domenica 17 luglio 2011

Redentore

Ieri a Venezia si è festeggiato il Redentore.
E' una festa antica, totalmente veneziana ed estremamente suggestiva. Purtroppo per noi, è diventata anche molto popolare tra i turisti e quindi il terzo sabato di luglio ci sono quasi i numeri del Carnevale.

Si festeggia il voto fatto da Venezia nel 1577 e la costruzione della chiesa del Redentore, voluta come ex-voto per liberare la città dalla peste.
Ogni anno si crea un ponte votivo che dalla chiesa riempie completamente il bacino e il Patriarca benedice le barche con cui questo e' stato creato, augurando anche un buon anno di pesca ai marinai presenti.
Peccato che da alcuni anni il numero di pescherecci presenti sia drasticamente diminuito per dare spazio agli Yacht, per il semplice motivo che portano più soldi e più "glamour".
Poi ci sono i fuochi sul bacino.

Secondo me questa non è una festa da vivere in San Marco, Riva degli Schiavoni o su uno Yacht. E' una festa da celebrare per le calli della zona residenziale.
Quando sono le 19, il sole ancora alto, i condomini iniziano a portare nei campi e nelle calli delle grandi tavolate (tavole di legno grezze e cavalletti), tovaglie spesso bucate e piatti della tradizione.
Ognuno ha la sua sedia e il suo bicchiere, il resto si condivide.
Poi tra le diverse tavolate ci si scambiano i piatti perchè i peocci de 'a sorà Maria sono più buoni di quelli della mamma e el vin del todaro è più fruttato di quello costoso acquistato dal vicino di casa.
Ogni tavolata è decorata con le lucine (che spesso sono quelle degli alberi di Natale) e con lanternine dai colori multiformi, poi nelle vicinanze ci sono le bacinelle piene d'acqua con bottiglie in fresca e gavettoni per i bambini e per gli adulti non cresciuti.

Alle 23 si porta via tutto e si tiene la sedia, e magari anche il bicchiere rigorosamente pieno di vino, ci si siede in canale e si aspettano le 23.30 per l'inizio dei fuochi.
C'è l'ordine per tutti di spegnere le luci (tranne quelle di emergenza) e le musiche durante lo spettacolo pirotecnico e questo rende la serata a dir poco magica.
Poche cose sono più suggestive di Venezia, silenziosa e buia, specchiata sull'acqua che si tinge di molteplici colori.
E non importa se il tuo dirimpettaio ti ha rubato il giornale quella mattina, se le sarde in saor ti hanno fatto venire la nausea o se hai litigato con tuo padre in maniera furiosa solo un'ora prima, si è tutti insieme.
Chi osa fischiare o fare rumore con una trombetta finisce dritto in acqua, senza passare dal via, chi prova a fare fotografie (io ho ceduto e un paio le ho fatte lo stesso) vede la macchinetta o il cellulare in canale.
Finiti i fuochi le luci si accendono e i barconi pieni di ragazzi più o meno brilli ricominciano a sparare musica, la gente balla tra le calli e il vino scorre a fiotti.
Alcuni tornano a casa, altri vanno alle feste.
In ogni caso, la mattina dopo, intorno alle 8, la città è popolata da zombie e fantasmi, stranamente silenziosa e, finalmente, veneziana!

Seya

2 commenti:

Amedeo ha detto...

Sorpresa!
Sembra di leggere le pagine di Muratov, l'autore della mia tesi!
Anche lui credeva che le città italiane - Venezia compresa, ma in particolare Roma - andassero scoperte fuori dai percorsi affollatti dai turisti, ma negli scorci della città, nel riflesso del sole sul marmo a tutte le ore del giorno ...

Ah, che meraviglia!

seya ha detto...

Io ho la sensazione che le città viste lungo i percorsi turistici, assumano delle sfumature quasi false e irreali.
Mi piacerebbe tornare a Roma proprio per potermi fare un giretto per i cavoli miei senza dovermi preoccupare delle 2000000 cose che ci sarebbero da visitare. Sicuramente ai Vaticani non ci metterò piede per un pò XPXP

Seya