mercoledì 29 febbraio 2012

dialoghi inutili

Seya fissa il pc in trance, indecisa su come descrivere una scena di un racconto che sta scrivendo.
Stella le si avvicina e si siede di fianco.
Se:"Dammi una mano"
St:"Dove la vuoi?"
Se:"Non farmi queste proposte che potrei approfittarne"
St:"No, Seya, nel racconto..in che parte del racconto vuoi una mano?"

Seya e Stella sono in mensa a dividere il pranzo
Se:"Guarda! C'e` Prof Figo!"
St: "Ti piace cosi` tanto?"
Se: "Beh, e` giovane, ha degli occhi belli ed ha un'espressione cosi` tenera!"
St: "Ha un brutto mento"





Seya

domenica 26 febbraio 2012

un babydoll nuovo..un pensiero vecchio

Ho comprato non più di un'ora fa una canotta babydoll in raso e organza champagne.
Per una che gira con un dente di coccodrillo vero come orecchino direi che è un passo notevole.
O forse è semplicemente specchio del mio stato d'animo.

Come volevasi dimostrare venerdì sera è stata una serata pesante e difficile.
L'unica nota positiva per me è stata la gioia e l'espressione soddisfatta di Angioletto nel rivedersi durante il filmino e averci a casa sua per una sera.
Tutto il resto è stato un disastro, a partire dall'organizzazione, come ho già detto nel mio post precedente.

Come volevasi dimostrare E e Principessa non si sono parlate.
Il problema è che non si sono neanche ignorate, cosa che, per quanto maleducata, avrebbe evitato al mio fegato di ridursi in poltiglia.
Si sono innervosite l'una con l'altra con il risultato che Pricipessa ha monopolizzato Stella per tutta la serata e ha gelato e trattato malissimo chiunque altro e E si è innervosita e offesa quasi fino alle lacrime.

C'è stato un momento in cui avrei coluto prendere Principessa e schiaffeggiarla.
Forse avrei fatto bene a farlo.
Mi ha freddato in due occasioni con un saccenza e una superbia che avrebbe fato sputar fuoco anche a Denver e poi ha osato sbattere la portiera della mia macchina quando l'ho riportata a casa.
Non so che santo mi ha tenuta seduta sul mio sedile...

Sono due giorni che ci penso.
Io non voglio prendere posizione nelle questioni tra le due donzelle ma quando mi offendi e mi tratti male, passi automaticamente dalla parte del torto. Almeno nella mia testa.
Una vocina dentro di me ripete "ti sorprendi?" e non sbaglia.
E' un comportamento che le ho visto assumere in centinaia di occasioni da molti, troppi, anni.
Si chiamerà Principessa per un motivo, no?
In generale lascio che la cosa mi scorra addosso e non ci penso però in questa occasione, vuoi per le implicazioni che la lotta Pricipessa vs E ha sulle vite di molti,  vuoi per il periodo, vuoi per stanchezza, un'altra vocina si è unita alla prima.
E per quanto io non voglia ascoltarla, si fa sempre più forte e grossa.

Cosa fai quando non speri più che l'altra persona possa cambiare?

Seya


giovedì 23 febbraio 2012

Seya killer

Edit: mi sono dimenticata che e` successa un'altra cosa ieri..

Oggi, per un paio di ore almeno, mi sono immaginata in carcere, con una tuta a righe (rigorosamente verticali che smagrano), dietro ad un'inferriata e con Guida che mi portava le arance, rigorosamente biologiche, dirette dalla sua Sicilia.
Seriamente.
Ero sul punto di uccidere qualcuno.
Poi ho considerato che nessuno vale la mia libertà e ho cercato di calmarmi, con il fondamentale supporto di EPGCIC Jr che sa sempre farmi ridere.

Cos'è successo?
Niente di per sé, solo che tante piccole cose irritanti tutte insieme farebbero partire un embolo anche al più paziente dei santi.

E e Principessa non si parlano, e questo lo sappiamo.
Il problema sorge quando non si rispondono alle mail, e non a quelle personali (che uno dice "chi se ne frega" e passa tutto), ma non rispondono alle mail "comunitarie" per organizzare le prove dei burattini con la scusa del "l'ha scritta lei!".
No, non scherzo.
Sì, hanno entrambe superato i 20.
Ero sul punto di prenderle a calci, chiuderle in una stanza e aspettare che si uccidessero a vicenda.
E probabilmente è quello che farò nel weekend.

E quindi cosa fa Seya?
Si arma di cellulare e cerca di organizzare tutto.

La cosa di per sè sarebbe sopportabile se non fosse che E è in depressione sui monti trentini e Principessa è mezza ammalata.
Per fortuna che almeno la seconda risponde, perchè la prima, E,  ha passato 3 giorni a non rispondere né a mail, né a messaggi, né a chiamate; e la cosa, oltre a irritarmi a morte (perchè di solito sono io quella che non risponde), mi ha anche fatto preoccupare.
E quindi dopo un messaggio minatorio della serie "o rispondi o vengo tra i monti e ti strappo ai camosci, usando le loro corna (hanno le corna, vero?) per seviziarti", finalmente la donzella ha risposto e si è resa reperibile.
Che poi, reperibile..probabilmente Patrick Scwartz in Ghost è più vivo..

In mezzo a tutto questo c'e` pero` dell'altro. La settimana scorsa (verdi` 17 porta sfiga per un motivo, no?) Stella e Principessa si sono beccate con la conseguenza che mi sono ritrovata Stella in lacrime che e` venuta a dormire da me e mia madre che ha commentato con un "Ma Principessa non e` capace di non combinare casini?".
Venerdi` per l'appunto.
Oggi lei e Principessa sono tornate amiche come prima, tubano peggio dei colombi nella stagione degli amori e vivono nel loro mondo fatato.
Per carita`, sono contenta che si siano chiarite ma non posso negare che mi sia sentita un po` messa da parte; sensazione prontamente supportata da Stella che mi ha presa da parte per un po` e mi ha spiegato a grandi linee cosa e` successo.
Il lato positivo della faccenda e` che domani sera avro` un'alleata per sopportare la serata.

A complicare le cose ci si è però messo Angioletto che, complice l'assenza dei suoi, ha organizzato per domani sera una cena a casa sua per stare insieme e vedere il filmino della laurea, cosa che a me fa tanto famiglia americana repubblicana della medio-alta borghesia.
Voglia della compagnia, molta; voglia del filmino, nessuna.
Avevo pertanto detto al ragazzo che gli avrei fatto sapere in base a cosa mi diceva E, che, appunto non rispondeva.
E, di nuovo, la cosa non sarebbe stata un problema se non per un piccolo minuscolo ed insignificante particolare: Angioletto è ansioso.
E con "ansioso" intendo che oggi, dalle 7.53 alle 18.43 mi ha mandato 7 sms, 7!!!, con scritto "Allora, avete deciso se venite?".
Ansia che sarebbe anche accettabile se ci fosse da andare a far la spesa o che, ma che è totalmente isterica e priva di fondamento visto che prendiamo una pizza per asporto, di tutta la questione "tecnologica" si occupa suo moroso (santo Al!) e che ognuno si occupa del proprio trasporto.

Quindi riassumendo, ho passato la giornata a fare da ponte tra due che non si parlano, una delle quali non risponde perchè in crisi personale, con un terzo che martellava per un appuntamento.

Ovviamente quando questo?
Mentre sono in Università che cerco di studiare...

Sono arrivata alle 18 che stavo per mettermi ad urlare in autobus.
 
Alla fine le prove probabilmente si fanno sabato e Principessa non c'è...mah!


Seya

mercoledì 22 febbraio 2012

martedì grasso

Il martedì grasso in giro per Venezia c'è sempre molta gente...


..c'è chi affolla Piazza San Marco


..c'è chi scherza sui bagordi notturni..


..c'è chi lavora...


..c'è chi può permettersi di restare chiuso mezza giornata..


..chi si traveste con gli abiti tradizionali..


...chi ne sceglie di più goliardici..


 ..chi di più raffinati..





..c'è chi gioca...


 ..c'è chi fotografa..



E poi arriva sera e parte la Regata del Silenzio che ha il suo culmine nel falò, si brucia l'anima del carnevale (quest'anno rappresentata da un "Mucco" di legno) e inizia la quaresima..





Seya




domenica 19 febbraio 2012

grazie al cielo è finita...

Sto passando un periodo caotico. Non necessariamente triste o noioso, ma proprio pesante. Succedono troppe cose una dietro l'altra e il non essere al massimo della forma mi fa mal sopportare tutto.
Esami che vanno, esami che non vanno, visite culturali con i miei, concerti, litigate tra amiche in cui mi ritrovo a far da mediatore, volontariato che non funziona, poco tempo per stare con le persone che non vedo da tempo, prove dei burattini disatrose, palestra stancante....tutto in una settimana!
E in tutte queste cose devo aver pensato "questo lo devo raccontare nel blog" almeno una decina di volte..ma proprio non ne ho le forze.
Se dovessi mettermi adesso a scrivere della mia settimana, probabilmente finirei a Natale!
E non è il caso visto che finalmente torno a Venezia e mi godo quattro giorni di Carnevale.
Preparatevi a tante foto!

Buona settimana, bloggers!


Seya



lunedì 13 febbraio 2012

san valentine's story

Non ho voglia di parlare di quanto mi senta giu` di corda per gli esami, felice per la laurea di Angioletto o triste per questo San Valentino on my own.
Ho voglia di una bella storia. Una di quelle schifosamente felici e dannatamente zuccherose. Una di quelle che si pensa esistano solo nei film o nei libri ma che, in realta`, a volte capitano anche ai comuni mortali.

Era appena finita la Grande Guerra.
Tre ragazze, tre sorelle, tutte nate durante il grande conflitto, giocavano nei circoli creati dal Partito Fascista e facevano amicizia con altri bambini del paese e delle campagne vicine.
Era la provincia padovana, vicini al Rovigino, in mezzo ai Colli Euganei e in un punto di incontro tra lingue dialettali, culture e tradizioni diverse.
Oltre al salto della corda e le battaglie con le biglie, si divertivano ad andare in giro per i fossi a raccogliere cardi, erbe di campo e ortiche che poi portavano a casa dalla madre, che amava cucinare e preparare grandi pranzi per la famiglia.
Erano ragazze colte per l'epoca e molto garbate.
Il padre aveva per loro sogni di splendore che però non avrebbe mai potuto vedere.
Il dissenso contro il Fascismo era pericoloso e l'uomo lo imparò a sue spese, morendo dopo alcuni mesi di Confino sugli Appennini.
La madre si rese allora conto di non poter mantenere le figlie da sola e queste furono costrette a lavorare: la maggiore come segretaria in uno degli uffici locali dell'Enel, la seconda come insegnante di Matematica alla scuola del paese, la terza come segretaria in un'officina locale.
Gli anni passarono e scoppiò la Seconda Guerra Mondiale e, seppur fedeli ad  un antifascismo convinto e di lotta, le donne cercarono di far passare gli anni di guerra e i successivi nel modo più tranquillo possibile. Purtroppo per loro, essere donne ed essere sole, le rendeva più in periocolo rispetto ad altre famiglie.
La guerra passò ma le dificoltà non scemarono.
La più giovane delle figlie era molto apprezzata dai suoi capi che le permisero un giorno di dattilografare un importante incontro d'affari.
Durante questo incontro conobbe Lui.
Mario era un uomo serio, introverso e molto silenzioso. Aveva una cultura squisita, acquisita per la maggior parte in Francia dove aveva studiato per diversi anni, parlava tranquillamente il tedesco ed aveva partecipato alla Ritirata di Russia, esperienza che aveva segnato definitivamente il suo già cupo carattere.
Però era molto bello e la giovane se ne innamorò a prima vista, senza però far trapelare i suoi sentimenti per non arrecare disonore a se stessa nè all'uomo che portava la fede nuziale.
Mario, piemontese di origine, si trasferì con la moglie in paese e iniziò a frequentare spesso l'officina per lavoro.
Bianca, così si chiamava la ragazza, lo salutava regolarmente ogni volta che si presentava in officina e non faceva mai mancare il caffè, rigorosamente nero, per l'uomo.
Passarono molti mesi e nulla cambiò fino a quando, un giovedì mattina, l'uomo non si presentò.
Bianca tornò a casa in lacrime pensando che non lo avrebbe mai più rivisto.
La madre, ignara dei sentimenti della figlia, durante il pranzo informò le sue figlie della prematura scomparsa di una signora del posto.
Bianca trasalì sul colpo. Era la moglie di Mario, e infatti l'uomo si ripresentò in officina una settimana dopo senza fede e con il lutto al braccio.
Mario portò il lutto per alcuni mesi e Bianca continuò con grande discrezione a prendersi cura di lui fino a una sera quando, inaspettatamente, Mario le chiese di accompagnarlo a teatro.
La donna, che ormai aveva superato i trent'anni, non credette ai suoi occhi quando Mario le chiese di sposarlo e così, dopo nove mesi dalla morte della prima moglie di lui, si celebrò un matrimonio molto semplice e riservato in cui la donna, nonostante il nome, indossava un serio ma elegante vestito nero.
La coppia si dimostrò subito solida e molto unita.
Mario doveva viaggiare molto per lavoro e Bianca, lasciato il proprio impiego, lo accompagnava sempre volentieri.
Dopo un anno nacque una bambina, subito molto amata dai genitori, cui venne dato il nome della madre di lui.
Ma dopo la nascita della bambina sorsero dei problemi.
La donna rimase incinta spesso ma abortì tutte le volte, in mezzo a lacrime e dolore di entrambi i genitori. La bimba divenne sempre di più un gioiello, una principessa da coccolare, sempre e con calore.
Capitò poi che la Bianca riuscì a portare a termine una seconda gravidanza che però mise in pericolo le sue condizioni. Quando il medico chiese a Mario se volesse salvare la moglie o il figlio, l'uomo replicò subito che voleva la moglie ancora al suo fianco, anche se questo avrebbe significato perdere un probabile figlio maschio.
Una volta che Bianca si fu ripresa, i due ricominciarono a vivere la loro vita con la bimba, attenti che la donna non restasse nuovamente gravida, per non rischiare di dover prendere nuovamente una scelta tanto triste.
Estati al mare, inverni sulle montagne del Cadore, scuole private e macchine di rappresentanza riempivano la loro felice vita.
Passarono alcuni anni e Bianca rimase incinta per la nona volta, all'età di 42 anni.
Entrambi i genitori pensavano che la donna avrebbe abortito prima del terzo mese ma questo non accadde e la gravidanza giunse a termine.
Mario, preoccupato di dover sentire di nuovo domande difficili e scomode da parte del medico, decise di non partecipare al parto ed attese con la bimba al suo fianco che gli dessero notizie della moglie.
Nacque una seconda bambina, sana e paffutella, che i genitori chiamarono Cleo Maria Vittoria e che amarono molto.
Per il lavoro di Mario si trasferirono nelle Marche dove le bimbe poterono giocare sulla spiaggia e andare in barca, provando e sperimentando esperienze molto diverse.
Dopo pochi anni tornarono.
Mario era ormai in pensione e Bianca voleva riunirsi alle sorelle e alla madre.
Acquistarono una bifamiliare sui Colli e andarono a vivere tutti insieme.
La figlia più grande iniziò ad andare in Collegio mentre Cleo, ancora bambina, giocava nel piccolo giardino sotto lo sguardo attento del padre e quello amorevole della madre.
Passarono alcuni anni e Cleo compì 13 anni.
La madre la teneva molto vicina a sè, costringendola a studiare nel paese e non in città come la primogenita, ad accompagnarla in ogni occasione e a vivere sotto il tetto familiare mentre la primogenita aveva sempre vissuto nei Collegi migliori e si era trasferita a Padova per frequentare l'Università.
Una mattina Cleo accompagnò la madre e la nonna a fare la spesa e, tornando, passò davanti ad una scuola maschile davanti alla quale alcuni ragazzi chiacchieravano e cantavano.
Era il 1973.
Uno di questi ragazzi stava suonando una chitarra, incurante di poter dar fastidio a qualcuno. Tra un accordo e l'altro alzò gli occhi sulla strada e vide le tre donne, le tre generazioni, passare.
Le mani gli si bloccarono guardando la ragazzina e la bocca si spalancò.
Gli amici lo presero in giro e lui distolse gli occhi velocemente ma non prima di aver notato un sorriso a lui rivolto da parte di Cleo.
La ragazza, appena arrivata a casa, confessò al suo diario di aver visto un ragazzo a suo avviso bellissimo e di essersene innamorata immediatamente. Sogni di una ragazzina.
Qualche giorno dopo passò nuovamente davanti alla scuola, sperando di vederlo nuovamente, inutilmente.
Riprovò per diversi giorni ma non cambiò nulla.
Stava per dimenticarsi dell'esistenza del ragazzo quando, un pomeriggio, tornando a casa da scuola, lo vide sull'autobus.
Si riconobbero a vicenda immediatamente e si sedettero vicini, presentandosi e conoscendosi.
Silvano, questo il suo nome, era stato costretto ad iscriversi alla scuola pomeridiana per andare a lavorare la mattina e pagarsi gli studi.
Era un sognatore e un idealista. Parlava di cavalli, di campi di grano e di raccolte di angurie e ciliegie. Un mondo che Cleo non conosceva e a cui lui, nei successivi mesi, la introdusse con interesse e grande entusiasmo.
Cleo però era stata educata alla sincerità e al rispetto nei confronti dei genitori e dunque disse loro del ragazzo che aveva conosciuto.
Bianca e Mario chiesero di conoscere il ragazzo e si organizzarono per un pranzo insieme due settimane dopo, quando Mario sarebbe tornato da un breve viaggio in Francia e la primogenita sarebbe tornata per il finesettimana.
Ma Mario non tornò dal viaggio.
Il venerdì mattina prima della data di ritorno prevista, Bianca ricevette una telefonata dalla polizia francese e la primogenita, l'unica che parlava la lingua fu costretta in fretta a tornare a casa e a rispondere alle successive chiamate.
Lei fu costretta a comunicare alla madre e alla sorella la morte del padre, nell'albergo in cui alloggiava, per un malore notturno.
Molte lacrime e molti soldi furono spesi per riportare Mario a casa e dargli sepoltura.
Il lutto fu lungo e molto doloroso e la primogenita, forte della sua anima cittadina e delle idee femministe che seguiva e sbandierava con forza, convinse la madre e la sorella a trasferirsi in città con lei.
E così fu.
Cleo comunicò la notizia a Silvano, immaginando che quello avrebbe significato che non si sarebbero mai più rivisti, e, infatti, per molti mesi solo le lettere li tennero vicini, soprattutto durante il periodo di leva militare che costrinse il ragazzo a trasferirsi a Roma per un anno.
Poi, per il suo sedicesimo compleanno, Cleo ricevette a casa un regalo inaspettato.
Un ventenne Silvano si presentò nella nuova casa comunicando che si era trasferito in città per seguire l'unversità, nonostante il dissenso familiare, e per stare vicino alla sua adorata.
Per Bianca fu come avere un figlio maschio, tanto desiderato, tanto aspettato.
Cleo e Silvano si sposarono nel 1985, dopo 12 anni dal primo incontro, e domani festeggiano il loro trentanovesimo san Valentino insieme.
Ah sì, hanno anche avuto una figlia che, visto che entrambi non avevano nomi abbastanza particolari, hanno chiamato Selengiulia.


Seya

mercoledì 8 febbraio 2012

Frittellogia Applicata


In perfetta sintonia con il periodo e gli imminenti festeggiamenti carnascialeschi, ho iniziato a dedicarmi ad una dottrina che amo molto: la Frittellogia Applicata.
In cosa consiste?
Consiste nell'assaggiare frittelle allo zabaione in ogni bar o pasticceria io vada, ovviamente solo nel periodo del Carnevale, cioe` dal 4/2 al 21/2.
Si`, lo so, da brava tradizionalista e veneziana dovrei mangiare solo fritole (o frittelle come le chiamano sulla terraferma) con uvetta e pinoli, rigorosamente piccole e fritte fino alla doratura brusa` ma non mi piacciono le uvette, le cose troppo fritte non le digerisco e ho una profonda venerazione per lo zabaione, anche se mi fa malissimo.
A breve iniziera` anche la Galanogia Applicata, ovvero la degustazione dei galani (o crostoli come li chiamano sulla terraferma), ovviamente accompagnati da un bicchierino di marsala..

E quindi, via con le degustazioni!

Devo ammettere che ho avuto delle buone e delle brutte sorprese.
Giusto per darvi un'idea:

Padova:   Pasticceria Gastaldello   8
                Pasticceria Breda   7
                Pasticceria al Duomo  2
                Pasticceria Artigiana (che fornisce anche il Bar San Massimo)  9

Venezia:    Rosticceria Rialto  6
                 Pasticceria Rosa Salva   5
                 Pasticceria Tonolo   10 con Lode


...e siamo solo alla prima settimana...




Seya


domenica 5 febbraio 2012

Ice on Venice

Ieri sono tornata a Venezia per alcuni giorni e uno spettacolo surreale mi attendeva.
Si è ghiacciata la laguna.
Uno spettacolo che avrebbe fatto venire un infarto a Canaletto, uno spettacolo che avrebbe fatto venire un orgasmo a Turner.
Qualcosa di quasi ineffabile per la potenza dell'immagine.



La città non è stata toccata e il bacino interno non ha subito alcuna ghiacciazione, ma il bacino esterno, quello che si vede dal treno arrivando da Mestre, quello è un unico blocco di ghiaccio salato e striato, come se tante sottili lamine di acqua fredda si fossero congelate le une sulle altre.
E forse è effettivamente quello che è successo.
E allora vedi questo colore bianco-azzurro stagliarsi in mezzo alle piante di Barena, tipiche della zona, e gli storni, i piccioni, alcuni gabbiani e degli altri uccelli non meglio identificabili zampettare (!) sopra la lastra e guardare perplessi intorno a loro.
Le bricole emergono dai ghiacci come tanti piccoli iceberg di legno e le pochissime barche rimaste a mollo sono in realtà incagliate e bloccate dall'ondata di gelo.

Una parte di me avrebbe voluto scendere dal treno, far compagrire magicamente dei pattini e approfittarne per pattinare e scoprire angoli della laguna che altrimenti non potrei mai conoscere ma poi ho pensato che probabilmente avrei fatto la fine della piccola Amy di Piccole Donne, solo senza un Laurie a salvarmi.
E se poi, alzando gli occhi, ho visto la città che continuava la sua vita con la solita anda, il solito "testa china e bareta fracà!",  e si preparava a inaugurare il Carnevale con solo due ore di ritardo nonostante tutti i disagi e i problemi che ci sono stati, un pensiero è comunque andato a questa nuova magia che ho potuto provare di persona.
A differenza di Holden, non mi preoccupo delle papere del Central Park quando il laghetto ghiaccia, ma mi domando come faranno i piccioni di Venezia.
Forse ne approfitteranno per fare i ruffiani con i turisti e guadagnare qualche pezzo di pane in più..magari caldo!



Seya




mercoledì 1 febbraio 2012

30 giorni di libri

1) Il tuo libro preferito. 


                                             Notre-Dame de Paris      di V. Hugo
 
2) La tua citazione preferita. 
                      "Il nostro più grande errore è quello di cercare negli altri qualità che non hanno invece di destare e coltivare quelle che realmente possiedono"      Le Memorie di Adriano, M. Youcenar

3) Il tuo personaggio preferito di un libro che hai letto.

           Principe Andrej Nikolaevic Bolkonskij     di Guerra e Pace, L. Tolstoj

4) Il libro più brutto che tu abbia mai letto.

         Martin Eden    di J. London

5) Il libro più lungo che tu abbia mai letto.

        Guerra e Pace o Anna Karenina, entrambi di L. Tolstoj

6) Il libro più corto che tu abbia mai letto.

  Il Villaggio sul Mare   di A. Desai

7) Il libro che ti descrive.
     Cime Tempestose    di E. Bronte

8) Un libro che consiglieresti.

      Cent'anni di Solidutine     di G. G. Marquez

9) Un libro che ti ha fatto crescere.

     Aquiloni nella Notte    di M. E. Kerr

10) Un libro del tuo autore preferito.

   Le Lezioni Americane      di I. Calvino

11) Un libro che prima amavi e che ora odi.

      A Christmas Carol di C. Dickens

12) Un libro che non ti stancherai mai di rileggere.


      The Importance of Being Earnest    di O. Wilde



13) Il libro che in questo momento hai sulla scrivania.
      The Devil wears Prada      di L. Weisberg

14) Il libro che stai leggendo in questo periodo.

      El Otro Barrio   di E. Lindo

15) Apri il primo libro che ti capita tra le mani ad una pagina a caso e inserisci la prima frase che ti salta agli occhi.
"Le domande veramente serie sono quelle che possono essere formulate da unbambino. Sono domande per le quali non esiste risposta"  da L'Insostenibile leggerezza dell'Essere     di M. Kundera

16) La tua copertina preferita. 

       Le Liason Dangereuse       di C. de Lachos

17) Il personaggio con cui ti vorresti scambiare di posto per un giorno. 
 
Sandokan      di Le Tigri della Malesia di E. Salgari

18) Il primo libro che hai letto.  
I Tre Moschettieri    di A. Dumas 


19) Un libro il cui film ti ha deluso. 
      L'Amante di Lady Chatterly    di D. H. Lawrence

20) Un libro dove hai ritrovato un personaggio che ti rappresentasse.
 
The Catcher in the rye    di J. Salinger


21) Un libro che ti ha consigliato una persona importante per te.
Portrait of a Lady   di H. James

22) Un libro che hai letto da piccola.  
Peter Pan    di J. M. Barrie

23) Un libro che credevi fosse come la gente ne parlava e invece sei rimasta colpita.  
Possesion    di A. Byatt

24) Il libro che ti fa fuggire dal mondo.
The Hours         di M. Cunningham

25) Un libro che hai scoperto da poco.

Passaggio in India      di E. M. Forster

26) Un libro che conosci da sempre. 

Il Signore degli Anelli       di J. R. R. Tolkien

27) Un libro che vorresti aver scritto. 
Vanity Fair      di W. M. Tackeray

28) Un libro che farai leggere ai tuoi figli.
 
Il Nome della Rosa        di U. Eco
 
29) Un libro che devi ancora leggere. 
Il Rosso e il Nero     di Sthendal

30) Un libro che ti ha commosso.
Una Musica Costante       di V. Seth 


Qui per l'iniziativa
Seya