giovedì 12 aprile 2012

libri di ieri e marmocchi di oggi

In questi giorni mi sto guardando un po` di libri di matematica delle medie per preparare gli esercizi per il Marmocchio.

Ancora anni fa, un'amica di mia nonna mi ha regalato tutta una serie di libri di matematica per la scuola media inferiore che lei ha usato o consultato nella sua vita lavorativa. E parliamo di una signora che ha insegnato matematica alla scuola locale dei Colli per una trentina d'anni prima di andare in pensione.
Quindi mi ritrovo con una quindicina di libri diversi degli anni '60, '70, '80, alcuni dei quali usati anche dai miei genitori.
Mi ero poi procurata altri libri piu' recenti da una vicina di casa che insegna in una scuola media di Padova.
Insomma, sono sommersa i libri!

Quello che noto e` il cambiamento nella tipologia di manuale e di approccio alla matematica.
I libri "vecchi" sono molto piu' sottili, molto piu' teorici, con un approccio quasi quasi universitario su alcune cose e tutti rigorosamente stampati su un'orrida carta patinata su cui non puoi scrivere neanche con il taglierino.
Che poi siano tutti ricoperti da carta fiorentina per creare delle copertine "pregiate", e' un altro paio di maniche.
I libri "nuovi" sono molto piu' spessi e pesanti, pieni zeppi di esercizi di ogni gradi di difficolta`, divisi in capitoli, paragrafi, tabelle, mappe concettuali, portfolii ecc.. e ognuno con un'intensa sessione di recupero, altrattanto farcita di esercizi e teoria.

Un dubbio mi e` sorto: ma i ragazzini di oggi sono piu` duri di comprendonio di quelli di quaranta anni fa o e` proprio la metodologia che e` cambiata?

Alcuni giorni fa si discuteva sul blog di Mel riguardo ai manuali di letteratura per il liceo (qui) ma la cosa e` diversa. Primo, perche` parliamo di un liceo che quindi ha un gradi di approfondimento maggiore della scuola media; secondo, perche` un percorso letterario lo puoi creare in maniera diversa: percorso cronologico, tematico, stilistico..
Anche li` pero` era venuta fuori la questione "mappa concettuale" ovvero la necessita` di codificare, ingabbiare in uno schema ogni singolo concetto.
Se la cosa in letteratura e` obrobriosa, in matematica rasenta il rivoltante: la matematica non e` fatta di argomenti divisi in compartimenti stagni ma si spiega e si implica in ogni sua vece, cosa che non si capisce finche` non si arriva in quinta superiore e per definire gli integrali si usano le proprieta` dei trapezi, che, se ti e` andata bene, hai studiato in seconda media.

La mia impressione e` che i libri di oggi siano troppo "friendly".
Ora, io non condanno gli esercizi (anzi, proprio alle medie bisorrebbe farne a iosa per sviluppare la velocita` di calcolo e di ragionamento) ne` le pagine di recupero, ma non sopporto la scarnificazione teorica dei libri.
Pensare che dei bambini di 12 anni non arrivino a capire cos'e` una funzione tra due insiemi e` come dar loro degli idioti e non insegna che le cose tra loro si collegano e si implicano vicendevolmente.
Lezione utile in matematica come nella vita reale.
Sara` che io sono cresciuta in una scuola e in una famiglia in cui, se ti meriti un 2, te lo prendi, pero` questo iperprotezionismo verso bambini proprio non lo capisco.
Ma questo e` un ragionamento molto piu` ampio che merita un altro post e un altra argomentazione (l'altro giorno, alla radio, parlavano delle storie per bambini nelle quali ora il Cacciatore di Cappuccetto Rosso non spara piu` al lupo ma gli da` le caramelle e diventano amici...ma quando mai?!?!).

Alla fine comunque sono arrivata a fare una specie di compendio tra le due vagonate di libri e creare una sorta di cartellina di pagine con cui affrontare questi mesi di ripetizioni.
Ancora pero` mi chiedo se (ovviamente nel caso di materie come matematica o grammatica) non si possa applicare un modo di fare universitario in cui ogni insegnante si prepara la propria dispensa che poi ci si stampa o si consulta online.
Tanto ormai la tecnologia e` di casa...anzi, di scuola!


Seya

6 commenti:

la povna ha detto...

Assolutamente d'accordo con te. Che è poi il motivo per cui io il libro me lo faccio.
I libri di oggi sono costosi specchietti per le allodole. Niente di meno, niente di più.

seya ha detto...

Oh, vedi che non sono sola! L'altro giorno mi lamentavo con stella della cosa (lei è più giovane..) e diceva che sono troppo severa sulla cosa..

Seya

melchisedec ha detto...

I libri sono uno strumento da migliorare attraverso l'intervento di chi insegna e di chi apprende. La mappa è come un attaccapanni, serve soltanto per dare un criterio, ma non è vangelo.

seya ha detto...

@Mel: "la mappa concettuale è un attaccapanni" bisorrebbe spiegarlo a quelli che i libri li scrivono e che, per assurdo, sono in genere insegnanti...
Quello che vedo io nel mio piccolo è che i ragazzi memorizzano la mappa e se tu gli domandi qualcosa di collegato ma non scritto lì, panico!. Non è il caso del Marmocchio (quello è troppo bravo!) però di altri ragazzetti che seguo/ho seguito per italiano e storia....


seya

paola ha detto...

La mappa concettuale? cioè spianare la strada all'atrofia del cervello? Ah adesso mi spiego l'origine tante cose, che dando ripetizioni di greco e latino avevo difficoltà ad individuare.

seya ha detto...

@Paola: si beh, le mappe e le lacune astronomiche in grammatica italiana..io avevo un ragazzetto del liceo che non capiva le definizioni di matematica perche` non sapeva cosa fosse una causa, un mezzo, un fine...a volte penso che dovrei farmi pagare mooooolto di piu` e farlo come lavoro..