venerdì 13 maggio 2011

report da gay.it

Il rapporto 2011 di Amnesty International dà un giudizio negativo sullo stato dei diritti umani nel nostro Paese. Sotto accusa i continui attacchi omofobi e la mancanza di una legge apposita.

Violazioni continue dei diritti dei rom e aggressioni omofobe nei confronti di gay, lesbiche, bisessuali e transgender: è la fotografia dell'Italia che esce dal Rapporto 2011 di Amnesty International. Fra le principali criticità riscontrate nel nostro Paese, Giusy D'Alconzo, coordinatrice della ricerca, punta l'attenzione sulle politiche discriminatorie nei confronti dei rom, vittime di "sgomberi a catena", ricordando la Perugia-Assisi del 2010 che "è stata aperta da una nostra ruspa, per ribadire che i diritti umani non si sgomberano". Amnesty International lamenta anche "un clima di intolleranza contro migranti, rifugiati e omosessuali", ricordando le aggressioni omofobe di cui sono state vittime gay, lesbiche, bisessuali e transgender.

"L'atteggiamento dispregiativo di alcuni politici - si legge - ha contribuito ad alimentare un clima di intolleranza nei confronti non solo dei rom e dei migranti ma anche di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender". Nei confronti delle persone lgbt, evidenzia il rapporto dell'associazione , sono continuate le aggressioni omofobe: a causa di una lacuna legislativa, le vittime di queste discriminazioni non hanno avuto la stessa tutela delle vittime di reati motivati da altri tipi di discriminazione. "L'Italia è stata fiaccata da anni di decisioni poco lungimiranti - ha denunciato D'Alconzo - politiche che hanno dimostrato scarsa efficacia di governo dei fenomeni". Unica buona notizia: l'avvio dell'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori. Le cose non vanno meglio nelle carceri, né per i richiedenti asilo e i rifugiati.

Attenzione è stata posta anche sui richiedenti asilo e migranti, che continuano ad essere privati dei loro diritti, e il cui accesso alla protezione internazionale è ostacolato da trattati internazionali per il controllo dei flussi migratori. Quanto al comportamento delle forze dell'ordine in Italia, l'organizzazione per i diritti umani ha sottolineato le continue segnalazioni arrivate su maltrattamenti da parte di agenti di polizia e di sicurezza, sollevando preoccupazioni sull'indipendenza e l'imparzialità delle indagini sui decessi in carcere, facendo esplicito riferimento, tra l'altro, ai casi di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi. Unica nota positiva l'istituzione da parte della polizia dell'osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori.

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