domenica 1 luglio 2012

incontriamo Francesco

Tornare a Venezia è sempre un'ottima cosa, sia perchè la temperatura è migliore, sia perchè i ritmi sono più umani.

Ieri sera Sagra de San Piero in Casteo con grande grande stand gastronomico in cui facevano solo pochi piatti ma li facevano bene e in dosi molto apprezzabili, stand più piccoli con palloncini e mercatino dell'usato, palco per i concerti.
A rendere il tutto più appetibile, mini giri in Gondola offerti dall'associazione locale con scoperta "via acqua" dell'Arsenale, e stand dei Tappi, gioco che ti permetterebbe di vincere delle piante ma che, se sei sfigata come la sottoscritta, ti fa portare a casa solo caramelle.
Non scherzo: 8 pesche e 8 caramelle...neanche un fiore!



Comunque, come da tradizione io, Mamma, Papà, Cugina e Zia ce ne siamo tornati a casa sazi, felici, rinfrescati e con un sacchetto pieno di fette di torta fatta incasa per la colazione di stamane e le "chiavi di san Piero", dei bisctti in pasta frolla e spezie da mangiare con "un'ombra" (bicchiere di vino).





Stamattina invece abbiamo conosciuto Francesco, alias Patriarca di Venezia, neo-insignito, che è venuto in Con-Cattedrale a San Piero per farsi dare l'anello piscatorio.
Io non sono un'amante delle celebrazioni religiose ma devo ammettere che ho apprezzato la messa solenne (che poi è solenne "alla veneziana") di stamattina.
Niente decorazioni inutili e fronzoli, tanti bambini con i palloncini, celebrazione non troppo lunga, omaggio della comunità di una cesta di pesce fresco che probabilmente "il Sior Sandro se 'ndà tore stamane", e tanti ventagli che battevano come ali di gabbiano.
La cosa più divertente è sicuramente l'aver sentito l'attenzione di tutti a parlare in italiano cercando di non cadere nella cantilena veneziana, di non inserire termini dialettali, e cercando di infilare la dannata "T" all'interno di "San Pietro" (nel veneziano la T non esiste, infatti la cattedrale, e il sestiere, si chiama San Piero).
Francesco sembra una persona molto gentile e molto educata, ma educata nel senso più genuino del termine, una di quelle persona che ha imparato da bambino che bisogna dare la mano a tutti e ringraziare tutti e continua a farlo.
Tanto Scola era privo di contenuti, tanto questo in dieci minuti di omelia ha saputo dare un cartone in testa a tutti e poi curare il bernoccolo con una carezza.
Prima "l'individualismo" è il male di quest'epoca, poi "non abbiate paura di farvi un opinione personale".
Un discorso complesso che spero che tutti i presenti abbiano portato a casa perchè è molto attuale.
Credo diverrà un Patriarca molto apprezzato, sempre ammesso che la carica e tutto quel che ne consegue non lo rovivino.
In ogni caso sembra una persona alla mano, che è riuscita a portare alla battuta anche Orsoni (il Sindaco) che si è presentato in giacca e cravatta con fascia tricolore.
E non era quello più vestito perchè tutte le varie associazioni marinare e non sono arrivate con i mantelli e le uniformi, così come i capitani delle forze armate e della marina.

La scena più divertente comunque è stata alla chiusura della celebrazione quando Don Renato (l'arcidiacono locale che ieri sera era in geans e camicia e oggi si lamentava per aver dovuto indossare l'abito ufficiale) ha fatto fare al Patriarca il giro della chiesa per poi andare tutti insieme in campo a festeggiare con il grande buffet.
In Cattedrale, dovete sapere, è presente uno scranno in marmo, di Antiochia, con delle iscrizioni che fanno pensare si tratti dello Scranno di San Pietro.
Don Renato ha mostrato la sedia al Patriarca e lo ha convinto a sedervisi con un molto veneziano "sentate sentate!" mentre dietro di lui Monsignore domandava al sagrestano "Gavìo netà ea carega?" (Avete pulito la sedia?, ndr).
Risate in Cattedrale.
Poi tutti a bere e a mangiare torte fatte in casa.
Orsoni che si dà al vin bianco de'a casa mentre il Patriarca beve "dell'acqua, grazie", Orsoni che assaggia una fetta di ogni torta mentre il Patriarca declina gentilmente e sporge i piatti verso i bambini che lo seguono (e che immancabilmente si sporcano le tuniche..), Orsoni che "ciacola" con tutti e ascolta la Banda di Sant'Erasmo (che per l'occasione ha rinfrescato le fanfare da 25 aprile) mentre il Patriarca fa il giro del chiostro e si fa raccontare la vita del sestiere dai vecchiotti, che non chiedono di meglio che parlare della loro vita.
E se gli anni scorsi, con Scola, al buffet c'era lo sprisss, la macanza quest'anno non si è sentita.


Dai che siamo caduti in piedi!



Seya   

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