Taci. Su le soglie
della città non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano bricole e pietra d'Istria
lontane.
Ascolta. Diluvia
dalle nuvole dense.
Piove sui carciofi di Sant'Erasmo (e la sagra è stata nuovamente rimandata)
gustosi e fibrosi,
piove sulla magnolia in fiore,
profumata ed imponente,
piove su Jack Lemon (Il nostro limone)
divino,
su le cassette di Mamma
di fiori accolti,
sulle amache dei piccoli giardini interni
di coccole aulenti,
piove su i nostri capelli
appena lavati,
piove su le nostre mani
che freneticamente mandano sms disperati,
su i nostri vestiti
leggieri (perchè ormai abbiamo fatto il cambio degli armadi),
sulle fresche imprecazioni
che l'anima schiude
novella,
su la voce bella
che ieri
t'ammonì,che oggi ti ammonisce di nuovo,
o Cielo!
Ti ga capio? La pioggia cade
su la solitaria
pianta di melanzane (appena arrivata!!)
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le tettoie
più larghe, men larghe.
Ascolta. Risponde
al canto il pianto
de i piccioni
che il diluvio australe
[..] impaura,
[..] il ciel cinerino.
E la gondola
ha un suono, e Luna Rossa
altro suono, e il motoscafo
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita (di marinai).
E immersi
noi siam nel diluvio
lagunare,
di marinara vita viventi;
e il tuo volto scuro
è molle di pioggia
come una spugna,
e le tue chiome
rovinano il risveglio come
il rumore del clacson,
o creatura celeste
che hai nome
Cielo.
Aho! 'scolta un pò!. L'accordo
degli aerei piccioni
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il diluvio
che cresce;
ma un canto vi si unisce
più roco
che da San Marco sale,
dall'umida ombra campanara remota.
Più rapido e più deciso
s'allenta, si spegne.
Sola una nota (don)
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne (din don dan).
Non s'ode altro che voce del mare.
Or s'ode su tutta la laguna
crosciare
l'argentea marea
che monda,
il rollio che varia
secondo le bricole
più folte, men folte.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta (perchè volare con il diluvio non è auspicabile); ma la figlia
della laguna lontana,
la sogliola,frigge nell'olio più fondo,
chi sa dove, chi sa dove! (basta seguir ea spussa)
E diluvia solo per colpa tua,
Cielo.
Diluvia su le venete alghe nere
sìche par il mare pianga
ma di piacere; non bianco
ma quasi fatto virente,
par da spuma egli esca.
E tutta la vita è in lui urlante
aulente,
il cuor nel mio petto è come un limone di Jack
intatto,
tra le pàlpebre gli occhi
son come sardine tra le alghe,
i denti negli alvèoli
con come gondole dondolanti.
E andiam (io e chi?) di calle in calle,
or congiunti or disciolti
(e la grigia pantegana rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
Piove sui carciofi di Sant'Erasmo (e la sagra è stata nuovamente rimandata)
gustosi e fibrosi,
piove sulla magnolia in fiore,
profumata ed imponente,
piove su Jack Lemon (Il nostro limone)
divino,
su le cassette di Mamma
di fiori accolti,
sulle amache dei piccoli giardini interni
di coccole aulenti,
piove su i nostri capelli
appena lavati,
piove su le nostre mani
che freneticamente mandano sms disperati,
su i nostri vestiti
leggieri (perchè ormai abbiamo fatto il cambio degli armadi),
sulle fresche imprecazioni
che l'anima schiude
novella,
su la voce bella
che ieri
t'ammonì,che oggi ti ammonisce di nuovo,
o Cielo!
Si ringrazia il Signor D'Annunzio per la poesia originale La pioggia nel Pineto da cui è stata tratta questa tragicomica parafrasi.
Seya
Spesso davvero mi sento come se gli altri mi parlassero in una lingua che non conosco....L'importante è saper parlare la propria e che gli altri imparino la mia!
domenica 13 maggio 2012
venerdì 11 maggio 2012
e svegliarsi la mattina...
Stavo per scrivere un post su un viaggio mentale allucinante che mi sono fatta oggi in mattinata quando mia madre mi ha intimato di riordinare e pulire la mia stanza perchè stasera abbiamo ospiti.
Infatti, io, Mamma e Cugina andremo a Verona, a Teatro, e poi al ritorno ci fermiamo qui a Padova, in modo da essere più tranquille e riposate domani quando torneremo a Venezia.
E secondo voi chi deve cedere la sua stanza a Cugina e dormire sul divano?
Il gatto? No, mi spiace non abbiamo animali.
Io le pulizie, specie della mia stanza, le faccio poco però mi sono messa e in pochi minuti ho raggiunto un risultato accettabile. Mi sono seduta sul letto per mettere un pò in ordine il comodino e un orecchino mi è caduto.
Solitamente l'avrei lasciato lì, a terra, sotto il letto fino a quando non avessi avuto bisogno di lui, però vista l'occasione mi sono sporta e ho allungato la mano sotto il letto.
Un mondo nuovo.
Al di là del caos e della polvere, ho ritrovato un sacco di cose di cui mi ero quasi dimenticata: orecchini spaiati, monetine, due libri, un calzino, una scatola di scarpe dentro cui avevo messo il necessario per il decoupage.
Mi sono messa a ridere un pò per il mio disordine, un pò perchè sono tutte piccole cose che solitamente allietano il mio risveglio.
Alla mattina infatti mi piace molto vedere la luce entrare attraverso le tende arancioni, riflettersi sull'orologio di mia madre e illuminare i dorsi di pochi, importanti libri che stanno in pianta stabile sul comodino, vicino ai peluches.
Per me il sonno è abbastanza sacro. Nel senso che, a meno che tu non abbia un buon motivo per svegliarmi, ammesso che tu ci riesca, non devi mai richiamarmi dal mondo dei sogni.
Il momento del risveglio poi è altrettanto importante.
Io dormo immobile, con i piedi fuori dalle lenzuola e con la serranda alzata di poco in modo che il sole mattutino (ho la camera ad est) mi svegli in maniera graduale.
Se uno osa accendere la luce della stanza di prima mattina, rischia la vita.
Lo possono provare E e Mela.
Con la prima è successo a Capodanno. Un giorno sono andata a dormire dopo pranzo perchè particolarmente provata dalla notte insonne e lei ha avuto il coraggio di venire a chiamarmi intorno alle 3, accendendo la luce.
Ma, in fondo, cosa ci si può aspettare da una che appena alzata fa stretching, addominali e flessioni?
La seconda invece ha rischiato la vita anni fa quando, un giorno, mi sono fermata a dormire da lei.
Appena suonata la sveglia, si è alzata, ha acceso tutte le luci della camera e ha iniziato ad aprire le finestre.
Non so bene cosa mi abbia trattenuto dal spaccarle il collo.
Inoltre io di prima mattina odio il rumore. Qualunque tipo di rumore, tranne il ticchettio dell'orologio.
Se sulla luce posso anche lasciar correre, sul rumore assolutamente non transigo.
E questo è il motivo per cui di prima mattina io solitamente non parlo e ascolto rigorosamente musica molto molto soft.
Mio padre aveva l'abitudine di svegliarmi sbattendo le nocchie sullo stipite della porta, che è sempre aperta. Un mattina gli ho urlato dietro che se lo avesse fatto di nuovo avrei preso il suo pc e lo avrei scaraventato fuori dalla finestra. Non mi ha creduto e la mattina successiva ha dovuto bloccarmi fisicamente dal prendere il marchingegno e fargli fare un volo nella laguna. Poi non ha più osato.
Ognuno si sveglia in maniera diversa, ho scoperto con il tempo.
Principessa ad esempio di prima mattina ama restare a letto e rigirarsi per poi alzarsi con calma e aprire la finestra da cui entra la sua gatta romp... che fa un casino allucinante. La prima e unica volta che ho dormito da lei, il gatto ha rischiato di fare un viaggio di sola andata per Vicenza (..visentini magna gati..).
Stellina invece si rigira tra le lenzuola e abbraccia e sbaciucchia qualunque cosa gli sia vicino. Una dolcezza che non ha in nessun altro momento della giornata.
EPGIC Jr invece si sveglia di colpo, corre in bagno e poi torna sotto le coperte e resta lì a crogiolarsi.
Gentleman di prima mattina, in boxer e vestaglia, stira i pantaloni per la giornata; Angioletto manda un sms a chiunque augurando buona giornata; Papà si alza e prepara il caffè per mia madre.
Io non credo a quelle cose "dimmi come ti svegli e ti dirò chi sei" però è divertente vedere come ognuno reagisca allo svegliarsi in maniera diversa.
Sarebbe molto meglio poi se lo svegliarsi altrui non rischiasse di condizionare la propria giornata.
Seya
Infatti, io, Mamma e Cugina andremo a Verona, a Teatro, e poi al ritorno ci fermiamo qui a Padova, in modo da essere più tranquille e riposate domani quando torneremo a Venezia.
E secondo voi chi deve cedere la sua stanza a Cugina e dormire sul divano?
Il gatto? No, mi spiace non abbiamo animali.
Io le pulizie, specie della mia stanza, le faccio poco però mi sono messa e in pochi minuti ho raggiunto un risultato accettabile. Mi sono seduta sul letto per mettere un pò in ordine il comodino e un orecchino mi è caduto.
Solitamente l'avrei lasciato lì, a terra, sotto il letto fino a quando non avessi avuto bisogno di lui, però vista l'occasione mi sono sporta e ho allungato la mano sotto il letto.
Un mondo nuovo.
Al di là del caos e della polvere, ho ritrovato un sacco di cose di cui mi ero quasi dimenticata: orecchini spaiati, monetine, due libri, un calzino, una scatola di scarpe dentro cui avevo messo il necessario per il decoupage.
Mi sono messa a ridere un pò per il mio disordine, un pò perchè sono tutte piccole cose che solitamente allietano il mio risveglio.
Alla mattina infatti mi piace molto vedere la luce entrare attraverso le tende arancioni, riflettersi sull'orologio di mia madre e illuminare i dorsi di pochi, importanti libri che stanno in pianta stabile sul comodino, vicino ai peluches.
Per me il sonno è abbastanza sacro. Nel senso che, a meno che tu non abbia un buon motivo per svegliarmi, ammesso che tu ci riesca, non devi mai richiamarmi dal mondo dei sogni.
Il momento del risveglio poi è altrettanto importante.
Io dormo immobile, con i piedi fuori dalle lenzuola e con la serranda alzata di poco in modo che il sole mattutino (ho la camera ad est) mi svegli in maniera graduale.
Se uno osa accendere la luce della stanza di prima mattina, rischia la vita.
Lo possono provare E e Mela.
Con la prima è successo a Capodanno. Un giorno sono andata a dormire dopo pranzo perchè particolarmente provata dalla notte insonne e lei ha avuto il coraggio di venire a chiamarmi intorno alle 3, accendendo la luce.
Ma, in fondo, cosa ci si può aspettare da una che appena alzata fa stretching, addominali e flessioni?
La seconda invece ha rischiato la vita anni fa quando, un giorno, mi sono fermata a dormire da lei.
Appena suonata la sveglia, si è alzata, ha acceso tutte le luci della camera e ha iniziato ad aprire le finestre.
Non so bene cosa mi abbia trattenuto dal spaccarle il collo.
Inoltre io di prima mattina odio il rumore. Qualunque tipo di rumore, tranne il ticchettio dell'orologio.
Se sulla luce posso anche lasciar correre, sul rumore assolutamente non transigo.
E questo è il motivo per cui di prima mattina io solitamente non parlo e ascolto rigorosamente musica molto molto soft.
Mio padre aveva l'abitudine di svegliarmi sbattendo le nocchie sullo stipite della porta, che è sempre aperta. Un mattina gli ho urlato dietro che se lo avesse fatto di nuovo avrei preso il suo pc e lo avrei scaraventato fuori dalla finestra. Non mi ha creduto e la mattina successiva ha dovuto bloccarmi fisicamente dal prendere il marchingegno e fargli fare un volo nella laguna. Poi non ha più osato.
Ognuno si sveglia in maniera diversa, ho scoperto con il tempo.
Principessa ad esempio di prima mattina ama restare a letto e rigirarsi per poi alzarsi con calma e aprire la finestra da cui entra la sua gatta romp... che fa un casino allucinante. La prima e unica volta che ho dormito da lei, il gatto ha rischiato di fare un viaggio di sola andata per Vicenza (..visentini magna gati..).
Stellina invece si rigira tra le lenzuola e abbraccia e sbaciucchia qualunque cosa gli sia vicino. Una dolcezza che non ha in nessun altro momento della giornata.
EPGIC Jr invece si sveglia di colpo, corre in bagno e poi torna sotto le coperte e resta lì a crogiolarsi.
Gentleman di prima mattina, in boxer e vestaglia, stira i pantaloni per la giornata; Angioletto manda un sms a chiunque augurando buona giornata; Papà si alza e prepara il caffè per mia madre.
Io non credo a quelle cose "dimmi come ti svegli e ti dirò chi sei" però è divertente vedere come ognuno reagisca allo svegliarsi in maniera diversa.
Sarebbe molto meglio poi se lo svegliarsi altrui non rischiasse di condizionare la propria giornata.
Seya
mercoledì 9 maggio 2012
Mela
Ieri sera mi sono trovata a mangiare un gelato con Mela. Era una vita che non la vedevo e il fatto che non abbia ancora menzionato il suo nome qui non significa assolutamente che lei non sia importante per me.
Anzi, io la ritengo ancora, nonostante tutto, la mia migliore amica o comunque la persona che mi conosce di più in assoluto.
Se non sapete come prendermi o come comportarvi con me, chiedete a lei.
L'ho conosciuta al Liceo, compagna di classe, di banco e di buoni voti.
Una lotta continua tra noi due per strappare il voto migliore, io ho troneggiato i primi 4 anni, lei in quinta mi ha superato. Un pò perchè io in quinta ho abbastanza mollato le redini, stufa della routine scolastica, un pò perchè lei è sempre stata più ligia di me.
Proprio come diceva Bonny: Mela è la studentessa modello, quella attenta, educata ma non sottomessa al sapere, Seya è quella che la cultura la deve vivere sulla pelle per poter arrivare al massimo.
E ache adesso all'Università, il divario della quinta liceo prosegue: lei laureata con lode in lettere, io fuori corso in matematica.
Ma per nostra fortuna, nessuna delle due ha mai usato il rendimento scolastico come metro di giudizio verso gli altri: una persona pessima a scuola è spesso molto più educata e sveglia di un secchione.
Forse è sempre stata la sua sensibilità e, in un certo senso, la sua linearità a darmi sicurezza e a far sì che lei mi riuscisse a capire sempre e comunque, come una linea retta su cui io oscillo, con il disperato desiderio di tenderci ed acquistare per tanto un minimo di regolarità.
E' rimasta con il vecchio gruppo, Mela.
Il gruppo, la Compagnia, di cui fanno pare Peter Pan e altre persone per cui non vale la pena trovare un nomignolo.
Questo dovrebbe dare il senso di quello che penso su alcuni di loro, no?
E' rimasta con loro per coerenza, per sicurezza, forse, e temo anche un pò per opportunismo.
Opportunismo comprensibile visto che è imparentata strettamente con altri due membri del gruppo e che la sua paura di soffrire a causa degli altri è molto più forte della mia.
Il non sentirci e vederci spesso ha ovviamente ripercussioni sul nostro rapporto ma questo non ha portato a liti e cattiverie come so accadrebbe con altri. C'è la fiducia e la consapevolezza che il non sentirsi non significa non volersi bene. E questo alcune persone (vedi E e Angioletto) dovrebbero impararlo.
Ci assomigliamo molto e allo stesso tempo siamo estremamente diverse, io e Mela.
Ed è questa la cosa più bella.
Mela: "oddio, Seya, ormai sono 3 anni che non ho nessuno e giro solo con peter Pan e suo moroso (che sono gay)...come faccio con questa nuova fiamma? Non mi ricordo neanche più come si bacia!"
Seya che ride fino alle lacrime.
Seya
Anzi, io la ritengo ancora, nonostante tutto, la mia migliore amica o comunque la persona che mi conosce di più in assoluto.
Se non sapete come prendermi o come comportarvi con me, chiedete a lei.
L'ho conosciuta al Liceo, compagna di classe, di banco e di buoni voti.
Una lotta continua tra noi due per strappare il voto migliore, io ho troneggiato i primi 4 anni, lei in quinta mi ha superato. Un pò perchè io in quinta ho abbastanza mollato le redini, stufa della routine scolastica, un pò perchè lei è sempre stata più ligia di me.
Proprio come diceva Bonny: Mela è la studentessa modello, quella attenta, educata ma non sottomessa al sapere, Seya è quella che la cultura la deve vivere sulla pelle per poter arrivare al massimo.
E ache adesso all'Università, il divario della quinta liceo prosegue: lei laureata con lode in lettere, io fuori corso in matematica.
Ma per nostra fortuna, nessuna delle due ha mai usato il rendimento scolastico come metro di giudizio verso gli altri: una persona pessima a scuola è spesso molto più educata e sveglia di un secchione.
Forse è sempre stata la sua sensibilità e, in un certo senso, la sua linearità a darmi sicurezza e a far sì che lei mi riuscisse a capire sempre e comunque, come una linea retta su cui io oscillo, con il disperato desiderio di tenderci ed acquistare per tanto un minimo di regolarità.
E' rimasta con il vecchio gruppo, Mela.
Il gruppo, la Compagnia, di cui fanno pare Peter Pan e altre persone per cui non vale la pena trovare un nomignolo.
Questo dovrebbe dare il senso di quello che penso su alcuni di loro, no?
E' rimasta con loro per coerenza, per sicurezza, forse, e temo anche un pò per opportunismo.
Opportunismo comprensibile visto che è imparentata strettamente con altri due membri del gruppo e che la sua paura di soffrire a causa degli altri è molto più forte della mia.
Il non sentirci e vederci spesso ha ovviamente ripercussioni sul nostro rapporto ma questo non ha portato a liti e cattiverie come so accadrebbe con altri. C'è la fiducia e la consapevolezza che il non sentirsi non significa non volersi bene. E questo alcune persone (vedi E e Angioletto) dovrebbero impararlo.
Ci assomigliamo molto e allo stesso tempo siamo estremamente diverse, io e Mela.
Ed è questa la cosa più bella.
Mela: "oddio, Seya, ormai sono 3 anni che non ho nessuno e giro solo con peter Pan e suo moroso (che sono gay)...come faccio con questa nuova fiamma? Non mi ricordo neanche più come si bacia!"
Seya che ride fino alle lacrime.
Seya
domenica 6 maggio 2012
Campo di Formazione
Sono appena tornata da un weekend di formazione SCI. E con "appena" intendo che sono a casa da più o meno un'ora.
Una giornata e mezzo con persone che non ho mai visto in vita mia a condividere bagno, stanza e tempo.
Una bella esperienza, con i suoi pro e i suoi contro. Come tutte le cose alla fine.
A livello organizzativo, niente da dire.
Forse poca "scaletta", la cui mancanza ha però permesso all'esperienza di essere meno inquadrata e noiosa, facendo nascere momenti morti che hanno dato la possibilità a tutti noi di conoscerci.
Eravamo in 13 con 4 organizzatori, in una struttura autogestita di natura religiosa (ma che ci vuoi fare?), con l'unica regola di non lasciare il campo per il tempo di formazione, a parte casi particolari. Il non poter dormire a casa (la fortuna di avere l'incontro in città!) mi ha un pò dato sui nervi all'inizio ma poi non ho assolutamente avuto problemi. Anzi, la cosa ci ha unito molto di più: il Macchiavelli alle 2 del mattino è un grande aggregante.
Devo ammettere che mi ha sorpreso la giovane età dei partecipanti: eravamo tutti ventenni (la più grande aveva 30 anni) e gli organizzatori erano tutti sui 35-40 anni.
Divertente se si pensa che sui ventenni di solito si dicono due cose antitetiche: o sono dei gran scansafatiche, amiconi e dediti al divertimento, o sono inquadrati e seri, e per questo noiosi. Sinceramente non ho visto nessuna di queste caratteristiche nonostante io con i miei coetanei abbia sempre avuto un pò di problemi a relazionarmi. Vuoi che sono sempre stata abituata a stare con gente più grande, vuoi che il mio carattere non è proprio il massimo dell'espansività.
Non che poi sia un gran periodo, in genere...
Comunque, questo ha permesso a tutti noi di sentirci a nostro agio perchè, alla fine, le nostre vite sono tutte più o meno simili, di avere più o meno tutti le stesse paure e preoccupazioni, di avere tutti le stesse aspettative.
Poi c'è sempre il pagliaccio del gruppo, quello zitto e muto nell'angolino, quello serio e interessato, quello scansafatiche ma con un gran sorriso.
Un gruppetto abbastanza omogeneo e forse per questo un pò incolore...ma chi l'ha detto che bisogna avere grandi differenze per dare entusiasmo e allegria alle ore?
Le informazioni sui campi, sui progetti, sullo SCI in generale, sono passate e sono anche state ben metabolizzate. La parte burocratica è stata svolta velocemente. La parte ludica di conoscenza è stata stimolante.
E per una che non ha mai fatto "attività energizzanti" da teatro è una bella novità.
Una cosa che però un pò mi ha dato da pensare è quanto tanti vogliano partire per "conoscere una diversa cultura". Non è assolutamente una cosa che denigro o che metto in secondo piano, anzi forse il tipo di lavoro che ti permette un campo SCI ti fa entrare e conoscere la realtà sociale più di venti viaggi turistici.
Io stessa vorrei andare in Sud America per vedere scenari mozzafiato, ascoltare musiche inebrianti e vivere in una natura selvaggia e lussureggiante.
Però non c'è altro?
Sono l'unica che ha bisogno di fare un viaggio per se stessa?
Forse quello che più mi è mancata è stata l'individualità.
Ognuno di noi aveva domande curiosità e scelte che sono state affrontate e hanno trovato risposta. Però nessuno si è messo in gioco come persona per domandare: "Quanto un'esperienza come quella di 3-6-9 mesi nel Sud del Mondo ti segna?"
L'organizzatore principale un pò ha cercato di raccontare la propria esperienza e quello che è venuto fuori è che il La, il punto di inizio, è dettato dall'incoscienza.
Si decide, si parte.
Senza farsi troppe domande, senza domandarsi troppe cose, senza informarsi troppo.
Perchè se pensi troppo, poi non fai niente, non agisci.
Perchè se ti domandi cosa e quanto ti servirà, non ti organizzerai mai e non svilupperai un minimo di adattamento.
Perchè se ti informi troppo, poi la burocrazia ti uccide.
Alla fine anche la mia decisione di andare in Spagna quest'estate è stata molto fulminea, forse proprio per incoscenza, però parliamo di 2 settimane in un paese europeo di cui quasi so la lingua (ok, a livello base..).
Ma un mese in Africa non è poi così facile da gestire.
Più o meno tutti siamo andati via con molte domande ancora senza risposta.
Domande che però forse una risposta non ce l'hanno.
Forse ognuno deve avere la propria di risposta. Deve costruirsela, argomentarsela, renderla credibile.
Forse "convincersi" significa proprio questo.
Seya
Una giornata e mezzo con persone che non ho mai visto in vita mia a condividere bagno, stanza e tempo.
Una bella esperienza, con i suoi pro e i suoi contro. Come tutte le cose alla fine.
A livello organizzativo, niente da dire.
Forse poca "scaletta", la cui mancanza ha però permesso all'esperienza di essere meno inquadrata e noiosa, facendo nascere momenti morti che hanno dato la possibilità a tutti noi di conoscerci.
Eravamo in 13 con 4 organizzatori, in una struttura autogestita di natura religiosa (ma che ci vuoi fare?), con l'unica regola di non lasciare il campo per il tempo di formazione, a parte casi particolari. Il non poter dormire a casa (la fortuna di avere l'incontro in città!) mi ha un pò dato sui nervi all'inizio ma poi non ho assolutamente avuto problemi. Anzi, la cosa ci ha unito molto di più: il Macchiavelli alle 2 del mattino è un grande aggregante.
Devo ammettere che mi ha sorpreso la giovane età dei partecipanti: eravamo tutti ventenni (la più grande aveva 30 anni) e gli organizzatori erano tutti sui 35-40 anni.
Divertente se si pensa che sui ventenni di solito si dicono due cose antitetiche: o sono dei gran scansafatiche, amiconi e dediti al divertimento, o sono inquadrati e seri, e per questo noiosi. Sinceramente non ho visto nessuna di queste caratteristiche nonostante io con i miei coetanei abbia sempre avuto un pò di problemi a relazionarmi. Vuoi che sono sempre stata abituata a stare con gente più grande, vuoi che il mio carattere non è proprio il massimo dell'espansività.
Non che poi sia un gran periodo, in genere...
Comunque, questo ha permesso a tutti noi di sentirci a nostro agio perchè, alla fine, le nostre vite sono tutte più o meno simili, di avere più o meno tutti le stesse paure e preoccupazioni, di avere tutti le stesse aspettative.
Poi c'è sempre il pagliaccio del gruppo, quello zitto e muto nell'angolino, quello serio e interessato, quello scansafatiche ma con un gran sorriso.
Un gruppetto abbastanza omogeneo e forse per questo un pò incolore...ma chi l'ha detto che bisogna avere grandi differenze per dare entusiasmo e allegria alle ore?
Le informazioni sui campi, sui progetti, sullo SCI in generale, sono passate e sono anche state ben metabolizzate. La parte burocratica è stata svolta velocemente. La parte ludica di conoscenza è stata stimolante.
E per una che non ha mai fatto "attività energizzanti" da teatro è una bella novità.
Una cosa che però un pò mi ha dato da pensare è quanto tanti vogliano partire per "conoscere una diversa cultura". Non è assolutamente una cosa che denigro o che metto in secondo piano, anzi forse il tipo di lavoro che ti permette un campo SCI ti fa entrare e conoscere la realtà sociale più di venti viaggi turistici.
Io stessa vorrei andare in Sud America per vedere scenari mozzafiato, ascoltare musiche inebrianti e vivere in una natura selvaggia e lussureggiante.
Però non c'è altro?
Sono l'unica che ha bisogno di fare un viaggio per se stessa?
Forse quello che più mi è mancata è stata l'individualità.
Ognuno di noi aveva domande curiosità e scelte che sono state affrontate e hanno trovato risposta. Però nessuno si è messo in gioco come persona per domandare: "Quanto un'esperienza come quella di 3-6-9 mesi nel Sud del Mondo ti segna?"
L'organizzatore principale un pò ha cercato di raccontare la propria esperienza e quello che è venuto fuori è che il La, il punto di inizio, è dettato dall'incoscienza.
Si decide, si parte.
Senza farsi troppe domande, senza domandarsi troppe cose, senza informarsi troppo.
Perchè se pensi troppo, poi non fai niente, non agisci.
Perchè se ti domandi cosa e quanto ti servirà, non ti organizzerai mai e non svilupperai un minimo di adattamento.
Perchè se ti informi troppo, poi la burocrazia ti uccide.
Alla fine anche la mia decisione di andare in Spagna quest'estate è stata molto fulminea, forse proprio per incoscenza, però parliamo di 2 settimane in un paese europeo di cui quasi so la lingua (ok, a livello base..).
Ma un mese in Africa non è poi così facile da gestire.
Più o meno tutti siamo andati via con molte domande ancora senza risposta.
Domande che però forse una risposta non ce l'hanno.
Forse ognuno deve avere la propria di risposta. Deve costruirsela, argomentarsela, renderla credibile.
Forse "convincersi" significa proprio questo.
Seya
giovedì 3 maggio 2012
chattare
Ieri sera ho guardato Mine Vaganti (che Rai1 ha trasmesso senza censure...si vede che il 2000 è arrivato anche sulla tv nazionale) parlandone e sparlandone contemporaneamente online, in chat con delle ragazze che ho conosciuto su un sito di scrittura amatoriale.
Uno spasso.
Io sono una che tende a parlare durante i film ma spesso non ho nessuno che mi faccia da spalla in queste discussioni e quindi ho imparato a tenere sotto controllo la mia parlantina.
Inoltre non amo le chat. Nonostante skype e FB, credo di essere entrata online a condividere qualcosa solo in pochissime situazioni.
L'ultima era stata a Marzo in occasione delle gare di pattinaggio che l'ISU ha avuto il buon senso di trasmettere in streaming internazionale con tanto di chat multilingua...e vi assicuro che parlare di pattinaggio con gente del giappone o della russia, è un autentica goduria!
Comunque, ieri ci siamo tutte divertite tantissimo.
L'idea di coinvolgere gli altri con le proprie impressioni, di scherzare e prendersi in giro..
Bella! Bella!
Da ripetere!
Chissà che non ci facciamo anche una buona cultura cinematografica!
Seya
Uno spasso.
Io sono una che tende a parlare durante i film ma spesso non ho nessuno che mi faccia da spalla in queste discussioni e quindi ho imparato a tenere sotto controllo la mia parlantina.
Inoltre non amo le chat. Nonostante skype e FB, credo di essere entrata online a condividere qualcosa solo in pochissime situazioni.
L'ultima era stata a Marzo in occasione delle gare di pattinaggio che l'ISU ha avuto il buon senso di trasmettere in streaming internazionale con tanto di chat multilingua...e vi assicuro che parlare di pattinaggio con gente del giappone o della russia, è un autentica goduria!
Comunque, ieri ci siamo tutte divertite tantissimo.
L'idea di coinvolgere gli altri con le proprie impressioni, di scherzare e prendersi in giro..
Bella! Bella!
Da ripetere!
Chissà che non ci facciamo anche una buona cultura cinematografica!
Seya
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