martedì 9 aprile 2013

vorrei

Vorrei dire che non sono morta, in realtà sono come sdoppiata.
Qui sulla terra, che si muove e si scontra con le persone c'è il mio corpo con il minimo della volontà necessaria che serve per non finire in ospedale; lì in cielo c'è la mia testa.

Penso tanto e non penso a niente.
Mi erdo in mondi e pensieri di fantasia che di concreto hanno poco o nulla e mi urta quando la mia parte corporea è costretta a risucchiare parte del cervello per rispondere al telefono o a mia madre.
Non mi sento riposata o sgravata di fatiche come pensavo prima di laurearmi.
Mi sveglio anche prima del solito!
E non riesco a capire se sia ansia per l'incertezza del domani o pigrizia. O entrambi.
Mi sento molto stanca e fiacca. Ho voglia di muovermi ma il tempo deprimente ed autunnale di questi giorni mi smonta.
Sento il bisogno di prendere e fuggire anche solo per pochi giorni senza l'incubo del telefono, della mail o delle reciproche visite.
Per carità sono felice di uscire a bere una cosa con Kalos, mangiare pizza con Guida&Co o andare alla Fenice con Cugina.
Però non mi sento padrona della mia vita.
E per una che ad inizio anno ha votato a se stessa che questo anno si sarebbe solo fatta del bene, beh, non mi pare una gran riuscita.
Intanto lunedì ho un colloquio per andare a fare l'animatrice nei villaggi turistici. Non il massimo della scelta però un'ottima scusa per stare via tre mesi e vedere e conoscere persone e realtà nuove.
Ci conto più di quanto non ammetta.
Incrociamo le dita!


Seya

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