno di questi. Ed è uno dei nostri punti di lontananza. Io non capisco lui, lui non capisce me.
Si sorprende che io mi muova, oggi Padova, domani Venezia, poi Firenze, dunque Londra e la Spagna. Per lui sono sempre in giro.
Mi chiede come io faccia visto i costi. Poi mi mostra la camicia nuova e mi dice di essere stato fuori a cena e poi disco con Al e amici.
Gli faccio notare la differenza, eppure mi sembra non capisca.
E alla fine, eccoci qui, diversi eppure entrambi convinti di essere fortunati.
La mia fortuna, le mie avventure.
Ho visto l'alba, la prima, dalla spiaggia australiana, ho nuotato nella barriera corallina, ho vissuto la libertà di San Francisco, e mi sono immersa nella frenetica notte di Miami.
Ho odorato le spezie di Les Lafayettes di Parigi e il profumo delle rose dei giardini a Versailles.
Ho corso in giro per Londra e mi sono addormentata sulla terra rossa della Spagna.
Ho navigato per i canali di Cambridge e passeggiato lungo l'Arno, la Senna, il Tevere, il Brenta, il Danubio, il Tamigi.
Poi torno a casa e mi sento sempre più piena. Mi convinco che non potrei mai emozionarmi più di così.
Poi entro a San Marco.
Un giro veloce, una visita turistica, panoramica, molto poco seria e accurata.
Eppure sempre così profonda.
Adoro i mosaici in vetro dipino nella genesi, nell'atrio, e le tessere in foglia d'oro dell'arcata principale.
Le storie della Bibbia in perfetto ordine, raccontate in maniera intuitiva e precisa.
Prima della venuta di Cristo i simboli, dopo le figure antropomorfe.
Una moltitudine di colore, quasi mostrosa se messa a confronto con la semplicità e naturalezza della cripta, tanto bassa da costringermi a tenere la testa piegata.
Ho toccato le colonne in avorio, cesellate, del baldacchino; ho seduto sulle sedie della navata principale, ho percepito l'odore misto di incenso e cera dell'altare.
E poi la Pala d'oro, girata verso il pubblico per le celebrazioni dell'Immacolata. Le colonne. I mosaici del pavimento, splendidi giochi geometrici in marmo e pietra dura.
Uscendo ripensavo alla fortuna di poterci tornare per Natale ed assistere alla messa di mezzanotte.
Credevo che la serata sarebbe finita con quell'emozione e sono rimasta senza respiro.
Nevicava.
Seya
Ho visto molti posti, ho vissuto molte sensazioni.
Non capisco come possano esserci persone che non amano viaggiare e preferiscono spendere i loro soldi in abbigliamento e hi-tech, piuttosto che muoversi. Angioletto è uno di questi. Ed è uno dei nostri punti di lontananza. Io non capisco lui, lui non capisce me.
Si sorprende che io mi muova, oggi Padova, domani Venezia, poi Firenze, dunque Londra e la Spagna. Per lui sono sempre in giro.
Mi chiede come io faccia visto i costi. Poi mi mostra la camicia nuova e mi dice di essere stato fuori a cena e poi disco con Al e amici.
Gli faccio notare la differenza, eppure mi sembra non capisca.
E alla fine, eccoci qui, diversi eppure entrambi convinti di essere fortunati.
La mia fortuna, le mie avventure.
Ho visto l'alba, la prima, dalla spiaggia australiana, ho nuotato nella barriera corallina, ho vissuto la libertà di San Francisco, e mi sono immersa nella frenetica notte di Miami.
Ho odorato le spezie di Les Lafayettes di Parigi e il profumo delle rose dei giardini a Versailles.
Ho corso in giro per Londra e mi sono addormentata sulla terra rossa della Spagna.
Ho navigato per i canali di Cambridge e passeggiato lungo l'Arno, la Senna, il Tevere, il Brenta, il Danubio, il Tamigi.
Poi torno a casa e mi sento sempre più piena. Mi convinco che non potrei mai emozionarmi più di così.
Poi entro a San Marco.
Un giro veloce, una visita turistica, panoramica, molto poco seria e accurata.
Eppure sempre così profonda.
Adoro i mosaici in vetro dipino nella genesi, nell'atrio, e le tessere in foglia d'oro dell'arcata principale.
Le storie della Bibbia in perfetto ordine, raccontate in maniera intuitiva e precisa.
Prima della venuta di Cristo i simboli, dopo le figure antropomorfe.
Una moltitudine di colore, quasi mostrosa se messa a confronto con la semplicità e naturalezza della cripta, tanto bassa da costringermi a tenere la testa piegata.
Ho toccato le colonne in avorio, cesellate, del baldacchino; ho seduto sulle sedie della navata principale, ho percepito l'odore misto di incenso e cera dell'altare.
E poi la Pala d'oro, girata verso il pubblico per le celebrazioni dell'Immacolata. Le colonne. I mosaici del pavimento, splendidi giochi geometrici in marmo e pietra dura.
Uscendo ripensavo alla fortuna di poterci tornare per Natale ed assistere alla messa di mezzanotte.
Credevo che la serata sarebbe finita con quell'emozione e sono rimasta senza respiro.
Nevicava.
Seya
lunedì 28 maggio 2012
Florence..one year later
Date fiato alle trombe e stendete i tappeti: sono tornata.
Piu` insonnolita, piu` felice e piu` vecchia.
Scherzi a parte, questi giorni a Firenze sono stati utili oltre che meravigliosi. Ho ripreso fiato dalla routine, dalle persone di tutti i giorni, dalla citta` che mi sembra mi chiuda sempre di piu` la visuale.
Sabato sono arrivata a dire:
"Vorrei non tornare in Veneto. Mi sento talmente tanto bene qui e mi sento talmente tanto libera di dire quello che penso, che se tornassi a Padova (o a Venezia) in questo momento avrei paura. Potrei combinare dei disastri".
Parole testuali.
Lo so, non e` una bella cosa verso coloro che frequento in questa zona d'Italia, pero` la mia indole e` molto legata al compromesso e alla diplomazia e spesso mi mordo la lingua invece di parlare chiaro.
Spesso, non sempre. E sempre di meno, vorrei aggiungere.
Pero` accade.
La fiera, TerraFutura, l'ho trovata un po` sottotono: meno banchetti dell'anno scorso, meno gente. Pero` ho seguito un workshop sul lavoro molto interessante, anche se vagamente prolisso, e degli incontri/dibattiti molto interesanti.
Ho scoperto l'esistenza di una politologa, Susan George, che e` geniale.
Dice delle cose giuste e sacrosante, le dice con un inglese britannico pacato e perfetto, le dice con una convinzione totale su quelli che sono gli argomenti che sostiene.
Insomma, una persona che dice quello che pensa.
Una delle poche, a mio avviso.
Sabato ho seguito un insieme di dibattiti sulla Mafia e la 'Ndrangheta.
Non volgio parlare di queste realta` che conosco poco e capisco ancora meno, ma commento quelli che sono gli interlocutori: Bonanni, della CGIL, che non si e` ben capito che cosa avesse da dire al riguardo (forse solo il suo essere siciliano...?); un tizio che si occupa del riassegnamento dei beni confiscati, che parlava con un accento talmente tanto marcato da non farsi capire da mezza sala; due procuratori (Pignatone e Prestipino) che parlano con condizione di causa ma lo fanno male.
Alla fine, una bella giornata pero` difficile per me che ne so poco.
Firenze mi ha accolto calorosa, calda e chiassosa come l'avevo lasciata l'anno scorso.
E Gentleman e Pastore che mi hanno ospitato hanno confermato quello che l'anno scorso avevo provato: per loro sono Seya.
Non sono la figlia di una che conoscono ormai da anni, non sono la ragazzina rompiballe che accolgono per amicizia verso la madre, non sono la ventenne fuori di testa che devi andare a raccatare nei bar a notte fonda.
Sono una persona.
Mi accolgono perche` ci tengono a me, perche` mi vogliono bene.
Mi danno le chiavi di casa, mi danno autonomia e indipendenza per quanto riguarda cibo e spostamenti, mi danno compagnia nelle serate.
Ed e` una cosa che mi fa talmente tanto piacere che non so spiegarlo a parole.
Senza contare che sono simpaticissimi.
Giovedi`, per il mio compleanno, mi hanno portato a cena fuori e hanno fatto mettere sulla fetta di torta che avevo ordinato per dessert una candelina, di quelle che non si spengono mai per quanto tu soffi, e in pizzeria ha iniziato a suonare "tanti auguri".
Io avrei voluto nascondermi sotto il tavolo, loro due che cantavano e battevano le mani neanche avessero ancora trentanni.
Se non e` amicizia questa?!
Seya
Piu` insonnolita, piu` felice e piu` vecchia.
Scherzi a parte, questi giorni a Firenze sono stati utili oltre che meravigliosi. Ho ripreso fiato dalla routine, dalle persone di tutti i giorni, dalla citta` che mi sembra mi chiuda sempre di piu` la visuale.
Sabato sono arrivata a dire:
"Vorrei non tornare in Veneto. Mi sento talmente tanto bene qui e mi sento talmente tanto libera di dire quello che penso, che se tornassi a Padova (o a Venezia) in questo momento avrei paura. Potrei combinare dei disastri".
Parole testuali.
Lo so, non e` una bella cosa verso coloro che frequento in questa zona d'Italia, pero` la mia indole e` molto legata al compromesso e alla diplomazia e spesso mi mordo la lingua invece di parlare chiaro.
Spesso, non sempre. E sempre di meno, vorrei aggiungere.
Pero` accade.
La fiera, TerraFutura, l'ho trovata un po` sottotono: meno banchetti dell'anno scorso, meno gente. Pero` ho seguito un workshop sul lavoro molto interessante, anche se vagamente prolisso, e degli incontri/dibattiti molto interesanti.
Ho scoperto l'esistenza di una politologa, Susan George, che e` geniale.
Dice delle cose giuste e sacrosante, le dice con un inglese britannico pacato e perfetto, le dice con una convinzione totale su quelli che sono gli argomenti che sostiene.
Insomma, una persona che dice quello che pensa.
Una delle poche, a mio avviso.
Sabato ho seguito un insieme di dibattiti sulla Mafia e la 'Ndrangheta.
Non volgio parlare di queste realta` che conosco poco e capisco ancora meno, ma commento quelli che sono gli interlocutori: Bonanni, della CGIL, che non si e` ben capito che cosa avesse da dire al riguardo (forse solo il suo essere siciliano...?); un tizio che si occupa del riassegnamento dei beni confiscati, che parlava con un accento talmente tanto marcato da non farsi capire da mezza sala; due procuratori (Pignatone e Prestipino) che parlano con condizione di causa ma lo fanno male.
Alla fine, una bella giornata pero` difficile per me che ne so poco.
Firenze mi ha accolto calorosa, calda e chiassosa come l'avevo lasciata l'anno scorso.
E Gentleman e Pastore che mi hanno ospitato hanno confermato quello che l'anno scorso avevo provato: per loro sono Seya.
Non sono la figlia di una che conoscono ormai da anni, non sono la ragazzina rompiballe che accolgono per amicizia verso la madre, non sono la ventenne fuori di testa che devi andare a raccatare nei bar a notte fonda.
Sono una persona.
Mi accolgono perche` ci tengono a me, perche` mi vogliono bene.
Mi danno le chiavi di casa, mi danno autonomia e indipendenza per quanto riguarda cibo e spostamenti, mi danno compagnia nelle serate.
Ed e` una cosa che mi fa talmente tanto piacere che non so spiegarlo a parole.
Senza contare che sono simpaticissimi.
Giovedi`, per il mio compleanno, mi hanno portato a cena fuori e hanno fatto mettere sulla fetta di torta che avevo ordinato per dessert una candelina, di quelle che non si spengono mai per quanto tu soffi, e in pizzeria ha iniziato a suonare "tanti auguri".
Io avrei voluto nascondermi sotto il tavolo, loro due che cantavano e battevano le mani neanche avessero ancora trentanni.
Se non e` amicizia questa?!
Seya
giovedì 17 maggio 2012
Giornata mondiale contro l'omofobia
L'ispirazione per celebrare questa giornata di memoria e lotta mi è venuta stamane quando su FB una fan page ha iniziato a pubblicare le cialtronerie omofobe che la gente lascia sparse nel web.
Tra tante battute e frasi per cui ho deciso di mettermi a ridere, una mi ha fatto, al contrario, salire il sangue alla testa.
Questa idea che l'omosessualità femminile è un gioco erotico mi ha sempre fatto partire l'embolo, come direbbe la Littizzetto.
Dobbiamo ringraziare l'industria pornografica per questo, nessun altro. Ora io non escludo che la situazione sia effettivamente erotica però ciò non significa che due donne debbano baciarsi solo per il piacere altrui, maschile soprattutto, e che il loro amore sia finalizzato a quello.
Questa frase mi ha fatto tornare in mente un racconto non troppo lungo che avevo scritto intorno ai sedici anni e che non ho mai concluso.
L'ho tirato fuori dall'armadio (letteralmente) e l'ho riletto.
Ho pensato di ricopiare qui quello che doveva essere l'incipit della storia, senza modifiche, senza correzioni. Forse perchè la mia scrittura adolescenziale, molto meno elaborata di quella che ho adesso, mi ha fatto nostalgia e mi ha fatto sorridere. Divertente però notare come già all'epoca (parliamo di 7 anni fa) l'idea che l'amore tra due donne sia visto in chiave maschilista come erotico.
A voi.
Federica saliva le scale velocemente, come era solita fare quando aveva fretta.
Quella mattina, come molte altre mattine, portare a scuola i figli si era rivelato lungo e pieno di lacrime: Ai suoi due mostriciattoli non piaceva l'idea di passare l'intera mattinata con bambini che non conoscevano e maestre che insegnavano.
Non aveva mai capito il perche`. A lei la scuola era sempre piaciuta, anche se non era mai stato una campionessa di socialita`.
Inutile, approcciare un altro essere umano, parlargli, fare amicizia, non gli era mai risultato semplice.
Anche dopo molti anni, dopo il Liceo, l'Università, un matrimonio traballante, sembrava sempre difficile socializzare.
Suo marito Claudio era bravo.
Parlava con chiunque, di qualcunque cosa. Sembrava avesse un'opinione su tutto, sembrava sapesse vendere qualunque idea, come vendeva azioni al mercato finanziario il lunedi` mattina.
Sembrava, perche` dopo cinque anni, aveva capito che era tutto fumo.
Il politically correct era entrato nelle sue vene, aveva ingolfato le sue percezioni, annerito il suo sguardo.
Non credeva in quel che diceva ma sapeva cosa l'altro pensasse in qualunque momento, in qualunque occasione, e se lo ingraziava.
Era una dote anche quella.
Schiaccio` il tasto dell'ascensore e spostò il peso da un piede all'atro facendo attenzione a non piegare troppo la caviglia e cadere dai tacchi alti.
Sistemandosi una ciocca di capelli, giro` il capo verso destra.
Valenzia era li`, come tutte le mattine. Alla reception. Il trucco perfetto, i capelli ben sistemati, gli orecchini in tinta con la maglia etnica che sfoggiava quel giorno.
Le sorrise, sperando che per una volta la notasse.
Inutile.
Sembrava essere su un altro mondo, un mondo di consapevolezza e sicurezza di cui non faceva parte.
Lo stomaco iniziò a stringersi in una morsa. Di nuovo.
Inizio` a contare i secondi che la separavano dall'arrivo dell'ascensore, dentro al quale sarebbe stata al sicuro dalle proprie brame, i propri desideri, i propri istinto.
L'istinto animale di andare da Valenzia e stringerla tra le braccia, toccarle i capelli, sfiorarle il collo.
Baciarla.
Strabuzzò gli occhi e scosse la testa.
Non poteva fare certi pensieri. Non poteva concedersi certi sogni ad occhi aperti.
Il suo posto di donna, il suo ruolo di madre, il suo status di donna sposata sarebbero stati spazzati via e lei avrebbe perso tutto.
Sarebbe finita in un centro di accoglienza, senza un lavoro, senza i suoi figli.
Come il ragazzino che pochi giorni prima era stato pestato a sangue nella città vicina perché omosessuale.Si Era informata, aveva letto, aveva sentito il tg.
Omosessuale, finocchio, recchia, checca..
Avrebbero insultato o preso in giro anche lei? Forse l'avrebbero chiamata "lesbica di merda!".
Forse l'avrebbero semplicemente ignorata, forse l'avrebbero costretta a prestarsi a strani giochi erotici.
Claudio le aveva confessato anni prima che l'immagine di due donne che si baciavano lo eccitava moltissimo. Per lui il lesbismo era un gioco. Un gioco erotico finalizzato al suo piacere.
Non gli interessava se le due donne provavano qualcosa l'una per l'altra.
Il politically correct accettava l'esistenza dell'amore omosessuale, ma solo per quanto riguardava il suo interesse.
Sospirò pensando al bacio rubato ad un'amica quando era all'Università. Sembrava un'altra vita.
Sorrise per poi rabbuiarsi.
-Ho dei figli, per dio!- mormorò a labbra strette.
In quel momento arrivò l'ascensore ed entrò, lanciando un'ultima disperata occhiata verso la donna dei suoi desideri che, incurante del suo tormento interiore, svolgeva il proprio lavoro con cura.
Quando le porte dell'ascensore si chiusero dietro di lei, tornò a respirare tranquillamente.
Era lei stessa la prima vittima della sua omofobia.
Seya
Tra tante battute e frasi per cui ho deciso di mettermi a ridere, una mi ha fatto, al contrario, salire il sangue alla testa.
Il lesbismo non esiste.
E' solo amicizia.
Due donne si baciano solo per eccitare gli uomini che le guardano.
Dobbiamo ringraziare l'industria pornografica per questo, nessun altro. Ora io non escludo che la situazione sia effettivamente erotica però ciò non significa che due donne debbano baciarsi solo per il piacere altrui, maschile soprattutto, e che il loro amore sia finalizzato a quello.
Questa frase mi ha fatto tornare in mente un racconto non troppo lungo che avevo scritto intorno ai sedici anni e che non ho mai concluso.
L'ho tirato fuori dall'armadio (letteralmente) e l'ho riletto.
Ho pensato di ricopiare qui quello che doveva essere l'incipit della storia, senza modifiche, senza correzioni. Forse perchè la mia scrittura adolescenziale, molto meno elaborata di quella che ho adesso, mi ha fatto nostalgia e mi ha fatto sorridere. Divertente però notare come già all'epoca (parliamo di 7 anni fa) l'idea che l'amore tra due donne sia visto in chiave maschilista come erotico.
A voi.
Federica saliva le scale velocemente, come era solita fare quando aveva fretta.
Quella mattina, come molte altre mattine, portare a scuola i figli si era rivelato lungo e pieno di lacrime: Ai suoi due mostriciattoli non piaceva l'idea di passare l'intera mattinata con bambini che non conoscevano e maestre che insegnavano.
Non aveva mai capito il perche`. A lei la scuola era sempre piaciuta, anche se non era mai stato una campionessa di socialita`.
Inutile, approcciare un altro essere umano, parlargli, fare amicizia, non gli era mai risultato semplice.
Anche dopo molti anni, dopo il Liceo, l'Università, un matrimonio traballante, sembrava sempre difficile socializzare.
Suo marito Claudio era bravo.
Parlava con chiunque, di qualcunque cosa. Sembrava avesse un'opinione su tutto, sembrava sapesse vendere qualunque idea, come vendeva azioni al mercato finanziario il lunedi` mattina.
Sembrava, perche` dopo cinque anni, aveva capito che era tutto fumo.
Il politically correct era entrato nelle sue vene, aveva ingolfato le sue percezioni, annerito il suo sguardo.
Non credeva in quel che diceva ma sapeva cosa l'altro pensasse in qualunque momento, in qualunque occasione, e se lo ingraziava.
Era una dote anche quella.
Schiaccio` il tasto dell'ascensore e spostò il peso da un piede all'atro facendo attenzione a non piegare troppo la caviglia e cadere dai tacchi alti.
Sistemandosi una ciocca di capelli, giro` il capo verso destra.
Valenzia era li`, come tutte le mattine. Alla reception. Il trucco perfetto, i capelli ben sistemati, gli orecchini in tinta con la maglia etnica che sfoggiava quel giorno.
Le sorrise, sperando che per una volta la notasse.
Inutile.
Sembrava essere su un altro mondo, un mondo di consapevolezza e sicurezza di cui non faceva parte.
Lo stomaco iniziò a stringersi in una morsa. Di nuovo.
Inizio` a contare i secondi che la separavano dall'arrivo dell'ascensore, dentro al quale sarebbe stata al sicuro dalle proprie brame, i propri desideri, i propri istinto.
L'istinto animale di andare da Valenzia e stringerla tra le braccia, toccarle i capelli, sfiorarle il collo.
Baciarla.
Strabuzzò gli occhi e scosse la testa.
Non poteva fare certi pensieri. Non poteva concedersi certi sogni ad occhi aperti.
Il suo posto di donna, il suo ruolo di madre, il suo status di donna sposata sarebbero stati spazzati via e lei avrebbe perso tutto.
Sarebbe finita in un centro di accoglienza, senza un lavoro, senza i suoi figli.
Come il ragazzino che pochi giorni prima era stato pestato a sangue nella città vicina perché omosessuale.Si Era informata, aveva letto, aveva sentito il tg.
Omosessuale, finocchio, recchia, checca..
Avrebbero insultato o preso in giro anche lei? Forse l'avrebbero chiamata "lesbica di merda!".
Forse l'avrebbero semplicemente ignorata, forse l'avrebbero costretta a prestarsi a strani giochi erotici.
Claudio le aveva confessato anni prima che l'immagine di due donne che si baciavano lo eccitava moltissimo. Per lui il lesbismo era un gioco. Un gioco erotico finalizzato al suo piacere.
Non gli interessava se le due donne provavano qualcosa l'una per l'altra.
Il politically correct accettava l'esistenza dell'amore omosessuale, ma solo per quanto riguardava il suo interesse.
Sospirò pensando al bacio rubato ad un'amica quando era all'Università. Sembrava un'altra vita.
Sorrise per poi rabbuiarsi.
-Ho dei figli, per dio!- mormorò a labbra strette.
In quel momento arrivò l'ascensore ed entrò, lanciando un'ultima disperata occhiata verso la donna dei suoi desideri che, incurante del suo tormento interiore, svolgeva il proprio lavoro con cura.
Quando le porte dell'ascensore si chiusero dietro di lei, tornò a respirare tranquillamente.
Era lei stessa la prima vittima della sua omofobia.
Seya
Scommessa
Seya arriva ai suoi appuntamenti di ripetizioni sempre con un blocchetto di fogli scritti a mano pieno di esercizi da far fare ai suoi alunni.
Oggi, Marmocchio è particolarmente felice perchè ha preso 9 nell'ultima verifica di matematica (e la cosa rallegra molto di più Seya che già si vedeva seduta sul triste divano grigio davanti ai genitori di lui a spiegare perchè il bimbo non migliori nonostante le ripetizioni).
Seya gli dà il blocchetto apposito con un pò di esercizi da fare e lui parte, attento e preciso a fare i suoi conti.
Nel calcolo di un mcm si ritrova a dover calcolare 64x72.
Marmocchio inizia a storcere il naso e ad aggrottare le sopracciglia.
S: "che succede?"
M: "Shh! Lo sto facendo a mente!"
S: "Se ci riesci ti faccio ripetizioni gratis fino alla fine dell'anno"
Marmocchio annuisce soddisfatto e i due si stringono la mano.
S: "Un minuto.."
Marmocchio inizia a pensare freneticamente.
Serio.
Seya inizia a sudare freddo. Più il naso si storce, più lei vede i soldi per il viaggio a Madrid spiccare il volo e allontanarsi da lei.
M: "fatto!"
S: "Sicuro?"
M: "Sì! E' blablabla"
Seya tira un sospiro di sollievo.
Il Marmocchio ha sbagliato per un'unica cifra.
Resta comunque molto orgogliosa di lui.
Seya
Oggi, Marmocchio è particolarmente felice perchè ha preso 9 nell'ultima verifica di matematica (e la cosa rallegra molto di più Seya che già si vedeva seduta sul triste divano grigio davanti ai genitori di lui a spiegare perchè il bimbo non migliori nonostante le ripetizioni).
Seya gli dà il blocchetto apposito con un pò di esercizi da fare e lui parte, attento e preciso a fare i suoi conti.
Nel calcolo di un mcm si ritrova a dover calcolare 64x72.
Marmocchio inizia a storcere il naso e ad aggrottare le sopracciglia.
S: "che succede?"
M: "Shh! Lo sto facendo a mente!"
S: "Se ci riesci ti faccio ripetizioni gratis fino alla fine dell'anno"
Marmocchio annuisce soddisfatto e i due si stringono la mano.
S: "Un minuto.."
Marmocchio inizia a pensare freneticamente.
Serio.
Seya inizia a sudare freddo. Più il naso si storce, più lei vede i soldi per il viaggio a Madrid spiccare il volo e allontanarsi da lei.
M: "fatto!"
S: "Sicuro?"
M: "Sì! E' blablabla"
Seya tira un sospiro di sollievo.
Il Marmocchio ha sbagliato per un'unica cifra.
Resta comunque molto orgogliosa di lui.
Seya
mercoledì 18 aprile 2012
lo sposo impenitente
L'altro giorno Prof Simpatico si e` sposato.
Probabilmente se avesse ucciso qualcuno avrebbe fatto meno scalpore la notizia.
Perche`? Perche` tutti ormai lo avevano dato come scapolo impenitente.
Un ventottenne sufficientemente belloccio, molto attivo nella politica cittadina, molto interessato allo studio e all'insegnamento della sua amata Analisi.
E invece eccolo convolare a nozze.
Con tanto di articolo sul giornale (ma solo perche` li ha sposati il Sindaco nel chiosco del Comune..essere un consigliere comunale ha i suoi vantaggi).
Comunque, lunedi` mattina nessuno sapeva ancora niente e poi sul cellulare di mezza classe di Analisi, mentre Prof Simpatico spiegava, ecco arrivare un sms.
Indovinate da chi?
Da E.
Da Trento.
Anche a non-so-quanti kilometri di distanza riesce ad essere la CNN della Facolta`.
Inutile dire che praticamente nessuno ha piu` seguito e gli occhi di tutti non erano piu` sulla lavagna ma sulla mano del Prof a controllare e verificare l'esattezza della notizia.
E infatti, eccola li`, la fascetta dorata.
Ovviamente giubilo e feste.
La cosa piu` divertente pero` e` che tutti, e sottolineo tutti, alla prima pausa sono corsi a leggere l'articolo sul giornale e a guardare le foto online. Ma non tanto le foto degli sposi, quanto quelle degli altri professori presenti alla cerimonia.
Se volete vedere un po` anche voi, vi lascio il link: lo sposo impenitente
La cosa piu` bella, comunque, e` che a nessuno interessa assolutamente nulla che la moglie sia una ragazza di colore dal nome impronunciabile.
Auguri Prof!
Seya
Probabilmente se avesse ucciso qualcuno avrebbe fatto meno scalpore la notizia.
Perche`? Perche` tutti ormai lo avevano dato come scapolo impenitente.
Un ventottenne sufficientemente belloccio, molto attivo nella politica cittadina, molto interessato allo studio e all'insegnamento della sua amata Analisi.
E invece eccolo convolare a nozze.
Con tanto di articolo sul giornale (ma solo perche` li ha sposati il Sindaco nel chiosco del Comune..essere un consigliere comunale ha i suoi vantaggi).
Comunque, lunedi` mattina nessuno sapeva ancora niente e poi sul cellulare di mezza classe di Analisi, mentre Prof Simpatico spiegava, ecco arrivare un sms.
Indovinate da chi?
Da E.
Da Trento.
Anche a non-so-quanti kilometri di distanza riesce ad essere la CNN della Facolta`.
Inutile dire che praticamente nessuno ha piu` seguito e gli occhi di tutti non erano piu` sulla lavagna ma sulla mano del Prof a controllare e verificare l'esattezza della notizia.
E infatti, eccola li`, la fascetta dorata.
Ovviamente giubilo e feste.
La cosa piu` divertente pero` e` che tutti, e sottolineo tutti, alla prima pausa sono corsi a leggere l'articolo sul giornale e a guardare le foto online. Ma non tanto le foto degli sposi, quanto quelle degli altri professori presenti alla cerimonia.
Se volete vedere un po` anche voi, vi lascio il link: lo sposo impenitente
La cosa piu` bella, comunque, e` che a nessuno interessa assolutamente nulla che la moglie sia una ragazza di colore dal nome impronunciabile.
Auguri Prof!
Seya
lunedì 9 aprile 2012
Casa-Palestra
Dopo aver passato il weekend nella Foresteria Albrizzi, altrimenti conosciuta come Casa dei Colli, a far lavori per rendere abitabile la suddetta, Seya si è resa conto che la palestra è inutile quando hai una casa da riamodernare. Infatti:
1) Corsa: Fare le vasche per i corridoi della casa per prendere tutte le cose che tuo padre (che da bravo uomo di origini campagnole "fasso mi che so capaze" ha capacità organizzative pari a quelle di un bradipo) ti urla di portargli, a loro volta dislocate in punti diversi della casa. La cosa si può riproporre anche con le richieste di Mamma o di Zia.
2) Step: La casa è divisa su 3 piani e non ci sono ascensori..devo aggiungere altro?
3) Knocs: Stendere un cellophane a terra per proteggere il pavimento nell'atto di dare le tinte e poi "sciare" sul suolo per farlo aderire bene agli angoli.
4) Salita sul gradino: Salire su una scala o da un tavolino per spostare scatole che sono ammassate sopra ad armadi e scaffalature, quindi saltare giù. Ripetere l'esercizio per 7 stanze.
5) Squot: Piegarsi per prendere una scatola e alzarsi, sollevandola.
6) Sviluppo dell'Equilibrio: Salire e scendere da scale vecchie di vent'anni per fissare quadri e specchi alle pareti delle diverse stanze. Altrimenti si può stare in piedi su un tavolino per dipingere un soffitto.
7) Sollevamento: quasi un centinaio di scatole di cose diverse..può bastare?
8) Sviluppo dei Riflessi: scartare scatoloni di bicchieri di diversa natura mentre tua Zia parla e si muove come un elefante con il mal di testa. Altrimenti si può portare da una sala all'altra uno specchio.
9) Salto degli Ostacoli: Arrivare dalla porta della camera alla finestra per poter aprire la finestra superando un letto, tre comodini, un armadio, non-so-quante sedie e cesti.
10) Addominali: Aiutarsi con i piedi per sollevare uno scatolone fino a portarli ad una buona altezza.
11) Dorsali: Cartavetrare e ridipingere un mobile stendendo le braccia dal basso verso l'alto.
Seya
1) Corsa: Fare le vasche per i corridoi della casa per prendere tutte le cose che tuo padre (che da bravo uomo di origini campagnole "fasso mi che so capaze" ha capacità organizzative pari a quelle di un bradipo) ti urla di portargli, a loro volta dislocate in punti diversi della casa. La cosa si può riproporre anche con le richieste di Mamma o di Zia.
2) Step: La casa è divisa su 3 piani e non ci sono ascensori..devo aggiungere altro?
3) Knocs: Stendere un cellophane a terra per proteggere il pavimento nell'atto di dare le tinte e poi "sciare" sul suolo per farlo aderire bene agli angoli.
4) Salita sul gradino: Salire su una scala o da un tavolino per spostare scatole che sono ammassate sopra ad armadi e scaffalature, quindi saltare giù. Ripetere l'esercizio per 7 stanze.
5) Squot: Piegarsi per prendere una scatola e alzarsi, sollevandola.
6) Sviluppo dell'Equilibrio: Salire e scendere da scale vecchie di vent'anni per fissare quadri e specchi alle pareti delle diverse stanze. Altrimenti si può stare in piedi su un tavolino per dipingere un soffitto.
7) Sollevamento: quasi un centinaio di scatole di cose diverse..può bastare?
8) Sviluppo dei Riflessi: scartare scatoloni di bicchieri di diversa natura mentre tua Zia parla e si muove come un elefante con il mal di testa. Altrimenti si può portare da una sala all'altra uno specchio.
9) Salto degli Ostacoli: Arrivare dalla porta della camera alla finestra per poter aprire la finestra superando un letto, tre comodini, un armadio, non-so-quante sedie e cesti.
10) Addominali: Aiutarsi con i piedi per sollevare uno scatolone fino a portarli ad una buona altezza.
11) Dorsali: Cartavetrare e ridipingere un mobile stendendo le braccia dal basso verso l'alto.
Seya
mercoledì 21 marzo 2012
Vamos!
Datemi una S!
Datemi una P!
Datemi una A!
Datemi una G!
Datemi una N!
Datemi una A!
SPAGNA! SPAGNA! SPAGNA!
No, non sono impazzita, non ancora almeno.
Volevo colo condividere con il mondo virtuale la mia gioia: sono stata presa al SCI per un progetto belleeeerrrrrrrimo in Spagna.
Cos'e` il SCI? (Si`, proprio quello con cui vi ho messo alla prova intorno a Natale).
E` il Servizio Civile Internazionale.
Ho fatto domanda per un campo breve (15 giorni) in Spagna per quest'estate e mi hanno preso.
Quest'esperienza mi dara` il lascia-passare per fare domanda per un campo a lungo termine (parliamo piu` o meno di 9 mesi) da qualche parte nel mondo.
A me piacerebbe il Sud America ma ho l'impressione che (sempre che mi prendano) finiro` in Indonesia o Corea.
Ma di quello ci sara` tempo per parlarne.
Invece la Spagna e` praticamente dietro l'angolo!
Due settimane ad Agosto in un centro di accoglienza per HIV positivi con annesso centro di riabilitazione da tossicodipendenza.
Non male, direi.
Io posso scegliere se andare li` come "aiuto passivo" (il che significa cucinare, fare le pulizie o fare manutenzione) oppure come "aiuto attivo" (il che significa organizzare il tempo libero con attivita` e momenti ricreativi).
Indovinate cosa ho scelto?
Se mi rispondete "aiuto passivo" avete capito male come sono fatta: fare la colf (con tutto il rispetto per i/le colf) non e` nelle mie corde e mia madre puo` testimoniarlo.
Ora, hanno accettato la mia domanda e devo solo dare conferma una volta che avro` prenotato il volo di andata e di ritorno e gli annessi trasferimenti. Il che significa riuscire a capire come e` organizzata la rete ferroviaria spagnola, e il gioco e` fatto.
E non e` una cosa banale visto che, ovviamente, non saro` in un luogo "turistico" ma a Manzanares, nella Ciudad Real, in piena Mancia. Uno di quei posti che puoi scoprire solo lanciando una freccetta contro la cartina del paese.
Se qualcuno c'e` stato o conosce vagamente i luoghi, due dritte su come arrivarci senza spendere un capitale potrebbero tornarmi molto utili.
Finora ho visto che d'estate c'e` un unico treno da Madrid alle 20.30 di sera (alla faccia della zona turistica, eh?!), gli autobus sembra non siano ancora stati inventati e di aerei non ne parliamo. Sembra che l'unica alternativa al treno sia una macchina o un taxi ma vorrei evitare...vedremo!
Che poi, fara` un caldo assurdo visto che la zona e` nel pieno entroterra e tutta pianeggiante..per una che soffre il caldo, sara` dura!
Quando ho cercato tra i progetti quello che piu` mi ispirasse, questo e` uno dei primi che avevo addocchiato e il primo della mia lista di scelte per la comodita` (diciamocelo, due settimane in Mongolia sarebbero state difficile da organizzare) e un po` per la tematica.
Sia la tossicodipendenza che l'HIV sono temi che non ho mai affrontato o vissuto con nessun amico o conoscente. Sono curiosa, molto, forse affascinata, ma anche spaventata.
Non perche` penso possa succedere qualcosa, anzi, sono tranquillissima da quel punto di vista, ma perche` non so come reagiro`.
Andare li` e` per me una sfida, un modo per trovare e scoprire una Seya che non conosco. Forse si trattera` solo di ritrovare tratti di me che si sono oscurati con il tempo ma che so esserci, li` da qualche parte, pronti ad uscire e farmi fare il salto di qualita`, quel salto che mi portera` ad essere adulta.
Ho paura di non trovare questi tratti, di scoprire che sono stati cancellati dal tempo, dalla routine, dalla crescita.
Ho paura che due settimane non saranno sufficienti pero` l'idea di un campo piu` lungo, in un settore un po` piu` tranquillo, potra` aiutare.
Sono invece curiosa di arrivare, farmi i miei due giorni di formazione e iniziare a lavorare e darmi da fare.
Ho deciso di non comunicare ancora niente a nessuno quindi sentitevi onorati: siete i primi a saperlo!
Per gli altri aspettero` che il biglietto del volo sia nelle mie mani.
Al momento le uniche persone che sanno la questione sono i miei (ovviamente..), Guida (ma non le ho ancora detto che mi hanno presa) e Gentleman (ma solo perche` mi ha tenuto al telefono per un'abbondante mezz'ora durante la quale mi sono lasciata fuggire la novita`).
Ho tante aspettative, forse troppe, pero` e` una bella cosa che abbia questo entusiasmo: ho passato troppo tempo languendo nel grigiore, ora e` il momento di risvegliarsi.
Dopotutto, e` arrivata la primavera!
Seya
sabato 17 marzo 2012
mi è serivto..
Per la seconda volta questa settimana mi ritrovo a scrivere un post su una cosa di cui non volevo parlare ma su cui sento il bisogno di esprimermi.
Sabato sono stata ad una tavola rotonda sull'ecologia molto interessante, martedì sera ad una conferenza-incontro con Mela sul ruolo della donna nel mondo della ricerca scientifica, ieri sera a teatro con mia madre a vedere uno spettacolo dei Trokadero (meravigliosi!)...di tutte queste cose vorrei parlare ma è troppo forte ora mettermi a scrivere, riflettere su oggi.
Ancora martedì Stella mi aveva chiesto di tenermi libera nel pomeriggio di oggi che voleva andare a prendere un regalo con me e approfittarne per stare insieme e chiacchierare.
E così è stato.
La presenza prima di Angioletto e poi di EPGIC Jr con sua sorella Bella hanno rimandato le chiacchiere ma hanno portato tante risate e tanta serenità. Cose di cui entrambe avevamo bisogno oggi.
Io sono ancora parecchio nervosa per l'altra sera, lei ha uno dei suoi periodi bui.
Le chiacchiere sono arrivate relativamente poco fa.
Ovvero, sono appena tornata dai Colli, dove lei abita, dopo averla riportata a casa.
I nostri discorsi sono sempre seri.
Lei parte con una battuta del tipo: "posso chiederti una cosa ma sei libera di non rispondere..." e poi sgancia la bomba. Questa volta la discussione riguardava l'amicizia, i rapporti, le aspettative.
Non un discorso facile perché, per quel che mi riguarda, riporta a galla delle ferite ancora molto fresche. Non ho voglia di riproporre qui i contenuti ma mi è servito.
Mi è servito in primis per capire che le ferite sopra citate fanno ancora male e in alcuni casi, continuano a sanguinare.
Mi è servito per fare il punto della situazione.
Ma soprattutto mi è servito per realizzare (e gioire del fatto) che non sono di ghiaccio.
Vi è mai capitato di non provare sentimenti? Passare un periodo in cui può capitare qualunque cosa, nel bene come nel male, e non riuscire a gioirne o soffrirne?
A me si. E mi spaventa.
Come se le cose che accadono mi scivolassero addosso senza intaccare la superficie del mio essere.
Invece stasera, nel parlare, il magone mi è nato allo stomaco, la gola si è strozzata e gli occhi si sono riempiti di lacrime. Non ho pianto ma il cuore ha iniziato a dolere.
Non credo di essermi mai sentita tanto viva.
A me spaventa soffrire ma so che è una cosa a volte utile e quindi non la reprimo.
E quindi mi sono fatta il viaggio di ritorno ascoltando a ripetizione Nothing Else Matter dei Metallica e ripensando che è stato un bene che Stella abbia perso il pullman di ritorno.
Ora, questo non significa niente tra me e lei e non cambia il nostro rapporto però mi fa sentire dannatamente fortunata.
Seya
Sabato sono stata ad una tavola rotonda sull'ecologia molto interessante, martedì sera ad una conferenza-incontro con Mela sul ruolo della donna nel mondo della ricerca scientifica, ieri sera a teatro con mia madre a vedere uno spettacolo dei Trokadero (meravigliosi!)...di tutte queste cose vorrei parlare ma è troppo forte ora mettermi a scrivere, riflettere su oggi.
Ancora martedì Stella mi aveva chiesto di tenermi libera nel pomeriggio di oggi che voleva andare a prendere un regalo con me e approfittarne per stare insieme e chiacchierare.
E così è stato.
La presenza prima di Angioletto e poi di EPGIC Jr con sua sorella Bella hanno rimandato le chiacchiere ma hanno portato tante risate e tanta serenità. Cose di cui entrambe avevamo bisogno oggi.
Io sono ancora parecchio nervosa per l'altra sera, lei ha uno dei suoi periodi bui.
Le chiacchiere sono arrivate relativamente poco fa.
Ovvero, sono appena tornata dai Colli, dove lei abita, dopo averla riportata a casa.
I nostri discorsi sono sempre seri.
Lei parte con una battuta del tipo: "posso chiederti una cosa ma sei libera di non rispondere..." e poi sgancia la bomba. Questa volta la discussione riguardava l'amicizia, i rapporti, le aspettative.
Non un discorso facile perché, per quel che mi riguarda, riporta a galla delle ferite ancora molto fresche. Non ho voglia di riproporre qui i contenuti ma mi è servito.
Mi è servito in primis per capire che le ferite sopra citate fanno ancora male e in alcuni casi, continuano a sanguinare.
Mi è servito per fare il punto della situazione.
Ma soprattutto mi è servito per realizzare (e gioire del fatto) che non sono di ghiaccio.
Vi è mai capitato di non provare sentimenti? Passare un periodo in cui può capitare qualunque cosa, nel bene come nel male, e non riuscire a gioirne o soffrirne?
A me si. E mi spaventa.
Come se le cose che accadono mi scivolassero addosso senza intaccare la superficie del mio essere.
Invece stasera, nel parlare, il magone mi è nato allo stomaco, la gola si è strozzata e gli occhi si sono riempiti di lacrime. Non ho pianto ma il cuore ha iniziato a dolere.
Non credo di essermi mai sentita tanto viva.
A me spaventa soffrire ma so che è una cosa a volte utile e quindi non la reprimo.
E quindi mi sono fatta il viaggio di ritorno ascoltando a ripetizione Nothing Else Matter dei Metallica e ripensando che è stato un bene che Stella abbia perso il pullman di ritorno.
Mesi fa, pensando a lei, mi era venuta in mente una citazione da Wuthering Heights di Emily Bronte:
"He's more myself than I am. Whatever our souls are made of, his and mine are the same".
Ora, questo non significa niente tra me e lei e non cambia il nostro rapporto però mi fa sentire dannatamente fortunata.
Seya
domenica 5 febbraio 2012
Ice on Venice
Ieri sono tornata a Venezia per alcuni giorni e uno spettacolo surreale mi attendeva.
Si è ghiacciata la laguna.
Uno spettacolo che avrebbe fatto venire un infarto a Canaletto, uno spettacolo che avrebbe fatto venire un orgasmo a Turner.
Qualcosa di quasi ineffabile per la potenza dell'immagine.
La città non è stata toccata e il bacino interno non ha subito alcuna ghiacciazione, ma il bacino esterno, quello che si vede dal treno arrivando da Mestre, quello è un unico blocco di ghiaccio salato e striato, come se tante sottili lamine di acqua fredda si fossero congelate le une sulle altre.
E forse è effettivamente quello che è successo.
E allora vedi questo colore bianco-azzurro stagliarsi in mezzo alle piante di Barena, tipiche della zona, e gli storni, i piccioni, alcuni gabbiani e degli altri uccelli non meglio identificabili zampettare (!) sopra la lastra e guardare perplessi intorno a loro.
Le bricole emergono dai ghiacci come tanti piccoli iceberg di legno e le pochissime barche rimaste a mollo sono in realtà incagliate e bloccate dall'ondata di gelo.
Una parte di me avrebbe voluto scendere dal treno, far compagrire magicamente dei pattini e approfittarne per pattinare e scoprire angoli della laguna che altrimenti non potrei mai conoscere ma poi ho pensato che probabilmente avrei fatto la fine della piccola Amy di Piccole Donne, solo senza un Laurie a salvarmi.
E se poi, alzando gli occhi, ho visto la città che continuava la sua vita con la solita anda, il solito "testa china e bareta fracà!", e si preparava a inaugurare il Carnevale con solo due ore di ritardo nonostante tutti i disagi e i problemi che ci sono stati, un pensiero è comunque andato a questa nuova magia che ho potuto provare di persona.
A differenza di Holden, non mi preoccupo delle papere del Central Park quando il laghetto ghiaccia, ma mi domando come faranno i piccioni di Venezia.
Forse ne approfitteranno per fare i ruffiani con i turisti e guadagnare qualche pezzo di pane in più..magari caldo!
Seya
Si è ghiacciata la laguna.
Uno spettacolo che avrebbe fatto venire un infarto a Canaletto, uno spettacolo che avrebbe fatto venire un orgasmo a Turner.
Qualcosa di quasi ineffabile per la potenza dell'immagine.
La città non è stata toccata e il bacino interno non ha subito alcuna ghiacciazione, ma il bacino esterno, quello che si vede dal treno arrivando da Mestre, quello è un unico blocco di ghiaccio salato e striato, come se tante sottili lamine di acqua fredda si fossero congelate le une sulle altre.
E forse è effettivamente quello che è successo.
E allora vedi questo colore bianco-azzurro stagliarsi in mezzo alle piante di Barena, tipiche della zona, e gli storni, i piccioni, alcuni gabbiani e degli altri uccelli non meglio identificabili zampettare (!) sopra la lastra e guardare perplessi intorno a loro.
Le bricole emergono dai ghiacci come tanti piccoli iceberg di legno e le pochissime barche rimaste a mollo sono in realtà incagliate e bloccate dall'ondata di gelo.
Una parte di me avrebbe voluto scendere dal treno, far compagrire magicamente dei pattini e approfittarne per pattinare e scoprire angoli della laguna che altrimenti non potrei mai conoscere ma poi ho pensato che probabilmente avrei fatto la fine della piccola Amy di Piccole Donne, solo senza un Laurie a salvarmi.
E se poi, alzando gli occhi, ho visto la città che continuava la sua vita con la solita anda, il solito "testa china e bareta fracà!", e si preparava a inaugurare il Carnevale con solo due ore di ritardo nonostante tutti i disagi e i problemi che ci sono stati, un pensiero è comunque andato a questa nuova magia che ho potuto provare di persona.
A differenza di Holden, non mi preoccupo delle papere del Central Park quando il laghetto ghiaccia, ma mi domando come faranno i piccioni di Venezia.
Forse ne approfitteranno per fare i ruffiani con i turisti e guadagnare qualche pezzo di pane in più..magari caldo!
Seya
domenica 18 dicembre 2011
ex lover's shadow
Ieri sera è venuto a trovarmi il mio Ex dalla Romagna. Perchè? Boh, perchè gli andava, perchè voleva qualcosa, perchè mi aveva chiesto quasi supplicante su FB di poterci vedere, perchè doveva parlarmi.
E' stata una serata piacevole e tranquilla, una di quelle serate in cui io mi sono sentita più grande di quello che sono, mi sono sentita se non più bella, almeno più sicura e potente del solito, mi sono sentita interessante.
Insomma, segnamoci la data sull'agenda!
Peccato però che abbia dovuto affrontare io di petto il ragazzo quando ormai erano le 2 del mattino e io crollavo dal sonno.
Al mio "c'è qualcosa che mi devi dire?", lui ha tirato fuori la parte di sè che più mi piace in un uomo, quella sensibile, timida e sincera. Niente spacconaggini, niente dimostrazioni di forza o di gelosia, niente parole grosse, solo l'ammissione chiara e un pò commossa del fatto che gli manco, che ci tiene a me, che mi vuole bene.
E io gli ho detto di no.
E' passato del tempo, sono cambiate un pò di cose, ma non quelle che io volevo che cambiassero, sono cambiate le mie priorità.
Ma, al di là di quello che posso avergli detto, delle parole che posso aver pronunciato, mi ha sorpreso la serenità con cui ho affrontato la situazione, forse la stessa che in parte sono riuscita a trasmettergli, impedendogli di scoppiare in lacrime davanti a me, per lasciarle all'istante in cui ci siamo congedati.
Forse è la serenità di sapere quello che voglio, forse invece quella di aver accettato la situazione, averla digerita, essere andata avanti.
Mi sembra di aver chiuso una parte della mia vita, di aver girato una pagina e di avere in mano una penna per incominciare un nuovo capitolo. Ma cosa devo scrivere?
Devo aspettare o devo cercare?
E poi, è veramente chiusa? Io so già che, essendo sempre e comunque amici, lo sentirò presto e riderò ancora con lui, e mi confiderò quando sentirò che sarà l'unico a conoscermi davvero, perchè ancora adesso lui è quello che mi ha capita meglio. Questo ci riporterà al punto di partenza?
Forse ci sarà un momento della nostra vita in cui ci ritroveremo e, vedendo a che punto è il nostro rapporto, ci decideremo verso un passo di riconciliazione o di allontanamento, ma quel momento non è adesso.
Deve cambiare il contesto, dobbiamo cambiare noi.
O forse solo io?
O forse solo lui?
Una cosa è certa, la pace e la serenità che è in grado di darmi con la sua sola presenza, la stessa che è capace di trasferirmi Stella, non cambierà mai. E' come se loro due avessero trovato una pozione magica da somministrarmi ogni volta che ci vediamo. Ed è il motivo per cui, in Univeristà, cerco Stella almeno ad ogni pausa, per poter passare le ore successive in pace.
A volte vorrei che altri avessero la ricetta, vorrei tanto che l'avessero Principessa o Angioletto o E, ma così non è.
E sempre più mi convinco che non ho bisogno di un libretto di istruzione per trattare e stare con gli altri, ma solo per convivere con me stessa.
Seya
E' stata una serata piacevole e tranquilla, una di quelle serate in cui io mi sono sentita più grande di quello che sono, mi sono sentita se non più bella, almeno più sicura e potente del solito, mi sono sentita interessante.
Insomma, segnamoci la data sull'agenda!
Peccato però che abbia dovuto affrontare io di petto il ragazzo quando ormai erano le 2 del mattino e io crollavo dal sonno.
Al mio "c'è qualcosa che mi devi dire?", lui ha tirato fuori la parte di sè che più mi piace in un uomo, quella sensibile, timida e sincera. Niente spacconaggini, niente dimostrazioni di forza o di gelosia, niente parole grosse, solo l'ammissione chiara e un pò commossa del fatto che gli manco, che ci tiene a me, che mi vuole bene.
E io gli ho detto di no.
E' passato del tempo, sono cambiate un pò di cose, ma non quelle che io volevo che cambiassero, sono cambiate le mie priorità.
Ma, al di là di quello che posso avergli detto, delle parole che posso aver pronunciato, mi ha sorpreso la serenità con cui ho affrontato la situazione, forse la stessa che in parte sono riuscita a trasmettergli, impedendogli di scoppiare in lacrime davanti a me, per lasciarle all'istante in cui ci siamo congedati.
Forse è la serenità di sapere quello che voglio, forse invece quella di aver accettato la situazione, averla digerita, essere andata avanti.
Mi sembra di aver chiuso una parte della mia vita, di aver girato una pagina e di avere in mano una penna per incominciare un nuovo capitolo. Ma cosa devo scrivere?
Devo aspettare o devo cercare?
E poi, è veramente chiusa? Io so già che, essendo sempre e comunque amici, lo sentirò presto e riderò ancora con lui, e mi confiderò quando sentirò che sarà l'unico a conoscermi davvero, perchè ancora adesso lui è quello che mi ha capita meglio. Questo ci riporterà al punto di partenza?
Forse ci sarà un momento della nostra vita in cui ci ritroveremo e, vedendo a che punto è il nostro rapporto, ci decideremo verso un passo di riconciliazione o di allontanamento, ma quel momento non è adesso.
Deve cambiare il contesto, dobbiamo cambiare noi.
O forse solo io?
O forse solo lui?
Una cosa è certa, la pace e la serenità che è in grado di darmi con la sua sola presenza, la stessa che è capace di trasferirmi Stella, non cambierà mai. E' come se loro due avessero trovato una pozione magica da somministrarmi ogni volta che ci vediamo. Ed è il motivo per cui, in Univeristà, cerco Stella almeno ad ogni pausa, per poter passare le ore successive in pace.
A volte vorrei che altri avessero la ricetta, vorrei tanto che l'avessero Principessa o Angioletto o E, ma così non è.
E sempre più mi convinco che non ho bisogno di un libretto di istruzione per trattare e stare con gli altri, ma solo per convivere con me stessa.
Seya
lunedì 28 novembre 2011
nebbia
Vi è mai capitato di girare una città in mezzo alla nebbia, di notte?
Voi sapete dove andare perchè avete fatto quella strada centinaia di volte, i vostri piedi, forse addirittura le vostre scarpe, conoscono il percorso e le sue insidie. Siete sicuri ma la nebbia vi rende fragili perchè non vedete.
Sarà questa la strada giusta?
I piedi vi ci portano perchè la conoscono bene, la mente però si ferma a domandarsi quale sia l'incrocio giusto da perdere.
Tutto, intorno a voi, sembra amplificarsi.
La vista serve a poco e quindi ci si affida agli altri sensi.
L'olfatto è carico di umidità e di freddo e quindi serve a poco, il gusto è inutile perchè il sapore della notte screpola le labbra, il tatto è poco raccomandabile perchè le mani, la pelle, esposta al freddo si intorpidisce.
E allora usate l'udito.
Sentite tutti i rumori della città dormiente.
La televisione della casa dell'ultimo piano, in cui la signora non riesce a dormire, il calpestio mal sicuro di chi ha fatto baldoria e a tentoni torna a casa, il pacchetto di sigarette che viaggia con voi sul selciato alla ricerca di un angolino dove decomporsi.
Avete presente queste sensazioni? avete presente questi attimi?
Bene, amplificateli alla n-sima potenza ed avrete un millesimo di quello che ho provato io, stanotte, a Venezia, tornando a casa.
Venezia di notte è, secondo me, magica.
Di giorno è bella, il sole riscalda la pietra d'istria che abbaglia quanti si affacciano sulla Laguna, la calca di gente ti fa apprezzare ogni singolo angolo che tu riesca a vedere come se fosse una conquista, il ciondolio dei vaporetti ti presenta le Porte d'Acqua da cui si affaccia la gente, ignara di essere immortalata dai turisti.
Ma di notte?! Di notte, è uno spettacolo.
E' vuota, silenziosa, immobile.
I negozi chiudono intorno alle 19.30 e tutti corrono verso i ristoranti, affollano le pizzerie, si rintanano nei bar da cui escono intorno alle 22 per andare a dormire, esausti per la giornata appena conclusa e non si accorgono di passare davanti a monumenti mozzafiato che in giornata hanno fatto a gara per fotografare.
Ma se c'è la nebbia, tutto cambia.
La gente resta a casa, o in albergo, per il freddo e la paura di non vedere, di non riconoscere posti a lei noti e dunque, quei pochi pazzi che si avventurano per le calli, hanno l'immenso privilegio di immergersi in un'altra Venezia.
Fare le calli piccole e strette delle zone residenziali porta veloci alle proprie mete ma non ti fa apprezzare lo spettacolo. E allora che fai?
Facile, prendi via Garibaldi, ti immergi in riva degli Schiavoni e poi ti tuffi in Piazza San Marco.
E resti impalato.
Le luci dei lampioni ti spianano la strada e ti avvertono che non sei solo, altri, pochi, hanno il coraggio di camminare con te in mezzo al freddo e al buio.
I vaporetti sono fermi, quelle poche linee che funzionano la notte vanno talmente piano da non emettere quasi rumore. San Giorgio è invisibile al di là del canale.
Sali i ponti velocemente e cerchi di scaldarti con quel poco esercizio fisico, fino a quando non arrivi davanti al Ponte dei Sospiri, finalmente spacchettato, e non lo guardi meravigliata.
Una luce bianca lo illumina a giorno e lui sembra spiccare finalmente pulito e rinato in mezzo alle nuvolette di vapore acqueo e ossigeno.
Fiancheggi Palazzo Ducale e riconosci a malapena le colonne della passeggiata del primo piano, il rosa dei suoi muri, solitamente così splendente, appare pallido e immobile, le colonne tornite fanno risaltare i capitelli lavorati che hai finalmente il tempo e la possibilità di vedere con calma.
Nessuno è in vista.
Superi il Palazzo e ti porti verso il centro di Piazza San Marco, lasciandoti da parte le passerelle prontamente tirate fuori per la stagione.
Alzi gli occhi verso la Basilica e ammutolisci.
In un istante senti tutta la potenza e la ricchezza della tua storia, della tua Repubblica, e ti fai piccolo. Le decorazioni spiccano in mezzo alla nebbia con prepotenza e si mostrano, loro, di una bellezza ineffabile, a te piccolo uomo (okay, donna) piccolo e insignificante.
Loro dureranno per sempre, tu?
Ti guardi intorno e non c'è nessuno, poi improvvisamente una risata di bambino, il richiamo di un genitore.
Non sei sola ad ammirare la città in queste condizioni, ci sono altri, attenti, lungimiranti, che hanno deciso di fare il "giro lungo" per tornare in albergo e vivono con te l'esperienza di un solennità antica e difficilmente rinnovabile.
Sospiri soddisfatta, ti chiudi nel tuo tabarro e ti immergi nuovamente nella notte, pronta ancora una volta ad innamorarti.
Seya
Voi sapete dove andare perchè avete fatto quella strada centinaia di volte, i vostri piedi, forse addirittura le vostre scarpe, conoscono il percorso e le sue insidie. Siete sicuri ma la nebbia vi rende fragili perchè non vedete.
Sarà questa la strada giusta?
I piedi vi ci portano perchè la conoscono bene, la mente però si ferma a domandarsi quale sia l'incrocio giusto da perdere.
Tutto, intorno a voi, sembra amplificarsi.
La vista serve a poco e quindi ci si affida agli altri sensi.
L'olfatto è carico di umidità e di freddo e quindi serve a poco, il gusto è inutile perchè il sapore della notte screpola le labbra, il tatto è poco raccomandabile perchè le mani, la pelle, esposta al freddo si intorpidisce.
E allora usate l'udito.
Sentite tutti i rumori della città dormiente.
La televisione della casa dell'ultimo piano, in cui la signora non riesce a dormire, il calpestio mal sicuro di chi ha fatto baldoria e a tentoni torna a casa, il pacchetto di sigarette che viaggia con voi sul selciato alla ricerca di un angolino dove decomporsi.
Avete presente queste sensazioni? avete presente questi attimi?
Bene, amplificateli alla n-sima potenza ed avrete un millesimo di quello che ho provato io, stanotte, a Venezia, tornando a casa.
Venezia di notte è, secondo me, magica.
Di giorno è bella, il sole riscalda la pietra d'istria che abbaglia quanti si affacciano sulla Laguna, la calca di gente ti fa apprezzare ogni singolo angolo che tu riesca a vedere come se fosse una conquista, il ciondolio dei vaporetti ti presenta le Porte d'Acqua da cui si affaccia la gente, ignara di essere immortalata dai turisti.
Ma di notte?! Di notte, è uno spettacolo.
E' vuota, silenziosa, immobile.
I negozi chiudono intorno alle 19.30 e tutti corrono verso i ristoranti, affollano le pizzerie, si rintanano nei bar da cui escono intorno alle 22 per andare a dormire, esausti per la giornata appena conclusa e non si accorgono di passare davanti a monumenti mozzafiato che in giornata hanno fatto a gara per fotografare.
Ma se c'è la nebbia, tutto cambia.
La gente resta a casa, o in albergo, per il freddo e la paura di non vedere, di non riconoscere posti a lei noti e dunque, quei pochi pazzi che si avventurano per le calli, hanno l'immenso privilegio di immergersi in un'altra Venezia.
Fare le calli piccole e strette delle zone residenziali porta veloci alle proprie mete ma non ti fa apprezzare lo spettacolo. E allora che fai?
Facile, prendi via Garibaldi, ti immergi in riva degli Schiavoni e poi ti tuffi in Piazza San Marco.
E resti impalato.
Le luci dei lampioni ti spianano la strada e ti avvertono che non sei solo, altri, pochi, hanno il coraggio di camminare con te in mezzo al freddo e al buio.
I vaporetti sono fermi, quelle poche linee che funzionano la notte vanno talmente piano da non emettere quasi rumore. San Giorgio è invisibile al di là del canale.
Sali i ponti velocemente e cerchi di scaldarti con quel poco esercizio fisico, fino a quando non arrivi davanti al Ponte dei Sospiri, finalmente spacchettato, e non lo guardi meravigliata.
Una luce bianca lo illumina a giorno e lui sembra spiccare finalmente pulito e rinato in mezzo alle nuvolette di vapore acqueo e ossigeno.
Fiancheggi Palazzo Ducale e riconosci a malapena le colonne della passeggiata del primo piano, il rosa dei suoi muri, solitamente così splendente, appare pallido e immobile, le colonne tornite fanno risaltare i capitelli lavorati che hai finalmente il tempo e la possibilità di vedere con calma.
Nessuno è in vista.
Superi il Palazzo e ti porti verso il centro di Piazza San Marco, lasciandoti da parte le passerelle prontamente tirate fuori per la stagione.
Alzi gli occhi verso la Basilica e ammutolisci.
In un istante senti tutta la potenza e la ricchezza della tua storia, della tua Repubblica, e ti fai piccolo. Le decorazioni spiccano in mezzo alla nebbia con prepotenza e si mostrano, loro, di una bellezza ineffabile, a te piccolo uomo (okay, donna) piccolo e insignificante.
Loro dureranno per sempre, tu?
Ti guardi intorno e non c'è nessuno, poi improvvisamente una risata di bambino, il richiamo di un genitore.
Non sei sola ad ammirare la città in queste condizioni, ci sono altri, attenti, lungimiranti, che hanno deciso di fare il "giro lungo" per tornare in albergo e vivono con te l'esperienza di un solennità antica e difficilmente rinnovabile.
Sospiri soddisfatta, ti chiudi nel tuo tabarro e ti immergi nuovamente nella notte, pronta ancora una volta ad innamorarti.
Seya
martedì 15 novembre 2011
gayezza estetica
EPGIC oggi ha raggiunto un grado di gayezza estetica quasi inquietante.
Seya sedeva pacifica vicina a Stella e faceva le parole crociate, mordicchiando una matita
EPGIC si avvicina visibilmente irritato.
EPGIC: Oggi sono incazzato!
Stella: Che ti è successo?
EPGIC: Guardami! Sembro un barbone! Questa sciarpa non quaglia..
Stella: non .. ?
EPGIC: non quaglia, non ci sta. E' esteticamente rivoltante!
Stella: A me non pare..
EPGIC: Ah, sei così borghesemente limitata..
Seya nel frattempo alza gli occhi e guarda il ragazzo con occhio clinico.
Capelli neri, molto corti, perfettamente curati, barba lasciata volutamente e attentamente incolta, occhi grandi e sopracciglia curate. Camicia bianca con righe bordeaux e fiori dello stesso colore, cardigan (dal taglio "da nonno") dello stesso colore con bottoni dorati. Jeans chiari.
Polsino in cuoio scuro, abbinato con la cintura di marca e con le scarpe, anch'esse di marca.
Borsa di design tenuta sul gomito.
E Sciarpina in seta a righe rosse e gialle mollemente lasciata attorno al collo.
Seya si alza, gli toglie la sciarpina, prende il polso di Stella e le toglie un bracciale in cuoio, che lega attorno al collo di EPGIC che si guarda riflesso alla finestra, soddisfatto.
EPGIC: Notevole! Mi piace! Mi hai salvato! Ti prego, diventa la donna della mia vita.
Seya: no grazie, se vuoi ti presento l'uomo della tua vita..
EPGIC: no, grazie .. e comunque, non sai che ti perdi!
Seya: Tu non sai cosa ti perdi!
Seya
Seya sedeva pacifica vicina a Stella e faceva le parole crociate, mordicchiando una matita
EPGIC si avvicina visibilmente irritato.
EPGIC: Oggi sono incazzato!
Stella: Che ti è successo?
EPGIC: Guardami! Sembro un barbone! Questa sciarpa non quaglia..
Stella: non .. ?
EPGIC: non quaglia, non ci sta. E' esteticamente rivoltante!
Stella: A me non pare..
EPGIC: Ah, sei così borghesemente limitata..
Seya nel frattempo alza gli occhi e guarda il ragazzo con occhio clinico.
Capelli neri, molto corti, perfettamente curati, barba lasciata volutamente e attentamente incolta, occhi grandi e sopracciglia curate. Camicia bianca con righe bordeaux e fiori dello stesso colore, cardigan (dal taglio "da nonno") dello stesso colore con bottoni dorati. Jeans chiari.
Polsino in cuoio scuro, abbinato con la cintura di marca e con le scarpe, anch'esse di marca.
Borsa di design tenuta sul gomito.
E Sciarpina in seta a righe rosse e gialle mollemente lasciata attorno al collo.
Seya si alza, gli toglie la sciarpina, prende il polso di Stella e le toglie un bracciale in cuoio, che lega attorno al collo di EPGIC che si guarda riflesso alla finestra, soddisfatto.
EPGIC: Notevole! Mi piace! Mi hai salvato! Ti prego, diventa la donna della mia vita.
Seya: no grazie, se vuoi ti presento l'uomo della tua vita..
EPGIC: no, grazie .. e comunque, non sai che ti perdi!
Seya: Tu non sai cosa ti perdi!
Seya
lunedì 30 maggio 2011
Ikea-Teraphy
Oggi pomeriggio sono andata all'Ikea di Padova con mamma a fare spese.
Il progetto era di comprare un paio di piante, guardare per un mobile da salotto e per me prendere un coprivaso per Galef, la pianta che mi hanno regalato.
Abbiamo speso più di 100 euro e non abbiamo visto il mobile, nè comprato il coprivaso.
Io ho una passione abbastanza sfrenata per le scatole, ereditata da mia madre. Solo che lei vive specialmente per le scatole di latta (quelle dei biscotti per intenderci), io adoro quelle il cartole/cartoncino e le plasticate.
Ne abbiamo comprate tre.
Quelle che ho preso io sono in plastica trasparenti molto comode e ho già pensato alla carta da usare per ricoprirle e renderle meno tristi. Devo decidere tra una carta con il pentagramma di una musica di Schubert (ora non ricordo quale) comprata a Roma pochi mesi fa oppure una serie di stampe con disegni indiani..
Il trauma maggiore però è stato il reparto cucina.
Mia madre è un'ottima cuoca e io...bhè sono un'ottima assaggiatrice XD
Abbiamo trovato set di piatti dai colori più belli, tutti uniformi, e ciotole di tutte le dimensioni ed i tipi.
Io sono una grandissima sostenitrice del Commercio Equo e la prima cosa che comprerò quando finalmente me ne andrò di questa casa, sarà comprarmi questo servizio, quindi all'Ikea non dovrei neanche avvicinarmi, ma poi pensi che con neanche 20 euro hai un servizio da 6 che puoi usare tutti i giorni senza rimpianti e quindi compri questo servizio Ikea.
E' incredibile inoltre la quantità di Caccavelle presenti (chiamasi caccavella un utensile da cucina che i grandi cultori della cucina associano ad una unica inutile attività ma che fanno ridere nei poveri mortali). Ho dovuto trattenere fisicamente mia madre dal comprare un set di cucchiai bucherellati che a suo dire servono per i sughi.
E' incredibile comunque come ci sia gente che compra le cose a occhi chiusi solo perchè "fa figo" come una tipa poco davanti a noi che ha preso tutta una serie di dosatori e misurini per dolci dicendo al marito/compagno "Così non faccio fatica a dare l'acqua al cactus".
Per me che odio lo shopping, devo ammettere che per un pò mi sono sentita Becky Bloomwood (I love shopping, Kinsella) e non mi è neanche poi tanto dispiaciuto. Spero solo che qualcuno non mi fotografi per poi scrivere su un giornale a caratteri cubitali: shopaholic!
Quando siamo tornate a casa mio padre ci ha chiesto se le cose sarebbero andate a Venezia o rimaste in provincia di Padova dove viviamo nei giorni normali.
Ci siamo guardate e abbiamo risposto:
"Le scatole vengono con noi!"
Seya
PS indossavo una maglietta gialla delle Napapirji con la bandiera svedese sul petto...per un secondo ho pensato: " Fefo sarebbe rgoglioso!" XD
Il progetto era di comprare un paio di piante, guardare per un mobile da salotto e per me prendere un coprivaso per Galef, la pianta che mi hanno regalato.
Abbiamo speso più di 100 euro e non abbiamo visto il mobile, nè comprato il coprivaso.
Io ho una passione abbastanza sfrenata per le scatole, ereditata da mia madre. Solo che lei vive specialmente per le scatole di latta (quelle dei biscotti per intenderci), io adoro quelle il cartole/cartoncino e le plasticate.
Ne abbiamo comprate tre.
Quelle che ho preso io sono in plastica trasparenti molto comode e ho già pensato alla carta da usare per ricoprirle e renderle meno tristi. Devo decidere tra una carta con il pentagramma di una musica di Schubert (ora non ricordo quale) comprata a Roma pochi mesi fa oppure una serie di stampe con disegni indiani..
Il trauma maggiore però è stato il reparto cucina.
Mia madre è un'ottima cuoca e io...bhè sono un'ottima assaggiatrice XD
Abbiamo trovato set di piatti dai colori più belli, tutti uniformi, e ciotole di tutte le dimensioni ed i tipi.
Io sono una grandissima sostenitrice del Commercio Equo e la prima cosa che comprerò quando finalmente me ne andrò di questa casa, sarà comprarmi questo servizio, quindi all'Ikea non dovrei neanche avvicinarmi, ma poi pensi che con neanche 20 euro hai un servizio da 6 che puoi usare tutti i giorni senza rimpianti e quindi compri questo servizio Ikea.
E' incredibile inoltre la quantità di Caccavelle presenti (chiamasi caccavella un utensile da cucina che i grandi cultori della cucina associano ad una unica inutile attività ma che fanno ridere nei poveri mortali). Ho dovuto trattenere fisicamente mia madre dal comprare un set di cucchiai bucherellati che a suo dire servono per i sughi.
E' incredibile comunque come ci sia gente che compra le cose a occhi chiusi solo perchè "fa figo" come una tipa poco davanti a noi che ha preso tutta una serie di dosatori e misurini per dolci dicendo al marito/compagno "Così non faccio fatica a dare l'acqua al cactus".
Per me che odio lo shopping, devo ammettere che per un pò mi sono sentita Becky Bloomwood (I love shopping, Kinsella) e non mi è neanche poi tanto dispiaciuto. Spero solo che qualcuno non mi fotografi per poi scrivere su un giornale a caratteri cubitali: shopaholic!
Quando siamo tornate a casa mio padre ci ha chiesto se le cose sarebbero andate a Venezia o rimaste in provincia di Padova dove viviamo nei giorni normali.
Ci siamo guardate e abbiamo risposto:
"Le scatole vengono con noi!"
Seya
PS indossavo una maglietta gialla delle Napapirji con la bandiera svedese sul petto...per un secondo ho pensato: " Fefo sarebbe rgoglioso!" XD
domenica 29 maggio 2011
feste
Ieri, per festeggiare il mio compleanno, due amiche, E e Principessa, mi hanno organizzato un pomeriggio ed una sera a sorpresa.
Ho adorato l'idea e l'intenzione che ci stava dietro, un pò meno l'esecuzione.
Il fatto che io poco prima di cena abbia sbottato nervosa e leggermente offesa, credo abbia fatto capire loro che qualcosa non è andato esattamente al meglio.
Per prima cosa mi hanno fatto preparare un borsone degno di un viaggio in Nuova Zelanda, con compresi fogli, pastelli e cartoncini colorati, poi mi sono venute a prendere e mi hanno bendato scommettendo che non avrei indovinato dove mi avrebbero portato.
Peccato che io abbia un ottimo intuito ed un altrettanto buono senso dell'orientamento e quindi ho capito che eravamo dirette in uno dei tanti alberghi di Abano per un pomeriggio alle terme.
Peccato che abbiano scelto uno di quelli che mi piacciono meno...ma tant'è!
Il pomeriggio sarebbe andato anche bene se non fosse che io e il mio corpo non andiamo molto d'accordo ed il ritrovarmi in costume in mezzo ad estranei e peggio ancora a persone che conosco, non è proprio tra le mie attività preferite.
Hanno detto di aver scelto il posto per farmi rilassare, io l'ho vissuta un pò più come una tortura. Più volte mi è sembrato che avessero scelto quell'attività perchè la Principessa è un Pesce in tutto e per tutto mentre E ha un bisogno disperato di tranquillizzarsi e rilassarsi in vista della Laurea.
E poi via verso il Ristorante Giapponese, dove abbiamo trovato altri tre amici.
Quello che mi ha dato sui nervi è successo prima di arrivare al Ristorante.
Eravamo in ritardo perchè nell'acqua calda si sta bene, perchè le altre due sono lente a prepararsi e perchè la sottoscritta ha fatto cadere il proprio flaccone di profumo sul suo vestito.
Principessa si è proposta di truccarci entrambe per la serata (da brava ballerina), peccato che abbia iniziato con l'altra (che tra le altre cose ha preso una multa) e che nel frattempo si siano inventate di farmi fare un lavoretto con carta, forbici e matite colorate.
E certo! Rischiamo di arrivare in ritardo, sono incazzata per il profumo e nervosa per il pomeriggio e mi devo mettere a lavorare con la carta. Soprattutto mi hanno costretto a fare due cartelli da mettermi al collo per ridere di me stessa.
Cosa che in quel momento mi ha letteralmente fatto uscire di testa e ho risposto male loro.
La cena è stata perfetta e la serata si è conclusa molto bene.
Ho ricevuto una pianta con dei fiori molto carini (nessuno mi ha mai regalato dei fiori) e il DVD di Rapunzel per la mia collezione di classici disney.
Con E ho risolto perchè aveva già capito il mio nervosismo nel pomeriggio, con Principessa è un altro paio di maniche.
Gli ho spiegato il mio punto di vista e pare averlo capito visto che mi ha salutato con un bacio e un sorriso però la conosco troppo bene e so che le ci vorrà un pò perchè è estremamente permalosa.
uffff..............
Ma perchè non ci si mette nei panni del festeggiato e si pensa a qualcosa che a lui possa davvero piacere o meglio, non si aspetta che sia lui ad organizzare qualcosa? Io ho organizzato spesso feste a sorpresa ma mi conosco sufficientemente da sapere che, da brava maniaca del controllo, le sorprese devono essere davvero molto molto molto ben fatte per potermi piacere.
Seya
Ho adorato l'idea e l'intenzione che ci stava dietro, un pò meno l'esecuzione.
Il fatto che io poco prima di cena abbia sbottato nervosa e leggermente offesa, credo abbia fatto capire loro che qualcosa non è andato esattamente al meglio.
Per prima cosa mi hanno fatto preparare un borsone degno di un viaggio in Nuova Zelanda, con compresi fogli, pastelli e cartoncini colorati, poi mi sono venute a prendere e mi hanno bendato scommettendo che non avrei indovinato dove mi avrebbero portato.
Peccato che io abbia un ottimo intuito ed un altrettanto buono senso dell'orientamento e quindi ho capito che eravamo dirette in uno dei tanti alberghi di Abano per un pomeriggio alle terme.
Peccato che abbiano scelto uno di quelli che mi piacciono meno...ma tant'è!
Il pomeriggio sarebbe andato anche bene se non fosse che io e il mio corpo non andiamo molto d'accordo ed il ritrovarmi in costume in mezzo ad estranei e peggio ancora a persone che conosco, non è proprio tra le mie attività preferite.
Hanno detto di aver scelto il posto per farmi rilassare, io l'ho vissuta un pò più come una tortura. Più volte mi è sembrato che avessero scelto quell'attività perchè la Principessa è un Pesce in tutto e per tutto mentre E ha un bisogno disperato di tranquillizzarsi e rilassarsi in vista della Laurea.
E poi via verso il Ristorante Giapponese, dove abbiamo trovato altri tre amici.
Quello che mi ha dato sui nervi è successo prima di arrivare al Ristorante.
Eravamo in ritardo perchè nell'acqua calda si sta bene, perchè le altre due sono lente a prepararsi e perchè la sottoscritta ha fatto cadere il proprio flaccone di profumo sul suo vestito.
Principessa si è proposta di truccarci entrambe per la serata (da brava ballerina), peccato che abbia iniziato con l'altra (che tra le altre cose ha preso una multa) e che nel frattempo si siano inventate di farmi fare un lavoretto con carta, forbici e matite colorate.
E certo! Rischiamo di arrivare in ritardo, sono incazzata per il profumo e nervosa per il pomeriggio e mi devo mettere a lavorare con la carta. Soprattutto mi hanno costretto a fare due cartelli da mettermi al collo per ridere di me stessa.
Cosa che in quel momento mi ha letteralmente fatto uscire di testa e ho risposto male loro.
La cena è stata perfetta e la serata si è conclusa molto bene.
Ho ricevuto una pianta con dei fiori molto carini (nessuno mi ha mai regalato dei fiori) e il DVD di Rapunzel per la mia collezione di classici disney.
Con E ho risolto perchè aveva già capito il mio nervosismo nel pomeriggio, con Principessa è un altro paio di maniche.
Gli ho spiegato il mio punto di vista e pare averlo capito visto che mi ha salutato con un bacio e un sorriso però la conosco troppo bene e so che le ci vorrà un pò perchè è estremamente permalosa.
uffff..............
Ma perchè non ci si mette nei panni del festeggiato e si pensa a qualcosa che a lui possa davvero piacere o meglio, non si aspetta che sia lui ad organizzare qualcosa? Io ho organizzato spesso feste a sorpresa ma mi conosco sufficientemente da sapere che, da brava maniaca del controllo, le sorprese devono essere davvero molto molto molto ben fatte per potermi piacere.
Seya
lunedì 23 maggio 2011
Florence
Che Weekend!
E' stato bellissimo e ora come ora il mio più profondo desiderio è tornare indietro nel tempo per rivivere le sensazioni di fiducia, libertà ed ottimismo che mi hanno riempito nei giorni successivi.
Non è solo una questione di fiera e conferenze, ma tutto un insieme.
Quando sono arrivata ho trovato S profondamente arrabbiato e nervoso a causa, principalmente, del lavoro. Per me lui è sempre stato lo zio professore universitario molto cordiale e profondamente toscano nell'ospitalità, sono sempre andata d'accordo con lui ma c'era sempre un muro fatto di gap di età e di formazione. Questa volta no.
L'averlo visto in questa sua forma più umana, con la casa (meravigliosa!) in disordine, senza il filtro dei miei, mi ha permesso di avvicinarmi a lui e forse di conoscerlo veramente. E sono sempre più sicura che sia splendido. Lui sì è una di quelle persone che ti porti dietro nella vita.
E credo che anche lui nei miei confronti abbia "evoluto" la sua idea. Non mi sono sentita la figlia dell'amica, ospite e ragazzina, ma un'amica io stessa cui dare fiducia e disponibilità.
Mi ha lasciato le chiavi di casa (cosa che mi ha totalmente spiazzato), mi ha dato massima disponibilità per venire a prendermi o portarmi in giro in macchina (ma grazie al cielo gli autobus funzionano bene) e mi ha ammesso nella sua cucina (lui, cuoco provetto).
E' stata una bellissima sorpresa.
La Fiera è stata veramente molto bella e la possibilità di girarla in totale autonomia mi ha permesso di gustarmela, cosa che per esempio non era successa a Ottobre per la Fiera Quattro Passi di Treviso.
Le mie conoscenze alla fiera erano bloccate con il volontariato e quindi ci potevamo trovare solo ad alcune ore ma la cosa non mi ha fermato. Programma in mano e cartina nella borsa, sono andata a sentire molti interventi tutti molto interessanti.
La cosa divertente, o almeno consideriamola tale, è stata la mia attitudine.
Tutti coloro chesono intervenuti sono esperti del settore e questo mi ha consentito di approfondire anche di molto le mie conoscenze e le mie idee. Collegamenti e Reti che mi sembrava impossibile legare, sono già realtà in alcune, poche zone del nostro bel paese.
E io, che faccio tanto la splendida con gente che conosco, elargendo una conoscenza sulle tematiche sociali e di economia sostenibile, mi sono sentita un'ignorante.
E quindi ho studiato.
E adesso continuerò perchè l'anno prossimo voglio essere più preparata e poter intervenire in maniera più attiva, di quanto io abbia fatto quest'anno.
Concludo solo con una nota.
Ieri sera quando sono tornata, mi sono guardata come sempre Che Tempo Che Fa, allafine del quale Luciana Littizzetto ha fatto il suo solito intervento. Ha parlato anche della legge contro l'omofobia. Ora, io lei la adoro e trovo che nella sua satira sia sempre molto intelligente e pungente senza cadere in volgarismi inutili, ma ieri sera mia halasciato un pò l'amaro in bocca. In sostanza ha fatto una battuta dicendo che se Il signore di Arcore si stufasse delle ragazzine ed iniziasse a "provare il cannelloni" (come ha detto Lei XD) non ci sarebbero tutti questi ostacoli alla legge. Da una parte è vero, però dall'altra sono dell'idea (o meglio voglio sperare) che le cose si possano risolvere senza che Mr B riservi alla popolazione gay italiana lo stesso schifoso trattamento che ha riservato a noi ragazze.
Seya
E' stato bellissimo e ora come ora il mio più profondo desiderio è tornare indietro nel tempo per rivivere le sensazioni di fiducia, libertà ed ottimismo che mi hanno riempito nei giorni successivi.
Non è solo una questione di fiera e conferenze, ma tutto un insieme.
Quando sono arrivata ho trovato S profondamente arrabbiato e nervoso a causa, principalmente, del lavoro. Per me lui è sempre stato lo zio professore universitario molto cordiale e profondamente toscano nell'ospitalità, sono sempre andata d'accordo con lui ma c'era sempre un muro fatto di gap di età e di formazione. Questa volta no.
L'averlo visto in questa sua forma più umana, con la casa (meravigliosa!) in disordine, senza il filtro dei miei, mi ha permesso di avvicinarmi a lui e forse di conoscerlo veramente. E sono sempre più sicura che sia splendido. Lui sì è una di quelle persone che ti porti dietro nella vita.
E credo che anche lui nei miei confronti abbia "evoluto" la sua idea. Non mi sono sentita la figlia dell'amica, ospite e ragazzina, ma un'amica io stessa cui dare fiducia e disponibilità.
Mi ha lasciato le chiavi di casa (cosa che mi ha totalmente spiazzato), mi ha dato massima disponibilità per venire a prendermi o portarmi in giro in macchina (ma grazie al cielo gli autobus funzionano bene) e mi ha ammesso nella sua cucina (lui, cuoco provetto).
E' stata una bellissima sorpresa.
La Fiera è stata veramente molto bella e la possibilità di girarla in totale autonomia mi ha permesso di gustarmela, cosa che per esempio non era successa a Ottobre per la Fiera Quattro Passi di Treviso.
Le mie conoscenze alla fiera erano bloccate con il volontariato e quindi ci potevamo trovare solo ad alcune ore ma la cosa non mi ha fermato. Programma in mano e cartina nella borsa, sono andata a sentire molti interventi tutti molto interessanti.
La cosa divertente, o almeno consideriamola tale, è stata la mia attitudine.
Tutti coloro chesono intervenuti sono esperti del settore e questo mi ha consentito di approfondire anche di molto le mie conoscenze e le mie idee. Collegamenti e Reti che mi sembrava impossibile legare, sono già realtà in alcune, poche zone del nostro bel paese.
E io, che faccio tanto la splendida con gente che conosco, elargendo una conoscenza sulle tematiche sociali e di economia sostenibile, mi sono sentita un'ignorante.
E quindi ho studiato.
E adesso continuerò perchè l'anno prossimo voglio essere più preparata e poter intervenire in maniera più attiva, di quanto io abbia fatto quest'anno.
Concludo solo con una nota.
Ieri sera quando sono tornata, mi sono guardata come sempre Che Tempo Che Fa, allafine del quale Luciana Littizzetto ha fatto il suo solito intervento. Ha parlato anche della legge contro l'omofobia. Ora, io lei la adoro e trovo che nella sua satira sia sempre molto intelligente e pungente senza cadere in volgarismi inutili, ma ieri sera mia halasciato un pò l'amaro in bocca. In sostanza ha fatto una battuta dicendo che se Il signore di Arcore si stufasse delle ragazzine ed iniziasse a "provare il cannelloni" (come ha detto Lei XD) non ci sarebbero tutti questi ostacoli alla legge. Da una parte è vero, però dall'altra sono dell'idea (o meglio voglio sperare) che le cose si possano risolvere senza che Mr B riservi alla popolazione gay italiana lo stesso schifoso trattamento che ha riservato a noi ragazze.
Seya
giovedì 5 maggio 2011
Once upon a time .. a girl!
No, non sarà un post sul matrimonio dell'anno. Media e giornali ci hanno già stressato abbastanza.
Solo che tra questo grande tripudio da favola di Perrault e l'ultimo post di Amedeo (Mente Miscellanea) ho perso una decina di minuti a ripensare alla mia infanzia.
Io non sono la classica ragazza tutta moda, amore e gossip e non sono neanche stata una bambina fissata con le bambole, i capelli e il desiderio di diventare mamma.
Eppure questa foto per un momento mi ha tolto il respiro.
Il mio essere bisessuale è sempre stato molto palese e più di una persona è convinta che io in realtà sia completamente lesbica (se non fosse che la mia ultima relazione è stata con un ragazzo, ma tant'è!). Questo perchè ho sempre avuto un modo di vestire molto maschile, i capelli sempre corti e sparati, la passione per i motori.
Da piccola giocavo con lego e meccano, le costruzioni erano sparse per tutta casa e ogni volta che potevo fuggivo fuori di casa a correre in bicicletta o sui rollerblade. Le ginocchia sempre sbucciate, un braccio che si è rotto tre volte di fila e una passione spropositata per il fuoco.
Non ho mai pensato che questo mi rendesse diversa dalle altre bambine e non mi sono mai sentita diversa. Perchè avrei dovuto?
L'unica persona che ogni volta che poteva (e cioè sempre!) mi faceva notare quanto fossi tutt'altro che femminile era mia nonna.
E non lo faceva con molta gentilezza.
Non importa che abbia praticato pattinaggio artistico per dieci anni, che abbia tenuto i capelli lunghi in un'eterna treccia fino ai cinque anni o che mi divertissi a impastricciarmi le mani con farina e uova.
Io ero un maschiaccio.
Ed in parte lo sono diventata ma non certo perchè da piccola smontavo le biciclette o perchè guardavo mio padre riparare la caldaia o la macchina. Ma perchè è quello che sono.
Se da piccola mi avessero chiesto se mi piaceva essere una ragazza avrei detto di no perchè ci si aspettava da me, come femmina, che mi piacesse andare a casa delle amichette a giocare con le barbie, che imparassi da mia madre a cucinare e che indossassi un vestito almeno a Natale.
Ed erano tutte cose che odiavo e che odio tutt'ora.
Mi sembrava che i maschi fossero molto più liberi ma forse era semplicemente il fatto che potevano fare cose che a me piacevano, e piacciono ancora, e per le quali io ero ripresa e a volte umiliata.
Guardare la foto dei reali di Inghilterra mi ha fatto sorridere, non solo perchè i bambini intorno sembrano tanti putti raffaelleschi, ma anche e soprattutto perchè una parte di me ama le favole.
Non so se il loro matrimonio sia felice, ideale e romantico come ce lo vogliono vendere, so solo che per un secondo ho sperato di poter indossare un abito come quello di Kate (magari avere anche il fisico per farlo), di poter avere una corona sulla testa e ballare un valzer in una grande sala con i lampadari in vetro di Murano.
Nel video sul documentario nelle scuole elementari si chiede ai bambini cosa vogliono fare da grandi.
Cercando tra i miei vecchi quaderni ho trovato uno dei primi compiti che mi fecero fare alle elementari.
Avevo scritto che da grande volevo trasferirmi in Malesia ed unirmi ad un gruppo di pirati, volevo viaggiare su un catamarano (e lo avevo scritto giusto!) e imparare a combattere con la sciabola.
Qualcosa mi dice che stavo leggendo o avevo appena finito, per la trecentomiolionesima volta, Sandokan e Le tigri di Mompracem.
Seya
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