Ho iniziato a far ripetizioni di matematica al figlio di un collega di mia madre.
Fin qui, niente di strano.
Il fatto e` che il ragazzo in questione e` affetto da una sindrome neuro-motoria e rientra, pertanto, nel mondo dei disabili.
A livello mentale e di apprendimento, ci sono problemi piu` che altro riguardanti la lentezza nell'apprendimento e alla difficolta` nell'individuare alcuni concetti: Per lui l'astrazione (quindi concetti di area o superficie) e` molto difficile da concepire.
Ero molto spaventata all'inizio. Sono abituata alla sindrome down, non ai problemi di apprendimento.
Eppure i miei timori sono stati spazzati via per due motivi: i genitori mi hanno messa subito a mio agio, spiegandomi cosa fare e dandomi supporto e fiducia; e, soprattutto, il ragazzo e` tutt'altro che tonto.
Credo sia uno dei ragazzi piu` svegli che abbia mai conosciuto.
E trovo molto piu` stimolo e orgoglio nel vederlo raggiungere i suoi obiettivi, piuttosto che sapere che BimbaAstuta o Bimbo prendano buoni voti.
Anche egli, che chiameremo GiC (Genio in Carrozzina), ha tredici anni e fa la seconda media (quest'anno tutti allo stesso livello me li trovo) ma, a differenza degli altri due, ha da completare un programma semplificato, ma non per questo non impegnativo.
Uno dei problemi maggiori che ho riscontrato e` proprio dettato dall'insegnante.
L'esimia docente, infatti, e` un'arzilla signora che attende la fine dell'anno per andare in pensione e che ha poca pazienza per seguire il suo inserimento speciale. Da quelo che ho capio aveva fatto richiesta per non averlo nella propria classe ma e` stata costretta a tenerlo. Non un buon presupposto per partire.
Il secondo problema e` l'insegnante di supporto che, per quanto competente (voglio sperare), tende a non scrivere correttamente cosa GiC debba o meno studiare. E sapere se e` necessario fargli memorizzare o meno la Formula di Erone, non e` poco.
Il terzo e`, ovviamente, legato al suo problema fisico.
GiC non e` infatti in grado di scrivere. La mamma mi ha informato che l'anno scorso si pensava di fargli scrivere la matematica con il computer (GiC riesce a scrivere con la tastiera, molto lentamente) ma nessun programma e` tanto veloce e performante, e quindi risulta migliore arrivare con le cose gia` scritte e poi completarle insieme.
Il non poter scrivere ha, tra le altre cose, una conseguenza molto ovvia: tutti quelli che sono i "procedimenti di penna", ovvero i metodi che non si imparano ma si memorizzano a forza di scriverli e riscriverli negli esercizi, lui non li memorizza velocemente.
Lui le cose le deve capire talmente tanto a fondo da poter poi dettare il procedimento allo scrivente di turno e quindi fare il compito.
Ha una memoria incredibile.
La cosa che, pero`, apprezzo di piu` in lui e` la grande consapevolezza che ha di se stesso, sia considerando la sua natura, sia considerando la sua eta`.
Non sono tanti i tredicenni che sanno cosa la legge gli garantisce, cosa la scuola gli deve permettere e fornire, cosa i genitori gli devono dare e insegnare.
Sa tutte queste cose.
E le sa talmente tanto da essere perfettamente in grado di sostenere una conversazione in cui si parla di diritti, di responsabilita` e di problemi, legati a quella che e` la sua disabilita`.
La prima cosa che mi ha fatto intendere quando l'ho conosciuto e` stata:
"Io so quali sono i miei limiti. Non li potro` mai superare pero` tu aiutami a raggiungerli".
Non so se il mio aiuto gli servira` e in che misura. So solo che da lui avro` grandissime soddisfazioni.
Seya
Spesso davvero mi sento come se gli altri mi parlassero in una lingua che non conosco....L'importante è saper parlare la propria e che gli altri imparino la mia!
mercoledì 28 novembre 2012
sabato 24 novembre 2012
Andrea
Ho volutamente lasciato passare alcuni giorni dal fatto per commentarlo.
Avrei potuto fare come tutti gli altri fatti: informarmi, farmi un'idea e lasciarla al parlato.
Stavolta ne scrivo qui.
Ho evitato l'ashtag #ioportoipantalonirosa su twetter o l'avatar total-pink su FB, ma non perchè la vicenda non mi tocchi.
Inutile che ripeta cos'è successo.
Leggete un giornale di alcuni giorni fa e saprete tutto.
Su quelli di oggi non troverete nulla, o comunque poco, perchè come tutti i fatti importanti ma scomodi, "scade" in 24h.
Non starò qui a ripetere il solito "mi spiace", il solito dito contro famiglia/amici/scuola, il solito brontolio da "non doveva succedere".
E' ovvio che mi dispiaccia e cui tutti ne sia rimasta ferita.
E' ovvio che ci siano colpe anche a livello familiare, scolastico e sociale.
E' ovvio che non sarebbe mai dovuto succedere.
Ma piangere adesso non serve a nulla. Sarebbe servito dare un sostegno prima, chiudere una pagina FB, ovvia opera di bullismo, creare un punto di sostegno per un ragazzo solo.
Piangere adesso serve poco.
L'unica vera azione che mi viene in mente è portare il mio sostegno ad altri ragazzi che mi sono vicini, dire loro "io non ti giudico, tu per me non sei diverso", e al contempo educare chi mi circonda, anche con gesti stupidi.
Girare la testa o lasciar correre chi dice "finocchio", "frocio", "ricchione" non è più tollerabile.
Educare una persona significa avere nella società una persona in meno che si sentirà libero di ridicolizzare gli altri.
Nella vicenda sembra sia implicata un'insegnante che si è permessa un'osservazione, forse neanche la prima. Ora, io non so se fosse una ripresa, un commento negativo o una battuta. In ogni cosa è un'azione scorretta.
Tu, insegnante, ti meriti un Vaffa con i controfiocchi. Sei figlia di ignoranza e il tuo voler ricoprire il ruolo di educatrice rende la tua ignoranza assolutamente miserabile.
Forse a causa della settimana "religiosa" che ho passato, mi è venuta una riflessione.
Tra le poche cose che so di Dio è che egli ci ha creato a sua immagine e somiglianza. Mi risulta inoltre che egli sia perfetto e assoluto. La somma di queste due proposizioni ha un'unica ovvia conseguenza: ognuno di noi è perfetto così come nasce.
Ma a quindici anni ci si interessa a Dio e alla perfezione?
Non lo so. Non lo ricordo.
Forse però una parola positiva avrebbe potuto fare la differenza.
Ora le cose si sgonfiano. Nessuno ne parla più.
Spero solo che non passi l'ultima versione che ho letto: sembra che il nonno del ragazzo abbia fatto delle dichiarazioni per cui il nipote non è mai stato omosessuale, era vittima di bullismo però innamorato di una ragazza.
Vorrebbe l'istigazione al suicidio con la condanna per diffamazione.
Spero non passi questa tesi perchè sarebbe come ucciderlo di nuovo.
Negare l'omofobia che è dietro alla sua morte è come negare la sua natura.
Non si può permettere.
Il nostro diritto penale non ha bisogno dell'ennesima condanna per diffamazione, ha bisogno di una legge contro l'omofobia e una prima condanna per omofobia.
E' necessaria per rimetterci al passo con tutto il mondo, per correttezza e giustizia verso il ragazzo e quanti come lui hanno perso la vita.
Ma anche per tutti quelli che sono vittima di bullismo.
La società non cambia dopo una fiaccolata.
La società cambia con un progetto chiaro e continuativo.
Ora come ora, la società, anche se mette gli occhiali, non vede l'uguaglianza ma solo la diversità.
Seya
Avrei potuto fare come tutti gli altri fatti: informarmi, farmi un'idea e lasciarla al parlato.
Stavolta ne scrivo qui.
Ho evitato l'ashtag #ioportoipantalonirosa su twetter o l'avatar total-pink su FB, ma non perchè la vicenda non mi tocchi.
Inutile che ripeta cos'è successo.
Leggete un giornale di alcuni giorni fa e saprete tutto.
Su quelli di oggi non troverete nulla, o comunque poco, perchè come tutti i fatti importanti ma scomodi, "scade" in 24h.
Non starò qui a ripetere il solito "mi spiace", il solito dito contro famiglia/amici/scuola, il solito brontolio da "non doveva succedere".
E' ovvio che mi dispiaccia e cui tutti ne sia rimasta ferita.
E' ovvio che ci siano colpe anche a livello familiare, scolastico e sociale.
E' ovvio che non sarebbe mai dovuto succedere.
Ma piangere adesso non serve a nulla. Sarebbe servito dare un sostegno prima, chiudere una pagina FB, ovvia opera di bullismo, creare un punto di sostegno per un ragazzo solo.
Piangere adesso serve poco.
L'unica vera azione che mi viene in mente è portare il mio sostegno ad altri ragazzi che mi sono vicini, dire loro "io non ti giudico, tu per me non sei diverso", e al contempo educare chi mi circonda, anche con gesti stupidi.
Girare la testa o lasciar correre chi dice "finocchio", "frocio", "ricchione" non è più tollerabile.
Educare una persona significa avere nella società una persona in meno che si sentirà libero di ridicolizzare gli altri.
Nella vicenda sembra sia implicata un'insegnante che si è permessa un'osservazione, forse neanche la prima. Ora, io non so se fosse una ripresa, un commento negativo o una battuta. In ogni cosa è un'azione scorretta.
Tu, insegnante, ti meriti un Vaffa con i controfiocchi. Sei figlia di ignoranza e il tuo voler ricoprire il ruolo di educatrice rende la tua ignoranza assolutamente miserabile.
Forse a causa della settimana "religiosa" che ho passato, mi è venuta una riflessione.
Tra le poche cose che so di Dio è che egli ci ha creato a sua immagine e somiglianza. Mi risulta inoltre che egli sia perfetto e assoluto. La somma di queste due proposizioni ha un'unica ovvia conseguenza: ognuno di noi è perfetto così come nasce.
Ma a quindici anni ci si interessa a Dio e alla perfezione?
Non lo so. Non lo ricordo.
Forse però una parola positiva avrebbe potuto fare la differenza.
Ora le cose si sgonfiano. Nessuno ne parla più.
Spero solo che non passi l'ultima versione che ho letto: sembra che il nonno del ragazzo abbia fatto delle dichiarazioni per cui il nipote non è mai stato omosessuale, era vittima di bullismo però innamorato di una ragazza.
Vorrebbe l'istigazione al suicidio con la condanna per diffamazione.
Spero non passi questa tesi perchè sarebbe come ucciderlo di nuovo.
Negare l'omofobia che è dietro alla sua morte è come negare la sua natura.
Non si può permettere.
Il nostro diritto penale non ha bisogno dell'ennesima condanna per diffamazione, ha bisogno di una legge contro l'omofobia e una prima condanna per omofobia.
E' necessaria per rimetterci al passo con tutto il mondo, per correttezza e giustizia verso il ragazzo e quanti come lui hanno perso la vita.
Ma anche per tutti quelli che sono vittima di bullismo.
La società non cambia dopo una fiaccolata.
La società cambia con un progetto chiaro e continuativo.
Ora come ora, la società, anche se mette gli occhiali, non vede l'uguaglianza ma solo la diversità.
Seya
giovedì 22 novembre 2012
La Madonna della Salute
Ieri mattina, sopo essere andata a lezione, mi sono seduta su una panchina di Campo Santa Margherita (Venezia) a leggere il libro del momento, Radici di Alex Haley.
Mentre Kunta Kinte si lamenta dei suoi Massa e delle strane abitudini dei taubog, intorno a me si dipanano le vicende di moltissimi veneziani e alcuni turisti, quelli non mancano mai.
Molti bambini a casa per la Festa della Madonna della Salute.
E quindi, finchè nasce Kizzy, alcuni bambini, allietati da n cielo ceruleo e limpido, fanno giocato con il frisbee.
Finché Kunta si lamenta della moglie, le nonne si trovano e si congratulano a vicenda di quanto siano belli i loro nipotini.
Infine, mentre Kunta medita l'ennesima fuga dal latifondo, le siore si dipanano tra i banchetti del piccolo mercatino dell'antiquariato di Campo San Barnaba.
In lontanaza un delizioso profumino avvisa che Tonolo, la pasticceria, sta sfornando le sue prelibatezze. O è Colussi?
E' stata una mattinata tranquilla e leggera, di quelle che non mi capitavano da una vita e che avrei voluto non finissero. Ma non era possibile, bisognava assolvere ai propri doveri.
Mi sono lanciata nella grande festa cittadine con le altre donne della famiglia (Mamma, Zia e Cugina) e insieme abbiamo degnamente festeggiato la Madonna, la Salute e tutti gli annessi e connessi.
Prima si mangia la castradina, una minestra tipica della festa fatta con verze e castrato di montone, utile perchè il grasso della carne, dopo 24h di bollore, aiuta gli ammalati, ma non la dieta.
Poi ci si dirige come in processione verso la Chiesa della Salute e si comprano le candele, o si riciclano quelle di Natale.
Infine si fa la coda e si entra in Chiesa, tanto per aiutare chi ha male ai piedi.
Insomma, si arriva con lo spirito giusto.
Si prega, si accende la candela (che dopo una decina di minuti viene spenta per consentire a tutti di eseguire la pratica, e non dar fuoco alla chiesa) quindi ci si porta al centro della Chiesa, punto segnato sul pavimento con un tondo di pietra blu e "sul cielo" con la ghianda del lampadario, e si chiede la benedizione.
Questa parte io l'ho evitata. Io e la Vergine siamo d'accordo che, io faccio lo sforzo di entrare in Chiesa, lei mi solleva da altri obblighi religiosi.
Comunque, dopo aver adempiuto al proprio ruolo di cristiano, si esce dalla Sagrestia, ammirando i meravigliosi Tiziano esposti e bellamente ignorati, e si va alle bancarelle di cibo, in perfetto stile sagra, dove si mangiano ciambelle fritte e frutta secca caramellata.
La globalizzazione vuole che ora, sui banchetti, si trovino anche croccanti, cremini, ciambelle americane, paste di mandorle e specialità sicule.
Personalmente, preferisco la frittella gigante e bollente.
Si recupera un palloncino e si torna a casa.
Il tutto dura un paio di ore, non di più, eppure il continuo viavai di gente, di veneziani, fa capire che la città tutta si mobilita perchè è attaccata alle proprie tradizioni.
E non importa se per un giorno non si produce, se ci si prende ferie o permessi, se si va contro il modello tedesco. E' la nostra tradizione.
E va conservata.
Seya
PS: Ovviamente, dopo essere andata a farmi benedire, nel vero senso della parola, sono a casa ammalata con la febbre. C'è da farsi qualche domanda..
Mentre Kunta Kinte si lamenta dei suoi Massa e delle strane abitudini dei taubog, intorno a me si dipanano le vicende di moltissimi veneziani e alcuni turisti, quelli non mancano mai.
Molti bambini a casa per la Festa della Madonna della Salute.
E quindi, finchè nasce Kizzy, alcuni bambini, allietati da n cielo ceruleo e limpido, fanno giocato con il frisbee.
Finché Kunta si lamenta della moglie, le nonne si trovano e si congratulano a vicenda di quanto siano belli i loro nipotini.
Infine, mentre Kunta medita l'ennesima fuga dal latifondo, le siore si dipanano tra i banchetti del piccolo mercatino dell'antiquariato di Campo San Barnaba.
In lontanaza un delizioso profumino avvisa che Tonolo, la pasticceria, sta sfornando le sue prelibatezze. O è Colussi?
E' stata una mattinata tranquilla e leggera, di quelle che non mi capitavano da una vita e che avrei voluto non finissero. Ma non era possibile, bisognava assolvere ai propri doveri.
Mi sono lanciata nella grande festa cittadine con le altre donne della famiglia (Mamma, Zia e Cugina) e insieme abbiamo degnamente festeggiato la Madonna, la Salute e tutti gli annessi e connessi.
Prima si mangia la castradina, una minestra tipica della festa fatta con verze e castrato di montone, utile perchè il grasso della carne, dopo 24h di bollore, aiuta gli ammalati, ma non la dieta.
Poi ci si dirige come in processione verso la Chiesa della Salute e si comprano le candele, o si riciclano quelle di Natale.
Infine si fa la coda e si entra in Chiesa, tanto per aiutare chi ha male ai piedi.
Insomma, si arriva con lo spirito giusto.
Si prega, si accende la candela (che dopo una decina di minuti viene spenta per consentire a tutti di eseguire la pratica, e non dar fuoco alla chiesa) quindi ci si porta al centro della Chiesa, punto segnato sul pavimento con un tondo di pietra blu e "sul cielo" con la ghianda del lampadario, e si chiede la benedizione.
Questa parte io l'ho evitata. Io e la Vergine siamo d'accordo che, io faccio lo sforzo di entrare in Chiesa, lei mi solleva da altri obblighi religiosi.
Comunque, dopo aver adempiuto al proprio ruolo di cristiano, si esce dalla Sagrestia, ammirando i meravigliosi Tiziano esposti e bellamente ignorati, e si va alle bancarelle di cibo, in perfetto stile sagra, dove si mangiano ciambelle fritte e frutta secca caramellata.
La globalizzazione vuole che ora, sui banchetti, si trovino anche croccanti, cremini, ciambelle americane, paste di mandorle e specialità sicule.
Personalmente, preferisco la frittella gigante e bollente.
Si recupera un palloncino e si torna a casa.
Il tutto dura un paio di ore, non di più, eppure il continuo viavai di gente, di veneziani, fa capire che la città tutta si mobilita perchè è attaccata alle proprie tradizioni.
E non importa se per un giorno non si produce, se ci si prende ferie o permessi, se si va contro il modello tedesco. E' la nostra tradizione.
E va conservata.
Seya
PS: Ovviamente, dopo essere andata a farmi benedire, nel vero senso della parola, sono a casa ammalata con la febbre. C'è da farsi qualche domanda..
lunedì 19 novembre 2012
c'erano una volta due ragazze..
La pigrizia dell'ultimo periodo e` molto legata al disinteresse quasi totale per alcune delle persone che mi circondano.
Non e` disinteresse legato a superiorita` o a cattiveria, e` una sorta di difesa dal male che mi hanno fatto o che mi stanno facendo.
Risulta piu` facile allontanare il dolore piuttosto che affrontarlo, si dice come a voler puntare il dito contro chi lo fa.
In realta` anche allontanarlo non e` poi cosi` indolore.
Specialmente quando l'hai affrontato talmente tante volte da uscirne esaurita.
Con Principessa i rapporti sono strani.
Mi ha ferito molto in profondo e non vuole vederlo, non vuole parlarne, non vuole preoccuparsene, forte del fatto che "io sono cosi`, sei tu che non mi capisci".
E' convinta di essere nel giusto, di avere ragione, di essere lei la povera vittima immolata.
Mi far stare male.
Anche perche` fa finta che non sia successo niente. Da una settimana a questa parte e` tornata a comportarsi come la Principessa che ho sempre conosciuto, a parlarmi tranquilla e serena, a entrare e uscire da un'aula solo per salutarmi.
Cerco di essere educata. Di rispondere ma di non farmi coinvolgere o mostrarmi piu` interessata di quello che sono.
QUesto comportamento sta portando al disinteresse verso di lei.
Una parte di me sta molto meglio.
La mia parte "zerbino", quella che tende a fungere da punchball per il malumore altrui, a essere di gomma in modo che, se mi tocchi, non mi fai male. Questa parte qui era stata messa a dura prova e la gomma a poco a poco si stava seccando e rompendo.
Ora sta ricostruendo utili cellule elastiche.
Ma una parte di me ci sta male. Malissimo.
E la cosa peggiore e` che gli altri, quelli che ci sono, sembrano non preoccuparsi della cosa. O perche` hanno un brutto rapporto o alle strette con la ragazza, o perche` non vedono il mio malessere.
Ci sono poi quelli che sono solo contenti della cosa, visto che da un paio di settimane a questa parte sono molto piu` equilibrata e serena.
Vorrei che qualcuno mi chiedesse come sto.
Kalos l'ha fatto ma non posso chiedere ad un diciasettenne di prestarmi la sua spalla per piangere. Primo perche` ha la sua vita, i suoi problemi, le sue cose; seocndo perche`, per quando estremamente maturo, non capirebbe.
Forse, in realta`, alla fine sarebbe l'unico a capire.
Mi sembra di essere una pazza complessata in mezzo ad immaturi.
Non e` che forse sono io l'immatura?
L'unica persona, ora come ora, che vorrei al mio fianco, ovvero Stellina, non puo` esserci. E` legata a Principessa ed e` meglio che le stia molto vicina perche` il giorno in questa capira` quanto e` vasto il divario che si sta creando tra noi, soffrira` come mai prima e solo lei potra` sostenerla.
Io, sola come sempre, vado avanti.
Seya
Non e` disinteresse legato a superiorita` o a cattiveria, e` una sorta di difesa dal male che mi hanno fatto o che mi stanno facendo.
Risulta piu` facile allontanare il dolore piuttosto che affrontarlo, si dice come a voler puntare il dito contro chi lo fa.
In realta` anche allontanarlo non e` poi cosi` indolore.
Specialmente quando l'hai affrontato talmente tante volte da uscirne esaurita.
Con Principessa i rapporti sono strani.
Mi ha ferito molto in profondo e non vuole vederlo, non vuole parlarne, non vuole preoccuparsene, forte del fatto che "io sono cosi`, sei tu che non mi capisci".
E' convinta di essere nel giusto, di avere ragione, di essere lei la povera vittima immolata.
Mi far stare male.
Anche perche` fa finta che non sia successo niente. Da una settimana a questa parte e` tornata a comportarsi come la Principessa che ho sempre conosciuto, a parlarmi tranquilla e serena, a entrare e uscire da un'aula solo per salutarmi.
Cerco di essere educata. Di rispondere ma di non farmi coinvolgere o mostrarmi piu` interessata di quello che sono.
QUesto comportamento sta portando al disinteresse verso di lei.
Una parte di me sta molto meglio.
La mia parte "zerbino", quella che tende a fungere da punchball per il malumore altrui, a essere di gomma in modo che, se mi tocchi, non mi fai male. Questa parte qui era stata messa a dura prova e la gomma a poco a poco si stava seccando e rompendo.
Ora sta ricostruendo utili cellule elastiche.
Ma una parte di me ci sta male. Malissimo.
E la cosa peggiore e` che gli altri, quelli che ci sono, sembrano non preoccuparsi della cosa. O perche` hanno un brutto rapporto o alle strette con la ragazza, o perche` non vedono il mio malessere.
Ci sono poi quelli che sono solo contenti della cosa, visto che da un paio di settimane a questa parte sono molto piu` equilibrata e serena.
Vorrei che qualcuno mi chiedesse come sto.
Kalos l'ha fatto ma non posso chiedere ad un diciasettenne di prestarmi la sua spalla per piangere. Primo perche` ha la sua vita, i suoi problemi, le sue cose; seocndo perche`, per quando estremamente maturo, non capirebbe.
Forse, in realta`, alla fine sarebbe l'unico a capire.
Mi sembra di essere una pazza complessata in mezzo ad immaturi.
Non e` che forse sono io l'immatura?
L'unica persona, ora come ora, che vorrei al mio fianco, ovvero Stellina, non puo` esserci. E` legata a Principessa ed e` meglio che le stia molto vicina perche` il giorno in questa capira` quanto e` vasto il divario che si sta creando tra noi, soffrira` come mai prima e solo lei potra` sostenerla.
Io, sola come sempre, vado avanti.
Seya
domenica 18 novembre 2012
rumore
Sono reduce da una nottata in discoteca, discoteca gay, ovviamente.
Il che significa che non eravamo più di 20 ragazze, trans comprese. Probabilmente l'unico locale di Padova in ci non c'era coda per il bagno femminile, mentre per quello maschile serviva la prenotazione!
Non è stato male. Ero lì con Al e Angioletto, cosa che mi ha fatto sentire un pò come terza incomoda in alcuni momenti, ma loro sono dei tesori e non me lo fanno pesare. Comuqnue, non è quello che mi ha dato fastidio.
Io non sono un animale da discoteca. Una volta a stagione mi basta e avanza, eccezione fatta per il Village estivo che ha un, unico, grandissimo privilegio dalla sua: è all'aperto e dunque la musica si spande i tutte le direzioni, non solo verso di te, stordendoti.
Comunque, il posto aveva appena cambiato gestione per l'ennesima volta e quindi si era lì per un'altra apertura.
Il locale è letteralmente un buco: una grande sala con una piccola console, divani sparsi che impediscono il movimento (per sedervisi si pagava un supplemento), bar interessante.
La serata è decollata tardi, intorno alla Mezzanotte. Prima eravamo tutti all'Anima a far finta di conoscerci, di essere amici e di trovarci simpatici quando in realtà si era solo in esplorazione per capire chi portarsi a letto per quella sera.
Grandi ospiti gli animatori del Village.
Di per sè, dunque, niente di male.
Il problema è stato il rumore.
A me piacciono tutti i tipi di musica, sono molto eclettica. Quindi, mettete su qualunque cosa e inizierò a ballare, muovere la testa a tempo e dimenticarmi chi sono.
Ma evitate di perforarmi i timpani.
Il volume della musica era altissimo e il remix faceva abbastanza pena, viste le contiminazioni techno che sembrano piacere tanto ultimamente.
Gli animatori poi, quelli del Village, il loro lavoro lo sanno fare decentemente. Solo i dj hanno pensato bene di settare i loro micofoni (oltre ad un volume esagerato) con un impronta particolarmente acuta e un riverbero che faceva tremare il pavimento.
Dopo due ore, non sentivo più niente.
Mi sono allontanata dalla pista, ho ordinato una bottiglia di acqua (stavo facendo la sauna) e mi sono messa dietro a woofer cercando di tornare sulla terra.
Gli altri due hanno continuato a ballare, più che altro perchè loro potevano permettersi di ignorare la musica e dedicarsi l'uno all'altro.
Dopo un'ulteriore ora di quel caos, ho ceduto, salutando e tornando a casa.
50km/h e attenzione massima.
Non sentendoci, non ho voluto rischiare.
E' capitato che tornassi a casa dopo aver alzato il gomito. Ecco in quelle occasioni mi sentivo più sicura rispetto a ieri sera.
Ho abbacciato il cuscino e mi sono addormentata con il ronzio nelle orecchie.
Stamane va molto meglio. Non ci sono i miei e dunque non ho sollecitazioni e gente che parla. Ho messo su un leggerissimo piano di Rachmaninov e resto sul divano.
Della serie, buongiorno giovani della notte, leoni, che la mattina vi svegliate coglioni!
Seya
PS: piccolo siparietto.
Angioletto balla, bello e tranquillo. Io copro Al. Un tizio si avvicina ad Angioletto e gli mette in mano un foglio di carta con numero di telefono, nome e ovvia proposta erotica.
Al sgrana gli occhi, afferra il foglietto, lo butta a terra e inizia a saltarci sopra.
Io mi stavo sganasciando dalle risate.
Fortuna che il ragazzo non è geloso!
Il che significa che non eravamo più di 20 ragazze, trans comprese. Probabilmente l'unico locale di Padova in ci non c'era coda per il bagno femminile, mentre per quello maschile serviva la prenotazione!
Non è stato male. Ero lì con Al e Angioletto, cosa che mi ha fatto sentire un pò come terza incomoda in alcuni momenti, ma loro sono dei tesori e non me lo fanno pesare. Comuqnue, non è quello che mi ha dato fastidio.
Io non sono un animale da discoteca. Una volta a stagione mi basta e avanza, eccezione fatta per il Village estivo che ha un, unico, grandissimo privilegio dalla sua: è all'aperto e dunque la musica si spande i tutte le direzioni, non solo verso di te, stordendoti.
Comunque, il posto aveva appena cambiato gestione per l'ennesima volta e quindi si era lì per un'altra apertura.
Il locale è letteralmente un buco: una grande sala con una piccola console, divani sparsi che impediscono il movimento (per sedervisi si pagava un supplemento), bar interessante.
La serata è decollata tardi, intorno alla Mezzanotte. Prima eravamo tutti all'Anima a far finta di conoscerci, di essere amici e di trovarci simpatici quando in realtà si era solo in esplorazione per capire chi portarsi a letto per quella sera.
Grandi ospiti gli animatori del Village.
Di per sè, dunque, niente di male.
Il problema è stato il rumore.
A me piacciono tutti i tipi di musica, sono molto eclettica. Quindi, mettete su qualunque cosa e inizierò a ballare, muovere la testa a tempo e dimenticarmi chi sono.
Ma evitate di perforarmi i timpani.
Il volume della musica era altissimo e il remix faceva abbastanza pena, viste le contiminazioni techno che sembrano piacere tanto ultimamente.
Gli animatori poi, quelli del Village, il loro lavoro lo sanno fare decentemente. Solo i dj hanno pensato bene di settare i loro micofoni (oltre ad un volume esagerato) con un impronta particolarmente acuta e un riverbero che faceva tremare il pavimento.
Dopo due ore, non sentivo più niente.
Mi sono allontanata dalla pista, ho ordinato una bottiglia di acqua (stavo facendo la sauna) e mi sono messa dietro a woofer cercando di tornare sulla terra.
Gli altri due hanno continuato a ballare, più che altro perchè loro potevano permettersi di ignorare la musica e dedicarsi l'uno all'altro.
Dopo un'ulteriore ora di quel caos, ho ceduto, salutando e tornando a casa.
50km/h e attenzione massima.
Non sentendoci, non ho voluto rischiare.
E' capitato che tornassi a casa dopo aver alzato il gomito. Ecco in quelle occasioni mi sentivo più sicura rispetto a ieri sera.
Ho abbacciato il cuscino e mi sono addormentata con il ronzio nelle orecchie.
Stamane va molto meglio. Non ci sono i miei e dunque non ho sollecitazioni e gente che parla. Ho messo su un leggerissimo piano di Rachmaninov e resto sul divano.
Della serie, buongiorno giovani della notte, leoni, che la mattina vi svegliate coglioni!
Seya
PS: piccolo siparietto.
Angioletto balla, bello e tranquillo. Io copro Al. Un tizio si avvicina ad Angioletto e gli mette in mano un foglio di carta con numero di telefono, nome e ovvia proposta erotica.
Al sgrana gli occhi, afferra il foglietto, lo butta a terra e inizia a saltarci sopra.
Io mi stavo sganasciando dalle risate.
Fortuna che il ragazzo non è geloso!
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