lunedì 28 novembre 2011

nebbia

Vi è mai capitato di girare una città in mezzo alla nebbia, di notte?
Voi sapete dove andare perchè avete fatto quella strada centinaia di volte, i vostri piedi, forse addirittura le vostre scarpe, conoscono il percorso e le sue insidie. Siete sicuri ma la nebbia vi rende fragili perchè non vedete.
Sarà questa la strada giusta?
I piedi vi ci portano perchè la conoscono bene, la mente però si ferma a domandarsi quale sia l'incrocio giusto da perdere.
Tutto, intorno a voi, sembra amplificarsi.
La vista serve a poco e quindi ci si affida agli altri sensi.
L'olfatto è carico di umidità e di freddo e quindi serve a poco, il gusto è inutile perchè il sapore della notte screpola le labbra, il tatto è poco raccomandabile perchè le mani, la pelle, esposta al freddo si intorpidisce.
E allora usate l'udito.
Sentite tutti i rumori della città dormiente.
La televisione della casa dell'ultimo piano, in cui la signora non riesce a dormire, il calpestio mal sicuro di chi ha fatto baldoria e a tentoni torna a casa, il pacchetto di sigarette che viaggia con voi sul selciato alla ricerca di un angolino dove decomporsi.

Avete presente queste sensazioni? avete presente questi attimi?
Bene, amplificateli alla n-sima potenza ed avrete un millesimo di quello che ho provato io, stanotte, a Venezia, tornando a casa.

Venezia di notte è, secondo me, magica.
Di giorno è bella, il sole riscalda la pietra d'istria che abbaglia quanti si affacciano sulla Laguna, la calca di gente ti fa apprezzare ogni singolo angolo che tu riesca a vedere come se fosse una conquista, il ciondolio dei vaporetti ti presenta le Porte d'Acqua da cui si affaccia la gente, ignara di essere immortalata dai turisti.
Ma di notte?! Di notte, è uno spettacolo.
E' vuota, silenziosa, immobile.
I negozi chiudono intorno alle 19.30 e tutti corrono verso i ristoranti, affollano le pizzerie, si rintanano nei bar da cui escono intorno alle 22 per andare a dormire, esausti per la giornata appena conclusa e non si accorgono di passare davanti a monumenti mozzafiato che in giornata hanno fatto a gara per fotografare.
Ma se c'è la nebbia, tutto cambia.
La gente resta a casa, o in albergo, per il freddo e la paura di non vedere, di non riconoscere posti a lei noti e dunque, quei pochi pazzi che si avventurano per le calli, hanno l'immenso privilegio di immergersi in un'altra Venezia.

Fare le calli piccole e strette delle zone residenziali porta veloci alle proprie mete ma non ti fa apprezzare lo spettacolo. E allora che fai?
Facile, prendi via Garibaldi, ti immergi in riva degli Schiavoni e poi ti tuffi in Piazza San Marco.
E resti impalato.
Le luci dei lampioni ti spianano la strada e ti avvertono che non sei solo, altri, pochi, hanno il coraggio di camminare con te in mezzo al freddo e al buio.
I vaporetti sono fermi, quelle poche linee che funzionano la notte vanno talmente piano da non emettere quasi rumore. San Giorgio è invisibile al di là del canale.
Sali i ponti velocemente e cerchi di scaldarti con quel poco esercizio fisico, fino a quando non arrivi davanti al Ponte dei Sospiri, finalmente spacchettato, e non lo guardi meravigliata.
Una luce bianca lo illumina a giorno e lui sembra spiccare finalmente pulito e rinato in mezzo alle nuvolette di vapore acqueo e ossigeno.
Fiancheggi Palazzo Ducale e riconosci a malapena le colonne della passeggiata del primo piano, il rosa dei suoi muri, solitamente così splendente, appare pallido e immobile, le colonne tornite fanno risaltare i capitelli lavorati che hai finalmente il tempo e la possibilità di vedere con calma.
Nessuno è in vista.
Superi il Palazzo e ti porti verso il centro di Piazza San Marco, lasciandoti da parte le passerelle prontamente tirate fuori per la stagione.
Alzi gli occhi verso la Basilica e ammutolisci.
In un istante senti tutta la potenza e la ricchezza della tua storia, della tua Repubblica, e ti fai piccolo. Le decorazioni spiccano in mezzo alla nebbia con prepotenza e si mostrano, loro, di una bellezza ineffabile, a te piccolo uomo (okay, donna) piccolo e insignificante.
Loro dureranno per sempre, tu?
Ti guardi intorno e non c'è nessuno, poi improvvisamente una risata di bambino, il richiamo di un genitore.
Non sei sola  ad ammirare la città in queste condizioni, ci sono altri, attenti, lungimiranti, che hanno deciso di fare il "giro lungo" per tornare in albergo e vivono con te l'esperienza di un solennità antica e difficilmente rinnovabile.
Sospiri soddisfatta, ti chiudi nel tuo tabarro e ti immergi nuovamente nella notte, pronta ancora una volta ad innamorarti.




Seya

4 commenti:

Amedeo ha detto...

Bellissima composizione. Me la sono prooooprio gustata.
Fortissima la ripresa uomo/donna - ti amo!
Rosicata non meno potente. Venezia l'ha visitata, piuttosto bene, ma tutto questo mi manca ancora ...

seya ha detto...

@ Amedeo: =))) Su, su che se vieni in questo nostro Veneto ti costringerò a vedere Venezia di notte! E comunque mi sono lasciata un pò trascinare dalla descrizione ma l'impressione è stata davvero fortissima!


Seya

'povna ha detto...

sì, le città sotto la nebbia sembrano tutte splendide e irreali. lo è anche la piccola città, ma immagino che a venezia sia ancora più bello...

seya ha detto...

@'povna: Diciamo che il fascino di Venezia con la nebbia sta nel fatto che e' illuminata pochissimo e che la nebbia sembra salire anche dall'acqua...pero` e' vero, tutte le citta` con la nebbia sono spettacolari!!!
Anche Neverland! XDXD


Seya