lunedì 30 aprile 2012

come nasce una passione

No, tranquilli non sono morta e no, non ho deciso di abbandonare la blogsfera. Figuriamoci.
Sono solo stata risucchiata dal vortice degli esami di metà corso, che al solito sono stati organizzati con i piedi, e da crisi amicali (?), ovvero la telenovela E vs Principessa continua.
Ma non ho assolutamente voglia di parlare di nessuna delle due cose.

L'altra sera Marco Paolini ha fatto un bellissimo spettacolo su Galileo che per mia immensa gioia è stato trasmesso da la7 in prima serata in diretta dal CNR - Gran Sasso.
Meraviglioso. E non lo dico solo perchè Paolini è veneto, perchè parla di Galileo e perchè è simpaticissimo ma anche e soprattutto perchè è riuscito a inglobare in uno spettacolo in giusto mix tra cultura, informazione, divertimento, riflessione seria.
Io non sono esattamente una sua fan. Diciamo più che altro che lo conosco poco però ho veramente apprezzato lo spettacolo.
Consiglio spassionato: se non lo avete visto, perdete un paio di ore e guardatevelo qui spettacolo

Galileo come personaggio storico non mi ha mai detto tantissimo.
Sì, lo so, a livello storico la sua abiura è uno dei culmini dell'eccessiva clericalizzazione e ingerenza del Vaticano nei riguardi del potere temporale e questo è specchio di un periodo di oppressione culturale e di limitazione alle libertà individuali che porterà poi a Madame la Guillotine.
Invece la sua visione della natura, il suo Discorsi intorno a due Nuove Scienze, credo sia quella che più mi ha influenzato tra le diverse concezioni mai divulgate.
Non ho mai letto il libro per intero però i capitoli che mi sono imposta di conoscere e studiare mi hanno detto davvero tanto.
Il riassunto del discorso è:
 La natura ci parla attraverso la matematica. Se noi riusciamo a capire e vedere la matematica che sta sotto ogni cosa, riusciamo a spiegare il mondo.

Quando ho sentito per la prima volta queste parole le ho inglobate come mera nozione da sapere per l'imminente interrogazione di filosofia.
Avevo quindici o sedici anni e non è un'età in cui ti fai grandi domande sulla natura e sul mondo che ti circonda. Le domande te le fai su te stesso. Ti chiedi se vai bene o no, se sei interessante o no, se sei bella o no...
Le parole erano entrate nella mia testa ma erano state accatastate in un angolino alla voce Filosofia.
Alcuni anni dopo andai ad un incontro in Aula Magna all 'Università sulla Matematica Applicata.
Ero in quinta superiore e avevo già iniziato a pensare di dedicarmi ad una qualche materia scientifica all'Università, restando tuttavia molto dubbiosa su quale strada intraprendere. Avevo escluso subito  Economia e Giurisprudenza, ossia i "bacini di attrazione" di tre quarti degli studienti e anche medicina la avevo accantonata per motivi più che altro caratteriali: la malattia e la sofferenza hanno su di me un brutto impatto. E per quanto io sia sempre stata portata per le materie letterarie, e amassi la letteratura, ho evitato di fare di questa passione un lavoro, forse pensando che così sarebbe rimasta più pura...chi lo sa!

L'incontro era tenuto da quello che sarà il mio relatore per la tesi e un paio di suoi colleghi  e aveva come ospiti dei ricercatori del MOX.
Il MOX è uno studio di ricerca per la matematica applicata  con sede a Milano, famoso a livello internazionale. Sono quelli che hanno modellizzato la barca di Alinghiper l'America's Cup, per intenderci.
Tra i vari modelli, semplificati, che presentavano ce ne erano molti di applicati alla medicina.
Mi si è aperto un mondo.
Le parole di Galileo mi sono tornate alla mente in un lampo.
La matematica poteva davvero spiegare la natura e la realtà, poteva davvero mostrare come funzionano le cose, poteva risolvere problemi da lei stessa creati.
Tutto gira intorno alla matematica, la matematica è in tutto.

Ho iniziato ad appassionarmi e a convincermi che questa sarebbe dovuta essere la mia vita.
E da qui la decisione di studiare Matematica e di cercare di fare ricerca a livello matematico-medico.

Il mondo della matematica è enorme.
C'è la geometria, c'è l'algebra, c'è l'analisi, c'è l'analisi dati..e tutti questi campi possono a loro volta essere visti e studiati in campi diversi: quello della realtà e quello dell'astrazione per primi (anche in più dimensioni). Ogni aspetto ha il suo fascino, ogni aspetto ha le sue rogne.
Un geometra (come ad esempio E) non verrà mai a raccontarti quanto bello è il calcolo di integrali ma si concentrerà a spiegarti come un solido n-dimensioni può deformarsi nell'astratto; un algebrista (o peggio un fondamentista come Principessa) non enfatizzerà mai gli aspetti matematici della fisica, come la caduta dei gravi, ma si perderà a raccontare come ogni numero è frutto di una scelta che è stata codificata nei secoli ma che modificata, apre la strada a "nuove matematiche".
Per mia somma gioia io non sono nè una geometra (le mie capacità di astrazione si fermano alla tera dimensione) nè, tantomeno, un'algebrista (l'assioma della Scelta è un mix di pare mentali senza fine).
Così come nella vita mi piace scorgere e capire i rapporti tra le cose, così nella matematica mi piace vedere come i gruppi di oggetti si collegano tra loro.
Sono un'analista, o meglio una numerica, visto che sempre e comunque preferisco la pratica alla mera teoria.

E proprio questa mia concretezza spiega il mio amore per la filosofia galileiana: spiegare la fisica con la matematica. Spiegare quale legge è insita nella caduta di un sasso, quale percorso segue il sangue all'interno del corpo umano, quale regola è presente nel DNA della natura che le fa assumere forme tanto belle.
La matematica può spiegare tutto questo. La musica è matematica, la fisica è matematica, la poesia (a livello metrico-musicale) è matematica. La matematica può spiegare anche la bellezza.

Poter applicare tutto questo alla medicina per progettare macchinari ancora più precisi, ancora più dettagliati mi è sempre sembrato un sogno.

Fa quasi ridere pensare che io, alla fine dei conti, sia una persona "concreta".
Nel senso, io sono un gemelli. Io sono un gemelli con le ali ai piedi.
Io passo metà della mia vita con la testa tra le nuvole a sognare e pensare.
E alla fine mi entusiasmo quando riesco a scoprire che il disegno che assume il latte quando viene versato nel caffè, non è altro che una cardioide (e non c'entra assolutamente la bravura del barista..è solo una regola di densità di liquidi).



Ora, dopo quattro anni, le cose sono un pò cambiate.
Il confronto della realtà porta sempre a ridimensionare quello che pensi e quello che sogni.
La storia dei "sogni che diventano realtà" vale per quei desideri che nella vita reale sono possibili e ottenibili, non per tutti.
Mi sono resa conto che la Matematica è sì una passione ma non così profonda come pensavo all'epoca e soprattutto che io non ho le capacità per andare avanti in questa strada. Questo non significa che non ce la posso fare ma solo che non è una strada che mi realizzerà mai. Sarà sempre dura, non tanto come confronto con gli altri, ma proprio come capacità individuali.
senza contare che c'è altro.
Io sono altro.

Ma questa è un'altra storia e, citando Ende, dev'essere raccontata un altra volta.


Seya

3 commenti:

la povna ha detto...

Galileo è stata una passione prima scolastica e poi mai rinnegata. Bello.

Amedeo ha detto...

Che post interessante ...
Io sono stato per molti anni uno di quei fessi che sparavano luoghi comuni tipo "Io e la matematica proprio ...", "A me? Stai chiedendo a me di fare un calcolo a mente?!", oppure "Sai che c'è? E' che se te la insegnano male... ".
Cazzate, in gran parte. Sono io che non ho mai trovato la chiave per questo occhio della realtà, ma per altri. In fondo, credo che sia tutto legato al caso - intendo dire: amare o non amare qualcosa (forse anche qualcuno) è il risultato di così tante contingenze che l'unica cosa da fare è viversele le passioni, e basta.
L'importante è averne, come te.:)

seya ha detto...

@'povna: Già! XDXD

@Amé: Ognuno ha la sua indole e le sue passioni!XD

Seya